domenica 22 novembre 2009

Caccia alle streghe

Qualche giorno fa un hacker ha forzato il server di posta dell'University of East Anglia Climate Research Unit, un centro di ricerca che studia l'andamento storico del clima sulla Terra, copiando e poi disseminando per il mondo qualche centinaio di megabyte tra posta e documenti di uno degli studiosi, il dott. Phil Jones.

Una buona descrizione della cosa viene riportata su Realclimate, mentre i vari blog che negano i cambiamenti climatici si sono scatenati a citare mail fuori dal contesto, sostenendo che non esiste consenso sul clima, che i dati sono stati falsificati od omessi arbitrariamente, che gli scienziati dell'IPCC sono una banda di astiosi violenti. Non casualmente, alla vigilia degli incontri di Copenhagen sul clima.

Cosa sia il contesto in un archivio di mail di oltre 10 anni non è banale. Poniamo qualcuno forzasse il mio, tanto per fare esempi di cui so qualcosa. Tempo fa mi han chiesto di fare da referee (quello che fa le pulci agli articoli prima che vengano pubblicati) ad un articolo di un mio collega che mi sta fondamentalmente antipatico. La cosa non mi piaceva, e ho scritto qualche mail ad amici chiedendo consiglio. Non ho sottomano le mail, ma vi assicuro che erano colorite. Poi ho letto l'articolo, ho trovato alcuni punti criticabili, le critiche sono state accettate dall'autore, l'articolo rivisto leggermente e poi approvato a pieni voti. E ho condiviso l'apprezzamento con i colleghi a cui avevo chiesto consiglio. Le mie antipatie non sono entrate che, forse, in un'attenzione maggiore al mio lavoro di revisore. Ma se uno prende una di quelle mail colorite può tranquillamente accusarmi di essere prevenuto, di bocciare gli articoli prima ancora di leggerli. Se li legge l'autore dell'articolo, credo non sarebbe piacevole(1), non per niente l'identità dei referee è segreta.

E chi non ha mai detto in vita sua di un collega, o di un parente antipatico, che lo batterebbe nel muro se lo vede? Questa frase, ovviamente pesante se messa in un blog pubblico (2), in una conversazione privata ha tutto un altro peso. Ma basta a definire l'intera comunità dei ricercatori sul clima una banda di rissosi astiosi.

Il fatto che durante lo studio di un fenomeno, e nella preparazione di articoli scientifici, ci sia discussione tra gli scienziati coinvolti viene presa come prova di un "mancato consenso". Il consenso si costruisce con la discussione, con critiche, osservazioni, non nasce autoevidente. Che ci sia traccia di questo in un carteggio di 10 anni è assolutamente scontato.

Nel corso della discussione si parla di dati che le persone coinvolte sanno essere sbagliati, per qualche motivo. Capitato anche a me, in una ricerca fatta 16 anni fa, cercando onde gravitazionali misurando la distanza di una sonda spaziale. Trovammo uno strano segnale, assolutamente incompatibile con un segnale astronomico, ma che rovinava i dati. Nelle mail di allora parlavo di come "eliminare quei dati". Alla fine scoprimmo cos'era, un diodo rotto nel radiotelescopio di Camberra. Usando quelle mail ci potrebbero accusare di voler cancellare i dati che ci davano torto.

Da quel che ho visto, quelle mail descrivono solo normale corrispondenza di un normale ricercatore, con dubbi, scelte, ripensamenti. Corrispondenza intesa per qualcuno che sapeva bene di che si parla e non per un lettore esterno, anche esperto dell'argomento. Soprattutto non mostrano qualcuno che sta mentendo, o che è convinto che quel che sta scrivendo sono bufale. Non mostrano qualcuno che riceve ordini politici dall'esterno. Che ha potere di censurare o che comunque censura.

Tanti altri esempi sono nei commenti e nel testo dell'articolo di realclimate. Giudicate voi. Ma prima di giudicare, provate a dare una scorsa ai vostri vecchi messaggi di posta. Siete proprio sicuri che sareste contenti se finissero letti da mezzo mondo? Che non vi farebbero fare una immeritata figuraccia?

Note:
1) Difatti le ho appena cancellate.
2) Ogni riferimento ad alcuni particolari blog non è ne casuale nè intenzionale ma inevitabile

domenica 15 novembre 2009

Neanche gli dei

In un romanzo di Asimov alcuni scienziati trovano un metodo (il "Pompaggio") per produrre una quantità illimitata di energia mettendo in comunicazione il nostro universo con un universo parallelo. In realtà gli abitanti dell'altro universo hanno organizzato il tutto in modo da avere energia illimitata pure loro, a spese della distruzione della nostra Terra per gli effetti collaterali del Pompaggio.

Un nostro scienziato scopre la cosa, ma il politico di turno gli risponde che
"E' un errore supporre che il pubblico voglia proteggere l'ambiente o salvarsi la vita, e che sarà grato ad ogni idealista che combatta per tali propositi. Quello che il pubblico vuole è solo la propria comodità personale. Noi l'abbiamo imparato bene dalla crisi ambientale del ventesimo secolo.
Quindi, ragazzo, non chiedermi di fermare il Pompaggio. L'economia e il comfort del pianeta vi dipendono troppo".

Il lieto fine è la scoperta di un sistema per continuare il Pompaggio senza gli effetti collaterali. Purtroppo non sempre è possibile, o quantomeno non è possibile subito. Molto meglio far finta che gli effetti collaterali non ci riguardino; ci si penserà in seguito, la scienza inventerà qualcosa, non è vero nulla... Chi continua a fumare pur sapendo che farlo gli distrugge la salute conosce benissimo tutti i metodi per nascondersi una verità scomoda.

Il tutto mi è tornato in mente leggendo sul giornale di oggi che USA e Cina si sono accordati per non accordarsi sulla riduzione delle emissioni nel prossimo meeting a Copenhagen. La Cina deve mantenere un ritmo di crescita economica dell'8-10% annuo, gli USA devono tenersi buona la Cina, e hanno pure i loro problemini di crisi. No, non si può proprio smettere di fumare oggi, domani è sicuramente un giorno migliore per farlo. E non c'è neppure bisogno di alieni perfidi, facciamo tutto da noi.

Nel frattempo un brillante scienziato ha scoperto che forse abbiamo sovrastimato del 10% gli effetti antropici sul clima (quanto sia colpa nostra). Un po' della discussione si può trovare qui, personalmente non riesco a seguire il tutto in quanto va pesantemente in campi di cui so poco, e le teorie rivoluzionarie non sono ancora state pubblicate su riviste del settore (e quindi sottoposte alle critiche del dibattito scientifico), ma quel che non riesco a capire è l'enfasi sulla questione. Forse non stiamo fumando un pacchetto al giorno, ma solo 18 sigarette. Quindi chi ci dice che stiamo fumando un pacchetto al giorno è inaffidabile, esagera, e possiamo star tranquilli. O non far nulla, le incertezze giustificano l'inazione.

Infine gli scienziati davvero pazzi di cui parlo qui temo siano più agguerriti di quel che pensavo. C'è davvero chi pensa che basti una spruzzata di anidride solforosa e tutto è risolto. E c'è chi è disposto a dargli retta.

Insomma, come dice il titolo del romanzo di Asimov, che cita una frase di Friedrich Schiller, "Contro la stupidità, neanche gli dei possono lottare."

P.S. Una doverosa segnalazione. Ovviamente non sono il primo a citare Asimov (o Schiller) su questa questione. In particolare lo ha fatto l'amica Debora, già 3 anni fa.

venerdì 13 novembre 2009

Comitato Nazionale del Risparmio e scie chimiche

Come se non bastassero le ormai 11 (avevo contato male) interrogazioni sull'argomento, l'on. Oskar Peterlini, ex membro della commissione Territorio, Ambiente e Beni Ambientali, ha trovato il tempo per scriverne una dodicesima interrogazione sul problema delle scie chimiche. Evidentemente senza guardare le risposte date in passato (riassumibili in "le scie chimiche sono una bufala pubblicizzata in siti che di scientifico non hanno nulla"), e senza neppure prendersi la briga di capire cosa significhi la sigla CNR. Provo a rispondergli io.

Premesso che in molte parti d'Italia (Umbria, Abruzzo, Campania, Toscana, Veneto, Sicilia, Sardegna e Marche), da alcuni anni sono state rilevate scie chimiche (chemtrails), rilasciate da aerei non meglio identificati;

Perché gli aerei (sono quasi tutti aerei di linea riconoscibili, basta un buon binocolo), quando fa freddo rilasciano scie di condensa, e alle quota e cui volano fa praticamente sempre freddo. Le scie sono viste dappertutto, spessissimo, da decenni, senza nessuna indicazione siano "chimiche".

diversamente dagli aerei civili, i quali su rotte predeterminate rilasciano scie di condensazione a dispersione quasi immediata, le scie chimiche riscontrate sono di natura gelatinosa e vengono nebulizzate da aerei che volano a bassa quota

Le scie di condensa possono persistere in cielo per ore, allargandosi, se le condizioni sono opportune. Studi fatti misurando le condizioni dell'aria all'esterno di voli di linea, mostrano che circa il 5-10% delle volte ci sono le condizioni per la formazione di scie persistenti.
La bassa quota dichiarata nei siti sulle scie chimiche è misurata ad occhio, se si fan misure serie (o si analizzano le foto presentate) si ricavano quote alte. E cosa significherebbe che una scia è "gelatinosa"?

e [le scie] sono irrorate nell'aria attraverso sistemi di supporto ben visibili ad occhio nudo

Si chiamano volgarmente "motori". Nella quasi totalità delle foto di scie, queste compaiono ad una certa distanza dietro ai motori, come ci si aspetta se si tratta di condensa, e come non ci si aspetta se si tratta di sostanze spruzzate. Le pochissime foto in cui le scie non si originano dai motori mostrano scie aerodinamiche (provocate dalla turbolenza dell'ala in aria molto umida) o "fuel dumping".
In rete sono presenti foto di alcuni elementi di aerei a terra (che quindi non rilasciano scie) sostenendo senza nessuna giustificazione che si tratti di "irroratori di scie chimiche".

il Comitato nazionale del risparmio (Cnr), nel 2005, ha rilevato, nelle analisi effettuate su campioni di pioggia coincidente con il rilascio di scie chimiche, una concentrazione al di sopra della norma di sostanze chimiche come quarzo, ossido di titanio, alluminio, idrossido di bario, ritenute pericolose per la salute in quanto cancerogene

Credo si riferisca a queste qui sotto. Si tratta di analisi fatte in un campione di neve, che contiene tracce di polvere (ma guarda, della neve all'aperto contiene polvere). L'analisi della polvere mostra che è composta di sabbia ed altri minerali comunissimi nel terreno, cioè che si tratta di polvere di terra alzata dal vento.
Ma da una persona che non sa cosa sia il Consiglio Nazionale delle Ricerche, credo sia inutile pretendere capisca che un'analisi chimica ha trovato che la neve all'aperto contiene tracce di polvere.

Altre analisi, fatte su campioni di terreno o acqua raccolta a terra, mostrano sabbia (quarzo) ed argilla (alluminio), e pure presenza di bario in concentrazioni tipiche del terreno (il bario è tra i 20 elementi più comuni nella crosta terrestre). Sorprendente che in una palata di terra si trovi sabbia ed argilla, non è vero?

si chiede di sapere:

quali ricerche scientifiche siano state effettuate, quali indagini siano state svolte e quali elementi siano stati raccolti sull'insieme dei voli, militari e non, effettuati nello spazio aereo nazionale da qualunque soggetto, che abbiano avuto come effetto il rilascio di scie chimiche;

Una marea. Le scie di condensa sono studiatissime, c'è persino un progetto nel Programma Quadro della Comunità Europea sull'argomento. Si sa quanto sono frequenti, in che condizioni si formano, e si studia come ridurle e quanto influenzino il riscaldamento globale (circa l'1% di quanto faccia la CO2). Nessuno studio ha trovato anomalie, scie che non dovrebbero esserci, scie che non siano scie di condensa.

se il Governo non ritenga opportuno monitorare e registrare i tempi, i luoghi e le modalità entro cui nello spazio aereo nazionale si formano scie chimiche in modo di realizzare una banca dati utile a definirne la natura e le eventuali conseguenze sulla salute, il clima e l'ambiente;

Monitoriamo le scie di condensa? Certo, basta monitorare i 5000 aerei il giorno che sorvolano l'Italia. Esiste un ente apposito, l'ENAV, basta chiedere a loro. Monitoriamo quando sono persistenti? Sono in media 3-400 aerei il giorno. Ma oggi gli "studiosi indipendenti" sostengono che qualsiasi scia sia chimica, e quindi sono quasi tutti gli aerei in quota.

se l'Aeronautica militare o altri soggetti pubblici siano coinvolti e con quali compiti nel progetto di cooperazione Italia/Stati Uniti su scienza e tecnologia dei cambiamenti climatici.

Immagino si tratti dell'accordo n. 4-02154 di collaborazione scientifico sullo studio delle modificazioni climatiche, di cui ho parlato già qui. Innanzitutto in quegli accordi l'aeronautica militare (o i militari) non c'entra nulla, si tratta di un accordo tra enti di ricerca civili.
Forse l'onorevole ha sentito nominare la storia del riscaldamento globale, dell'effetto serra, di quelle cose lì insomma. Ecco, l'accordo riguarda il capire che succede ad animali e piante di conseguenza. L'IBIMET è un istituto del Comitato del Risparmio (ah, già, è il Consiglio delle Ricerche) che studia queste cose, ad es. provando a mettere un po' di pioppi in un recinto fatto di teli di plastica e pompando dentro dell'anidride carbonica per vedere come reagiscano, nei quadrati "FACE" del campo qui sotto. Sono queste le modifiche all'ecosistema di quel documento. Basta darsi la briga di leggere il loro sito, in cui si trova tra l'altro un'accorata presa di posizione contro i casini socio-ambientali che stiamo facendo con la nostra cosiddetta civiltà.

A quando un'interrogazione parlamentare sui provvedimenti che il Governo intende adottare in vista del 21 dicembre 2012? E a quando dei politici che colleghino il cervello prima di presentare una interrogazione?