Ieri ho fatto una scoperta che mi ha lasciato di sale. Con un colpo di penna la finanziaria ha cancellato l'ente per cui lavoro, assieme ad una decina di altri enti di ricerca.
Ha fatto altre cose, tipo condonare un paio di milioni di edifici abusivi, e bloccarmi lo stipendio per i prossimi tre anni. Dico subito che non ho nulla da obiettare sul mio stipendio, è vero che godo di una posizione privilegiata, e se ci sono da fare sacrifici non mi tiro indietro.
Mi sembra invece indegno di un paese civile che chi ha imbrogliato, infranto la legge, basta paghi una piccola cifra e si ritrova a posto. Far questo per raccattar due soldi è come, per un idraulico, vendere la cassetta degli attrezzi. Significa confermare che chi imbroglia e infrange la legge basta aspetti fino alla prossima manovra ed è salvo.
Leggevo anche, su quel quotidiano comunista che si intitola con un titolo astronomico ma che parla di soldi, che l'evasione fiscale in Italia ammonta a 120 miliardi, circa 2000 euro a italiano. Se tutti pagassero le tasse, potremmo non solo risparmiarci questa manovra, ma avere anche indietro 1600 euro, tutti, inclusi i lattanti e i novantenni.
Ma torniamo al mio ente. La ricerca italiana è un autentico miracolo. I miei colleghi riescono a fare ricerche astronomiche a livello di paesi con ben altri budget, e nessuno ha problemi a cercar lavoro all'estero. Un altro istituto in odore di chiusura è l'istituto nazionale di vulcanologia e geofisica, che è in assoluto tra i migliori del mondo. Ma occorre fare i salti mortali, non si hanno i soldi per la manutenzione dei laboratori, e un paio di mesi fa il radiotelescopio di Noto si è bloccato perché ha ceduto il cuscinetto di una ruota.
Nei mesi scorsi ci sono stati alcuni segnali preoccupanti. Il Corriere della Sera, in una serie di articoli sugli sprechi italiani, raccontava che non ci sono i soldi per far funzionare il nuovissimo "Sardinia Radio Telescope", costato 130 miliardi. Ma come, questi spendono 130 miliardi se poi non hanno neppure i soldi per pagare i dipendenti?
Evidentemente è un carrozzone che ha assunto senza criterio, uno
stipendificio. Ovviamente non raccontava che i soldi c'erano, ma sono stati tagliati, e che i posti in organico, gli stessi da molti anni, non sono neppure coperti tutti, non si riesce a rimpiazzare chi va in pensione. Per fortuna il tecnico elettronico del mio laboratorio, in pensione da martedì, continuerà a venire, gratis, perché questo lavoro gli piace, altrimenti non saprei come fare a montare i circuiti.
Ma il messaggio generale che emerge è più preoccupante. La ricerca è uno spreco, un carrozzone che serve solo ad assumere gli amici degli amici, o nella migliore delle ipotesi a far divertire dei fannulloni. Meglio sciogliere, accorpare (noi finiremo nel CNR, in realtà nessuno viene licenziato) anche se un'operaizone di questotipo significa qualche anno in cui non si capirà nulla, i soldi esistenti resteranno bloccati perché nessuno saprà dove esattamente sono, tanti contrattisti rischieranno di perdere il posto.
Ci saranno costi anche economici, l'astronomia italiana produce commesse industriali (con soldi non italiani, la maggior parte dei nostri fondi vengono da enti internazionali). Solo il progetto di ottiche adattive, un sistema sviluppato ad Arcetri per correggere la turbolenza atmosferica nei telescopi, ha ricevuto una decina di commesse, per altrettanti telescopi internazionali. Con i casini che tutto questo produrrà è estremamente probabile molte di queste commesse salteranno.
Vediamo come va a finire...