venerdì 27 agosto 2010

Che male c'è


Non ho mai giocato al lotto, superenalotto, gratta e vinci o cose simili, ma non trovo niente di disdicevole se qualcuno si diverte a tentare la sorte. Un euro di giocata mi sembra un prezzo onesto per l'emozione di poter vincere una grossa cifra, se uno si diverte così, e anche la speranza è un bene che tutto sommato può essere venduta. A queste cifre è ancora una cosa onesta. Personalmente poi penso che lo spirito del gioco di azzardo sia ciò di più antisociale possa esistere: io cerco in tutti i modi di ridurre le disuguaglianze, e qui ci si tassa tutti per creare un nuovo stra-ricco. Ma ognuno ha la sua etica, e credo la mia sia un po' fuori moda.

Certo, il modo migliore per vincere al lotto è non giocare. Ogni euro speso in questi giochi ci ritorna, in media, meno della metà, e quindi io ho già "vinto" nella mia vita, rispetto a chi gioca tutte le settimane, circa un migliaio di euro. Ma come dicevo se uno vuol pagare per l'emozione di un'improbabile vincita, libero di farlo. Basta si renda conto che il metodo migliore è quello di puntare il meno possibile.

Infatti qualsiasi sistema, combinazione, trucco aumenta solo le probabilità di rimetterci i soldi che ci mettiamo dentro. Non siete convinti? Provo con un esempio. Se punto su un singolo numero vinco, mi sembra, 11 volte la posta. Per essere sicuro di vincere posso puntare poniamo un euro su 90 cartelle, una per numero, e so che vincerò 5 volte, un metodo matematicamente infallibile. Ma ho giocato 90 euro, e ne ho vinti 55. Questo vale in generale, più il metodo mi aumenta le probabilità di vincere, più mi garantisce che in totale ci rimetto. Siccome l'emozione o la speranza non cambiano granché se gioco una singola puntata o un sistema complicatissimo, molto meglio spendere poco per ottenere lo stesso risultato, non credete?

E qui cominciamo a confrontarci con la realtà. Una rapida googolata riporta tantissimi siti che vendono sistemi per vincere al lotto, e del resto la stessa TV di stato assoldava un "professore" che consigliava che numeri giocare. Tutti questi metodi non funzionano, sono truffe belle e buone. Tutti, sia i metodi più diffusi, come giocare sui ritardatari o aumentare la posta ad ogni giocata persa, che quelli più sofisticati basati su complicati calcoli al computer. Ma evidentemente, se c'è chi paga spazi televisivi, siti web e pubblica riviste sul "lotto facile", esiste un fiorente mercato di gente convinta di poter guadagnare con i giochi.

Difficile avere statistiche su quanto si gioca, cercando in rete saltan fuori solo statistiche di ritardatari. E ripeto che giocare un ritardatario o il numero uscito tre volte di fila dà esattamente le stesse probabilità di vincere. Anzi, se qualcuno imbroglia è più facile che un ritardatario NON esca. La cartella compilata con il metodo più costoso disponibile in rete funziona altrettanto bene di "21 22 23 24 25". Anche se non ci credete è così, è legato a come funziona la matematica.

Si trova qualcosa sull'ammontare complessivo delle giocate. I vari enalotto, superenalotto, gratta e vinci fruttano all'erario circa 4 miliardi l'anno, e la cifra giocata è circa il doppio. Il superenalotto da solo costa agli italiani circa 2,6 miliardi l'anno. E non ho idea di quanto sia il mercato dei giochi non statali, le slot machines, le corse... Sono 150 euro a italiano, inclusi lattanti e centenari, 500 a famiglia, circa la metà di quanto spendiamo in totale per cultura ed intrattenimento.
Ripartizione delle spese familiari in Italia, secondo l'ISTAT. Ogni famiglia spende in media 2500 euro al mese, anche se metà delle famiglie spende 2000 euro o meno.

Sono anche una cifra spesa in modo molto disomogeneo, immagino. Molti non giocano, o giocano saggiamente qualche euro ogni tanto, ma altri arrivano a spendere cifre consistenti. Fino ai casi disperati, a chi insegue un numero ritardatario fino a rimetterci la casa. Ma anche i tantissimi clienti dei truffatori televisivi o chi si affida ai metodi più o meno casalinghi arriva inevitabilmente a spendere cifre importanti. Anche perché questa è una tassa sull'ignoranza, una delle più odiose, e la cultura è un bene costoso, chi ha pochi soldi spesso non ha proprio gli strumenti per difendersi. E immagino che se si va a vedere il profilo tipico della famiglia che gioca 100, 200, o più euro ogni mese si trova chi non riesce a sbarcare il lunario, che al sogno del lotto sacrifica spese più importanti, che rinuncia a cibi sani, a un po' di prevenzione medica, a un po' di cultura per sé stessi o per i propri figli. Per un sogno che in realtà è un'illusione pompata pure da telegiornali e trasmissioni statali.

domenica 22 agosto 2010

La prossima era glaciale

Una volta tanto parlo di un pericolo di cui non dobbiamo preoccuparci. E di un pittoresco ma combattivo blog - Post aggiornato il 28 agosto

Qualche tempo fa sulla rivista "Coelum" ho trovato citato il blog daltonsminima. Ci ho curiosato, e all'inizio ho trovato degli interessanti articoli che spiegavano in modo chiaro e ragionevolmente corretto diverse cose su come funzioni il Sole: il ciclo solare, la corona, le macchie e le regioni attive, il vento solare, gli effetti sulle comunicazioni e sui satelliti artificiali... Nonostante sia evidentemente fatto da appassionati, non da professionisti dell'astronomia, sembrava proprio un bel sito. (a scanso di equivoci, continuo a ritenerlo un bel sito, per questi argomenti. E mi fa molto piacere che qualcuno vi si appassioni)

Mi era sfuggito che questo fosse un blog "a tema": l'imminente era glaciale che ci sta aspettando, e in cui finiremo nel giro di pochi anni(1). Finché non sono finito su di un articolo che riportava la nota bufala, di cui ho parlato qui, secondo cui negli anni '70 gli scienziati sostenessero la tesi del raffreddamento globale. Ho provato a farglielo notare ma la cosa è risultata un po' difficile, l'idea che nel 1972 gli scienziati sostenessero la loro tesi era troppo ghiotta per abbandonarla.

Non ho avuto molte altre occasioni di leggere il loro blog finché non ho cominciato ad occuparmi della teoria di un certo Miskolczi, un ex scienziato della NASA che sostiene che ad un aumento del CO2 debba automaticamente corrispondere un calo degli altri gas serra (soprattutto il vapor d'acqua) in modo da mantenere rigorosamente costante l'effetto serra totale. Miskolczi ha pubblicato la sua teoria in un giornale di meteorologia bulgaro, perché gli altri giornali a cui la ha presentata gli han bocciato l'articolo(2).

Ovviamente questo articolo è stato ripreso da tutti i vari siti che negano il riscaldamento globale, ma Daltonsminima è riuscito pure a fraintenderlo completamente. Secondo loro, Miskolsczi sosterrebbe che non esiste proprio l'effetto serra, che non può esserci un flusso di calore che ritorna dall'atmosfera verso il suolo, perché l'atmosfera è più fredda del suolo e non può esserci un flusso di calore da un corpo freddo a uno caldo(3). Ma la prima figura dell'articolo mostra proprio questo flusso di calore, l'articolo è sbagliato ma non in modo così plateale. Nei commenti al post ho poi trovato qualche riferimento agli allineamenti planetari, e ho pure scoperto che tra i blog "amici" segnalati ce n'è uno dedicato alle catastrofi del 2012.

L'attività solare negli ultimi 400 anni, valutata contando le macchie solari. Oggi siamo all'inizio del ciclo 24, dopo un prolungato (ma non eccezionale) periodo di minimo.

Comunque ho perso ogni speranza quando oggi ho letto il loro ultimo intervento. Lo sapevate che gli astronomi di tutto il mondo stanno nascondendoci il fatto che sul Sole non ci sono più macchie solari? Che gli osservatori astronomici se le inventano letteralmente, raccontandoci che il ciclo solare ha ripreso il via dopo un periodo di minimo eccezionalmente lungo? Il tutto, naturalmente, finisce per nascondere il fatto che si sta avvicinando l'era glaciale, se il Sole smette la sua attività il clima è destinato a raffreddarsi (un pochino). Perché mai gli astronomi dovrebbero mentire? È chiaro, sono in combutta con le compagnie che assicurano i satelliti artificiali dai danni per le tempeste solari. Se si scopre che il Sole non ha più macchie le assicurazioni dovranno diminuire i premi assicurativi e guadagneranno meno. E allora niente di meglio di una bella petizione, una raccolta di firme per smascherare il complotto e costringere gli astronomi a dirci la verità. Quel che preoccupa è che sembra ci siano di mezzo pure dei senatori, a quando un'interrogazione parlamentare per decidere la fisica solare?

Dettaglio dell'ultimo ciclo solare, con l'inizio e la previsione per il ciclo 24. Naturalmente i punti che indicano la risalita dell'attività nel 2010 sarebbero frutto di un complotto degli astronomi, pagati dalle ditte di assicurazione dei satelliti artificiali.

E per concludere, un riassunto dei motivi per cui una imminente era glaciale è fuori discussione

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Il periodo più freddo in epoca storica dovuto ad una ridotta attività solare è la "piccola era glaciale", intorno al 1600-1700, in cui non si registrarono macchie solari per oltre mezzo secolo (vedi il primo grafico). Il raffreddamento globale fu di circa mezzo grado, metà del riscaldamento attuale. Se oggi capitasse un minimo simile, semplicemente il riscaldamento globale verrebbe rallentato, o temporaneamente interrotto
- la prossima era glaciale, secondo le teorie attuali basate sui cicli orbitali terrestri, dovrebbe arrivare non prima di molti millenni, probabilmente 10-12 mila anni, forse anche 20 mila.
- il riscaldamento attuale continua senza particolari interruzioni ad un ritmo di 0,2 gradi a decennio.

Aggiornamento:

Tra i commentatori abituali del blog c'è chi si distingue per uno stile da gentleman anglosassone. Come qui, in cui disquisiscono sui modi più opportuni per mettere a morte un validissimo chimico, che altrove sostengono essersi venduto al grande complotto dell'AGW.

(30/8)
Il tutto è rientrato quando gli amministratori del blog, evidentemente molto più seri di alcuni dei frequentatori, se no sono accorti e si sono scusati con il chimico in questione.


Altra puntualizzazione. Nonostante il tono canzonatorio di questo post, ritengo utile e fruttuoso un dialogo con queste persone. Le cose che ho scritto qui sono esempi di cattiva scienza, di errori fattuali che ritengo loro stiano commettendo. Ma mi sembrano persone ragionevoli (magari con eccezioni) e seriamente interessate a discutere. E qualcosa dal loro blog l'ho imparata anch'io.


Note

(1) Un "dead giveaway", come dicono gli anglosassoni, era il titolo, "New Ice Age". Il minimo di Dalton che dà il titolo al sito è un periodo di ridotta attività solare, a cui corrispose un breve raffreddamento della Terra.
(2) Non è difficile da capire il perché, l'articolo è zeppo di errori, ma per i nostri eroi si tratta del solito complotto multimiliardario dei sostenitori del riscaldamento globale. Personalmente nelle prime 4 pagine ho già trovato un punto chiave grossolanamente errato: M. sostiene che la legge di Kirkhoff richiede che il flusso di calore che viene ricevuto dall'atmosfera come infrarossi debba essere uguale a quello emesso, sempre come infrarossi. Ma la legge non dice questo, i due flussi infrarossi sono di fatto molto simili, nell'atmosfera, perché questa è trasparente nel visibile, non ci sono motivi fisici per imporre siano uguali. Anzi, non possono essere uguali se non in una situazione rigorosamente statica. Non ho avuto la pazienza di andar oltre, del resto lo han già fatto altri, e han confermato il mio sospetto che se imponi una condizione che richiede che non cambi niente poi trovi che non cambia niente.
(3) Ovviamente non può esserci un flusso di calore netto da un corpo freddo ad un corpo caldo, sarà sempre il corpo caldo che alla fine scalda quello freddo. Il che significa che il flusso di calore diretto verso l'atmosfera è maggiore di quello che torna indietro. Ma sono due flussi di calore distinti, ed esistono entrambi. Del resto se mi metto un cappotto questo mi ritorna indietro parte del calore che disperdo nell'ambiente, e mi tiene caldo, anche se è più freddo della mia pelle.

lunedì 26 luglio 2010

I catastrofisti del Sole 24 ore

(Post dalla spiaggia, poche immagini o link, non ho abbastanza connessione Internet, magari le aggiungo dopo)


Il grafico qui sopra è lo stesso riportato nell'articolo.

Oggi il noto quotidiano ambientalista "Il Sole 24 ore" è uscito con un articolo (in pag. 12) che mi ha fatto saltare sulla sedia.

Chi segue queste pagine sa che sono un sostenitore della cosiddetta teoria del picco del Petrolio. In breve, sappiamo tutti che il petrolio nel sottosuolo è una risorsa limitata, che prima o poi finirà. Ma di solito pensiamo che questo succederà tra molti decenni, che non ci riguardi. Molti esperti del settore invece si sono fatti i loro conti, e han visto che il momento in cui non si riuscirà ad estrarre abbastanza petrolio da coprire la richiesta è molto vicino. Anni, non decenni.

Non lo farà di botto, la produzione rallenterà e poi inizierà a calare. Ma quando questo succederà le cose si faranno dure, crisi economica, prezzi del petrolio che schizzano in alto (che so a 85 euro il barile), causando recessione, per poi calare un pochino, ma solo temporaneamente (che so, a 60 euro al barile)(1). Magari per qualche anno ci si illuderà ancora che il calo della domanda e dei consumi petroliferi sia dovuto ad una crisi economica passeggera.

Ma quando il calo della produzione farà in modo che manchino all'appello una decina di milioni di barili al giorno (oggi la produzione è di 84 milioni di barili il giorno), sarà "una mezza catastrofe mondiale e una grave minaccia alla sicurezza strategica di molte potenze mondiali", citando le conclusioni del nostro articolo. Quando succederà? Il Sole 24 ore indica diverse date, evidentemente la palla di vetro non ce l'ha nessuno, ma tutte entro un decennio. Rapporti ufficiali dell'università di Oxford, e recentemente in uno della Difesa USA, parlano di grave crisi di approvvigionamenti (i 10 milioni di barili di cui sopra) nel 2015. La stessa data, secondo l'articolo, gira in voci non ufficiali dell'AIE: un ricercatore francese sostiene che questa agenzia l'aveva prevista già nel 1998, ma il tutto venne messo a tacere per pressioni politiche.

Di fatto sono ormai 5 anni che la produzione mondiale è ferma a 84-85 milioni di barili il giorno, con un massimo di 86 milioni raggiunto nel 2008. Qualche settimana fa il re saudita ha detto che interromperà le ricerche di nuovi giacimenti nel suo paese, per lasciarne un po' ai suoi discendenti. Sono anni che sui giornali compaiono notizie di giacimenti favolosi appena scoperti, salvo poi vedere, facendosi i conti, che corrispondono a poche settimane di consumo mondiale (2).

Insomma, la festa sta per finire. Quello che preoccupa è che nessuno sembra rendersene conto. E se lo dice pure il giornale della Confindustria, forse è davvero il caso di preoccuparsi di brutto.

Note:

(1) Il prezzo di 83 euro il barile e' stato il massimo storico toccato nel luglio 2008. I prezzi poi sono calati ad inizio 2009 fino a circa 35 euro al barile, per poi risalire e stabilizzarsi attorno ai 55-60 euro al barile attuali. Le fluttuazioni del prezzo in dollari al barile sono state molto più ampie, ma anche qui i prezzi attuali, circa 80$/barile, sono altissimi se confrontati con i 20$/barile di qualche anno fa.


(2) Sempreché si riesca ad estrarlo. Abbiamo visto tutti cosa possa significare andare a perforare un fondale marino a 1500 metri di profondità, e quello è ancora petrolio facile rispetto a quello di molti "promettenti giacimenti" appena scoperti

martedì 22 giugno 2010

Lettera aperta dell'INGV al Presidente della Repubblica

Non so se questo post aumenti la visibilita' dell'iniziativa dell'amico Fioba, dal cui blog a' copiato integralmente, ma ci provo. Perche' mi sembra proprio che si tratti di un episodio non isolato di un attacco alla scienza. Gli scienziati sono dei fannulloni (l'INGV era finito tra gli "enti inutili" da abolire nell'ultima finanziaria), incompetenti e/o criminali, che non avvisano la gente quando sanno che sta per avvenire un terremoto. E ovviamente c'e' pure l'eroe solitario, che con pochi mezzi aveva previsto tutto. La realta' purtroppo e' un'altra: uno dei migliori centri di ricerca del mondo costretto per mancanza di fondi a ritirarsi da progetti che ha messo in piedi, ottimi ricercatori umiliati, ingiuriati e ora pure incriminati penalmente con accusa fantasiose. Buona lettura.

Rilancio un'iniziativa di alcuni ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) che, a seguito degli avvisi di garanzia per omicidio colposo inviati dalla Procura della Repubblica dell'Aquila ai componenti della Commissione Grandi Rischi e a dirigenti del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, hanno scritto una lettera (che consiglio di sottoscrivere) al Presidente della Repubblica.
In questa assurda storia il Procuratore della Repubblica Alfredo Rossini ha inoltre affermato:
"I responsabili sono persone molto qualificate che avrebbero dovuto dare risposte diverse ai cittadini. Non si tratta di un mancato allarme, l'allarme era già venuto dalle scosse di terremoto. Si tratta del mancato avviso che bisognava andarsene dalle case".

Vorrei ricordare al Procuratore della Repubblica Alfredo Rossini che, allo stato attuale delle conoscenze, non esiste un precursore sismico attendibile per mettere in atto l'evacuazione di una città, per cui non si può avere la certezza che un evento sismico accada e non si può neppure sapere dove e quando accadrà. Chi poteva prendersi la responsabilità di una decisione del genere, ovvero di evacuare mezza regione Abruzzo interessata dallo sciame sismico?..... Per quanto tempo?.....E sulla base di cosa? Su previsioni di questo genere (vedi quarta risposta, l'articolo era stato anche riportato sul quotidiano "Il Capoluogo d'Abruzzo", ma attualmente non è disponibile in quanto l'archivio del giornale è in ristrutturazione). Si immagina se veniva evacuata Sulmona e gli abitanti venivano trasferiti a L'Aquila......?????

Vede Sig. Procuratore, le condizioni necessarie e sufficienti per determinare scientificamente un precursore sismico sono:
  • l'osservabilità dell'evento
  • la determinazione quantitativa dell'evento
  • la determinazione delle correlazioni causali con il terremoto
  • la costruzione di un modello fisico-matematico che spieghi l'evento, che ne permetta la discriminazione, la localizzazione spazio-temporale e che permetta a chi segue la stessa procedura il raggiungimento degli stessi risultati.
I fenomeni indotti da rocce sotto stress tettonico come emissioni di gas radon, perturbazioni del campo elettromagnetico, sciami sismici ecc sono solo indizi che non permettono una predizione esatta del fenomeno.
Senza un precursore sismico non è possibile quindi discriminare ne il luogo preciso ne l'ora in cui avverrà un terremoto.
L'unica cosa da fare è sfruttare al massimo le conoscenze che abbiamo a disposizione. Siamo infatti a conoscenza:
  1. di quali sono i paesi e le citta a rischio sismico,
  2. della massima intensità sismica attesa su una certa area,
Basterebbe quindi fare prevenzione per limitare i danni di un sisma mediante la messa in sicurezza degli edifici o la costruzione secondo severi criteri antisismici. In Giappone e in California, un terremoto di intensità pari a quello Aquilano, non avrebbe fatto vittime e avrebbe creato danni decisamente minori.

A L'Aquila, in un'area ad elevato rischio sismico, "il palazzo del Governo" ovvero la Prefettura e l'ospedale, due edifici che in gergo vengono definiti "strategici" ovvero che in caso di calamità devono funzionare per coordinamento e soccorso, sono stati resi inagibili dal sisma.



In una città con un tale Rischio Sismico è inammissibile che
  • edifici relativamente nuovi siano crollati,
  • la prefettura sia crollata,
  • l'ospedale (inaugurato nel 2000) sia stato reso inagibile.
  • non esistesse un Ufficio di Protezione Civile,
  • non esistesse un piano di emergenza provinciale (obbligatorio per legge dal 1989, personalmente ho partecipato alla redazione di quello per la Provincia di Udine),
Mi chiedo poi, perchè gli edifici strategici non sono stati messi in sicurezza con azioni di consolidamento?
E la magistratura che fa.......?? C'è un evidente problema di mancata prevenzione ed invece di indagare sugli amministratori, che non hanno ottemperato alle leggi vigenti, si indaga sulla mancata previsione!!

Previsione.........dare l'allarme.... che belle parole..... Per trovare un precursore sismico, ci vuole la ricerca...... ma senza finanziamenti alla ricerca, senza ricercatori (o con ricercatori con contratto co.co.pro a tempo determinato, pagati due lire, senza certezze per il futuro che magari devono andare sui tetti per farsi sentire) che ricerca si può fare........ Dovrebbero essere indagati anche tutti i governi che tagliano indiscriminatamente risorse alla ricerca..... o no?

martedì 15 giugno 2010

A noi Hubble ci fa un baffo

Torno a parlare del mio lavoro, anche se con quel che racconto qui io c'entro relativamente poco.

Una settimana fa è entrato ufficialmente in funzione il primo grosso sistema di ottica adattiva sviluppato nel mio osservatorio. Cos'è, in parole povere?

I telescopi da terra guardano le stelle attraverso l'atmosfera. Che è sì trasparente, ma tremula da matti, difatti le stelle, come san tutti, scintillano. In termini pratici, questo limita la massima risoluzione che si può ottenere (in parole povere l'ingrandimento) a mezzo secondo d'arco, cioè 2,5 mm a 1 km di distanza. Questo piazzando i telescopi nei siti dove l'aria è meno turbolenta, in alta montagna, in totale 4 o 5 posti al mondo(1). Anche con i migliori telescopi, quindi, non possiamo distinguere dettagli più fini.

Si può far di meglio andando nello spazio, e difatti Hubble arriva a distinguere dettagli di circa 1/10-1/20 di secondo d'arco, regalandoci quelle immagini dettagliatissime che conosciamo.

Ma da una quindicina d'anni si tenta una strada diversa. Se misuro la turbolenza atmosferica, e deformo uno specchio in modo opportuno, posso correggere le distorsioni mentre avvengono, e riottenere immagini nitide come se l'atmosfera non esistesse. Facile a dirsi, difficile a farsi, occorre costruire uno specchio di 90 cm di diametro, spesso poco più di un millimetro, montarlo (2) su centinaia di piccoli altoparlanti che 2000 volte a secondo lo piegano per seguire anche le più minuscole e veloci fluttuazioni dell'aria davanti al telescopio . E naturalmente misurare queste variazioni, in modo da calcolare, in meno di un millesimo di secondo, la corretta posizione di ciascun altoparlantino.


Lo specchio flessibile viene calato sopra i 672 attuatori che lo deformeranno per correggere la turbolenza atmosferica


Dietro il tutto c'è il lavoro di decine di persone, di tecnici che hanno avuto idee geniali, e abilità anche manuali praticamente uniche. Il cuore del sensore, al esempio, è una piramide di vetro in cui le facce convergono nel vertice con una precisione assoluta. La Zeiss ha tentato alcune volte di produrre questo oggetto, e alla fine ci ha rinunciato, e l'unica persona al mondo che oggi sa costruirle è un tecnico in pensione. Fortunatamente con ancora voglia di lavorare.

I risultati sono visibili in un comunicato stampa dell'INAF, assieme ad un po' di immagini. Una particolarmente bella riprede il centro di un ammasso globulare, una micro-galassia satellite della Via Lattea.
Il centro dell'ammasso globulare M92 nel vicino infrarosso. A sinistra ripreso da Hubble, a destra dal telescopio LBT con il sistema di ottica adattiva.

Hubble ha una risoluzione nel vicino infrarosso di circa 0,12 secondi d'arco, mentre il dettaglio ottenuto dal nuovo sistema è di 0,04 secondi d'arco, vale a dire circa 2 decimi di millimetro a un chilometro di distanza. E la differenza si vede(3). E questo ad un costo che è una frazione minuscola di quanto costi un telescopio spaziale.

A proposito di costi, quanto tutto questo costa allo Stato italiano? Sembra strano, ma ci guadagnerà pure un bel po'. Infatti sono già prenotati altri 5 sistemi simili per altri telescopi, che verranno finanziati dai rispettivi stati o enti. Si tratta di commesse industriali per circa 10 volte il costo sostenuto dal ministero della ricerca scientifica per finanziare il progetto. Solo con l'IVA quindi si incasserà il doppio della spesa. Commesse industriali significano stipendi, lavoro, in un momento di recessione è una manna dal cielo, e probabilmente altre tasse che finiranno nelle casse dello Stato. Sempreché il tecnico non si stufi di costruire piramidi precise ad una frazione di micron, visto che una persona che impari da lui non la si può assumere.

Note:
1) Di solito va peggio, a Firenze difficilmente si scende sotto i CINQUE secondi d'arco.
2) Naturalmente senza romperlo, e non è banale. Abbiamo una lunga scorta di anni di guai, ad Arcetri
3) Ocorre dire che Hubble funziona meglio con la luce visibile, dove l'ottica adattiva è ancora da perfezionare, per cui non andrà ancora in pensione.

giovedì 10 giugno 2010

Arcobaleni

(Ho corretto qualcosa grazie ai commenti. Le correzioni sono in verde)
Sullo stesso tema, vedi il blog di Paolo Attivissimo

Poche cose sono più belle di un arcobaleno, o anche della rifrazione colorata in una goccia di rugiada. E da quando ho avuto in mano una canna per innaffiare ho scoperto che si possono creare bellissimi arcobaleni spruzzando l'acqua in direzione opposta al Sole. Come quello qui sotto, prodotto da un grosso irrigatore. Un ottimo sito in cui si spiegano in dettaglio tutti i tipi di aloni, arcobaleni, ecc., che sono davvero tanti, è Atmospheric Optics (grazie, Markogts).


Ma non tutti sono d'accordo. Una tizia americana ha scoperto di recente che il suo irrigatore da giardino creava arcobaleni, ed ha messo il tutto su youtube, con commenti tipo "cosa diavolo mettono nell'acqua dell'acquedotto, da creare arcobaleni all'altezza del suolo, 20 anni fa non succedeva, non è naturale".

Anche qui in Italia evidentemente c'è qualcuno con le idee confuse. In un articolo sul suo blog Pepe Ramone, un redattore di Controradio parla dell'avvistamento di UFO su Firenze nel 1954, contestando l'idea che si trattasse di chaff (lanugine radar-riflettente usata in esercitazioni militari). Non voglio parlare di quello, c'è chi ne sa molto più di me, ma delle foto che corredano l'articolo, e che ritraggono alcuni arcobaleni avvistati dalla sede della radio (Scandicci non c'entra). Come quello qui sotto (Ramone mi fa notare che sono due, uno esterno più debole che non avevo notato).


Secondo Ramone si tratta di "riflessi anomali". Che sia anche questo chaff? In fondo in alcune foto si vedono delle brevi scie di condensa (non persistenti, che si formano sempre se fa abbastanza freddo in quota), per i sostenitori della teoria delle scie chimiche segno evidente di irrorazioni clandestine. Boh, innanzitutto nel 1954 nessuno ha visto arcobaleni ma oggetti biancastri grossomodo sferici, e poi il chaff non crea arcobaleni.

Il meglio arriva in un commento di Rosario Marcianò. in arte Straker, che sostiene che l'acqua non può creare iridescenze. Solo particelle di alluminio possono farlo, per interferenza. Insomma, la tesi della signora dell'irrigatore.

Sfido chiunque a creare un arcobaleno spruzzando polvere di alluminio. L'alluminio è opaco, e quindi la luce non la può diffrangere come un prisma. È possibile creare un arcobaleno con particelle opache sfruttando il fenomeno dell'interferenza, ma devi mettere le particelle a distanza regolare, con una spaziatura di circa un millesimo di millimetro. Quel che succede con la metallizzazione di un CD, per intendersi. Se le particelle le spargi in aria, e di sicuro non una ogni micron su decine di metri di distanza, l'interferenza va a farsi benedire.

Una goccia d'acqua od un cristallo di ghiaccio sono invece trasparenti, e possono fare da prisma, basta alzare gli occhi al cielo dopo un temporale per verificarlo. Quindi se quelle iridescenze dimostrano qualcosa è proprio che lì c'è acqua e non alluminio, bario, chaff o chissà cosa. Ed è pure possibile fare misure quantitative, come dice in un commento Markogts, fare spettroscopia per poveri. Ma occorre studiare bene, prima.

Aggiunta. Mi piacerebbe avere il parere di un meteorologo, ma ho la netta impressione che l'arcobaleno dell'ultima foto non si formi all'altezza delle velature, ma più in basso, dove in quel momento era presente pioggia. La pioggia, se non è tanta, non si vede, ma può formare un arcobaleno se è a 42 gradi dal punto opposto al Sole. Le gocce d'acqua o i cristalli di ghiaccio delle nubi, o gli ipotetici aerosol delle scie chimiche, sono troppo piccoli per farlo.

Mi fan notare che l'arcobaleno è rovesciato e il centro è alto in cielo. Non si tratta quindi di acqua, ma di grossi cristalli di ghiaccio, che producono un alone colorato di rosso al centro, a 22 gradi dal Sole. Quello più debole, basso e parallelo all'orizzonte direi che è un arco come questo, a 44 gradi,
che si vede solo d'estate.

martedì 8 giugno 2010

I wanna live forever

Ieri, al bar, ho sfogliato La Nazione, il giornale locale di Firenze. In prima pagina un titolo a dir poco strepitoso: Berlusconi promette che vivremo fino a 120 anni. Francamente mi era sfuggita, ero rimasto al cancro sconfitto entro 5 anni, ma la dichiarazione e' ormai vecchia, il premier aveva gia' annunciato la cosa nel 2008. Con le polemiche sull'eta' pensionabile l'ha ritirata fuori, che volete che sia andare in pensione a 65 anni (o a 70, per le nuove leve) se si vivra' fino a 120. Poco importa che don Virzi', l'autore materiale del miracolo annunciato, avesse smentito categoricamente.

La Nazione ha dedicato alla faccenda un'intera pagina, con grafici, tabelle di come l'aspettativa di vita alla nascita sia aumentata nell'ultimo secolo (soprattutto perche' 100 anni fa moriva un bambino su 2, e questo dimezza la media), ed un'altra pagina sull'imminente sconfitta del cancro, grazie agli studi della ditta farmaceutica di cui il premier e' azionista. Sarebbe da ridere se non fosse che contemporaneamente la ricerca, quella vera, e l'assistenza, pure vera, ai malati di cancro vengono drasticamente tagliate.

Sono anche dichiarazioni come queste che uccidono la scienza. Passa il concetto che gli scienziati sono come gli idraulici: se paghi e hai un buon idraulico il problema te lo risolve, se il problema non viene risolto quindi o l'idraulico non e' bravo, o forse non hai pagato abastanza. Si cambia idraulico e il gioco e' fatto.
Insomma, il meccanismo del bel gioco "Civilization": il Grande Leader sceglie l'obiettivo della ricerca, e sa gia' in anticipo quando arrivera' la scoperta e cosa potra' farne. No, le cose non stanno cosi'. La scienza e' un'impresa collettiva, in cui tante persone affrontano il problema da tanti punti di vista., senza sapere se, come e quando si trovera' qualcosa. Spessissimo non sanno neppure esattamente quale sia, il problema, e i due in questione sono dei classici esempi.

Perche' invecchiamo? Cosa succede alle cellule quando superiamo i 60-70 anni? In fondo un salmo recita "gli anni della vita sono 70, 80 per i piu' robusti", oggi abbiamo aggiunto 10-15 anni a quei numeri. E ci si rende conto che allungare troppo la vita non e' poi quel grande affare, rischiamo di passarli seduti su una poltrona, con il cervello disfatto dalla demenza senile. Eh si' purtroppo l'aspettativa di vita in salute e' aumentata molto meno dell'aspettativa di vita in se', tra i miei coetanei una persona su tre finira' i propri giorni completamente rimbambita.

Cosa e' esattamente il cancro, come si sviluppa, con che meccanismi? Abbiamo alcune risposte, ma tante, tante domande ancora aperte, e piu' risposte troviamo, piu' ci rendiamo conto che il problema era mal posto, non esiste "il cancro" ma un'infinita' di processi differenti, che vanno affrontati in modo differente.

Pensare che arrivi uno, a cui dai un po' di soldi, e ti risolva questi problemi e' avere una visione magica della scienza, e degli scienziati, la stessa visione per cui si rinvia a giudizio i geologi rei di non aver previsto data ed ora del terremoto dell'Aquila. Se vogliamo sperare di arrivare da qualche parte l'unica strada e' finanziare la ricerca pubblica, allargare il numero di teste che ci ragionano su, dei fronti su cui si lavora. In un paese dove la ricerca e' sotto l'1% del PIL (e il PIL non considera quel 40% di sommerso che secondo il premier e' un'autodifesa dalle imposizioni fiscali) questo e' forse piu' fantascientifico che sperare di vivere (bene) fino a 120 anni.