lunedì 26 luglio 2010

I catastrofisti del Sole 24 ore

(Post dalla spiaggia, poche immagini o link, non ho abbastanza connessione Internet, magari le aggiungo dopo)


Il grafico qui sopra è lo stesso riportato nell'articolo.

Oggi il noto quotidiano ambientalista "Il Sole 24 ore" è uscito con un articolo (in pag. 12) che mi ha fatto saltare sulla sedia.

Chi segue queste pagine sa che sono un sostenitore della cosiddetta teoria del picco del Petrolio. In breve, sappiamo tutti che il petrolio nel sottosuolo è una risorsa limitata, che prima o poi finirà. Ma di solito pensiamo che questo succederà tra molti decenni, che non ci riguardi. Molti esperti del settore invece si sono fatti i loro conti, e han visto che il momento in cui non si riuscirà ad estrarre abbastanza petrolio da coprire la richiesta è molto vicino. Anni, non decenni.

Non lo farà di botto, la produzione rallenterà e poi inizierà a calare. Ma quando questo succederà le cose si faranno dure, crisi economica, prezzi del petrolio che schizzano in alto (che so a 85 euro il barile), causando recessione, per poi calare un pochino, ma solo temporaneamente (che so, a 60 euro al barile)(1). Magari per qualche anno ci si illuderà ancora che il calo della domanda e dei consumi petroliferi sia dovuto ad una crisi economica passeggera.

Ma quando il calo della produzione farà in modo che manchino all'appello una decina di milioni di barili al giorno (oggi la produzione è di 84 milioni di barili il giorno), sarà "una mezza catastrofe mondiale e una grave minaccia alla sicurezza strategica di molte potenze mondiali", citando le conclusioni del nostro articolo. Quando succederà? Il Sole 24 ore indica diverse date, evidentemente la palla di vetro non ce l'ha nessuno, ma tutte entro un decennio. Rapporti ufficiali dell'università di Oxford, e recentemente in uno della Difesa USA, parlano di grave crisi di approvvigionamenti (i 10 milioni di barili di cui sopra) nel 2015. La stessa data, secondo l'articolo, gira in voci non ufficiali dell'AIE: un ricercatore francese sostiene che questa agenzia l'aveva prevista già nel 1998, ma il tutto venne messo a tacere per pressioni politiche.

Di fatto sono ormai 5 anni che la produzione mondiale è ferma a 84-85 milioni di barili il giorno, con un massimo di 86 milioni raggiunto nel 2008. Qualche settimana fa il re saudita ha detto che interromperà le ricerche di nuovi giacimenti nel suo paese, per lasciarne un po' ai suoi discendenti. Sono anni che sui giornali compaiono notizie di giacimenti favolosi appena scoperti, salvo poi vedere, facendosi i conti, che corrispondono a poche settimane di consumo mondiale (2).

Insomma, la festa sta per finire. Quello che preoccupa è che nessuno sembra rendersene conto. E se lo dice pure il giornale della Confindustria, forse è davvero il caso di preoccuparsi di brutto.

Note:

(1) Il prezzo di 83 euro il barile e' stato il massimo storico toccato nel luglio 2008. I prezzi poi sono calati ad inizio 2009 fino a circa 35 euro al barile, per poi risalire e stabilizzarsi attorno ai 55-60 euro al barile attuali. Le fluttuazioni del prezzo in dollari al barile sono state molto più ampie, ma anche qui i prezzi attuali, circa 80$/barile, sono altissimi se confrontati con i 20$/barile di qualche anno fa.


(2) Sempreché si riesca ad estrarlo. Abbiamo visto tutti cosa possa significare andare a perforare un fondale marino a 1500 metri di profondità, e quello è ancora petrolio facile rispetto a quello di molti "promettenti giacimenti" appena scoperti