giovedì 4 dicembre 2008

Straker 2, la vendetta

La saga delle "prove" delle scie chimiche con un telemetro continua. Straker /Marcianò ha pubblicato un lungo e confuso resoconto in cui afferma che:
  • non ha mai acquistato il bellissimo telemetro LRB4000, ma effettivamente solo il più economico LRM2500
  • coi soldi rimanenti avrebbe (il condizionale e' d'obbligo) acquistato un altro telemetro, di cui non specifica il modello
  • ha tutti i diritti di impiegare i soldi delle donazioni come crede, senza informare i sottoscrittori, anzi, fornendo false prove di acquisto
  • non fornirà ulteriori filmati e/o foto
Quindi se ne deduce che tutto quanto è pubblicato da lui è un deliberato falso: le fatture, le foto, le dichiarazioni di essere pronto ad inviare mail ai sottoscrittori che confermavano l'acquisto. I filmati sappiamo che sono falsi, come ho dimostrato qui sotto, ancora prima che qualcuno si accorgesse che il secondo era solo un rimontaggio di vecchie immagini.

Sorvolo sul lungo delirio paranoico. Se Marcianò è convinto di essere perseguitato dalla Spectre, affari suoi. Se riteneva più sicuro acquistare il modello 4000 spedendolo ad un altro indirizzo, non vedo perché debba acquistare ANCHE quello meno caro, e fare carte false. Se una volta acquistato il tutto non vuole usalo per provare "quel che sa già" ha buttato dei soldi, affari suoi (e di chi glie li ha dati). Se comunque il 4000 era in arrivo, perché fare un fotomontaggio, invece di aspettare ancora qualche giorno e fotografare (ed usare) l'originale. Certo, se invece il 4000 non era mai stato ordinato, ed ora di fronte al rischio di una querela si è affrettato a comperarlo.....

Non commento neppure la stravagante tesi per cui Marcianò avrebbe volutamente pubblicato un post costruito solo con falsi per indurre i critici a dargli del falsario e "incastrarli". Quasi quasi rapino una banca, ma solo per indurre la polizia ad arrestarmi con la falsa accusa di rapina ed "incastrarla".

Tutte le informazioni che ho riportato qui, o che compaiono in altri blog, le ha gentilmente fornite Marcianò stesso, sul suo blog, o sono ricavabili con pochi minuti di ricerca in rete. Non occorre violare nessuna legge sulla privacy per chiedere ad una ditta se una sua fattura, pubblicata in un blog dal diretto interessato, corrisponda o meno all'ordine indicato (Marcianò ha lasciato il numero d'ordine in bella vista, nel titolo della finestra). E la ditta non fornisce dati riservati se dice semplicemente "no, l'oggetto ordinato è differente", senza specificare.

Questi sono i fatti. Il resto è paranoia. Ed è destinato a restar tale, visto che Marcianò vuole evitare di fare altre figuracce, proponendoci nuovi falsi grossolani che verrebbero smascherati nel giro di poche ore. Meglio così, ho di meglio da fare nella vita.

Ah, minaccia anche azioni contro chi continua a sostenere che è un imbroglione. Che devo dire? Si accomodi.


L'immagine qui sopra è tratta dalla rivista Life, annata 1944, come riportata su Google. Anche Google fa ormai parte del complotto per avvelenarci tutti. (Grazie ad Alexandro per la segnalazione)

Aggiornamento (15 dicembre)

Nel suo blog Marcianò, in un commento al post in cui dice che gli arcobaleni denotano la presenza di metalli e non di acqua come si impara alle elementari, sostiene che io gli controllo (tramite i servizi segreti) il telefono. Come mai? Perché ho scoperto che è (o è stato) in contatto con la persona che l'ha intervistato su Controradio. Ma che strano, occorre proprio essere uno zerozerosette per intuirlo.

No, non ho amicizie nei servizi. Ma sono dotato di poteri paranormali, e quindi riesco a leggergli nel pensiero. Non lo sapevate, ma sono un agente del famigerato psi corps. Altrimenti come avrei fatto a sospettare che il suo fotomontaggio era un falso? Marcianò stia attento a quel che pensa, o vada in giro con un cappello di stagnola per schermare i pensieri.
Il tizio qui a fianco è il cattivo telepate di livello 12 Alfred Bester, dal serial "Babylon 5".

Ulteriori sviluppi (22 febbraio)

Ho visto ora la foto del telemetro sul sito di Straker. Ovviamente del modello 2500. Con un commento del tipo "visto che l'abbiamo davvero, non mentivamo". Riassumendo: dichiara (con tanto di foto e fattura taroccate) di aver acquistato il modello 4000 (caro). Da vari indizi, inclusa la dichiarazione del venditore, si scopre che ha acquistato il modello 2500 (economico). Dopo qualche mese mostra la foto del modello 2500: "Visto che erano tutte calunnie?". Voi che dite?

domenica 23 novembre 2008

Straker e telemetri

Il mitico comandante Straker, eroe della mia prima adolescenza, ha messo sul suo blog la prova "da tribunale" che dimostrerebbero come le scie degli aerei siano chimiche. (Certo, Marcianò non è Ed Bishop, ma tocca accontentarci).

Come sappiamo dalla fisica, per ottenere condensazione e cristallizzazione del vapore emesso dagli scarichi di un aereo servono temperature molto fredde, che di solito si trovano a quote elevate, quasi sempre sopra i 7000 metri, e di rado sotto gli 8000. Quindi lui, dopo aver raccolto 4000 euro con una colletta, ha acquistato un binocolo-telemetro laser con cui verificare quel che ha sempre detto, che gli aerei rilasciano scie a quote inferiori.

La prova consiste in un filmato di un aereo con scie, in cui per un istante il telemetro segna la distanza di 1347 metri. Nel suo blog Paolo Attivissimo nota immediatamente come il video non possa essere autentico, nel senso di riportare quel che si vede dentro il telemetro, perché questo non è dotato di zoom e il filmato invece esegue una vistosa zoomata. E quindi Straker precisa che il filmato è composto da un montaggio delle scritte prese attraverso l'oculare del telemetro, con una webcam, e una ripresa fatta con la sua telecamera con "zoom da brividi".

Per fugare i dubbi, Straker-Marcianò ha anche messo sul blog una foto dell'accrocco che tiene insieme webcam, telecamera e telemetro. Pensando bene di grigliarla, casomai si capisse troppo. Quindi vi fornisco la stessa immagine, de-grigliata.

A questo punto la prova non dice nulla. Come si fa a valutare qualcosa se non si dispone dei dati originali? Costava così tanto mettere in rete il filmato preso con la webcam, anziché usarlo solo per estrarci le scritte? Straker sostiene sia venuto sovraesposto, e quindi illeggibile. Ma dopo alcuni giorni, un nuovo filmato con l'esposizione corretta era poi così difficile da fare? Il tutto mi fa sospettare una possibile spiegazione per la lettura falsata, anche ammettendo che sia stata davvero ottenuta puntando l'aereo e non una vicina collina. Ma senza filmato non posso dire nulla.
(Poco dopo che scrivevo questo, Straker ha gentilmente pubblicato un nuovo filmato, e quindi l'ho commentato sotto).

Nel post c'è anche una foto dell'oggetto, e la cosa mi ha subito dato una sensazione di deja-vu. Quella immagine, infatti, è molto simile a quella riportata sul sito del costruttore. Con un po' di fotoritocco, ho ottenuto quindi, per divertimento, l'immagine a fianco. Un po' più chiara, il riflesso nelle lenti è chiaramente differente, meno sfocata, e ho volutamente lasciato il bordino bianco. Ma corrisponde in modo impressionante all'inquadratura del telemetro sul divano di Straker. Non dico che sia un falso, non voglio neppure pensare che il Comandante abbia imbrogliato chi gli ha generosamente fornito 4000 euro. Ma un'inquadratura che ci fornisse qualche pixel in più dell'oggetto, rispetto a quanto visibile in rete, poteva darcela? Il telemetro non si vede neppure nella foto d'insieme.

La distanza di un aereo la si può calcolare ragionevolmente bene anche senza telemetro. L'immagine a fianco riporta un aereo decollato da poco, passato ieri vicino a casa mia. Purtroppo la messa a fuoco della macchina è difettosa, sono costretto ad usare il fuoco manuale, e si vede. Per chi vuol smanettare nei dati exif, l'ora è sbagliata (segna ancora l'ora legale). La distanza è stimabile tra 5700 e 6100 metri, e la quota è circa 2000 metri. Il tutto si può dedurre dalla scala del sensore, che è di 6,67 secondi d'arco per pixel.

Questo invece è l'aereo passato sopra il mio ufficio di cui parlo in un commento del post precedente. E' probabilmente un 737-800, nel qual caso la quota è di 11500-12000 metri. Si sentiva distintamente il rumore dei motori.

Per concludere ricordo che le condizioni per la formazione di contrail non sono quelle indicate nel post del comandante. Contrail non persistenti (come quelle del 737 qui sopra) si formano SEMPRE se l'aria è abbastanza fredda. Cioè se si sale abbastanza di quota. Le condizioni (approssimative) indicate da Straker sono quelle per la formazione di contrail persistenti, quelle che rimangono ore in cielo.

Seconda puntata


Straker ha pubblicato un nuovo filmato, in cui si vede l'oculare del binocolo (ma stranamente non il CORPO del binocolo: come sa chiunque ne abbia uno, nei binocoli gli oculari sono molto più stretti del corpo, e questo sborda vistosamente). Poi un edificio a 558 metri. Considerando un'altezza di 3.5 metri per piano, si ricava una scala di 0,01 gradi/pixel. Il campo vignettato è di soli 3 gradi, evidentemente l'ottica della webcam lo limita parecchio.

Ora facciamoci due conti sul quadrimotore a 1858 metri. Lo si vede proprio di pancia, non ci sono problemi di prospettiva, è lungo 75 pixel e largo 70. Cioè 24x22 metri. Notevole per un quadrimotore, forse è un modello "bonsai". Certo, se si considera che il campo "dovrebbe" essere di 5 gradi, le dimensioni vengono sui 40 metri, quelle di un "tanker" per rifornimento in volo di aerei. Ma allora il palazzo inquadrato all'inizio ha piani alti 6 metri, e terrazzi con balaustre di quasi 2 metri.

Torniamo al primo filmato. Quando l'aereo è circa perpendicolare all'osservatore, al secondo 50, le ali appaiono parecchio più corte della carlinga, sembra una vista laterale. A seconda del modello di aereo, potrebbe essere fino a 45 gradi dalla verticale. Questo abbasserebbe un po' la quota (fino a circa 1000 metri), ma comunque anche ipotizzando sia visto molto di lato, il massimo di distanza laterale sarebbe sotto il km. In 50 secondi, un aereo che viaggi a 500 km/h (lento) fa 7 km. All'inizio del filmato, quindi, dovrei vedere un aereo che è a 1 km di quota, distante 7 km, e disassato di meno di 1 km. Praticamente punta dritto verso di me (e 5 volte più piccolo, ma con lo zoom non si capisce). Proprio quel che NON si vede, la carlinga è sempre vista ben di lato. L'immagine a fianco dovrebbe rappresentare un aereo a circa 5-6 km di distanza, poco più di 1 km di quota, che punta dritto verso di noi. Portiamo la quota a 10.000 metri (per far tondo), il disassamento a 6-10 km, e la distanza a 10 km (40 secondi a 900 km/h) e tutte le prospettive tornano. Dimenticavo, fossi Straker mi farei rimborsare la telecamera con zoom, se un aereo a 1300 metri si vede così male, le ottiche sono veramente rovinate.


Terza puntata


All'inizio volevo credere che Straker avesse visto una falsa lettura sul telemetro, e ci avesse costruito sopra il primo video. Poi che fosse semplicemente un falsario"per la causa" (non riesco a far funzionare sto maledetto telemetro, ma IO SO che gli aerei sono bassi, e quindi faccio un fotomontaggio).
Ma che fosse un truffatore proprio non mi capacito. Come si può essere così (mettete voi l'aggettivo) da intascarsi 2000 euro(*) forniti dai vostri ammiratori, imbrogliandoli in un modo che non regge una settimana, e rischiare di bruciarsi la carriera? Perché non mi risulta Marcianò faccia altro nella vita che occuparsi di scie chimiche, sicuramente non altro di significativo. Se frega i suoi sostenitori, non gli resta nulla.

Purtroppo non ci sono dubbi. Già il fatto che Marcianò abbia presentato due fatture differenti (nella prima aveva sbagliato a calcolare la somma) per UN acquisto lascia perplessi. Uno dei sottoscrittori della colletta ha scritto alla ditta da cui è stato acquistato il telemetro, che ha confermato i dubbi.
Questa storia, iniziata come divertente (è sempre uno spasso trovare le numerose falle delle "prove" del Comandante Straker) si è chiusa in modo solamente squallido. E me ne dispiace.

(*) Precisazione. La cifra è una stima prudente della differenza tra il costo dei due telemetri. Non so quale esattamente abbia acquistato Marcianò, e non so quanto abbia raccolto con la colletta. Sta di fatto che chi gli ha dato i soldi glie li ha dati per il modello più caro, a Luglio aveva già i 700 euro per il modello economico. E il modello caro nessuno, finora, lo ha visto se non in fotomontaggio.

martedì 18 novembre 2008

White trails

Nei siti che parlano di scie chimiche, un tema ricorrente è che questo sia un fenomeno recente, una volta i cieli non presentavano queste lunghe scie. Ho mostrato un po' di foto d'epoca, persino un'immagine da satellite degli anni '70, con contrails lunghe centinaia di km, ma sono stato accusato di aver messo in giro dei falsi. Poco importa che si tratti di libri pubblicati prima del 1978, uno addirittura nel 1950.

E naturalmente non posso dimostrare che con testimonianze il fatto che qui dove lavoro, nel lontano 1968, venisse un antesignano dei nostri a raccontarci (anzi a raccontare ai miei colleghi più anziani, allora avevo 9 anni e guardavo le scie sopra il Friuli) che quelle scie sono emesse apposta dagli aerei per far piovere.

Ma ho un testimone di eccezione, nientepopodimeno che Sergio Endrigo. Al Festival di Sanremo del 1970, la sua canzone "La nave partirà", cantata da Iva Zanicchi, racconta di icone simbolo del nostro presente tecnologico. Incluse "striscie bianche sul cielo azzurro per incantare e far sognare i bambini" (potete sentirla qui). Insomma, una volta erano le nuvole ad incantarci, oggi (nel 1970) sono le scie degli aerei.

Riferimenti nel mondo della canzone se ne trovano diversi.

Joni Mitchell, in "Amelia" (1976) parla di "six jet planes,
Leaving six white vapor trails across the bleak terrain" (pure in formazione e paralleli!). Baglioni, ne "L'amico e domani" (1985) descrive: "Una riga sulla pelle blu del cielo, e teste alzate come girasoli."

Ma il più esplicito, sicuramente pagato dai cattivi del complotto per abituarci subliminalmente alle chemtrail, è l'album "White Trails", del 1979, di Chris Rainbow. La copertina, che potete vedere qui a fianco, riporta una contrail persistente in bella vista.

martedì 14 ottobre 2008

Ricerca

Una volta tanto, parlo del mio lavoro. Che consiste nel costruire telescopi, o pezzi di telescopi, e utilizzarli per guardare strane nubi di gas, piene di molecole interessanti, sparse per il cosmo. Sono tipicamente molecole organiche, qualche zucchero, semplici amminoacidi, e cose strane che sulla Terra non si vedono. Forse sono i mattoni da cui si è formata la vita, portati sulla Terra dalle comete poco dopo che questa si è solidificata.
Uno dei lavori che mi è riuscito meglio è stato un piccolo pezzo di un grosso interferometro formato da una sessantina di radiotelescopi, ALMA, attualmente in costruzione nel deserto di Atacama (il primo lo vedete nella foto accanto). Spero di andare a vederlo di persona, prima o poi.
Il pezzo in questione consente di fare simultaneamente due cose che senza si dovevano fare in due tempi. L'interferometro infatti serve per osservare le onde radio emesse sia da corpi molto freddi, come la polvere che riempie queste nubi e che si addensa a formare i pianeti intorno ad una stella nascente, che dalle molecole che a me piacciono tanto. Con un trucco di elettronica, un paio d'anni di lavoro di un po' di persone, e sostanzialmente senza spese aggiunte, ho trovato il modo di sostituire una scheda del correlatore che combina i segnali delle 60 antenne, e avere simultaneamente i due modi osservativi. Nella foto qui accanto si vede un quarto del gigantesco correlatore, in cui saranno alloggiate 512 delle mie schede.
Non è un lavoro da Nobel, ma è comunque un esempio dei tanti contributi che i ricercatori italiani portano al mondo della scienza. Senza fondi, stringendo la cinghia su tutto (il mio laboratorio è finanziato per circa 5000 euro l'anno, il costo di UNA di quelle schede lì, se si rompe qualcosa siamo a piedi), cercando di sopperire con idee brillanti alla mancanza di soldi.
Lo schema della scheda è stato scritto materialmente da un giovane ingegnere, che lavorava per il mio osservatorio con un contratto "atipico" (a progetto), ottenuto con una domanda di finanziamento in un bando nazionale. Il bando in questione era stato preso molto seriamente dal mio ente, e le valutazioni venivano effettuate da esperti stranieri del settore. Il "referee" che valutò la mia richiesta commentò a margine che i soldi che chiedevo per il contratto (fissati da norme nazionali) erano una vergogna, un inserviente in un fast food prendeva di più. Aveva perfettamente ragione, ora l'ingegnere, molto bravo, ha preso il largo, e ha messo in piedi una ditta.
Ora ho bisogno di un'altra persona, che scriva del software per pilotare un altro strumento. Altro bando, sempre su cifre da fast food, e pensavo di aver trovato una persona che potesse svolgere il lavoro. Mi ha telefonato una settimana fa, ha trovato un posto fisso in una azienda.
Un collega va in pensione a giorni. A parte che con le norme attuali il suo posto non verrà rimpiazzato, si porta con sé una esperienza enorme nella costruzione di strumenti raffreddati (la maggior parte degli strumenti astronomici van raffreddati a temperature bassissime, da 180 a 270 gradi sotto zero). Non ha avuto modo di passarle a qualche giovane. Uno di loro, dopo qualche anno di borsa a 1000 euro al mese all inclusive, ora lavora a Berkeley credo con uno stipendio doppio del mio.
Leggo quindi con occhi particolari le affermazioni di Brunetta sul precariato. Certo, in un mondo ideale ci vorrebbe un po' di gavetta, in modo da imparare e capire se si è adatti al lavoro di ricercatore, e poi concorsi regolari. Certo, in molti paesi funziona così, con varianti. Qui se lavori bene, e hai meno di 40 anni (ultimi concorsi più o meno regolari), se sei fortunato fai gavetta a stipendi da sussistenza, e poi trovi lavoro altrove (all'estero, in una ditta). Se ti va male, neppure quello. Nel frattempo la gente va in pensione, e nel giro di 5-10 anni nessuno saprà più come si fanno le cose.
E sono ancora più preoccupato vedendo a quello che succede in generale nel mondo della scuola. L'università ha gli stessi problemi che ho descritto, di fatto chi va in pensione non libera neppure nuovi posti, e in più si avvia ad una privatizzazione che la snaturerà completamente e la renderà fruibile solo a pochi ricchi. E via fino alle elementari, tanti grossi cambiamenti, tutti che porteranno ad un peggioramento della qualità dell'istruzione, un maestro in 24 ore non può fare quello che due fanno in 30 o 40.
Non riesco a capire il senso di tutto questo, stiamo veramente sparandoci sui piedi, sembra di capire solamente per raccattare qualche soldo. Ma una società senza istruzione e senza ricerca è destinata a morire, non ha futuro.

Aggiunte del 17 ottobre:
- il Governo sta approntando una legge, che costringerà i dipendenti pubblici ad andare in pensione a 40 anni di contributi. Questo, soprattutto per i tecnici (anche loro hanno competenze invidiabili che non riescono a trasmettere), accelererà ulteriormente la perdita di competenze di cui parlavo. Uno dei 2 tecnici elettronici del mio gruppo, che ha appunto più di 40 anni di contributi, mi ha chiesto se cerco di fargli avere una "collaborazione", in modo da continuare a lavorare qui, gratis.
- La prestigiosa rivista Nature ha pubblicato un articolo sulla situazione italiana, con circa queste considerazioni.

venerdì 3 ottobre 2008

Ancora bici

Stamane, nel prendere la bici alla rastrelliera in piazza Elia Dalla Costa, ho trovato le solite auto parcheggiate davanti. Oltre metà rastrelliera è inservibile, e quel po' che resta richiede acrobazie per mettere e togliere la bici.

Casualmente, per lavori al semaforo, erano presenti due vigili. Ne ho quindi fermato uno e ho fatto presente la situazione. "Parcheggi in un'altra rastrelliera". "Si', ma a me se la lego male la bici la portate via" "Ha ragione, ma che vuole che faccia..."

Insomma, in soldoni le auto hanno diritto a parcheggiare, impunite, nelle rastrelliere per bici.

Comunque ho seguito il consiglio, e sono andato alla rastrelliera sotto casa mia. Eccola. In effetti un posto ci sarebbe, ma...




Aggiornamento al 6 Ottobre: Mi scrive la presidente dell'associazione Città Ciclabile, comunicandomi che ha inoltrato la mia segnalazione all'Assessore e al Comandante dei Vigili Urbani.

giovedì 2 ottobre 2008

Piero Calamandrei sulla scuola del 2008

Piero Calmandrei, per chi non avessi un impeto di commozione solo al sentirne il nome, è uno dei padri della nostra Costituzione. La prima volta che lo sentii nominare, lo associai al suo celebre discorso in cui paragonò la libertà all'aria, qualcosa a cui non facciamo caso fino a quando non ci viene a mancare.

Nel lontano 11 febbraio 1950, al terzo congresso dell'Associazione a difesa della scuola nazionale (ADEN), a Roma, pronunciò il discorso che segue. E' tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci...


Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuole istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole de suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alla scuole pubbliche a alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami saranno più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere.
Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alla scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico.
Pubblicato nella rivista "Scuola democratica", 20 marzo 1950. Ripubblicato dalla rivista "Internazionale", n. 762, p. 21

venerdì 26 settembre 2008

Mobilità varie assortite

Non avere l'auto comporta molte libertà:
  • una bella pernacchia ogni volta che passi davanti ad un distributore
  • la soddisfazione di superare una Ferrari Testarossa bloccata in un ingorgo
  • niente assicurazione (il motorino elettrico la paga ma sono 100 euro contro gli 800 che pagavo per l'auto, la bici sono meno di 20€ l'anno)
  • palestra gratuita: 100 metri di dislivello in bici sono una buona mezz'ora di esercizi agli attrezzi
  • facilità di parcheggio
Ma sembra proprio che questo non vada giù ai nostri amministratori, pubblici e privati. Sul parcheggio, infatti, come ho detto in un precedente post, il Comune di Firenze ha deciso di correre ai ripari, vietando l'allucchettamento ai pali e contemporaneamente dichiarando che le rastrelliere sono finite, non ne installeranno fino a nuovo ordine. I tentativi delle associazioni di ottenere una moratoria sono falliti, e nella nuova depositeria si accumulano centinaia di bici. La beffa maggiore è che mentre lunedì scorso i volontari di FirenzeInBici "premiavano" centinaia di eroici concittadini che affrontano quotidianamente il traffico in bicicletta, i vigili rimuovevano decine di biciclette, che non intralciavano nulla, da Piazza dei Ciompi.
Quindi domani (sabato 27 settembre) alle 10 e mezza sarò con la mia bici alla manifestazione di protesta, sempre in piazza dei Ciompi.

Non va meglio per chi (come me) ha un cane e viaggia in treno.

Se vai a trovare parenti e stai via qualche giorno, è difficile trovare un "dog sitter". Fino ad oggi, si poteva portare dietro il fedele amico: si paga un biglietto apposito, si deve evitare gli eurostar (dove dovrebbero stare in una gabbietta tra i bagagli, poco praticabile per un cane medio sui 10 kg), se un passeggero ha problemi di compatibilità canina devi spostarti, ma con un po' di buona educazione e buonsenso si viaggia. Dal primo ottobre no: i cani di taglia non piccola non sono ammessi. Multa di 100 euro per i trasgressori. Si arriva all'assurdo che tra me e la mia compagna, da ottobre, saremo costretti ad andare a trovare i rispettivi parenti a turno. E, visto che lei è livornese e per 2 anni ci siamo frequentati grazie a viaggi in treno, la nostra storia romantica sarebbe stata semplicemente impossibile. Quindi invito tutti quelli che hanno a cuore non solo i cani, ma anche la vita sentimentale dei loro padroni, a firmare la petizione perché Trenitalia si ravveda.

mercoledì 10 settembre 2008

Aritmetica elementare

Come scrivo nei commenti, ho clamorosamente toppato nei conti. Quindi buona parte di questo post sono strafalcioni che ho scritto senza controllare adeguatamente la MIA, di aritmetica. Ringrazio chi me lo ha fatto notare e mi scuso con chi mi legge.



Con una maestra in famiglia, ormai da una settimana non si discute d'altro che del maestro unico. Non voglio entrare qui sul merito, se sia meglio per un bambino avere un maestro o due, o tre. Se sia meglio una scuola di 24, 27, 30 o 40 ore settimanali. Non voglio neppure entrare, se non di striscio, nell'affermazione che siccome il 97% della spesa sono stipendi, allora significa che c'è troppo personale. Succede lo stesso circa nel mio ente, ma è solo il sintomo che è già stato tagliato tutto il resto, i fondi ordinari di funzionamento sono 1/10 di quelli del 2003, i genitori devono pagare per le fotocopie, la carta, il materiale didattico....

Le dichiarazioni dei nostri ministri mi lasciano leggermente sconcertato da un punto di vista più basilare, di aritmetica.

Per fare il primo esempio. Stamane Tremonti ha detto che prima c'era un maestro su tre classi, mentre ora ci sono tre maestri per classe. Non ha in fondo fatto altro che rilanciare quel che dice sempre la Gelmini, che bisogno c'è di pagare tre maestri quando ne basta uno? Col che l'uomo della strada (ma anche molti miei colleghi) sono convinti che i tre maestri che vedono gravitare nella classe del figlio siano effettivamente tutti lì che fanno solo quello. Ci si chiede, con un orario di 22 ore settimanali in classe, cosa ci facciano 3 maestri. Evidentemente sono tutti insieme in classe, magari che spiegano in coro uno matematica e uno italiano. E quindi la Gelmini ha ragione, con la riforma si risparmierà 2/3 dei maestri. Cascano dalle nuvole se dici che i maestri insegnano in più classi, di solito 3 maestri su 2 classi, quindi in media abbiamo 1,5 maestri per classe.

I conti ufficiali del risparmio mi lasciano pure perplesso. Innanzitutto difficilissimo capire cosa succederà davvero, il decreto non ne parla. In un'intervista la Gelmini ridimensiona, saranno convertite a maestro unico circa metà delle 108 mila classi a "moduli", mentre le 36 mila a tempo pieno (2 insegnanti su una classe a 40 ore) non verranno toccate. Il risparmio sarà di 25 mila insegnanti (il mezzo insegnate per classe).

Il tempo pieno verrà potenziato. Un terzo degli insegnanti risparmiati, circa 8 mila, verranno impiegati per nuove classi a tempo pieno. Ben 16 mila classi in più. Considerato che al tempo pieno (40 ore) ci sono due insegnanti per classi, significa che la Gelmini ha scoperto come bilocare quelle 8000 persone. O più probabilmente, che non ha in mente lo stesso tempo pieno che ho in mente io.

Infine sempre Tremonti stamane, dando una lezione di finanza creativa, ha affermato che con i libri di testo bloccati per 5 anni (iniziativa lodevolissima, una delle migliori del nostro governo, ma temo insufficiente, gli editori sono più furbi e sono anni che hanno adottato contromisure), le famiglie risparmieranno l'80% del costo dei libri. I casi sono due: o aveva in mente una famiglia tipo con 5 figli, distanziati di un anno l'uno dall'altro, o ha in mente un libro magico che aggiorni le pagine ogni anno.

mercoledì 3 settembre 2008

Zombie

Un editoriale del numero di ieri dell'Osservatore Romano dichiara che la morte cerebrale non è criterio sufficiente per stabilire la morte di un individuo. Infatti, secondo l'autrice, può esserci morte del cervello, ma senza che sia morto il tronco encefalico.
Tradotto in soldoni: la coscienza, la capacitò di riflettere, pregare, pensare, avere un'immagine di sé sono andate, per sempre. Non torneranno più. Può esserci qualche semplice riflesso (il che, secondo i criteri italiani, significa che la morte cerebrale ancora non c'é). Insomma, uno zombie, con l'anima (per chi ci crede) ormai da un'altra parte. Sottolineo che non si sta parlando di coma, ma di persone il cui cervello è completamente ed irreversibilmente andato. Che non possono mantenere un funzionamento "olistico", come corpo, che è appunto coordinato dal sistema nervoso.

Non sono un esperto del campo, non so quanto sia fondata l'ipotesi di una persona definita in morte cerebrale ma con ancora attive rudimentali funzioni del sistema nervoso centrale (vedi sotto, è infondata).
Ma il problema è più di fondo. Viene da chiedersi cosa sia la vita umana. Un processo biologico, respirare, produrre calore, defeacare? O c'entra qualcosa la possibilità, magari solo rudimentale, solo in potenza (forse domani si risveglierà) di una autocoscienza? L'esistenza di un "sè" dentro quel corpo?

No, non voglio diventare uno zombie. Se il mio cervello è morto, staccate la spina, rispettate le mie povere spoglie mortali. Io lì dentro non ci sarò più.

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Aggiungo qualche nota, sempre più perplesso, perché la confusione è grande.
Innanzitutto la morte cerebrale è definita come la distruzione di qualsiasi funzionalità del cervello, incluso il tronco. Cioè quel corpo non può vivere che pochi secondi se staccato dal respiratore, e pochi giorni se attaccato. NON si tratta di coma. Vorrei mi si illuminasse sulle recenti ricerche scientifiche che sostengono il contrario.
Non sono riuscito a ritrovare il caso citato della donna del 1992, tantomeno di quelle che l'hanno seguita e che avrebbero portato a termine una gravidanza, senza tronco encefalico funzionante. Ho il vago sospetto si trattasse di coma, grave, irreversibile ma non di morte cerebrale. Il massimo che ho trovato è stato il caso di una donna che, in morte cerebrale, è rimasta attaccata 72 ore al respiratore per poter partorire. Anche qui, se mi si indica un riferimento...
Sul problema, spinoso, di cosa fare di una persona in coma irreversibile, non so dare risposte. Da quel po' che ho letto semplicemente non sappiamo che funzioni cerebrali rimangano a queste persone, se possa esistere "qualcuno" lì dentro. E quindi, nel dubbio, si aspetta e si sta a vedere. Ma non è il problema di cui stiamo parlando qui.

martedì 2 settembre 2008

città ciclabile

Qualche giorno fa, all'interno di un pacchetto sul decoro cittadino, il Comune di Firenze ha vietato di legare le biciclette ai pali. Occorre legarle alle apposite rastrelliere. Questa è solo uno dei divieti, alcuni semplici da rispettare e logici (raccogliere le deiezioni canine, cosa che faccio regolarmente, richiede solo il portarsi dietro dei sacchetti di plastica), altri meno (che noia dà sedersi sui gradini di un monumento?) o decisamente assurdi, come quello di stendere i panni alle finestre ("comperatevi un'asciugabiancheria"). Ma torniamo alle bici.

Giustissimo, le bici van legate in spazi appositi, non lasciate
in giro. Ma facciamo qualche esempio. Nel tratto di strada dove vivo ci sono trentasei posti auto, e quattro posti per bici. La rastrelliera è aperta verso la strada, per cui se non è usata, viene immediatamente occupata da un'auto. Se è usata, l'autista scende, inclina la bici che intralcia (torcendo inevitabilmente la ruota, anche se non in modo visibile), e parcheggia lo stesso. Vediamo qui a fianco un esempio, la bici blu a destra (mia) è stata accostata a forza alle altre. Nella foto in basso un dettaglio della ruota forzata contro la forcella della rastrelliera. Il risultato è un simpatico colpetto di freni ogni volta che il cerchione danneggiato tocca i pattini. Certo, un quarto d'ora di tiraraggi sistema le cose, provvisoriamente, ma dopo un po' di volte tocca cambiare la ruota.

In altri posti va peggio. Una rastrelliera vicino a casa è ridotta ad un ammasso di ferri storti, testimoni di parcheggi ravvicinati. Una volta che ho lasciato lì la bici, ho ritrovato la ruota direttamente piegata ad angolo retto, e non c'è tiraraggi che tenga.

Riporto un breve estratto da una piccola discussione avvenuta un mesetto fa:
"Guardi che non può parcheggiare lì, c'è la rastrelliera per le bici"
"Ma non è segnalato" (vero, la rastrelliera non ha un cartello di divieto di sosta, ma serve?)
"Be', la rastrelliera c'è, e se parcheggia così danneggia la ruota di questa bici"
"Ma non ho trovato altro posto, sennò dove parcheggio?"
"Se proprio vuole parcheggiare dove dà fastidio, lì c'è un passo carrabile."
"Ma poi non possono uscire"
"E io così non posso mettere la bici, e se la lego ad un palo me la rimuovono"
(spazientito e ormai decisamente seccato) "Insomma! Mi fa andar via solo perché lei deve legare la bici?"

In stazione hanno messo delle belle rastrelliere con il "mollone", una spirale di ferro tra le cui spire infilare la ruota. Spesso prendo il treno andando in stazione in bici, e ci ho rimesso due cambi, in quanto il ferro del mollone si incunea tra la ruota posteriore e il deragliatore, storcendolo. Di legare la ruota anteriore non se ne parla, se non leghi il telaio (e da davanti non ce la fai) ritrovi solo la ruota. La rastrelliera infatti è piena di ruote solitarie, legate con robusti ed inutili catenoni. Esistono alcune rastrelliere molto pratiche, ma sono ancora poche.

E nel frattempo un mio amico mi racconta delle due bici che gli han rubato, una i ladri e una i vigili...

lunedì 2 giugno 2008

Hercolubus, o Nibiru

Ho visto ad una esposizione la pubblicità di un libro, Hercolubus. Ho cercato qualcosa in rete, e ho trovato scarsissime informazioni riguardo ad un pianeta che sarebbe in rotta di collisione con la Terra. Se volete saperne di più acquistate il libro, per soli 5€.

Quando arriverà 'sto pianeta? Nel 2012, pare, in coincidenza con una profezia Maya. Il pianeta è naturalmente la punizione divina per le nostre colpe, e metà del libro parla appunto di queste. Hercolubus avrebbe 8000 volte la massa della Terra, ma stranamente non esistono avvistamenti di un corpo celeste del genere. Le scarne notizie che sono riuscito a trovare (ovviamente di pagare 5 euro non ne ho nessuna voglia) sono semplicemente senza senso. Il pianeta orbiterebbe intorno ad una nana bruna, che si avvicinerebbe alla Terra in questi anni, facendo in modo che il pianetone intersechi l'orbita della Terra, contro ogni legge delle meccanica celeste.

Gli astronomi sono a conoscenza di questa minaccia (in un sito si parla di un pianeta extrasolare che coinciderebbe con Hercolubus) e sarebbero "pieni di panico", ma ovviamente ci tengono tutti all'oscuro.

Ma proviamo a ragionare un attimo. Un oggetto di quelle dimensioni sarebbe visibile a distanze tali da richiedere secoli per penetrare nel sistema solare, e nel caso della nana bruna addirittura con millenni di anticipo. Creerebbe perturbazioni orbitali visibili nelle orbite di tutti i pianeti. Non c'e' verso che un oggetto del genere crei terremoti a meno che non si avvicini veramente TANTO alla Terra. E anche in quel caso, mi preoccuperei molto più di perturbazioni orbitali che non terremoti o cambiamenti dell'asse di rotazione. Ma finché le prove sono queste (nessuna) non mi preoccupo.

Il tutto si collega alla leggenda di Nibiru (o pianeta X), un pianeta che avrebbe dovuto colpire la Terra qualche anno fa, ma periodicamente si sposta in avanti la data di 4-5 anni e si ricomincia la storia. Difatti esiste un sito apposito che collega le due panzane.

Perché ne parlo? Be' è un altro complotto in cui sono coinvolto, ormai sono un cattivissimo che nasconde le verità più atroci per biechi motivi (probabilmente ho un posto prenotato sull'astronave che porterà in salvo i pochi eletti, o qualcosa del genere).

Sono curioso di vedere se la cosa ha tanti fan come le scie chimiche. Probabilmente un po' meno, Google dà sul tema 30.000 hits in Italia, solo 1/10 di quelli delle scie. Ma non dispero che qualche fan di Nibiru mi mandi hate mails.

E comunque le due cose sono collegate (nel senso Nibiru->scie). Diversi gruppi spaziano su entrambi gli argomenti, anche se non ho capito perché qualcuno dovrebbe avvelenarci con le scie se tanto moriremo tutti tra pochi anni. I siti bi-complottisti sono ben il 50% di quelli su Nibiru, e il 5% di quelli sulle scie. In particolare l'ineffabile prof Malanga sostiene in un'intervista che il disastro di Nibiru/Hercolubus del 2012 è confermato da interviste sotto ipnosi. Poi sostiene che le scie chimiche sono opera probabilmente degli UFO. E questo insegna in una facoltà scientifica in Italia.....

E tra i (relativamente pochi) siti che parlano di entrambi indovinate chi c'e'? Uno dei fratelli Marcianò, in arte Zret, che sostiene che tra gli scopi delle scie c'e' quelli di impedire agli astronomi indipendenti di scorgere in tempo il pianetone.

giovedì 22 maggio 2008

Petrolio a 135

il che fa 85.60 €/barile, o 0,54€/litro.
Il precedente post (2 settimane fa!) corrispondeva a circa 80€/bl, a inizio anno eravamo intorno ai 70€/bl. Un anno a eravamo a 55€/bl.
Non mi aspettavo certo questa crescita. Ma tradotto in soldoni, quando questi prezzi arriveranno alla pompa significa un rincaro del 50% dei prodotti energetici (elettricità, riscaldamento, benzina), meno se la quota di tasse verrà ammortizzata. Una stima della federconsumatori dice che ogni 10 km di distanza casa-lavoro costano circa 4-500€ l'anno. Un aumento del 30% significa 130€ in più (OGNI 10 Km!).
Cominciamo a ragionarci.

martedì 13 maggio 2008

Complotti

Sono rimasto sconcertato dalle reazioni (quantità e qualità) ai miei post sulle scie chimiche. C'era da aspettarselo, una ricerca su Google trova 370.000 riferimenti sul tema, mentre "esaurimento petrolio" (altro argomento trattato qui e virtualmente ignorato) ne da solo 119.000. Evidentemente le bufale tirano più dei problemi seri.

Un'altra ragione di perplessità riguarda l'abbondanza di motivi per cui criticare la politica estera USA, o le aattività non troppo ortodosse della CIA (uso eufemismi). Francamente non ho mai sentito il bisogno di un ulteriore motivo di critiche, quello che succede nel mondo reale mi basta ed avanza. E allora, scherzando ma non troppo, mi chiedo: non sarà che i veri pagati per diffondere teorie palesemente assurde sono loro? "La CIA ci avvelena tutto irrorandoci di nanoprobe borg". "Sì, nell'ultima puntata di Star Trek". E così il primo esercito del mondo può ammazzare un milione di irakeni senza che nessuno se ne preoccupi. Ovviamente non penso che i vari Straker ecc. siano agenti CIA, ma mettere in giro in rete una teoria balzana non è difficile, e trovi sempre chi ci casca. Così 'sti qui perdono tempo sotterrando in giro pezzi di plastica come quelli a fianco e non rompono sulle questioni serie.

Comunque, parlando con i colleghi, ho scoperto che queste persone non sono neppure originali. Correva l'anno 1968, e all'Osservatorio di Arcetri arrivò un tizio che voleva parlare con un astronomo (il collega che gli diede retta lavora ancora qui). Aveva scoperto che le scie che gli aerei si lasciano dietro, quelle belle persistenti, servono a far piovere, difatti dopo che le rilasciano spesso diventa nuvolo e piove. Ma lui aveva il rimedio (neppure il chembuster è originale...), un tubo di metallo che puntava contro le scie. Non funzionava ad orgone, comunque, al posto dell'orgonite aveva un fornello a gas da campeggio. Il tipo continuò a venire per diversi mesi, circa ogni 15 giorni, poi sparì.

domenica 11 maggio 2008

scie chimiche 2

Un paio di lettori del post di qualche giorno fa sulle scie chimiche, invece dei soliti insulti, mi han proposto un po' di argomentazioni. Per questo li ringrazio, e mi sembra giusto rispondergli in modo più articolato.
Il primo (mail privata) non ha mai visto immagini di contrails nella seconda guerra mondiale. Lo accontento subito. Come potete vedere qui (foto presa dal libro del 1950: Air Force: A Pictorial History) uno stormo di un centinaio di fortezze volanti poteva veramente coprire il cielo di scie. Altre ne può vedere sul sito da cui ho preso le altre foto di questo post (tutte almeno di 30 anni fa).
Il secondo lettore mi pone molte domande, ma il punto fondamentale è che il suo assunto di partenza è semplicemente falso. La formazione di contrails non è un fenomeno raro. Non lo era 40 anni fa e non lo è oggi. Su questo esistono due opinioni, evidentemente, quella dei meteorologi, documentata da un sacco di studi, e quella dei sostenitori del complotto.

Per fare un esempio, guardandosi le condizioni meteorologiche in quota,si trova che praticamente tutto l'inverno ci sono condizioni per la formazione di scie sopra gli 8000 metri, e non di rado anche a 7000 metri. Questo nonostante sia noto che i radiosondaggi spesso sottostimano l'umidità ad alta quota (possono dare condizioni di umidità bassissime in presenza di cirri), e che le formule impiegate per prevedere la formazione di scie (Appleman) la sottostimino in modo significativo. Studi più precisi mostrano che condizioni che portano alla formazione di scie persistenti (supersaturazione rispetto alla formazione di ghiaccio) sono presenti ad alta quota tra il 15 e addirittura il 40% del tempo.
Del resto mi chiedo che tanker sarebbe in grado di produrre una scia di 300 km visibile da satellite, come quelle indicate dal mio lettore. La maggior parte della materia che vediamo è ghiaccio formato dal vapor acqueo che era già presente nell'aria, ma che non poteva ghiacciare per mancanza di nuclei di condensazione. Questi sono forniti dalle goccioline d'acqua (che poi pure ghiacciano) e da tutte le altre porcherie che ci sono in un normale scarico di aereo. Quindi il totale della materie che compone la scia è parecchio di più del combustibile utilizzato (un grammo di benzina, bruciando, produce più di un grammo d'acqua, che è solo una frazione dell'acqua nella scia).Restando alle contrails da satellite, in questo studio, del 2000, si utilizzano le immagini satellitari per studiare il fenomeno. Vi ho trovato l'immagine qui sopra, del 1977, che mostra scie sopra il Minnesota. Quella verticale è di circa 300 km. In alto a destra c'è il lago Superiore, sul bordo destro, a 1/4 dall'alto, si vede Minneapolis. Il bordo in basso a sinistra è in Nebraska. Purtroppo non è facile trovare immagini satellitari di archivio non a pagamento.
Non ho idea dei perché un particolare aereo faccia manovre "strane". Comunque in molti siti che ho visto questo è dedotto dalla forma della scia, come in questa del 1954. In cui, evidentemente, il vento in quota ne ha distorto la forma, nessun aereo, neppure delle freccie tricolori, fa cose simili.

Ho una buona memoria dei cieli visti da giovane. Avendo a disposizione un telescopio, ho notato già a 14 anni le diverse tipologie di contrails, dal motore, dai bordi delle ali (oggi questi sono divenuti più rari, evidentemente si cura meglio la turbolenza in questi punti), tutte cose che poi ho potuto studiare. Ho imparato quali erano le condizioni migliori per la loro formazione. La grossa differenza tra allora ed oggi è il numero dei voli aumentato in modo vertiginoso, per cui in alcuni posti passano davvero centinaia di aerei il giorno, quando ai miei tempi magari ne passavano 2-3 e una scia isolata non veniva semplicemente notata, o ricordata.
Ancora oggi il cielo lo guardo (è il mio mestiere...) e conosco ormai le principali rotte che passano sopra casa mia. Tutte le mattine si incrociano due aerei, evidentemente rispettando le distanze di sicurezza (non si può stabilirlo da terra senza misure tridimensionali) e lasciano dietro talvolta niente, talvolta una scia che svanisce dopo pochi minuti, talvolta (d'inverno è quasi la norma) una scia persistente, da orizzonte ad orizzonte. Guarda caso dalle condizioni del cielo riesco a prevedere, quasi sempre, come sarà. Si tratta di un tanker che nei giorni di cirri si sostituisce all'aereo di linea? O che a seconda del tempo che fa scarica cose differenti? Nei giorni in cui il "mio" aereo lascia scie persistenti, lo fanno tutti, e il cielo si riempie di striscie bianche. E sono i giorni in cui le previsioni danno cielo tendete al brutto, ecco, ci sono arrivato, i tanker servono a far rispettare le previsioni ai meteorologi, sennò col cavolo ci azzeccano. Scherzi a parte, qui trovate un po' di foto satellitari, da cui si vede come la scia si interrompa quando l'aereo esce dalla zona con cirri. Evidentemente, sono le condizioni meteo a determinare le scie e non viceversa.

Vedere un aereo a 8000 metri è difficile, ma se c'è una scia ad indicarcelo lo si nota subito. Un 747 ha un'apertura alare di oltre 70 metri, non è impossibile vederne la sagoma a 7000 metri. E sentire un aereo a 7-8 km di distanza, se non ci sono rumori di fondo, credo sia perfettamente possibile, anche se non comune. Naturalmente quando non ci sono scie non si notano neppure gli aerei. Comunque non esistono solo le contrail di ghiaccio, che si formano solo a quote alte (alle nostre latitudini). Un aereo può lasciare scie di condensa di acqua anche in fase di atterraggio. Non sono molto persistenti, ma abbastanza da essere fotografate.Qui si può vedere un aereo di linea ripreso mentre atterra (è l'unica foto recente di questa pagina). Le scie sono causate dalla turbolenza sul bordo esterno dei flaps. Il sito da cui l'ho presa mostra diverse scie di tutti i tipi, con tanto di volo, data, tipo di aereo, tutti normalissimi voli di linea.

venerdì 9 maggio 2008

Caro Petrolio 2


E siamo a 125 e rotti dollari al barile. 81,36 euro, centesimo piu', centesimo meno. Qualcuno si è preso la briga di calcolare i possibili prezzi fino al 2030, e quanto questo influirà sul prezzo alla pompa della benzina. E' in Australia, ma considerate le incertezze del modello, se lo si calcola in euro per l'Italia non credo sia granché sbagliato. Forse un tantino ottimistico.
Il conto è basato sul seguente ragionamento. Nel futuro la produzione di petrolio è destinata a diminuire, come ho raccontato in un mio precedente post. Per comprimere la domanda, bisogna alzare i prezzi fino a che i potenziali clienti non riducono i loro consumi, volenti o nolenti. Quello sarà il prezzo che pagheremo. Ripeto, nella più ottimistica delle previsioni.

martedì 6 maggio 2008

Scie chimiche

Sono appassionato del cielo da quando avevo 7 anni (il che purtroppo significa ben 42 anni fa), e il mio primo telescopio l'ho costruito a 12 anni, con le lenti fornitemi dal padre, ottico, di un compagno di classe. E con quello mi divertivo ad inseguire gli aerei. Da allora so che, quando fa freddo e c'è un po' di umidità nell'aria, gli aerei rilasciano scie bianche, talvolta corte e di breve durata, ma abbastanza spesso persistenti per ore. Naturalmente le rare scie di 40 anni fa sopra Pordenone sono diventate, con l'aumento del traffico aereo, ben più numerose.
Da qualche anno però queste scie hanno attirato l'attenzione di persone ed associazioni che le ritengono prodotte deliberatamente, con aerosol di sostanze chimiche. Le prove?
  • Una scia di condensazione si forma solo in condizioni molto particolari (altitudine maggiore di 8000 metri, temperatura minore di -40, umidità di almeno il 70%), e comunque non dura più di qualche minuto.
  • Le scie appaiono solo in alcuni giorni e non in altri
  • Una scia di condensazione non può assumere forme "strane", essere intermittente
  • Gli aerei che le "spruzzano" sono bianche, senza contrassegni particolari
  • Il tempo non è più quello di una volta
Orpo (si passa al dialetto quando si è preoccupati), allora mi avvelenan fin da piccolo. Sono andato subito a controllare se le "prove" siano sensate, e ho subito scoperto che le contrail, le scie di condensazione, sono un fenomeno ben noto fin dagli anni '20. Studiatissimo, e piuttosto frequente, al punto che c'è chi se ne preoccupa perché hanno un impatto piccolo, ma non trascurabile sull'effetto serra. I numeri indicati dai sostenitori delle chemtrail non hanno semplicemente senso, le contrail persistenti si formano in un intervallo molto più ampio di condizioni, quelle non persistenti poi sono la regola più che l'eccezione.
Tutte le presunte "anomalie" delle contrail hanno spiegazioni semplici in termini di venti di quota, turbolenze, ecc. Gli aerei visti da sotto sono praticamente tutti bianchi senza contrassegni. E il tempo non è più quello di una volta (probabilmente poi non lo è mai stato) ma per altri motivi.
A rassicurarmi, se avessi avuto ancora dubbi, un po' di amici meteorologi. Esistono migliaia di articoli scientifici sulle contrail, sono studiatissime, e finora NESSUNO dei moltissimi studiosi che le guardano con occhio più professionale del mio ci ha visto anomalie, fenomeni inspiegabili in termini di banale condensazione del vapor acqueo emesso dai motori.

E allora queste prove? Nessuna misura diretta della quota degli aerei "a 1500 metri" (basterebbe una triangolazione seria), nessuna analisi chimica delle scie in loco (un volo su un aereo da turismo, che attraversi la scia dopo una mezzoretta, costa circa 100 euro), nessuna foto in cui si veda un aereo che "scia" sotto l'aereo da turismo appena citato. Solo infinite foto di scie di condensazione, e accuse di essere dei venduti a chiunque (NASA inclusa) sostenga che le contrail si comportano proprio così. Insomma, quelle scie sono "chimiche" solo perché non si potrebbero formare, nessuno ha mai visto davvero i prodotti chimici ipotizzati se non con analisi al suolo che non dimostrano nulla (al piu' un po' di inquinamento generico), e chi sostiene che invece si possono formare (meteorologi, fisici dell'atmosfera) è un venduto agli avvelenatori.

Ma analizzando in dettaglio le argomentazioni dei chemtrail-isti, si trovano perle da scompisciarsi dalle risate. Se non fosse che una ricerca su Google riporta 300.000 siti in Italia che parlano di questa colossale bufala come fosse una cosa seria, e ci siano state interrogazioni parlamentari e persino un documento della CE a riguardo.
  • Per verificare l'altezza di un aereo, uno di loro ha utilizzato un puntatore laser. Siccome il laser ha una portata di 3500 metri, se riusciva ad illuminare l'aereo significava che questo era a quella quota, e non agli 8000 metri richiesti. Mi immagino la sua idea di laser, con il raggio che termina bruscamente a 3500 metri stile le spade di Star Wars. Inutile aggiungere che non c'è nessuna misura, da nessuna parte, delle quote dichiarate degli aerei.
  • Il CNR è complice del progetto. In questo progetto, infatti, si studiano gli effetti degli aerosol sul clima. Nessuno si è sognato di andare a vedere cosa significhi la frase, gli aerosol in questione sono tutte le polveri, i fumi, anche le particelle di sale prodotte dalle onde marine, che come quantità superano alla grande qualsiasi cosa possa essere spruzzata da un aereo. Sospetto che gli aerei non vengano considerati neanche di striscio nella ricerca.
  • Le scie servirebbero a decimare la popolazione mondiale, ormai insostenibile. A parte il fatto che si tratta di una morte lenta, visto che sono decenni che queste scie solcano i cieli, si tratta sicuramente di un complotto segretissimo, visto che decine di migliaia di meteorologi sono stati comperati e messi a tacere. Per non parlare dei piloti delle migliaia di aerei coinvolti, di tutto il personale a terra, ecc. Tutta gente che non si preoccupa di essere una potenziale vittima di questi micidiali veleni.
  • Non si tratta solo di veleni o di virus, ma anche di nanomacchine: robot autoreplicanti invisibili ad occhio nudo che si infiltrano sotto la pelle provocando malattie nei malcapitati, che possono addirittura "trasformare, a poco a poco, le persone in esseri cibernetici". Meglio dei Borg di Star Trek.
  • Nel complotto c'è di mezzo una stazione di ricerca in Alaska, HAARP. Che sarebbe capace di bucare la ionosfera, alterare il clima, produrre esplosioni elettromagnetiche in ogni parte del globo, addirittura provocare terremoti. E' il mio campo, con due conti sul retro di una busta ho verificato che HAARP non è fisicamente in grado di fare questo. L'energia emessa da HAARP, che illumina solo una piccolissima porzione di ionosfera, è insignificante se confrontata con quella che il Sole vi deposita. E' persino al di sotto dei limiti protezionistici italiani per le esposizioni di onde radio alla popolazione (da 3V/m, a 100 km, a meno di 1V/m, a 350 km).
  • Ma la cosa più divertente è la loro arma segreta, una serie di tubi metallici riempiti di plastica che, grazie all'energia orgonica può disperdere le scie (mi chiedo che fine facciano i pericolosissimi veleni, i virus, le nanomacchine spruzzate dagli aerei). Ne voglio uno anch'io, chissà che non disperda anche i fastidiosissimi cirri che ti impediscono di osservare al telescopio almeno una notte su tre.
  • Un lettore mi fa sapere che pure il mio istituto fa parte del complotto. Siamo proprio masochisti, abbiamo bisogno di cieli tersissimi, e ce li rannuvoliamo apposta. Un buon articolo sull'argomento si trova qui. Noi astronomi ce l'abbiamo a morte con le contrail, ma sappiamo che sono fatte di acqua.
  • Ultimissima: Questi non finiscono mai di stupirti, e sto ancora rotolandomi dalle risate. Sarei nientepocodimeno che al servizio della CIA, con tanto di foto. Insieme a Beppe Grillo e famosi meteorologi (che onore!). Ma per un disguido tecnico, si dimenticano sempre di pagarmi. Mi chiedo quanto debbano pagare Grillo.

mercoledì 30 aprile 2008

Mobilità elettrica

Sono felice possessore da diversi anni di un motorino elettrico. Unico neo, le batterie, 70 kg di piombo da portarsi appresso, con evidenti problemi in salita. Le batterie al piombo soffrono di molti altri problemi, come la difficoltà a "digerire" la corrente che il motore recupera durante le frenate e le discese, e non sono decisamente fatte per alimentare un motore da 2 cavalli e mezzo, tanto che sul motorino c'è un apposito tasto "economy" che limita la corrente, e la potenza.
[In realtà qualche altro neo c'era: i contatti della pulsantiera che si ossidavano, risolto con un po' di grasso per contatti, e quelli a baionetta delle batterie, sostituiti con robuste viti e capicorda].

Già così riuscivo a fare circa 40 km con meno di 2 chilowattora, meno di un centesimo di corrente elettrica a km. Confrontato con il vecchio ciclomotore, che per la stessa distanza mi chiedeva oltre un litro di miscela, non è male. Oltretutto a Firenze la corrente è gratis, fornita dal comune in circa 130 colonnine di ricarica, ma si tratta di qualche decina di euro l'anno, che sarei felice di pagare, sono meno dell'abbonamento dell'autobus per un mese.

Di recente le batterie han finito la loro vita e mi sono deciso a sperimentare le nuove Litio Polimeri, di una ditta coreana, su cui diversi dei soci dell'ASPO stanno facendo prove, retrofittando cinquini, recuperando auto elettriche dismesse, ecc. Le vedete qui di fianco, nella scatola costruitami ad hoc dal signor Falci, che ha fatto tutto il lavoro. I singoli elementi (13, per 48V complessivi) han la forma di sacchetti di plastica piatti, che si intravedono dietro quei cosi blu che sono i terminali elettrici collegati in serie. Nel tappo della scatola è montata l'elettronica di protezione, con un sacco di fili che servono a controllare la "salute" di ogni singolo elemento.
Il tutto pesa 15 kg, praticamente come una sola delle vecchie batterie al piombo, anche se le dimensioni sono parecchio maggiori e han costretto ad una modifica del carter (quel bozzo tra i piedi nella foto in alto).

Già che c'ero mi sono pure dato un'occhiata all'elettronica di controllo, ma al di là di scoprire che processore è stato impiegato non sono riuscito a recuperare altre informazioni. Parte del programma è memorizzata in due memorie Flash estraibili, ma di retro-assemblarmi 128 KB di codice per capire che fa non ne ho proprio nessuna voglia. Non ci sono evidenti porte di comunicazione, apparentemente tutti i parametri sono fissati una volta per tutte nella Flash. Ho provato a scrivere alla casa costruttrice, sentire in rete, ma nessuno ne sa di più. Se qualcuno mi può dare dritte glie ne sarei grato.

Rimontato il tutto sono passato da 40 a 65 km con un "pieno". Il tasto "economy" è un ricordo, le batterie possono tranquillamente erogare tutta la corrente che serve senza perdere prestazioni (in realtà perdono circa il 6% o 4 km, come si può leggere dal grafico accanto passando dalla curva verde a quella viola). Si ricaricano in un paio d'ore, invece delle 8-10 che servivano prima. Le salite non gli fanno un baffo, e nelle discese si recupera una buona parte di quanto consumato in più nelle salita. La durata dovrebbe essere mooolto maggiore di quella delle batterie al piombo. Usate con cura, scaricandole al più all'80%, dovrebbero durarmi 20 anni. Lo spero, perché anche il costo è in proporzione. Ma sono curioso, e voglio vedere nella pratica se una mobilità elettrica sia sostenibile. Le batterie ad alte prestazioni sono un tassello importante per questo.

giovedì 3 gennaio 2008

Caro petrolio

Ieri qualcuno ha pagato un barile di petrolio a 100$. Non è di per sé una gran notizia, da un paio di mesi il prezzo di un barile oscilla sopra i 90$, con punte a 99$. Ma se si guarda l'andamento degli ultimi 3 anni, fa impressione. Siamo passati da 30-40$ a 100, con un andamento oscillante ma inesorabile, che nell'ultimo hanno ha accelerato drasticamente, in media un 5% in più al mese.

I motivi citati dai giornali sono i più disparati, ma più o meno nella stessa linea: tensioni geopolitiche, terrorismo, nigeriani che guerrigliano, ceceni, pakistani, chi più ne ha più ne metta tanto una guerricciola si trova sempre, in qualsiasi momento. Poi c'è la speculazione. Certo, c'è sui pomodori, figuriamoci se non c'è sul petrolio. Chi ci capisce più di me la valuta intorno al 20%, se non ci fosse quella il petrolio costerebbe 80$. Il prezzo di settembre-ottobre.

Ma se si guarda i dati sulla produzione, si vede che sono 3-4 anni che di petrolio si produce sempre quello. Nonostante i grossi investimenti stimolati dai prezzi in salita, i nuovi giacimenti messi in produzione, si riesce a malapena a contrastare il declino naturale dei vecchi giacimenti, che sono ormai tutti in calo. Anche le prosepttive sono quelle, difficile capire in anticipo quanto un giacimento produrrà, ma anche qui se va bene si riesce a tenere stabile la produzione, nulla di più. Il tutto nonostante i consumi siano aumentati, nei decenni precedenti, di un 2-3% l'anno. Insomma, gli alti prezzi servono, in un'economia di mercato, a "distruggere la domanda", ad eliminare quel 10% di consumi che ci si aspetterebbe estrapolando la tendenza, a fare insomma in modo che il petrolio prodotto basti. Di produrre di più non se ne parla, l'OPEC annuncia ma poi al momento buono si rimangia tutto. Semplicemente non può.

Cosa succede se questo continua (e non vedo perchè no)? Un raddoppio ogni 3 anni significa che i prezzi decuplicano ogni 10. Che nel 2010 la benzina costerà 2 euro e mezzo al litro, e nel 2018 13 euro. Un pieno a 300 euro, più o meno un euro a km. Non speriamo in cose come i biocarburanti (che ci han già raddoppiato il costo del grano), o l'idrogeno (la miniera più vicina di idrogeno è su Giove). Quelle sono bufale e basta, hanno un senso, limitato, in alcuni ambiti ma per far andare le auto sono controproducenti, peggiorano solo la situazione. Né pensiamo che basterà non andare in auto. Il 10% del petrolio serve per far andare l'industria agroalimentare, senza quello non si mangia. O detto in altri termini, col petrolio a quei prezzi andare a far la spesa sarà un salasso. E abbiamo visto cosa succede con i camion fermi, il "just in time" ha un'autonomia di 3 giorni, più o meno.

Che fare, oltre a chiudersi in casa e aprire la canna del gas (finche c'è)? Bé il primo passo è rendersi conto che un problema esiste, e che è vicino, molto. Abbiamo 10, 20 anni prima che il petrolio ci abbandoni, e lo farà stringendo lentamente il cappio che ci siamo messi al collo. Dobbiamo imparare in questo tempo a farne a meno. Non possiamo certo abbandonare l'auto da un giorno all'altro. Siamo legati mani e piedi a questa assurda scatola di latta, il lavoro spesso è impossibile da raggiungere senza, i figli li mandiamo a scuole lontane, ad attività al capo opposto della città. Impariamo a farne a meno, con una terapia a scalare di disintossicazione. Scegliamo le cose che facciamo in modo e dove la macchina non serva. La bici è una grande invenzione, e i motorini elettrici fan 100 km (almeno) con un litro di benzina equivalente in centrale elettrica.

Impariamo a fare a meno di tutta l'energia che sprechiamo. Credevo di consumarne poca, con i miei 4 kWh al giorno (bolletta di 36 euro a bimestre) ma un conoscente mi ha dato un ceffone morale con i suoi 50 kWh al mese, 1,6 al giorno, meno della metà. Andrò ad imparare da lui. Comunque con elettrodomestici A++, e lampadine a basso consumo si risparmia abbastanza da ripagare l'investimento in meno di 2 anni. Coibentiamo, mettimo doppi e tripli vetri, finestre senza spifferi..... Di spazio ce n'è tanto per migliorare, oggi sono tornato a casa dopo una settimana di assenza e casa mia, con tutto spento, ha 18 gradi. Grazie ai vicini che tengono il termostato a 21, ma grazie anche ai nuovi infissi appena cambiati.

Comperiamo alimenti biologici, e di "fililera corta". Riscopriamo i mercatini locali, le passeggiate, le relazioni umane. Soprattutto queste. Il mondo che verrà lo costruiremo noi, da ora. Potrà essere un mondo di pirati che saccheggiano ciò che è rimasto, o un mondo in cui si cerca di affrontare insieme i grossi problemi che avremo davanti.