Oggi non sciopero. Ma parlo del motivo per cui molti blog scioperano (o non scioperano, ma ne parlano).
Il DDL sulla sicurezza prevede, tra le altre cose, che verrà estesa ai blog la serie di garanzie previste dalla legge per chi si senta diffamato da un articolo di giornale. Chi si senta diffamato può chiedere rettifiche, e se questa non arriva entro 48 ore (ad es. perché sono in vacanza o non controllo il blog) sono passibile di multe salatissime.
Come mai sono contrario al diritto di rettifica, si chiederà. Il punto è che non sono assolutamente contrario. Innanzitutto per i casi gravi, la legge attuale tutela già (dovrebbe almeno) chi venga diffamato anche in rete.
E chiunque può, in questo blog, rettificare alle affermazioni che faccio, se introdurrò una censura ai commenti sarà solo per bloccare lo spam o per comportamenti veramente eccessivi. Ma proprio per questo divento più esposto alla legge. Divento responsabile anche di quello che scriveranno i miei lettori.
La legge di fatto non tutela chi viene diffamato. Questo blog è nato per difendere una persona che era stata pesantemente diffamata a mezzo stampa. Lei non ha mai avuto nessuna rettifica, io invece sarei stato passibile di denuncia, a termini della nuova legge, perché la mia versione dei fatti avrebbe potuto essere ritenuta diffamatoria da parte ad es. del politico che ha definito una maestra "inadatta a insegnare persino a delle galline". Io vengo continuamente diffamato da chi mi ritiene al soldo di poteri oscuri (specificando pure lo stipendio: 6000 euro il mese!) ma non potrei imbarcarmi in cause legali, né francamente mi importa farlo.
Fino ad oggi chi dissentiva dalle mie opinioni ha semplicemente pubblicato altrove la sua versione dei fatti. Il bello della rete è che lo consente. Con la nuova legge chi ne abbia voglia, e mezzi, può zittire chiunque semplicemente facendogli scrivere da un avvocato. Non è che oggi non succeda, ho dovuto spostare dal mio sito di lavoro la mia "Vanoli FAQ", ottima introduzione al personaggio di Gian Paolo Vanoli, per una lettera scritta dal suo avvocato al mio datore di lavoro. Non ho ancora capito cosa ci sia di diffamatorio in una raccolta di frasi autentiche, riportate fedelmente senza commenti, ma non voglio (e soprattutto non vuole il mio direttore) doverlo spiegare ad un giudice.
Quindi i blog, in molti casi, restano la sola arma che uno ha contro tante cose, inclusa la diffamazione. Mentre la nuova legge di fatto ottiene l'effetto opposto a quello dichiarato: chi viene diffamato non potrà reagire, se non ha i mezzi per inseguire affermazioni che dilagano in centinaia di blog (come è successo con la storia della maestra e Gesù bambino). Chi invece ha grossi interessi da difendere, sia pure solamente un grosso giro di affari di "medicine alternative", può facilmente tappare la bocca a chiunque "leda i suoi interessi".
Ben detto, Gianni.
RispondiEliminaRiporto questa tua parte di commento al post di Paolo, che credo riassuma meglio di mille parole il punto della questione:
"Non e' il concetto di diffamazione che è in discussione ma le modalità. Talmente assurde da essere inapplicabili, quindi applicabili con estrema discrezionalità solo in casi particolari. Di solito, quelli in cui chi si sente leso ha dietro uno studio di avvocati".
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RispondiEliminaVoglio fare anch'io il disinformatore "gregario" a 6000 euro al mese...
RispondiEliminaDove si presenta la domanda?
Un sorriso
Loved rreading this thanks
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