venerdì 18 febbraio 2011

Come funzionano i soldi - 2

Spesso in rete si trovano curiose affermazioni su come funzioni la Banca d'Italia, e sul fatto che in realtà questa lucri stampando banconote che non valgono nulla e spacciandole agli ignari cittadini. Qualche volta val la pena di guardare i siti che ne parlano (sottolineo guardare, con l'audio disinserito), soprattutto se la testimonial è una persona abituata a usare le proprie grazie per benefici personali. Ma meglio leggere direttamente i commenti di a little skeptic. E rileggere il mio post precedente.

In breve la tesi è: stampare una banconota costa pochissimo, sicuramente meno del numero scritto sopra. Quindi la banca che stampa ha costi irrisori, e nel cedere le banconote può comperare beni veri, ed arricchire. Come fa tipicamente un falsario, per intendersi.


Inoltre la Banca d'Italia è una SpA privata, di proprietà (se guardiamo chi sono gli azionisti) di altre banche private. Quindi a guadagnarci sarebbero alla fine queste banche, che comunque finiscono per controllare un aspetto molto delicato dell'economia, la politica monetaria.

Per una rapida confutazione di queste tesi si può ad esempio provare a leggere qui.

Ne avevo già parlato qui, limitandomi a tentare di spiegare il signoraggio secondario, ma ho citato un po' di altri interessanti link (imperdibile la voce della nonciclopedia) sul tema.

Sono comunque andato a leggermi lo statuto e un bilancio della Banca d'Italia per capire meglio.

Come funziona la Banca d'Italia?

Gli organi decisionali della Banca sono
- l'assemblea dei partecipanti
- il Consiglio Superiore
- il Governatore
- il Direttore e i Vicedirettori. Insieme al Governatore formano il Direttorio
- il Collegio Sindacale (che controlla formalmente gli altri)

L'assemblea dei partecipanti è formata dai partecipanti con almeno 100 quote (su 300.000). Le quote formano un capitale sociale di 156 mila euro. I partecipanti non possono acquistare e vendere quote, può farlo solo il Direttorio, che decide quindi chi entra e chi esce. Attualmente i partecipanti sono soprattutto banche private (questo è vero).

I compiti dell'assemblea sono quelli di approvare il bilancio, nominare il consiglio superiore e decidere la ripartizione degli utili. Non ha ruoli di indirizzo DIRETTI.

L'assemblea dei partecipanti nomina, come appena detto, il Consiglio Superiore.

Il Governatore viene nominato dal Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore.

Su proposta del Governatore il Consiglio Superiore nomina il Direttore Generale e i Vicedirettori Generali, nomine che devono essere approvate con decreto del Presidente della Repubblica promosso dal Presidente del Consiglio dei ministri di concerto col Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentito il Consiglio dei ministri.

Il Consiglio Superiore gestisce la normale amministrazione: assunzione del personale, redazione del bilancio, compera e vende immobili, tratta con i sindacati, e fissa le condizioni per le operazioni della banca.

Il Governatore e i Direttori decidono le cose importanti: fissa i tassi di interesse di riferimento, nomina il personale dirigente, e tratta con il Sistema Europeo di Banche Centrali.

Il bilancio della Banca d'Italia

Mi riferisco al bilancio 2006 che è il primo che ho trovato.

Il circolante (banconote in circolazione emesse da BdI) era pari a 119.7 miliardi. Sono state emesse banconote per 85,8 miliardi e ritirate banconote per 69,1 miliardi (una banconota quindi in media resta in circolazione per un paio d'anni, poi viene sostituita). Per confronto, il PIL italiano nel 2006 era intorno a 1280 miliardi di euro.

A copertura di questo, BdI ha riserve auree pari a 38 miliardi (in aumento, per via dell'aumento del prezzo dell'oro), riserve monetarie (monete di altri stati) per altri 24,6 miliardi, un patrimonio immobiliare di 3,6 miliardi, e 86,7 miliardi di titoli (certificati di deposito, BOT e cose simili).

Quindi, in pratica, le monete sono emesse a fronte della copertura in oro (che essendo cresciuta di valore nel tempo copre 5 miliardi in più del previsto) e in titoli. Il patrimonio immobiliare serve per funzionare, e le monete di altri stati per le manovre di rivalutazione/svalutazione dell'euro (assieme ai 5 miliardi di euro in oro).

I titoli detenuti corrispondono al 6% circa del debito pubblico italiano. E producono un reddito (interessi). Nel 2006 fan circa 3,24 miliardi che, tolti alcuni interessi passivi danno un attivo di 3,13 miliardi.

Ma gestire l'ambaradan costa, circa 1,77 miliardi, circa metà dell'utile. Una parte non trascurabile (634 milioni) sono stipendi, più circa 500 milioni di pensioni, TFR, ecc. per gli 8000 dipendenti. Se qualcuno vuole andare in dettaglio a sindacare su questo, 79 mila euro annui medi a dipendente non sono pochissimi, faccia pure. Per confronto il mio istituto ha spese stipendiali medie di 60 mila euro a dipendente.

Che se ne fa la banca dell'altra metà? 565 milioni se ne vanno in riserve statutarie. 668 milioni in tasse (tornano allo Stato). Resta un utile di 134 milioni, che viene ripartito dall'assemblea dei partecipanti. Un 20% può essere accantonata in riserve speciali. I dividendi (soldi che vanno ai partecipanti) non possono superare il 10% del capitale, cioè l'astronomica cifra di 15600 euro. Tutto il resto torna allo Stato, che quindi reincassa il 21% degli interessi pagati.

Riassumendo

È vero che il capitale sociale di Banca d'Italia è posseduto da soggetti privati (i partecipanti). Non è vero che Banca d'Italia è una SpA, le quote non sono azioni e i partecipanti non hanno i diritti che di solito hanno gli azionisti (controllo, possibilità di acquistare/vendere le azioni, incasso di dividendi).

I partecipanti della Banca d'Italia hanno un potere, nominano il Consiglio Superiore, che gestisce bene o male il grosso del potere di gestione amministrativa della Banca. Non hanno nessun ritorno economico (15600 euro sono una torta da spartire davvero ridicola), e il potere di controllo politico c'è, ma è molto limitato.

Il grosso del potere politico è nelle mani del direttorio, nominato direttamente o indirettamente dallo Stato e comunque su cui lo Stato deve dare un assenso.

I "frutti del signoraggio" sono essenzialmente gli interessi sui titoli detenuti come controvalore del circolante. Metà di questi interessi va in stipendi (mediamente alti) degli 8000 dipendenti, e in altre spese organizzative. Il resto viene accantonato, o torna allo Stato.

L'emissione di moneta non crea debito, i titoli detenuti da Banca d'Italia sono una piccola frazione del debito pubblico italiano. E gli interessi su quei titoli, almeno in parte, tornano allo Stato, che quindi paga interessi minori (del 20%) rispetto a una situazione in cui Banca d'Italia emettesse moneta senza acquisire titoli in cambio.

Aggiornamento

Recentemente il Presidente del Consiglio ha promesso all'on. Scilipoti, che sostiene le tesi farlocche sul signoraggio, di aprire un dipartimento al Ministero delle Finanze, per permettergli di portare avanti le sue idee. Scilipoti è anche autore di una delle 15 interrogazioni parlamentari sulle scie chimiche. E ci si chiede perché uno debba perdere tempo dietro a questi pazzi?

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Gianni, ma con l'entrata in vigore dell'Euro, mi sembra che la BdI abbia perso molte delle sue prerogative, prima fra tutte quella di emettere banconote e di stabilire il tasso ufficiale di sconto. Queste importanti decisioni, insieme ad altre che regolano la liquidità monetaria sono dal 2002 svolte dalla Banca Centrale Europea a Francoforte. Questo è anche il motivo per il quale molti paesi dell'Unione Europea non vogliono entrare a fare parte dell'Unione Monetaria, come Gran Bretagna, Svezia, Danimarca.

Leibniz Reloaded ha detto...

Mi spiace di non riuscire a ricordare, all'impronta, le coordinate editoriali esatte, ma rammento ancora perfettamente che una spiegazione ad usum delphini dei principi fondamentali alla base della emissione e circolazione della compianta lira (inclusa la definizione di signoraggio e l'intera storia della riserva aurea nazionale) era contenuta nel mio libro di testo di educazione civica delle scuole medie.

Quindi, come in altri casi di "complottismo", viene doppiamente da chiedersi dove - e anche se - questi acuti osservatori e analisti hanno assolto agli obblighi scolastici.

Riguardo al commento precedente, ribadisco che personalmente aborro non solo l'unione monetaria ma l'intera UE come categoria kantiana, con buona pace dei suoi padri nobili.

Hanmar ha detto...

Gianni, rispondere alle email no, eh? :P

Saluti
Michele

Gianni Comoretto ha detto...

Infatti, la BdI non può determinare autonomamente i tassi. Non sono riuscito a capire quanta voce in capitolo il direttorio, o il governatore, abbiano nella determinazione dei tassi europei.

@Leibniz: a me il fatto che esista una moneta unica fa molto piacere. Evita che variazioni speculative nei cambi mandino in rovina migliaia di famiglie, come è successo ad es. con i mutui in ECU. Rende anche più difficile giochetti come quelli degli "anni da bere" di Craxi, in cui la BdI era obbligata ad acquistare i titoli di stato non piazzati.

Non ho in generale molta simpatia per le banche e per le istituzioni finanziarie, ma come al solito cerco di distinguere tra le critiche motivate (condivisibili o meno) e le invenzioni.

@hanmar. Risposto oggi. Scusa ma è un periodaccio.

Maurice ha detto...

Ciao
la maggior parte delle persone non hanno neanche un abc di economia e fanno molta fatica a capire alcuni meccanismi della società in cui viviamo...è pazzesco, ma probabilmente anche questo ha un perchè.
I risultati sono l'insorgenza di comportamenti assurdi (pensa al fenomeno dell'offerta creditizia su beni non indispensabili come l'elettronica) che portano, alla lunga, gravi problemi sociali.
Anche in questo campo si dovrebbe informare, educare, insegnare...valori che ahimè sono ben poco di moda.

Bell'articolo...io personalmente trovo certi video di youtube sul signoraggio talmente assurdi da essere quasi umoristici...ma purtroppo c'è gente che ci crede.

Maurice ha detto...

PS: l'euro e l'europa è una benedizione per un paese corrotto come l'Italia...sperando che continuino a tenerci dentro!

Anonimo ha detto...

il fatto è che il tasso di sconto non dovrebbe poter essere deciso (più o meno a cazzo) da nessun ente centrale. la riserva frazionaria che di per sè non è un male, rende possibile un'espansione creditizia improponibile se il tasso di sconto è mantenuto basso artificialmente, e i risultati sono chiaramente inflazione e bolle speculative. come se non bastasse, puntualmente le banche che dovrebbero fallire vengono salvate con l'iniezione di fiat money.

il signoraggio è una bufala pazzesca, ma che la commistione stato-alta finanza (e dunque la politica economica keynesiana) sia un disastro è evidente.

korallox