sabato 14 marzo 2009

Spifferi

Isolare bene la casa è un ottimo sistema per risparmiare energia, che è sempre cosa buona e giusta, e fonte di salvezza (dagli aumenti delle bollette). Qui il prof. Ugo Bardi ci racconta qualcosa di come ha isolato casa sua, ma solleva un piccolo problema accessorio, gli spifferi.

Una fonte non indifferente di perdite energetiche sono gli spifferi, ma se si tappa tutto, si finisce soffocati da esalazioni di tutti i tipi. Pure l'umidità non va trascurata, noi produciamo un bel po' di acqua, con la respirazione, e quella condensa sui muri creando muffe e altre cose poco salubri.

Ci sono tabelle e grafici, e indicativamente devo ricambiare completamente l'aria di casa ogni 3-6 ore, quando ci abito. Minimo quindi 2-3- volte al giorno. E se gli spifferi ricambiano l'aria anche di notte, una casa ben isolata richiederebbe di dormire con le finestre socchiuse o con una "gattaia". Tradotto in energia, per Firenze questo significa fino a 5,5 kWh/mq/anno, un decimo della mia spesa di riscaldamento.

Ho quindi deciso di affrontare il problema. Esistono dei sistemi di ventilazione che recuperano il calore dell'aria in uscita per riscaldare l'aria in ingresso, che sembrerebbe esattamente la cosa che serve. La prima cosa che ho incontrato è stato un impianto con controllo dell'umidità e della ventilazione per un intero grosso appartamento. La "centrale" ha le dimensioni di un armadio, il recupero energetico è altissimo, ma se non hai una villa di 300 mq e non la stai già ristrutturando mi sembra improponibile.

Ho quindi ripiegato su un oggetto decisamente più economico. Sono sempre costi dell'ordine dei 300 euro, si ripaga in 10 anni, all'incirca. Quindi tutto sta a stabilire se l'oggetto dura 10 anni. O se comunque fornisce un grado di comfort che aprendo le finestre o con degli spifferi non hai.

Ho comperato un modello che dichiara un'efficienza di recupero dell'80% e l'ho montato in un vecchio laboratorio del mio osservatorio, essenzialmente perché c'era già il buco nella finestra. Vedete qui il montaggio, molto artigianale, con una cassa di Chianti come supporto. L'isolamento termico invece è un professionale pannello a celle chiuse, da cappotto per pareti, che usiamo come filtro infrarosso nei ricevitori radio. I due fili sono sensori di temperatura, uno per misurare l'aria all'esterno e il secondo per l'aria immessa nell'ambiente, dopo essere stata riscaldata.

L'oggetto è silenziosissimo, nella portata più bassa (20 mc all'ora) non ci si accorge che sta lavorando. In quella più alta (50 mc) ronza come un normale aspiratore da bagno. E' acceso da un paio di mesi, e l'aria della stanza, prima sensibilmente viziata come succede spesso nei vecchi ambienti un po' polverosi, ora è quasi del tutto inodore. Non ho fatto analisi, ma già la sensazione a naso indica un buon ricambio, molto meglio di quando c'era solo un buco nel vetro. E rispetto al buco nel vetro non ci sono confronti, per quel che riguarda il comfort termico.

Con i due sensori ho provato a fare qualche misura. Nelle giornate quasi primaverili di questi giorni chiaramente non si vede un grosso effetto, ma quando fuori c'erano 4 gradi, l'aria che entrava arrivava a 17-18 gradi, con una temperatura interna di 20 gradi. Cioè un'efficienza di recupero dell' 80-85%, per niente male. Le cose van ovviamente peggio con la portata alta, per cui la temperatura dell'aria immessa scendeva a circa 16 gradi, e l'efficienza a un ancora rispettabile 70%. Il ventilatore che tiene in moto la faccenda consuma pochi watt. Considerato che ogni grado recuperato corrispondono, su quella portata, a 20 watt, in un anno consumo una quarantina di kWh per risparmiarne 240. Un EROEI di 6, accettabile.

18 commenti:

Unknown ha detto...

Gianni, posso mandarti una mail in privato per chiederti le caratteristiche di quel coso?
Ho un problema molto simile: un bell'appartamento nuovo nuovo al pian terreno, costruito con tutti i crismi (intercapedine imbottita di lana di roccia, vespaio isolato nelle fondamenta, doppi vetri, infissi sigillanti).
E umido.
Sto usando un deumidificatore per tamponare (letteralmente) il problema, ma consuma 200W: a farlo andare qualche ora al giorno, e' peggio che avere in casa un secondo frigorifero!

Unknown ha detto...

A pensarci bene: potrei sempre provare con un paio di bidoni di sali di bario...

Weissbach ha detto...

Dario,
il ricambio d'aria è essenziale anche se non ci sono (o se sono stati risolti) i problemi di umidità.
Bisogna evacuare gli inquinanti: polveri, odori, VOC, le emissioni dei mobili e degli altri materiali (soprattutto se il vano è nuovo) e, non ultima, la CO2.

Weissbach ha detto...

Gianni, ringraziando per il post e la risposta persevero con altre richieste:
1)
lunghezza e diametro del tubo? Io non ho muri spessi, ma potrei ovviare in altro modo.
2)
La condensa?
Facendo due conti è facile che l'aria espulsa, se fuori fa freddo, vada ampiamente sotto punto di rugiada.
Questo significa che ci sarà condensa da raccogliere in qualche modo. Ha avuto problemi?

Gianni Comoretto ha detto...

@dario: non dò informazioni commerciali sul blog (almeno finché la ditta non mi paga :-)), ma se scrivi in privato, ti dici tutto quel che so.

Umidità: ci sono i deumidificatori a sali-di-qualche-cosa (non credo bario). Sono bidoni pieni di sale, che dopo un po' diventano bidoni pieni di un liquido salato. Ovviamente, con buona pace di Arturo, l'acqua non sparisce. A meno che non siamo in quella pubblicità dove il deumidificatore asciuga il canale di Venezia.

La condensa nell'apparecchio si forma. Nel modello che ho io semplicemente lo si monta inclinato (uno-due gradi), in modo che goccioli fuori. I modelli più grossi hanno un apposito tubo di drenaggio.

Il tubo, per il mio modello, ha un diametro di 147mm; è lungo 315 mm (430 in una versione per muri lunghi). A cui aggiungere un 14 cm di parte esterna. La parte sporgente andrebbe protetta da una tettoia, e immagino, se si tratta del tubo, anche termicamente.

AcarSterminator ha detto...

Interessante.
Oltre al costo dell'aggeggio, c'è da considerare anche parti da sostituire ogni tot tempo, tipo filtri?

Grazie,
Michele.

AcarSterminator ha detto...

Altra cosa, il ricambio d'aria con questo metodo può essere utile per diminuire la presenza di polvere?

Ehm, il motivo di questo interesse sta nel nick... :P

Gianni Comoretto ha detto...

L'apparecchio ha un normale filtro di quelli da termoconvettore. Che va sostituito ogni tanto, ovviamente, ma non mi aspetto che costi granché. Certo, per la polvere é meglio delle finestre spalancate (che comunque nelle mezze stagioni mi sembra un ottimo metodo per arieggiare). Ma non parlo di cose che non conosco, sugli acari non so assolutamente nulla e sulla polvere solo qalcosa sugli accorgimenti per avere aria ultrapulita (camera bianca), un problema ben differente.

L'impianto "costoso" da villa ha tutta una serie di filtri, e tra l'altro anche un recupero della condensa per controllare l'umidità. Ma costa almeno 30 volte tanto, per dare un'idea ti forniscono anche un tecnico che ti fa la progettazione su misura.

markogts ha detto...

Interessante discorso. Secondo me, nelle case nuove, bisognerebbe pensare seriamente a sistemi di distribuzione e trattamento dell'aria. Con le micropolveri che ci sono, un bel filtro antipolline aiuterebbe la salute e ridurrebbe le necessità di spolverare. Poi il recupero termico. Sicuramente interessante, a patto di essere sicuri di aver sigillato bene la casa. Tempo fa avevo sentito parlare perfino di un recuperatore di calore tra acque reflue e acqua pulita, non oso immaginare il "fouling factor" di un simile scambiatore. Mi viene in mente la figliola del Mascetti:

Figlia: "C'è il tubo
caldo di riscaldamento!"

Conte: "E' lo scarico dei cessi
del palazzo."

BigRedCat ha detto...

Marko, ho già visto impianti di trattamento aria montati in loft di lusso con riscaldamento e raffrescamento a pavimento. In particolare, per quest'ultima applicazione diventano indispensabili per via della condensa. Loro non aprono mai la finestra, bagno escluso.
Io vi devo dire che con il mio impianto radiante, non avendo moti convettivi in casa, l'apertura delle finestre anche in pieno inverno, e più "indolore" anche in termini di temperatura. Il calore "percepito" viene subito ripristinato. Ovviamente un impianto come il tuo sarebbe l'ideale!
So che Whirlpool ha già fatto una cucina con recupero acqua calda. E' un pallino che ho anch'io quando faccio la doccia o scolo la pasta o sento scaricare lavatrice e lavapiatti... l'acqua del mio riscaldamento circola a 37 gradi, quella che sto buttando è molto, molto più calda...

Hanmar ha detto...

Piccola domanda.
L'impianto e' a pressione positiva o negativa?

Ovvero, spinge aria dentro casa o la aspira?

Saluti
Michele

Gianni Comoretto ha detto...

@hanmar
Entrambe. Altrimenti non puo' recuperare il calore dall'aria che espelle e mentterlo nell'aria che aspira.

Hanmar ha detto...

Forse non mi sono capito bene... :D

Conosco gli scambiatori di calore aria/aria e quello che hai tu e' un modello in controcorrente.

Quello che volevo sapere e' se l'aria viene attivamente immessa nell'ambiente oppure se il ventilatore agisce da estrattore.

Nel primo caso l'impianto e' a pressione positiva (ovvero la pressione ambiente e' maggiore della pressione esterna), col vantaggio di evitare l'ingresso di spifferi, polveri, odori da scarichi etc etc.

Nel secondo e' a pressione negativa (p ambiente < p esterna), col cosa che ovviamente tende ad incentivare l'ingresso di aria esterna e/o da tubazione, interstizi etc etc.

Un difetto dell'impianto montato da te e' che cambia l'aria solo, o meglio in massima parte, nell'ambiente dove e' montato.
Un impianto ideale dovrebbe avere le tubazioni separate, in genere un punto di immissione al centro e gli sfoghi in periferia, per gli impianti a P positiva.

Saluti
Michele

Gianni Comoretto ha detto...

Lo svantaggio che dici e' reale, e riguarda qualsiasi soluzione che non preveda tubature. Se pero' prevedi tubature, ecc, il prezzo sale di un buon ordine di grandezza (almeno). Ha senso in una casa nuova, o ristrutturata, non come intervento semplice e "retrofit". Significa anche che almeno un paio di quegli aggeggi li devi prevedere, in una casa che non è un monolocale.

Avevo fatto anche un progetto con il sistema centralizzato, montandolo in un punto centrale della casa e minimizzando i tubi. Ma non han neppure voluto farmi il preventivo, ero proprio fuori target.

I ventilatori sono due, nei due sensi. Non genera differenze di pressione apprezzabili (alla porta sull'altro lato della stanza)

Hanmar ha detto...

Ok, ricevuto, pensavo ne avesse uno solo.

Io durante la ristrutturazione ho fatto montare un impianto di condizionamento centralizzato, con funzione anche di deumidificatore e di filtro antipolvere.

Purtroppo non ho pensato ad uno scambiatore...
Scemo io.

Saluti
Michele

markogts ha detto...

Ciao, appena tornato da una conferenza dell'AICARR e hanno parlato anche di recuperatori di calore.

Due note veloci:

1)è buona pratica mantenere una leggera sovrapressione nell'edificio per garantire che non entri aria non trattata, rovinando il confort. Ma, se si pompa più aria di quanta se ne estragga, necessariamente l'aria in ingresso si riscalda di meno. Quindi attenzione ai rendimenti, se calano troppo serve un postriscaldamento ulteriore.

2) Il "COP" cresce con il crescere del salto termico, quindi ottimo quando fa molto freddo (o molto caldo) ma scarso con temperature est-int vicine. Guardacaso, è il contrario della curva di una tipica pompa di calore/condizionatore. A buon intenditor...

Paolo ha detto...

Salve Gianni, mi interessava l'argomento ma non so come contattarti in privato. Eventualmente potresti anche solo scrivere cosa cercare su google per trovare uno recuperatore di calore simile? I più piccoli che ho trovato fin'ora sono grandi come una valigia e costano sugli 800€. Quello che descrivi tu sarebbe perfetto nel mio caso.
Grazie!

Gianni Comoretto ha detto...

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Comunque la marca e' forclima