La stupidità, come insegna il pregevole trattato di Carlo Maria Cipolla, è una delle cose più diffuse nel genere umano, ma si manifesta in modi molto vari. In particolare non mi illudo di esserne immune, anzi. E quindi una tassa sulla stupidità è sicuramente una tassa odiosa, è come tassare l'essere alti o bassi, biondi o mori, simpatici od antipatici.
Stamane sono andato in posta a ritirare una raccomandata. Prima di darmi la lettera l'impiegata mi ha chiesto se volessi un gratta e vinci. Difatti in bella mostra sul banco c'erano diverse schedine colorate, da 2, 3 o 5 euro. Un po' perplesso ho risposto di no, grazie. "Ma è proprio sicuro? Non vuole tentare la sorte?" "No, assolutamente!" "Neppure uno piccolo da due euro?" "NO!". Si è rassegnata e mi ha dato la sospirata lettera, cominciavo a temere che l'acquisto della schedina fosse obbligatorio per poterla ritirare.
Ogni anno vengono giocati circa 40 milioni di gratta e vinci, meno di uno a italiano, poco più di un euro a testa. Evidentemente troppo pochi, ad es. nei vari giochi del lotto spendiamo in media 150 euro a testa, occorre potenziare il gettito di questa particolare tassa sulla stupidità. Quindi cosa meglio che arruolare i poveri impiegati postali per una pressante campagna di promozione? E poi qualcuno mi chiede perché non amo i servizi finanziari delle poste.