lunedì 25 luglio 2011

Elettronica di una volta, con qualche aggiornamento

Le valvole per me sono un ricordo di infanzia. Non so quante volte ho smontato il televisore (che nonostante ciò funziona ancora), e studiato gli schemi polverosi incollati sul fondo di una vecchia radio. E dopo aver trovato un po' di valvole in un magazzino dell'osservatorio, mi sono riappassionato a questi oggetti misteriosi. Ora finalmente, passato l'esame di maturità del figlio, ho un po' più di tempo libero, e con qualche nottata passata in laboratorio, l'aiuto di un tecnico in pensione, e un po' di pazienza sono riuscito a costruirmi un oggetto decisamente demodé, un po' steampunk, ma che suona magnificamente. Anche il costo è risultato inferiore a quanto avevo previsto nel post precedente, per cui non devo impegnarci tutto il mio stipendio di disinformatore.

Si tratta di un finale stereo (sono due finali mono, in realtà), da circa 15W RMS per canale, alloggiato in due cassette di legno. Il tutto molto compatto, con all'esterno della scatola solo le quattro valvole. Certamente un finale da 15 W ormai lo trovi come omaggio nel fustino del detersivo, ma vuoi mettere la soddisfazione. In teoria poi se trovassi tempo e voglia potrei sostituire le valvole finali con delle KT88 (e l'alimentatore per dargli la corrente necessaria) ed arrivare ad un dignitoso 30-40W per canale. Non ho per ora fatto misure di distorsione, ma sull'oscilloscopio le tracce dei segnali in ingresso ed in uscita si sovrappongono perfettamente.

Ora manca la parte più importante, il preamplificatore, ma non è semplice progettare qualcosa partendo da esperienza zero. Per questo ho preferito farmi le ossa su qualcosa di concettualmente più semplice, e difatti mi sono ritrovato parecchi errori da correggere. Ma alla fine ho costruito un oggetto che viene venduto tra i 2000 e gli 8000 euro, ad una frazione infima del costo, delle dimensioni e del peso (30 cm contro quasi mezzo metro di profondità, un paio di kg contro 22). E sicuramente più gradevole alla vista.

La scatola (un bauletto di legno da pochi euro) aperta. Sul coperchio lo stampato del circuito. Da sinistra il trasformatore audio, e i due alimentatori a bassa tensione. In basso il convertitore DC-DC 18->400V

Per far star tutto in 20x30 cm ho dovuto stipare parecchio il contenuto della scatola. Il trasformatore di uscita (l'oggetto più costoso, 50 euro) è responsabile della maggior parte del peso. Per l'alimentazione ho progettato un circuito switching alimentato da un alimentatore per portatili, facendo attenzione al filtraggio in uscita. Il tutto viene a costare meno di metà di un trasformatore per valvole, con meno di un ventesimo del peso, e produce una tensione stabilizzata. Per i filamenti ho usato un secondo alimentatore per notebook, 20 euro e 150 grammi. Il tutto scalda per cui ho dovuto usare una coppia di ventilatori, l'aria circola nella scatola ed esce alla base delle valvole di potenza. È la cosa che mi piace meno, per quanto siano silenziosi un po' si sentono, mentre l'altoparlante a vuoto non ha il minimo ronzio o fruscio.

Dettaglio dell'alimentatore AT. Ingresso 18V, uscita 400V stabilizzati. Il trasformatore (18€) regge 300W

Ora il problema diventa trovare le casse. Sì, perché in qualsiasi supermercato trovi impianti home theatre a 8 casse, 400 watt, "suono digitale" (come fosse un pregio), ma un paio di normali casse di buona qualità e una trentina di watt sono cose da gente retrò, o da disk jokey professionisti (con costi in proporzione). Non c'è niente da fare, sono un relitto di altri tempi. Aggiornamento: alla fine un pianto e un lamento mi sono preso due buone casse HiFi, che ora sono in rodaggio nella camera anecoica dell'osservatorio.

26 Luglio

Ho provato l'amplificatore in una stanza buia, e ho notato, accanto al bagliore rossastro dei filamenti, una luce azzurrina (cliccare la foto per vederla meglio). L'amplificatore ha una banda passante che scende a circa 1 Hz (anche se il trasformatore taglia a 20 Hz e le casse a 30 Hz), per cui toccando lo spinotto di ingresso si vede distintamente che la luce segue la corrente di anodo, aumentando in una delle due valvole mentre cala nell'altra. Credo sia la luminescenza dovuta agli elettroni che urtano il vetro, o la mica. se qualcuno ne sa di più lo ascolto volentieri. Non l'avevo mai notata prima.

mercoledì 13 luglio 2011

Robin Hood

Sono socio (azionista) di Banca Etica. Oggi si discute un provvedimento della finanziaria che alza a 120 euro l'imposta sulla custodia titoli. Indipendentemente dall'ammontare dei titoli custoditi. Certo, perché se ho delle azioni sicuramente sono un riccone che 120 euro non gli fanno un baffo.

Qualche numero. Banca Etica ha 35 mila soci, per un capitale sociale complessivo di circa 33 milioni. 30 mila soci sono persone fisiche, come me, che ci han messe dentro spesso 200, 500, 1000 euro. È qualcosa senza padroni, senza finanziatori forti, il sogno di tanta gente comune. 120 euro a socio fan 4.259.520€, il 12,9% del capitale sociale, che viene raggiunto in meno di 8 anni di tassazione. Come se le tasse sulla casa fossero il 13% del valore della casa stessa, mettiamo un appartamento a 250 milioni, pagate 3 milioni e 700 mila l'anno di tasse di proprietà. Se siete grossi speculatori immobiliari con 100 palazzine, pagate lo stesso. E questo in media, i piccoli soci con meno di 250 euro pagano una patrimoniale secca di oltre il 50%.

Non c'è solo Banca Etica. Ci sono un sacco di piccole realtà finanziate in modo simile, di "azionariato popolare", tanti piccoli azionisti che hanno poche azioni a testa. Ma anche solo le piccole banche di credito cooperativo, quelle che (in media, senza generalizzare) han retto la crisi, non avendo voglia e numeri per entrare nella grossa speculazione finanziaria.

Insomma neppure una tassa "flat" (come sarebbe spostare le imposte da quelle sul reddito all'IVA), una tassa fissa per tutti, che sia il 50% o lo 0.05% di quel che hai. Un bel Robin Hood al contrario.

Epilogo (15/7)

35 mila soci sono tanti, e l'altro ieri non si poteva contattare la casella di posta dell'on. Azzolini, Presidente della Commissione Bilancio del Senato
della Repubblica. Alla fine il superbollo scatterà solo per i depositi titoli di valore superiore ai 50 mila euro. Qualche volta protestare serve.
Resta la situazione precedente, descritta da Hedges, che è sempre una tassa assurda e vessatoria per i piccolissimi risparmiatori. Ma non li strangola a morte come sarebbe stata quella di 120 euro generalizzati.

A volte ritornano (1/11/2012)

La legge sulla stabilità ha ritirato fuori l'idea, della tassa minima questa volta di soli 38 euro. Che fan sempre un milione abbondante l'anno, il 3% del capitale totale. Per molti soci, che hanno una sola azione (54 euro) significa perdere tutto in 2 anni. Proprio non si riesce a far capire che le tasse devono essere proporzionali, e meglio progressive. Una tassa uguale per tutti, che abbiano 50 euro o 10 mila, è solo un modo per mettere fuori gioco l'azionariato diffuso, del resto i soldi servono a fare soldi, se ne hai pochi è giusto toglierti anche quelli che hai.

domenica 10 luglio 2011

Urinoterapia omeopatica

Leggo oggi nel bel blog "Crisis" un articolo di Debora Billi che rimanda a questa notizia: un uomo è stato sorpreso a far pipì in una riserva d'acqua potabile, già trattata. Le autorità han deciso di buttare tutto, un gigantesco sciacquone da 30 mila metricubi, tra valore dell'acqua e spese di smaltimento sono circa 36 mila $.

Per le considerazioni sull'assurdità della cosa, che condivido in pieno, rimando alle fonti. Stiamo parlando di una diluizione di circa una parte in 100 milioni, fosse stato tutto arsenico quell'acqua sarebbe ancora potabile.

Ma quella concentrazione corrisponde ad una diluizione omeopatica C4, o D8, decisamente poco spinta. I rimedi che troviamo dal farmacista di solito sono almeno C6-C8. Una C8 significa che prendo un bicchiere di quell'acqua e lo butto in un altro bacino identico. Una C12 che prendo un bicchiere dal secondo bacino e lo butto in un terzo, ecc. D'accordo che non è stata succussa adeguatamente, ma davvero fa tutta questa differenza?

Comunque peccato. Si è persa l'occasione di sperimentare gli effetti sinergici di due brillanti terapie alternative. Con buona pace del "dott." GPV.