Oggi è la giornata della memoria.
66 anni fa, in questi giorni, mio nonno veniva arrestato, tra l'altro per aver fornito documenti falsi a famiglie ebree(1), e dopo un mese deportato a Dachau. Tornerà il 29 Maggio, e mia zia si chiedeva perché mia nonna piangesse tanto di fronte a quel tipo magro. Non l'aveva riconosciuto, non era riconoscibile. Ce l'ha fatta per poco, alle ultime selezioni i compagni lo sorreggevano perché non si reggeva più in piedi, e lo sterminio finale dei prigionieri fu fermato solo quando gli alleati tagliarono le vie di uscita dal campo. Del suo vagone sono tornati in 2. Non ha mai voluto raccontare, se non degli ultimi giorni della liberazione. "Han già scritto in tanti, è tutto vero".
Sono stato a Dachau due volte, una con mio figlio che non ha retto l'impatto emotivo, siamo usciti prima di vedere tutto.
Occorre ricordare. Perché queste cose possono risuccedere, risuccedono. Occorre ricordare per prevenire. Per sapere che il mostro è dentro tutti noi, e si nutre di tutte le volte che guardiamo dall'altra parte. Come (i) alcuni cittadini di Monaco. Anche se non girare lo sguardo costa, mio nonno lo sapeva.
(1) In realtà non riuscirono a provarlo, grazie anche all'eroismo di una persona che entrò nell'ufficio presidiato dai tedeschi e distrusse i documenti in questione.
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8 commenti:
Sono stato a Dachau anch'io, ma anche a Mauthausen
E mi sono imposto di guardare.
Occorre ricordare.
A Dachau ci sono stato diverse volte. Anche perchè ogni anno presso la Jugendgaestehaus (una specie di "progetto giovani" locale) vengono organizzati degli ottimi seminari sulla storia e la memoria.
L'interessante è che, almeno nella prima fase della dittatura, i cittadini di Monaco e perfino le istituzioni non si voltarono dall'altra parte. Ci sono state inchieste sulle prime morti "sospette" al campo e sulle violenze verso i prigionieri politici che vi erano internati. Ma poi la guerra e l'inasprirsi della dittatura hanno reso tutto più difficile. Non intendo assolvere la popolazione tedesca. Ma dò atto alle generazioni successive di aver in buona parte rielaborato il senso di colpa collettivo.
Vabbè, troppe parole... è che date come questa mi coinvolgono sul doppio piano professionale e personale e mi lascio prendere la mano.
...nonostante tutte le testimonianze, le prove ecc c'è ancora qualcuno che ha il coraggio di negare che tutto questo sia accaduto...
forse più che il ricordo (per chi ci è passato) fa male proprio il fatto che alcuni neghino che questo è stato.
Mi accorgo di essere stato ingiusto e ho corretto la frase sui cittadini di Monaco. Non voglio processare nessuno, non è il mio mestiere. Ma colpisce come sempre, in ogni luogo, di fronte alle ingiustizie non siano moltissimi quelli che reagiscono.
@Gianni Comoretto:
Apprezzo la sensibilità. L'ultima volta che in un forum ho scritto le stesse cose sono stato sommerso da insulti e classici clichè antitedeschi.
Purtroppo la rimozione o il "girarsi dall'altra parte" sono fenomeni comuni sia nelle grandi che nelle piccole tragedie.
Poi ci sono quelli che negano o che "relativizzano". Ecco, quelli mi fanno proprio schifo...
Gli italiani dovrebbero prendere esempio dai tedeschi. Mi pare che l'italiano medio conosca meglio Dachau di Arbe, della Risiera o di Gonars...
molto peggio di chi nega e di chi gira lo sguardo, è chi ci specula e ci ha speculato.. chi ha orecchi...
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