domenica 28 luglio 2013

Interessi e moneta: il paradosso del banchiere nell'isola

Circola in rete una favoletta che racconta di un banchiere approdato su un'isola, e che vorrebbe dimostrare come mai siamo in crisi economica. Viene ripetuta in innumerevoli siti, ad es. qui, o più prolissamente qui, ma non ho trovato in giro una spiegazione semplice del perché sia una bufala; una spiegazione che temo non centri completamente il punto (si basa su una moneta a "Gold standard", come sull'isola, la nostra non lo è) si trova sul sito Signoraggio Informazione Corretta. Provo qui a dare la mia.

Non voglio difendere i banchieri. La finanza ha grossissime responsabilità, ma purtroppo non quelle indicate nella favoletta. E se non si capiscono i motivi veri di qualcosa difficilmente si troverà una soluzione. Se poi usi la soluzione sbagliata, anche quando hai trovato il colpevole vero non stai impedendogli di continuare a danneggiarti.

La storia dell'isola, in breve, è questa. In un'isola ci sono 100 persone. Un banchiere, anche lui sull'isola, presta a queste persone 1000 euro a testa, che questi usano per comprare e vendere tra di loro merci e servizi. Alla fine dell'anno, però, il banchiere chiede indietro i soldi con un interesse, poniamo dell'1%. E quindi vuole indietro 100 mila euro (1000 per abitante), più altro 1000 di interessi. Ma sull'isola ci sono solo 100 mila euro non 101 mila. Come potranno mai restituire il debito i poveri abitanti? Si indebiteranno sempre di più, finché il banchiere esigerà in restituzione tutti i beni dell'isola.

Se il banchiere presta 1000 euro a ciascuno dei 100 abitanti, come faranno questi a rendergli anche gli interessi, se sull'isola esistono solo quei 100.000€?
Secondo gli autori della storia quel che è successo con i nostri soldi è proprio questo. Il contante che circola è prestato dai banchieri agli stati, che così formano un debito pubblico sempre crescente senza aver mai fatto nulla di economicamente sbagliato. La soluzione sarebbe che gli stati si stampino direttamente i soldi, in quantità sufficiente a ripagare tutti i debiti pubblici.

In questo ragionamento ci sono talmente tanti errori che è difficile anche solo elencarli tutti in un singolo articolo, per cui mi limiterò a risolvere il paradosso del banchiere.

Evidentemente il banchiere della storia non mangia (anche se viene disegnato piuttosto grassottello), non beve, non si veste, non ha mai bisogno di un elettricista, falegname, muratore, idraulico. Insomma sta seduto tutto l'anno dietro al suo banco ad aspettare che gli tornino indietro i soldi. Per cui per rendere più realistica la storia assumiamo che il banchiere  presti pure a sé stesso 1000 euro. Alla fine dell'anno i suoi 1000 euro sono finiti, in fondo per fare il lavoro di banchiere usa del tempo, e non riesce a fare tutte le altre cose che gli altri fanno per vivere, o ne fa di meno (con soli 1000 euro l'anno non campa, quindi deve fare anche altro). Incidentalmente i 1000 euro di tutti gli isolani girano di mano molte, molte volte nell'anno, perché tutti han bisogno di mangiare, di riparare oggetti, eccetera.

Il banchiere deve pur mangiare. E così arrivano agli isolani i 1000 euro necessari per pagare gli interessi
Quindi i 100 abitanti si ritrovano alla fine dell'anno esattamente i 101 mila euro che servono a restituire il debito con gli interessi. I soldi in circolazione sono rimasti gli stessi senza creazione di nessun debito pubblico. Gli interessi servono a pagare il lavoro del banchiere. che come tutti gli altri abitanti mette in vendita i suoi servizi.


Chiaramente se si forma per qualsiasi motivo un debito (di solito perché si spende più di quello che si guadagna), e questi raggiunge livelli confrontabili con diverse volte il reddito annuo, pagare gli interessi diventa un problema. Finora il problema è stato nascosto sotto il tappeto, se il debito cresce, per il deficit o per gli interessi, meno dello "stipendio" (il PIL, o le tasse che ne rappresentano una frazione), sembra sostenibile. In realtà non lo è, il PIL semplicemente non può crescere a tasso costante all'infinito, e quindi, prima o poi, il problema esplode. Deve farlo, è inevitabile. Ma non c'entra nulla con il fatto che il denaro viene prestato.

Nel caso dei debiti degli stati va sicuramente capito in dettaglio come si sono mossi i flussi finanziari, chi ci ha guadagnato e perché, se si vuole arrivare a soluzioni eque. Ma è semplicemente falso che sia stata la creazione di moneta a creare il debito pubblico, o che sia impossibile pagare gli interessi senza creare nuova moneta, all'infinito.