mercoledì 11 novembre 2020

Fotovoltaico ed il solito lasciapassare A38

Tanti anni fa pensai che sarebbe stata una buona idea installare un po' di pannelli fotovoltaici sul tetto del mio condominio. Un primo tentativo andò buco, i condomini mi fecero osservare che se si fosse voluto metterli tutti, non ci sarebbe stato abbastanza spazio. Ridimensionai quindi il progetto, limitandomi a meno di 1 kW, e lo ripresentai, questa volta ottenendo l'approvazione dei vicini. Questo succedeva quattro anni fa. Da allora ho provato a sentire alcune ditte. Tutte storcevano il naso. Un kW è troppo poco, avrei penato lacrime e sangue per un guadagno irrisorio. Ed in effetti è stato così. Oggi finalmente ho i pannelli sul tetto, e dopo un anno devo dire che funzionano alla grande, ma è stata una odissea, oltre a un discreto salasso economico che non ripagherò mai.

Una prima ditta mi sparò 10 mila euro di preventivo. Risposi un "no grazie", ero convinto il prezzo fosse un modo per togliermi di torno, ma continuano a chiamarmi periodicamente, per sentire se sono sempre interessato. Oltre due anni fa sentii un'altra ditta, di un amico di un collega. Mi suggerì, come primo passo, di andare in Comune per sentire l'iter. Cerco di farla breve
  • 16 Aprile 2018: chiedo un appuntamento in Comune. Me lo danno per il 
  • 15 Maggio 2018: il tecnico  comunque mi illustra i principali vincoli. In particolare quello paesaggistico, non devo alterare l'aspetto della casa. Il vincolo originale prevede che i pannelli debbano essere color tegola, io ho un tetto nero catramato, vale lo stesso? Forse sì, ma probabilmente se metto pannelli assolutamente neri va bene. Preparo un rendering di come si vedrebbero dei pannelli neri sul tetto nero, e lo mando alla ditta.
  • 22 giugno 2018: La ditta ha preparato un progetto (con il mio rendering) in cui specifica pannelli neri con bordo nero e supporti neri, che fai fatica a vederli a meno che tu non passi con un elicottero a bassa quota. La pratica paesaggistica, in triplice copia, pesa qualche etto. L'ingegnera della ditta li invia il 26 giugno
  • 19 settembre 2018: la Sovraintendenza alle belle arti risponde che manca una delega firmata in originale, quella inviata non va bene
  • 21 Novembre 2018: Nulla osta della Sovraintendenza. Si può cominciare a fare il progetto vero. Non è banale, l'inverter a cui avevo pensato io non ha tutte le certificazioni necessarie. Si studia percorsi dei fili, ecc. Neppure dovessi progettare una centrale nucleare.
  • 28 Febbraio 2019: La ditta mi presenta un progetto definitivo (cioè ha scelto i pannelli e l'inverter, non c'è molto da progettare).  E comincia con le pratiche. 
  • 28 Marzo 2019: Mi richiedono i documenti per la pratica edilizia (CILA). In teoria, essendo io fuori dal centro storico, per installare pannelli fotovoltaici non dovrei presentare la CILA, ma il Comune di Firenze la vuole lo stesso.
  • 19 Aprile 2019: Mi richiedono i documenti per la pratica di allacciamento alla rete. L'ENEL impone di mettere un contatore a produzione, che serve solo a fini statistici. I dati verranno trasmessi al GSE, che però non inserisce in statistica quelli di impianti sotto i 20 kW. Quindi io devo installare un apparecchio, e pagare il servizio di telelettura, per dei dati che nessuno mai registrerà.
  • 7 Giugno 2019: Mi arriva la bolletta dell'Enel per l'allacciamento. Solertissimi. Spero lo siano altrettanto con il lavoro
  • 20 Giugno 2019: Si installa! I pannelli sono sul tetto, funzionano, ma c'è un problema con l'inverter. Solo in Italia, è necessario fare un test dell'apparecchio per verificare che rispetti le normative. In tutto il resto del mondo l'apparecchio ha un'omologazione di fabbrica e si assume che funzioni. Però l'unità che mi hanno fornito non ha il firmware aggiornato con la funzione del test italiano.
  • 28 Giugno 2019: dopo aver collegato l'inverter a internet (fortuna che ci capisco qualcosa), e varie telefonate con l'assistenza, mi scaricano il firmware da remoto e faccio io i test. ENEL richiede che tu faccia le foto durante tutta la procedura e glie le mandi. 
  • 15 luglio 2019: arriva il tecnico che fa l'allacciamento. Mi cambia il contatore, un'ora scarsa di lavoro, e poi passa il resto della mattinata, quasi due ore, a compilare moduli assieme all'installatore, che ha dovuto prendere una mattinata apposta per presenziare.


E questo è l'impianto (quasi) come si presenta. Assolutamente in piano, per cui rende 1260 ore effettive l'anno contro le 1420 previste per Firenze, ci rimetto un 10% di produzione, soprattutto in inverno. 

In conclusione ho installato un impianto che costa, più o meno, 2500 euro, compreso il giorno di lavoro di due operai. Come installare un buon condizionatore. Ma ci ho messo 15 mesi, e speso, tra tutto, circa 6000 euro. 

Da allora l'impianto produce tutti i mesi da 50 a 250 kWh (linea verde) coprendo circa metà dei miei consumi di elettricità (linea bruna). La linea gialla è l'autoconsumo, quella blu i prelievi dalla rete, quella rossa quanto immetto in rete. In un anno produco 1850 kWh, di cui 750 kWh sono risparmio sulla bolletta e 1100 kWh sono immessi in rete. Il GSM mi remunera questi ultimi una miseria (circa 30€), ci pago sostanzialmente le spese di lettura del contatore (motivo per cui avrei preferito non misurarli proprio e regalarli). Il risparmio in bolletta è di 90 euro l'anno. 

Conclusioni? Be', ho la soddisfazione di produrre, al netto dei miei consumi, mezzo megawattora l'anno. Non ho remore ad usare elettricità per tutto: cucino (fornello ad induzione), ci viaggio (scooter elettrico), scaldo casa (pompa di calore). Ma è una soddisfazione pagata cara. Non ci fossero stati tutti gli iter autorizzativi sostanzialmente inutili e balzelli vari, sarebbe entrato in funzione un anno prima e sarebbe costato meno della metà. Quindi non seguite il mio esempio.