In questi giorni, dopo i disastri meteorologici nelle Filippine e in Sardegna, si leggono un sacco di riferimenti alla geoingegneria. Ma cos'è?
Innanzitutto una precisazione linguistica (vedi primo commento): la geoingegneria sarebbe l'ingegneria che si occupa di sottosuolo. Quella di cui si parla qui dovrebbe chiamarsi Ingegneria climatica. Ma, purtroppo per i geoingegneri, il termine è diventato di uso talmente comune che non se ne esce.
Per (geoingegneria) o Ingegneria climatica si intendono tutte quelle attività che hanno lo scopo di modificare l'ambiente terrestre nel suo complesso. Credo sia abbastanza ovvio che esiste della "geoingegneria involontaria": l'inquinamento, la distruzione di interi ecosistemi forestali, il sovrasfruttamento delle risorse ittiche, tanto per fare qualche esempio, sono cose che cambiano la Terra in modo macroscopico, anche se non voluto. L'esempio più classico di questa modificazione è dato dai cambiamenti climatici, che possono cambiare la faccia del pianeta al punto da renderne invivibili alcune regioni, sommergerne altre, ed in generale modificare gli ecosistemi su tutto il pianeta.
Allora qualcuno ha avuto la brillante idea: invece di inquinare meno che tanto non ci si metterà mai d'accordo, come sta mostrando la conferenza COP19 in questi giorni a Varsavia, non potremmo fare interventi che raffreddino il pianeta, questa volta in modo mirato? Ne ho già parlato qui, 4 anni fa, e in breve quel che penso è che queste cose rischiano di far più danni di quelli che eviterebbero, oltre a fornire un'ottima scusa a chi non vuol far nulla: possiamo continuare tranquillamente ad inquinare, tanto ci sarà uno scienziato, deus ex machina, che inventerà qualcosa per rimettere tutto a posto. In realtà i deus ex machina non esistono, ma intanto abbiamo evitato di dover affrontare realmente i problemi.
Tutte queste considerazioni han mosso diversi gruppi di ambientalisti a prendere posizione contro queste ipotesi di interventi. Ad esempio Vandana Shiva, all'ultima edizione di "Terra Futura", ha esposto perplessità non molto diverse dalle mie. Ma alcuni gruppi, incluso quello che aveva invitata Shiva, pensano che la geoingegneria sia un problema già ora. Si veda ad esempio questa cartina. Mostra interventi di geoingegneria attualmente praticati in tutto il mondo, e sembrerebbe non si salvi nessuno. Ma proviamo a guardare più da vicino.
Innanzitutto la maggior parte degli interventi proprio non sono geoingegneria. Si tratta del vecchio "cloud seeding", la tecnica di spargere alcune sostanze nelle nubi per fornire nuclei di condensazione e favorire la pioggia. La cosa è molto gettonata, anche se i risultati sono variabili, la maggior parte degli esperti che ho sentito parla di aumenti di piovosità variabili tra zero e un 20%. Questa non è geoingengeria perché non cambia il clima. Se doveva piovere, piove un po' di più, altrimenti nulla. Se non "semino" la nube, anche se ho "seminato" tutte quelle passate di lì il mese prima, non succede nulla. Qualcuno ha anche provato ad applicare tecniche simili sugli uragani, per vedere di deviarli o scaricare prima la pioggia diminuendone l'intensità, ma si è smesso subito perché si è visto che non succede rigorosamente nulla.
Poi ci sono cose che tecnicamente sono geoingegneria, ma a cui è difficile obiettare: riforestazioni ed uso di biochar, per assorbire CO2 dall'atmosfera e farne buona biomassa. Infine i pochi esperimenti (falliti) di fertilizzazione degli oceani, l'ultimo ormai 4 anni fa nell'Oceano Indiano, e qualche timido tentativo di sequestro del CO2 per metterlo in vecchi giacimenti esauriti di metano, cose piccole e costose, si fa prima a non bruciarlo proprio, quel carbonio. Quindi, alla fine, di esperimenti potenzialmente pericolosi di geoingegneria, in corso, non ce n'è praticamente nessuno.
"Ma a noi non la si dà a bere", dicono i nostri diversamente esperti. Certo, i governi dicono di non farla, ma la stanno facendo di nascosto, e neppure troppo. Ecco spiegate le "scie chimiche", che non sarebbero altro che irrorazioni in atmosfera per modificare il clima a scopi militari. Anche tutta la storia del global warming è solo una copertura, per dare un alibi a questi interventi, quando verranno resi pubblici. Copertura che permette di manipolare il clima a scopi bellici, creando tifoni, bombe d'acqua, terremoti (quelli li fanno con le onde radio, usando tecniche così segrete che nessun fisico al mondo ne conosce neppure le basi). E puntualmente, ad ogni disastro, questi saltano fuori a spiegare che è tutta colpa delle scie chimiche e di HAARP.
Ovviamente nessuno riesce a cogliere le contraddizioni di queste teorie. L'impianto HAARP è stato chiuso mesi fa per i tagli al bilancio. Non lo dice il governo USA, ma i tanti radioamatori che si divertivano a captarne il segnale (in fondo le onde radio è difficile nasconderle, visto che basta una radio per riceverle).
Non si capisce perché qualcuno stia spendendo cifre stratosferiche (è proprio il caso di dirlo) per mettere in atto contromisure al Global Warming e poi non se ne vanti pubblicamente. No, stiamo salvandovi da un incubo, ma lo facciamo di soppiatto, negando sempre tutto. Invece nel mondo reale si sta facendo di tutto per minimizzare il problema, per non prendere provvedimenti, si promettono riduzioni delle emissioni tra 15 anni ma poi si dice che in fondo non è così importante, anzi, probabilmente le emissioni aumenteranno.
I disastri naturali finiscono per colpire gli stessi USA? Si trova sempre un motivo per cui le città colpite in realtà avevano fatto qualche sgarbo al potente di turno. Se lo sgarbo non esiste, si inventa, il motivo delle alluvioni sarde è un ipotetica decisione della Regione di esentare la Sardegna dal pagamento dell'IVA. Forse faranno trombe d'aria mirate agli evasori fiscali, già che ci sono.
Le prove citate alla fine sono le solite. Qualsiasi studio che parli genericamente di clima mostra che la scienza collusa con i militari sta studiando come modificarlo. Se poi parla anche di aerosol è la "pistola fumante" dello spargimento di aerosol da parte di aerei. Poi le scie che non sono più quelle di una volta, sono troppe, sono strane, non ci piacciono.
Si trattasse solo di qualche persona con idee un po' particolari, sarebbe da sorriderci sopra. Ma quando si supera la dozzina di interrogazioni parlamentari, diversi comuni approvano mozioni o sponsorizzano conferenze sul tema, si compilano liste di "nemici della patria", o un giornalista propone di farne di nuove più dettagliate, ci si comincia a preoccupare. Anche perché vengono additati come bersagli proprio chi di questi problemi si occupa: climatologi, meteorologi, geologi... Tutti collusi con il potere ombra che organizza gli uragani, alcuni persino denunciati. In alcuni casi molestati con telefonate notturne, o aggrediti (per ora senza conseguenze serie, ma le liste di proscrizione non fan mai bene). E nel frattempo si dimenticano i problemi reali, e le loro cause.