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lunedì 20 settembre 2010

Ferrovie postpicco

Oggi ero per lavoro all'osservatorio di Monteporzio, vicino a Frascati. Cerco sempre di viaggiare in treno, nonostante frequenti disavventure. Finivo tardi, per cui mi ero preso il biglietto per l'ultimo treno della giornata, partenza da Frascati alle 7 e mezza, un quarto d'ora di coincidenza a Roma (dopo un tragitto di mezz'ora) e poi l'ultimo treno decente per Firenze alle 8 e un quarto. Dopo di quello solo un treno notturno, che oltre ad arrivare quasi alle due di notte mi lascia in una stazione periferica, con il mio motorino che mi aspetta a S. Maria Novella.

Arrivando a Termini già ho un brutto segnale: gli altoparlanti annunciano che il treno da Frascati della mattina oggi è stato soppresso per motivi tecnici. E naturalmente il mio treno da Frascati riesce ad accumulare 25 minuti di ritardo, un treno merci si è piantato lungo la linea. Speranzoso consulto il sito di Trenitalia e scopro che esiste un treno, che mi era sfuggito, alle 8 e mezza, forse correndo ce la faccio. Invece niente, quel treno non esiste.

la schermata del sito delle FFSS con il treno fantasma delle 20:30

Provo a vedere se riesco a cambiare il mio biglietto alle macchinette self service, ma non è possibile, troppo tardi, tempo scaduto. Vado quindi alla biglietteria, tanto ho tempo, il treno notturno parte tra due ore, da Tiburtina, e non ci sono treni locali per Tiburtina prima di un'ora (c'è la metropolitana, ma significa un altro euro da sborsare). La biglietteria di una delle stazioni più trafficate d'Italia ha 4 sportelli aperti. Provo a prendere il tempo, riescono a servire in media una persona ogni 5 minuti. Trent'anni fa, quando i bigliettai scrivevano i biglietti a mano, ci mettevano in media un minuto a persona. Certo, ora devi prenotare, scegliere tra una trentina di tipi diversi di biglietto, e guai a sbagliarsi.

Dopo 20 minuti una dei 4 bigliettai stacca, sono le 9 e 5, ha passato 10 minuti a risolvere il problema di una anziana signora e ci metterà altri 10 minuti a chiudere tutto. Immagino dovesse termiare il turno alle 9, ha fatto anche più del suo.

Finalmente, dopo 40 minuti, tocca a me. Mi raccontano che sono fortunato, oggi pomeriggio la fila riempiva tutto l'atrio. L'addetto è gentile, mi dice che il biglietto non è rimborsabile, non ci sono altri treni fino a domattina, ma posso spostare la prenotazione. Lo userò per la prossima riunione tra due settimane. Mi è andata bene, sono 44 euro che avrei rimesso di tasca mia, Brunetta due biglietti per la stessa riunione non me li passerebbe proprio.

Già che ci sono compro i biglietti per andare a trovare i miei, mio padre compie 85 anni tra pochi giorni. Cerco un biglietto che non sia un eurostar, ma desisto, dovrei cambiare tre treni con coincidenze di pochi minuti, o metterci 8 ore, incece di 4 (per 350 km). Trent'anni fa ce ne voleva 3 e mezzo, con l'intercity. Il biglietto mi costa 90 euro, quel che spende la mia collega per il volo A/R da Palermo a Ciampino.

Sul treno per Tiburtina provo ad andare in gabinetto, giro tre carrozze per trovarne uno in servizio. Alla stazione Tiburtina han sostituito quasi tutti i cartelloni con gli orari con pannelli elettronici: uno mi mostra i treni a partire dalle 6 di domattina, un altro quelli dell'ora appena trascorsa (in effetti con tutti i ritardi è un'idea utile). Trovo finalmente un cartellone cartaceo e il mio treno è al binario 17.

Il treno è strapieno, gente di tutti i colori, una babele di lingue. Nel mio scompartimento due persone hanno la stessa prenotazione. Il controllore controlla, e sconsolato dice che non ci può far nulla, non ci sono più posti disponibili.

Cedo il posto ad una signora anziana. La cosa incredibile è che nessuno litiga, tutti cercano di spartire i disagi, una ragazza col posto prenotato si mette sullo strapuntino, altri fanno a turno, dopo un po' un ragazzo mi dà il cambio cedendomi il suo posto. Il treno ora è fermo in aperta campagna e le due di notte cominciano a prospettarsi come un'ipotesi molto ottimistica.

Sul biglietto è scritto che ho risparmiato ben 62 kg di CO2, rispetto ad un volo in aereo. Lo so, un aereo Firenze Roma è un assurdo, e rispetto all'auto il risparmio, secondo loro, è di 25 kg: 10 litri di benzina. Ho il sospetto che anche questo sia esagerato, comunque non tiene conto del taxi che dovrò prendere a Firenze, dei costi indotti da tutti questi disservizi, del costo mastodontico di una macchina fatta per fornire un servizio pessimo a costi molto alti. Macchina che sta cascando letteralmente a pezzi. Forse anche questo è il segnale di qualcosa che ci stiamo lasciando alle spalle.

domenica 7 giugno 2009

Treni

Sono in Friuli, per una festa familiare. Come al solito, viaggio in treno, anche se i 40 euro del viaggio odierno (80 per l'A/R) mi fan rimpiangere i bei vecchi tempi dell'università, quando tornavo a casa con 4700 lire. Lo stipendio di un ricercatore è passato nel frattempo da 800 mila lire a 1700 euro.

Appena arrivato in stazione noto un certo fermento. Sembra ci siano grossi ritardi da e verso Bologna. Salgo sul treno di un'ora prima, ancora sui binari. Se mi chiedono di "regolarizzare" la prenotazione in treno mordo, non ne posso più di treni presi al volo, in ritardo, e devi pure pagare 8 euro perché secondo le macchinette automatiche quel treno è già partito e quindi non puoi prenotarlo.

Ovviamente nessuno sa niente. Come si vede dall'orario, i ritardi registrano solo la situazione attuale. L'ultimo treno della lista, quello che dovrei prendere io, non riesce ad entrare in stazione perché tutti i binari sono occupati.

Grazie al computer riesco a collegarmi con il sito di un quotidiano e scopro che il cavo di una linea aerea si è staccato, colpendo un treno in transito e ferendo leggermente il macchinista. Un altro treno è rimasto bloccato in galleria, senza corrente, e solo dopo due ore è stato tirato fuori di lì. A Santa Maria Novella si aspetta e si spera, le poche notizie arrivano tramite telefonini di passeggeri, connessioni internet, non certo dagli altoparlanti o dai poveri ferrovieri che ne sanno meno degli altri.

Dopo un'ora finalmente si parte. Il treno va comprensibilmente piano, ma finalmente si arriva a Bologna. Un'ora e mezza di ritardo, poteva andar peggio.

A Padova avvisano che ci sarà un ulteriore ritardo. Un treno si e' bloccato in uno scambio, a Venezia Mestre. Dove arrivo con 2 ore di ritardo. Prendo il locale per Pordenone (i treni diretti Roma-Udine sono stati abiliti, rendevano troppo poco), che rispetto a 20 anni fa ha tempi di percorrenza aumentati strategicamente (85 minuti invece di 62, per 76 km) , in modo da ridurre statisticamente i ritardi.

E mentre telefono che sto arrivando, il treno si ferma alla stazione prima. Il macchinista scende, non sa perché l'han fermato, e il solito tabellone dei ritardi annuncia 10 minuti (ma sono già 15). C'è un guasto dopo Pordenone, sembra sia caduto un albero sulla linea (poi scoprirò che c'è stata una tromba d'aria, capannoni divelti, pure un'auto trascinata via dal vento). Ma non potevano fermarci direttamente a Pordenone? Boh, comunque il punto è che non si sa quando si ripartirà. Forse 10 minuti, forse un'ora. Alla fine saranno 20 minuti.

Sarei dovuto partire alle 12.37. Sono arrivato alle 18.55. 6 ore e 22 minuti per fare 320 km. Trenitalia dovrebbe rimborsarmi metà del prezzo dell'eurostar, 17 euro. Evidentemente la manutenzione delle linee costa meno dei rimborsi ai passeggeri.

domenica 8 marzo 2009

Olanda

Sono appena di ritorno da un viaggio di lavoro in Olanda. Ne ho approfittato per un giro ad Amsterdam, con visita alla casa di Anna Frank (che non commento perché non riesco onestamente ad esserne all'altezza), e al museo di Van Gogh. Tra l'altro, occasione ghiotta per un astronomo, un'esposizione su Van Gogh ed i colori della notte, con tutti i dipinti di cieli stellati, in cui il maestro riesce a catturare l'emozione del trovarsi a tu per tu con l'infinito (la riproduzione qui sopra purtroppo no). Suggerisco come colonna sonora la splendida canzone di Don McLean.

Qui commento solo due flash (e mezzo). Il primo è il parcheggio di biciclette della stazione (questa foto). Un edificio su due piani, con letteralmente migliaia di biciclette. Ho visto cose simili solo in Giappone, altro paese con una grossa cultura ciclistica. In tutta la città una impressionante rete di piste ciclabili, e puoi affittare una bici anche per poche ore.

L'osservatorio dove dovevo andare a lavorare è a un paio di ore di treno, e occorre cambiare. Ho consultato il sito delle ferrovie, stampato il promemoria, e solo sul treno ho visto che la coincidenza era di ben quattro minuti. Roba da fantascienza. Nel viaggio di ritorno (stessi tempi) ho quindi pensato di immortalare la situazione. Sono appena sceso dal treno di destra, arrivato alle 16:07, e sto aspettando quello a sinistra, in partenza per le 16:11.

Naturalmente mi sono chiesto se anche in Olanda ci siano le scie chimiche. Ho lasciato in Italia un cielo tersissimo, ma pretenderlo in Olanda a Marzo era troppo, e la pioggerellina locale mi ha accompagnato per quasi tutta la permanenza. Ma dall'aereo ho fotografato queste scie persistenti, a quota molto più alta. Non so la quota del mio aereo, ma non era certo a 4000 metri. Sotto di me la coltre di nubi che le scie dovrebbero in teoria irrorare. Se qualcuno avesse dubbi che sono a quote differenti...

venerdì 26 settembre 2008

Mobilità varie assortite

Non avere l'auto comporta molte libertà:
  • una bella pernacchia ogni volta che passi davanti ad un distributore
  • la soddisfazione di superare una Ferrari Testarossa bloccata in un ingorgo
  • niente assicurazione (il motorino elettrico la paga ma sono 100 euro contro gli 800 che pagavo per l'auto, la bici sono meno di 20€ l'anno)
  • palestra gratuita: 100 metri di dislivello in bici sono una buona mezz'ora di esercizi agli attrezzi
  • facilità di parcheggio
Ma sembra proprio che questo non vada giù ai nostri amministratori, pubblici e privati. Sul parcheggio, infatti, come ho detto in un precedente post, il Comune di Firenze ha deciso di correre ai ripari, vietando l'allucchettamento ai pali e contemporaneamente dichiarando che le rastrelliere sono finite, non ne installeranno fino a nuovo ordine. I tentativi delle associazioni di ottenere una moratoria sono falliti, e nella nuova depositeria si accumulano centinaia di bici. La beffa maggiore è che mentre lunedì scorso i volontari di FirenzeInBici "premiavano" centinaia di eroici concittadini che affrontano quotidianamente il traffico in bicicletta, i vigili rimuovevano decine di biciclette, che non intralciavano nulla, da Piazza dei Ciompi.
Quindi domani (sabato 27 settembre) alle 10 e mezza sarò con la mia bici alla manifestazione di protesta, sempre in piazza dei Ciompi.

Non va meglio per chi (come me) ha un cane e viaggia in treno.

Se vai a trovare parenti e stai via qualche giorno, è difficile trovare un "dog sitter". Fino ad oggi, si poteva portare dietro il fedele amico: si paga un biglietto apposito, si deve evitare gli eurostar (dove dovrebbero stare in una gabbietta tra i bagagli, poco praticabile per un cane medio sui 10 kg), se un passeggero ha problemi di compatibilità canina devi spostarti, ma con un po' di buona educazione e buonsenso si viaggia. Dal primo ottobre no: i cani di taglia non piccola non sono ammessi. Multa di 100 euro per i trasgressori. Si arriva all'assurdo che tra me e la mia compagna, da ottobre, saremo costretti ad andare a trovare i rispettivi parenti a turno. E, visto che lei è livornese e per 2 anni ci siamo frequentati grazie a viaggi in treno, la nostra storia romantica sarebbe stata semplicemente impossibile. Quindi invito tutti quelli che hanno a cuore non solo i cani, ma anche la vita sentimentale dei loro padroni, a firmare la petizione perché Trenitalia si ravveda.