Ne ho
già parlato, riferendomi ad una nota
avventura di Asterix, e faccio un breve aggiornamento.
Il decreto 136 del 13/8/2010 è stato recentemente convertito in legge, e sono state diffuse istruzioni (criptiche) su come comportarsi per acquistare beni o servizi nella pubblica amministrazione.
L'interpretazione della mia amministrazione è la seguente:
- ogni ordine, per qualsiasi importo (anche le viti dal ferramenta) deve essere corredato da un codice CIG, che identifica l' "appalto" (anche se l'appalto per piccole spese non è in realtà necessario). Siccome il CIG viene rilasciato da un ufficio centrale con specificata la spesa devo avere un'offerta precisa per l'importo. E ovviamente questo richiede un po' di tempo e lavoro da parte dell'amministrazione
- la ditta deve compilare un modulo di tracciabilità finanziaria, in cui dichiara che il conto corrente su cui la paghiamo verrà usata per tutte le spese, di materiale, personale, servizi (es. l'affitto del negozio) inerenti all'ordine.
- la ditta è obbligata a riportare i codici CIG interessati in tutte le fatture fatte ai fornitori, dipendenti, ecc.
- se sgarra, non la paghiamo.
Ad ottobre ho mandato il modulo ad una ditta inglese (in realtà un ufficio di un'università) che, con una intelligente operazione di consorzio, riesce a spuntare prezzi convenientissimi per licenze software educazionali di CAD elettronici. Il mio laboratorio può permettersi di spendere 2000 euro l'anno per i CAD che ci consentono di costruire apparecchiature elettroniche (che so, il
correlatore del radiotelescopio ALMA), ma non può certo spendere 10 volte tanto, visto che non vendiamo questi strumenti. La ditta in questione, comprensibilmente, non mi ha neppure risposto, chi glie lo fa fare, sono ricercatori come noi che già si sbattono per fare un servizio, non possono impazzire a tracciare
codici CIG che manco capiscono che siano.
Il risultato è che dal primo Gennaio io il software non ce l'ho più. Riesco a barcamenarmi con delle licenze "dimostrative" che ti consentono di lavoricchiare, ma non so per quanto, e alla prossima licenza che mi scade mi fermo del tutto.
È un problema generale. La seconda condizione equivale a pretendere che la ditta abbia un solo conto corrente. Ora molte ditte hanno più conti correnti per motivi validissimi, ad es. perché han sia fornitori europei (conto in €) che statunitensi (conto in $). O perché pagano un mutuo con una banca ma poi han trovato una banca che fa condizioni migliori. O perché hanno più di un mutuo. Una nota ditta di computer di Firenze paga i dipendenti su un conto corrente, ma ne usa un secondo per tutto il resto.
E anche la terza condizione non è da meno. Supponiamo mi serva da una ditta che assembla computer. Ovviamente questa ditta può avere un centinaio di clienti nella pubblica amministrazione, e ordina i pezzi da una decina di ditte differenti. In ogni ordine ai suoi fornitori deve indicare che computer ha costruito con quei particolari pezzi, uno ad uno (tramite i rispettivi
CIG). Ogni busta paga deve contenere i
CIG di tutti gli ordini fatti. Sperare lo faccia un fornitore, magari estero, da cui vai a comperare quel particolare componente che fa solo lui è fantascienza.
Al dipartimento di astronomia hanno appena imbiancato una stanza. L'imbianchino ha già giurato che è l'ultima, ci ha messo più tempo a recuperare, compilare, vidimare i moduli che ad eseguire il lavoro.
Qualcuno ha un suggerimento per inventare un
modulario A/39?