Il mitico comandante Straker, eroe della mia prima adolescenza, ha messo sul suo blog la prova "da tribunale" che dimostrerebbero come le scie degli aerei siano chimiche. (Certo, Marcianò non è Ed Bishop, ma tocca accontentarci).
Come sappiamo dalla fisica, per ottenere condensazione e cristallizzazione del vapore emesso dagli scarichi di un aereo servono temperature molto fredde, che di solito si trovano a quote elevate, quasi sempre sopra i 7000 metri, e di rado sotto gli 8000. Quindi lui, dopo aver raccolto 4000 euro con una colletta, ha acquistato un binocolo-telemetro laser con cui verificare quel che ha sempre detto, che gli aerei rilasciano scie a quote inferiori.
La prova consiste in un filmato di un aereo con scie, in cui per un istante il telemetro segna la distanza di 1347 metri. Nel suo blog Paolo Attivissimo nota immediatamente come il video non possa essere autentico, nel senso di riportare quel che si vede dentro il telemetro, perché questo non è dotato di zoom e il filmato invece esegue una vistosa zoomata. E quindi Straker precisa che il filmato è composto da un montaggio delle scritte prese attraverso l'oculare del telemetro, con una webcam, e una ripresa fatta con la sua telecamera con "zoom da brividi".
Per fugare i dubbi, Straker-Marcianò ha anche messo sul blog una foto dell'accrocco che tiene insieme webcam, telecamera e telemetro. Pensando bene di grigliarla, casomai si capisse troppo. Quindi vi fornisco la stessa immagine, de-grigliata.
A questo punto la prova non dice nulla. Come si fa a valutare qualcosa se non si dispone dei dati originali? Costava così tanto mettere in rete il filmato preso con la webcam, anziché usarlo solo per estrarci le scritte? Straker sostiene sia venuto sovraesposto, e quindi illeggibile. Ma dopo alcuni giorni, un nuovo filmato con l'esposizione corretta era poi così difficile da fare? Il tutto mi fa sospettare una possibile spiegazione per la lettura falsata, anche ammettendo che sia stata davvero ottenuta puntando l'aereo e non una vicina collina. Ma senza filmato non posso dire nulla.
(Poco dopo che scrivevo questo, Straker ha gentilmente pubblicato un nuovo filmato, e quindi l'ho commentato sotto).
Nel post c'è anche una foto dell'oggetto, e la cosa mi ha subito dato una sensazione di deja-vu. Quella immagine, infatti, è molto simile a quella riportata sul sito del costruttore. Con un po' di fotoritocco, ho ottenuto quindi, per divertimento, l'immagine a fianco. Un po' più chiara, il riflesso nelle lenti è chiaramente differente, meno sfocata, e ho volutamente lasciato il bordino bianco. Ma corrisponde in modo impressionante all'inquadratura del telemetro sul divano di Straker. Non dico che sia un falso, non voglio neppure pensare che il Comandante abbia imbrogliato chi gli ha generosamente fornito 4000 euro. Ma un'inquadratura che ci fornisse qualche pixel in più dell'oggetto, rispetto a quanto visibile in rete, poteva darcela? Il telemetro non si vede neppure nella foto d'insieme.
La distanza di un aereo la si può calcolare ragionevolmente bene anche senza telemetro. L'immagine a fianco riporta un aereo decollato da poco, passato ieri vicino a casa mia. Purtroppo la messa a fuoco della macchina è difettosa, sono costretto ad usare il fuoco manuale, e si vede. Per chi vuol smanettare nei dati exif, l'ora è sbagliata (segna ancora l'ora legale). La distanza è stimabile tra 5700 e 6100 metri, e la quota è circa 2000 metri. Il tutto si può dedurre dalla scala del sensore, che è di 6,67 secondi d'arco per pixel.
Questo invece è l'aereo passato sopra il mio ufficio di cui parlo in un commento del post precedente. E' probabilmente un 737-800, nel qual caso la quota è di 11500-12000 metri. Si sentiva distintamente il rumore dei motori.
Per concludere ricordo che le condizioni per la formazione di contrail non sono quelle indicate nel post del comandante. Contrail non persistenti (come quelle del 737 qui sopra) si formano SEMPRE se l'aria è abbastanza fredda. Cioè se si sale abbastanza di quota. Le condizioni (approssimative) indicate da Straker sono quelle per la formazione di contrail persistenti, quelle che rimangono ore in cielo.
Seconda puntata
Straker ha pubblicato un nuovo filmato, in cui si vede l'oculare del binocolo (ma stranamente non il CORPO del binocolo: come sa chiunque ne abbia uno, nei binocoli gli oculari sono molto più stretti del corpo, e questo sborda vistosamente). Poi un edificio a 558 metri. Considerando un'altezza di 3.5 metri per piano, si ricava una scala di 0,01 gradi/pixel. Il campo vignettato è di soli 3 gradi, evidentemente l'ottica della webcam lo limita parecchio.
Ora facciamoci due conti sul quadrimotore a 1858 metri. Lo si vede proprio di pancia, non ci sono problemi di prospettiva, è lungo 75 pixel e largo 70. Cioè 24x22 metri. Notevole per un quadrimotore, forse è un modello "bonsai". Certo, se si considera che il campo "dovrebbe" essere di 5 gradi, le dimensioni vengono sui 40 metri, quelle di un "tanker" per rifornimento in volo di aerei. Ma allora il palazzo inquadrato all'inizio ha piani alti 6 metri, e terrazzi con balaustre di quasi 2 metri.
Torniamo al primo filmato. Quando l'aereo è circa perpendicolare all'osservatore, al secondo 50, le ali appaiono parecchio più corte della carlinga, sembra una vista laterale. A seconda del modello di aereo, potrebbe essere fino a 45 gradi dalla verticale. Questo abbasserebbe un po' la quota (fino a circa 1000 metri), ma comunque anche ipotizzando sia visto molto di lato, il massimo di distanza laterale sarebbe sotto il km. In 50 secondi, un aereo che viaggi a 500 km/h (lento) fa 7 km. All'inizio del filmato, quindi, dovrei vedere un aereo che è a 1 km di quota, distante 7 km, e disassato di meno di 1 km. Praticamente punta dritto verso di me (e 5 volte più piccolo, ma con lo zoom non si capisce). Proprio quel che NON si vede, la carlinga è sempre vista ben di lato. L'immagine a fianco dovrebbe rappresentare un aereo a circa 5-6 km di distanza, poco più di 1 km di quota, che punta dritto verso di noi. Portiamo la quota a 10.000 metri (per far tondo), il disassamento a 6-10 km, e la distanza a 10 km (40 secondi a 900 km/h) e tutte le prospettive tornano. Dimenticavo, fossi Straker mi farei rimborsare la telecamera con zoom, se un aereo a 1300 metri si vede così male, le ottiche sono veramente rovinate.
Terza puntata
All'inizio volevo credere che Straker avesse visto una falsa lettura sul telemetro, e ci avesse costruito sopra il primo video. Poi che fosse semplicemente un falsario"per la causa" (non riesco a far funzionare sto maledetto telemetro, ma IO SO che gli aerei sono bassi, e quindi faccio un fotomontaggio).
Ma che fosse un truffatore proprio non mi capacito. Come si può essere così (mettete voi l'aggettivo) da intascarsi 2000 euro(*) forniti dai vostri ammiratori, imbrogliandoli in un modo che non regge una settimana, e rischiare di bruciarsi la carriera? Perché non mi risulta Marcianò faccia altro nella vita che occuparsi di scie chimiche, sicuramente non altro di significativo. Se frega i suoi sostenitori, non gli resta nulla.
Purtroppo non ci sono dubbi. Già il fatto che Marcianò abbia presentato due fatture differenti (nella prima aveva sbagliato a calcolare la somma) per UN acquisto lascia perplessi. Uno dei sottoscrittori della colletta ha scritto alla ditta da cui è stato acquistato il telemetro, che ha confermato i dubbi.
Questa storia, iniziata come divertente (è sempre uno spasso trovare le numerose falle delle "prove" del Comandante Straker) si è chiusa in modo solamente squallido. E me ne dispiace.
(*) Precisazione. La cifra è una stima prudente della differenza tra il costo dei due telemetri. Non so quale esattamente abbia acquistato Marcianò, e non so quanto abbia raccolto con la colletta. Sta di fatto che chi gli ha dato i soldi glie li ha dati per il modello più caro, a Luglio aveva già i 700 euro per il modello economico. E il modello caro nessuno, finora, lo ha visto se non in fotomontaggio.
domenica 23 novembre 2008
martedì 18 novembre 2008
White trails
Nei siti che parlano di scie chimiche, un tema ricorrente è che questo sia un fenomeno recente, una volta i cieli non presentavano queste lunghe scie. Ho mostrato un po' di foto d'epoca, persino un'immagine da satellite degli anni '70, con contrails lunghe centinaia di km, ma sono stato accusato di aver messo in giro dei falsi. Poco importa che si tratti di libri pubblicati prima del 1978, uno addirittura nel 1950.
E naturalmente non posso dimostrare che con testimonianze il fatto che qui dove lavoro, nel lontano 1968, venisse un antesignano dei nostri a raccontarci (anzi a raccontare ai miei colleghi più anziani, allora avevo 9 anni e guardavo le scie sopra il Friuli) che quelle scie sono emesse apposta dagli aerei per far piovere.
Ma ho un testimone di eccezione, nientepopodimeno che Sergio Endrigo. Al Festival di Sanremo del 1970, la sua canzone "La nave partirà", cantata da Iva Zanicchi, racconta di icone simbolo del nostro presente tecnologico. Incluse "striscie bianche sul cielo azzurro per incantare e far sognare i bambini" (potete sentirla qui). Insomma, una volta erano le nuvole ad incantarci, oggi (nel 1970) sono le scie degli aerei.
Riferimenti nel mondo della canzone se ne trovano diversi.
Joni Mitchell, in "Amelia" (1976) parla di "six jet planes,
Leaving six white vapor trails across the bleak terrain" (pure in formazione e paralleli!). Baglioni, ne "L'amico e domani" (1985) descrive: "Una riga sulla pelle blu del cielo, e teste alzate come girasoli."
Ma il più esplicito, sicuramente pagato dai cattivi del complotto per abituarci subliminalmente alle chemtrail, è l'album "White Trails", del 1979, di Chris Rainbow. La copertina, che potete vedere qui a fianco, riporta una contrail persistente in bella vista.
E naturalmente non posso dimostrare che con testimonianze il fatto che qui dove lavoro, nel lontano 1968, venisse un antesignano dei nostri a raccontarci (anzi a raccontare ai miei colleghi più anziani, allora avevo 9 anni e guardavo le scie sopra il Friuli) che quelle scie sono emesse apposta dagli aerei per far piovere.
Ma ho un testimone di eccezione, nientepopodimeno che Sergio Endrigo. Al Festival di Sanremo del 1970, la sua canzone "La nave partirà", cantata da Iva Zanicchi, racconta di icone simbolo del nostro presente tecnologico. Incluse "striscie bianche sul cielo azzurro per incantare e far sognare i bambini" (potete sentirla qui). Insomma, una volta erano le nuvole ad incantarci, oggi (nel 1970) sono le scie degli aerei.
Riferimenti nel mondo della canzone se ne trovano diversi.
Joni Mitchell, in "Amelia" (1976) parla di "six jet planes,
Leaving six white vapor trails across the bleak terrain" (pure in formazione e paralleli!). Baglioni, ne "L'amico e domani" (1985) descrive: "Una riga sulla pelle blu del cielo, e teste alzate come girasoli."
Ma il più esplicito, sicuramente pagato dai cattivi del complotto per abituarci subliminalmente alle chemtrail, è l'album "White Trails", del 1979, di Chris Rainbow. La copertina, che potete vedere qui a fianco, riporta una contrail persistente in bella vista.