domenica 26 giugno 2022

Come vivere con il gas ai prezzi attuali - seconda parte

Nel precedente post ho cominciato a raccontare come ho fatto ad azzerare la bolletta del gas, e a ridurre moltissimo quella della luce. Quella della benzina non ce l'ho proprio (e quindi niente assicurazione, bollo, tagliando, rate dell'auto...). Ripeto quello che ho già detto: non mi ritengo un modello da prendere ad esempio, ho avuto alcune fortune, tipo di trovarmi in una casa con muri già decentemente isolati, e molte soluzioni le ho trovate a prove ed errori. A me funzionano, non è detto siano le migliori. Ma essere stato pessimista 10 anni fa (e lo sono ancora) è tornato utile, mi sono preparato per tempo. Continuo quindi a raccontare le cose che ho fatto. La prima (e più ovvia): isolare la casa, cambiando gli infissi e mettendo un controsoffitto, l'ho descritta nel post precedente. Le rimanenti sono:
  • Efficientare: un elettrodomestico a basso consumo costa un po’ di più, ma si ripaga in molti casi in un tempo relativamente breve. Uno dei più critici è il frigorifero.
  • Risparmiare: possiamo rinunciare ad alcune cose, almeno in parte, senza grossi sforzi. Possiamo accorgerci che alcune non sono indispensabili. Un grado o due in meno in casa significa dover tenere un maglione in più.
  • Elettrificare: l’elettricità è molto più efficiente per praticamente tutte le applicazioni in cui usiamo i combustibili fossili. Questo compensa il maggior “pregio” dell’elettricità rispetto ai fossili, e in alcuni casi (in particolare il riscaldamento) può portare a risparmi netti. L’elettricità può essere prodotta con rinnovabili, i combustibili sintetici anche se in teoria possibili sono estremamente inefficienti. Se sentite decantare i pregi dell’idrogeno, rizzate le orecchie, di solito non è vero (in alcuni casi sì
  • Prodursi l’energia. Individualmente è difficile. Ma in qualche caso conviene, se avete un tetto in cui mettere qualche pannello fotovoltaico, non vincolato da duemila balzelli, fatelo.

Secondo punto: Efficientare

Una discreta fetta dei consumi elettrici è legato al frigorifero: non consuma tantissimo, ma è acceso 24 ore al giorno. Un vecchio frigorifero di 15 anni fa consuma in media 100W, quasi 900 kWh in un anno. Un modello recente viaggia tra i 180 e i 200 kWh annui. Costano di più ma anche ai vecchi costi del kWh la differenza si ammortizza in pochi anni. A quelli attuali in un paio. Vale lo stesso ragionamento per quasi tutti gli elettrodomestici, quelli in classe A++ costano di più ma consumano molto meno.

Il computer portatile che sto usando consuma 10W, 25W quando frulla per un conto complicato. Senza demonizzare un gamer con un computer da 400W, se il computer ci serve per navigare un po’ su Internet, guardare qualche film e leggere le mail possiamo sceglierne uno che consumi poco. Il televisore praticamente non lo uso, ma comunque non serve averne uno enorme, e i consumi aumentano moltissimo con il numero di pollici.

Le luci ormai sono tutte a basso consumo. Il risparmio però si annulla se la lampadina dura poco, e il consumo di risorse di queste lampade (soprattutto terre rare) è elevato. Meglio spendere qualche euro in più e prenderle di buona qualità, teoricamente possono durare 100 mila ore, molti decenni, ma quelle economiche si bruciano in pochi mesi, al massimo anni. Alla fine l’illuminazione, con un po’ di attenzione, non incide granché sui consumi, i tempi del “spegni le luci che consumano” sono finiti.

Gli stand-by sono un argomento controverso: oggi gli elettrodomestici in stand-by consumano pochissimo, ma qualsiasi elettrodomestico moderno non è mai realmente spento, e ciascun watt di stand-by in un anno diventa quasi 9 kWh. Alla fine i consumi degli stand-by di una casa contribuiscono a diverse centinaia di kWh l’anno. Però accendere e spegnere spesso un apparecchio elettronico non è salutare, ed alcuni sono davvero scomodi da reimpostare (ad esempio per i timer). Quindi avere gruppi di elettrodomestici alimentati con un interruttore può essere una buona idea, ma va visto caso per caso.

Terzo punto: Risparmiare

Abbassare la temperatura del termostato ha un effetto drammatico. Ogni grado in meno tolgo un 10% dei consumi, 430 kWh. Ormai ho deciso che 18 gradi sono una temperatura ragionevolissima, significano un maglione in più, un piumone caldo per la notte, e scendo a 2800 kWh, o 38 kWh/mq/anno. Tolti i 1300 kWh “gratis”, mi servono quindi circa 1500, circa quelli che mi fornisce (con il guadagno di energia) la pompa di calore.

Dispersioni dopo l'isolamento (risparmio
in blu) ed abbassando il termostato
(risparmio in arancio)

 

Il risultato finale è mostrato nel grafico a "torta" qui sopra È nella stessa scala della figura del precedente post, (qui sotto) la fetta più grossa (blu) è quanto ho risparmiato con l'isolamento, quella arancione è il risparmio dovuto all'abbassare il termostato. Le dispersioni dovute ai muri interni (verso le scale) sono calate di poco, mentre quelle verso  il soffitto e dalle finestre lo sono tantissimo

Dispersioni energetiche prima
dell'isolamento

Calare la temperatura però introduce un elemento importante: sto “rubando” calore dai vicini. Per il discorso fatto sopra sui solai, questi isolano pochissimo, e se i vicini tengono il termostato a 20 gradi, mi regalano 250 kWh l’anno per ogni grado di differenza, 5-600 kWh se il mio, di termostato, è a 18 gradi. Questo spiega i migliori consumi di qualche anno fa, purtroppo per me (e meglio per loro) ho cambiato vicini e questi sono molto più parsimoniosi, il “furto” probabilmente è di circa 200 kWh, 50 mc di metano l’anno. Di fatto se vado via di casa la temperatura di casa scende a 15 gradi, minori consumi e maggiori contributi dai vicini. Questo è importante in prospettiva: con gli aumenti delle bollette immagino che tenere il riscaldamento a 18 gradi sarà la normalità. Quindi io dovrò riscaldare quei 200 kWh in più, e contare in bolletta 50 kWh elettrici aggiuntivi. O fare un bel regalo a Natale ai vicini per ringraziarli.

Sul fronte dei consumi elettrici occorre fare attenzione a tutte le applicazioni in cui si produce calore. Abolito il ferro da stiro, un’ora di stiratura fa quasi un kWh, e ormai molti tessuti si stirano stendendoli bene. La lavatrice lava bene anche a bassa temperatura. Le patate al forno sono buone, ma non è necessario farle tutte le settimane. Quando le faccio preparo anche una torta o un piatto di lasagne, usare il forno già caldo per più cotture in sequenza risparmia il kWh che serve a preriscaldarlo. Comunque un piatto al forno alla settimana sono circa 100 kWh annui, basta non farlo tutti i giorni. Evitiamo di essere talebani.

Un capitolo a parte sono i trasporti. Accennerò qualcosa più sotto, ma servirebbero diversi articoli per affrontare il problema.

Quarto punto: elettrificare

I fornelli

Ci siamo evoluti intorno ad un focolare. L’associazione dei friulani “all’estero” si chiama “fogolar furlan”, il fuoco è sinonimo di casa, famiglia, amicizia, tutto quanto di positivo c’è nella nostra socialità. Ma il fuoco è tremendamente inefficiente. Un fornello a gas butta via più di metà dell’energia a scaldare l’aria della cucina, e una parte del resto viene re-irraggiata dalle pareti esterne della pentola, molto più calde di quanto serva per cucinarne il contenuto. Una caldaia a gas per ben che vada trasferisce all’acqua dei termosifoni il 90% del contenuto calorico del metano, se non è a condensazione l’efficienza si abbassa all’81-85%.

Una piastra ad induzione è molto più efficiente. Ce se ne rende conto in modo evidente d’estate, puoi cucinare un pranzo domenicale per tutta la famiglia senza che la cucina diventi un forno invivibile. I manici delle pentole non si arroventano. Non hai punti della pentola che si scaldano in modo particolare, e puoi abbassare la “fiamma” a valori bassissimi con un controllo perfetto, cosa che con gas non riesce mai bene. Però occorre cambiare le pentole, e la maggiore efficienza pareggia con il maggior costo (e pregio energetico) dell'elettricità.

Il riscaldamento: pompa di calore

Bruciare gas per scaldare casa poi non ha senso. Abbiamo una fiamma a 1000 gradi per portare la casa a 20 gradi, un nonsenso termodinamico. Trasportare dentro casa il calore che c’è nell’aria esterna richiede molta meno energia che crearlo da una fiamma. In linea di principio scaldare un corpo a 20 gradi usando il calore a 0 gradi richiede solo 1/13 del calore che vogliamo trasferire. Per trasferire 13 watt ce ne serve 1 in più. Nella pratica le cose van molto peggio, ma comunque un buon condizionatore ha un COP di 3-4: per ogni watt che consuma scalda 3-4 watt, i restanti sono presi dall’aria esterna. Ormai quasi tutti abbiamo un condizionatore, scegliendo un modello di buona qualità, con funzione di pompa di calore, possiamo utilizzarlo per scaldare casa. Il mio condizionatore ha una potenza massima di 1500 watt (ho sempre il classico contratto base da 3 kW), con un COP di 4 se fuori non fa freddissimo, che significa che scalda come una stufetta da 6 kW. Non tantissimo, ma grazie all’isolamento bastano, in una giornata invernale riescono a compensare le dispersioni dei muri in un paio d’ore di utilizzo. Poi la casa tiene, un grosso vantaggio di un buon isolamento è che non importa a che ora scaldi, la casa poi resta calda.

I trasporti

Elettrificare i trasporti è una necessità per molte ragioni. Ho descritto altrove le mie esperienze con gli scooter elettrici, non tornerei mai indietro. Ultimamente ho anche elettrificato una bicicletta, la modalità di trasporto “bici + treno” con bici elettrica mi consente di arrivare in un sacco di posti. Uno scooter elettrico fa circa 33 km con un kWh, 100-140 km con un litro di petrolio consumato in una centrale elettrica. Una bici elettrica fa 70-100 km con un kWh, e fai pure un po’ di ginnastica. Relativamente all’auto, il problema maggiore è che non possiamo pensare di mantenere un modello di trasporti basati su un’automobile a persona. Importa poco se sono elettriche, a benzina, a metano, a pedali. Comunque l’energia necessaria a costruire un’auto è molta: corrisponde al consumo di alcune decine di migliaia di km. Cambiare un’auto con un modello “ecologico” o con un’auto elettrica, quando ne abbiamo una che ancora funziona, non ha senso. Tutta la storia degli “ecoincentivi” per cambiare l’auto ha un unico beneficiario: l’industria automobilistica. Se dobbiamo cambiarla, e non possiamo farne a meno, allora l’auto elettrica, tutto sommato, richiede nel corso della sua vita (inclusa la costruzione e lo smaltimento) molta meno energia di un’auto endotermica. Ma l’auto più ecologica resta quella che non hai proprio.

Quinto punto: generarsi l’energia

Spostare i consumi energetici sull’elettrico permette di sfruttare fonti di energia rinnovabile. La cosa funziona in prospettiva, se vogliamo renderci economicamente indipendenti occorre poter sfruttare vento e sole: le rinnovabili non sono un lusso, stanno diventando una necessità. Non è questione di geopolitica. Il gas diventa sempre più difficile da trovare, e costoso, con sempre più gente che lo vuole utilizzare. Il petrolio durerà qualche decennio al massimo, che significa che ce ne sarà anche di quello sempre meno. Bruciare carbone è letteralmente un suicidio.

A livello individuale però le opzioni sono limitate. Nonostante tutte le recenti semplificazioni, per cui probabilmente se avessi installato oggi i miei pannelli non avrei dovuto penare le proverbiali sette camicie, non me la sento di consigliare a tutti di installarsi pannelli fotovoltaici sul tetto. Ma mi sembra attraente installare i micropannelli, oggetti da 350 watt che attacchi alla presa senza bisogno di burocrazia. Se ne può installare un paio ad utenza elettrica, e costano abbastanza poco. Comunque se potete farlo senza ingrullire troppo, riempitevi il tetto di pannelli. Faranno sempre più comodo.

Nel mio caso avere pannelli fotovoltaici significa che circa metà dei miei consumi energetici sono coperti da questi. Occorre un po’ di programmazione. Nei mesi invernali posso scaldare casa sfruttando i giorni di sole, ed accumulando il calore prodotto grazie all’isolamento, praticamente gratis. Devo pianificare i tempi in cui faccio funzionare lavatrice, lavapiatti, o ricarico le batterie dello scooter o della bici guardando le ore di sole, ma ormai qualsiasi elettrodomestico ha un timer e molte cose le puoi controllare a distanza. Sono socio di una cooperativa energetica. Ho investito in generatori eolici e fotovoltaici, ed in cambio ho l’energia ad un prezzo scontato (un modo diverso di pagare gli interessi). Stanno cominciando a funzionare le prime comunità energetiche, cominciamo ad informarci.

Concludendo

Cosa voglio dire con tutto questo? Be’, in realtà poco. Ogni situazione è un caso a sé, ma posso vedere che ridurre, di molto, i consumi, è possibile. Ci sono essenzialmente tre cose da fare:

  • efficientare ed accontentarsi di meno in alcune cose chiave. Un grado in meno in casa riduce i consumi del 10%. Un maglione in più costa poco. Gli infissi di qualsiasi casa italiana sono un colabrodo, lo vediamo dalla condensa che si forma nelle giornate fredde e dallo “spiffero” che in realtà spesso è solo la lama di aria raffreddata che scende, e cambiarli è un intervento che costa relativamente poco e si fa velocemente. Si ammortizza in pochi anni. Un cappotto è molto più complicato, ma un controsoffitto isolante negli ultimi piani è ancora qualcosa di semplice e relativamente poco costoso.

  • Portare i consumi sull’elettrico. Un sacco di gente oggi si prende il condizionatore, con poca spesa in più possiamo installare una pompa di calore con COP 4, stagionale 3,5. Significa che con un condizionatore da 2 kW fai quello che fa una caldaia da 7 kW, piccolina ma se hai isolato e non hai un appartamento grosso può bastare. Un fornello ad induzione alla fine ti costa meno del gas.

Il nodo difficile è quello dei trasporti. Siamo abituati ad avere un’auto. Lo scooter (elettrico) o la bici non è la stessa cosa, è più scomodo (anche se nel traffico cittadino è MOLTO più veloce, 30 km/h di media contro meno di 20 dell’auto ingorgata), quando piove devi bardarti bene, non ci trasporti cose, non ci fai i 100 km. Ma fai oltre 120 km con un litro di petrolio in centrale elettrica, non c’è storia sui consumi, anche confrontato con scooter endotermici. Serve un salto nei trasporti pubblici, ma anche per questo serve una massa critica, tante persone che non usano l’auto privata e spingono su quelli.

  • Ed infine possiamo pensare di generarci, individualmente o collettivamente, l’energia che ci serve. Spingiamo i politici verso le rinnovabili. Evitiamo di dire “no” a qualsiasi pala eolica o campo fotovoltaico, abbiamo 300 GW di richieste di autorizzazioni di impianti bloccati da veti incrociati. Probabilmente solo un decimo di questi sono validi, ma 30 GW in un anno fanno 50 miliardi di kWh, basterebbero a 25 milioni di utenze come la mia. Non risolverebbero il problema (non ci sono solo i consumi domestici), ma rendono l’idea che le rinnovabili sono una soluzione possibile.

sabato 25 giugno 2022

Come vivere con il gas ai prezzi attuali - prima parte

Credo di essere uno dei pochi italiani a cui l’aumento delle bollette non fa paura. Certo, mi fa paura il conseguente aumento di TUTTO: qualsiasi cosa utilizziamo, mangiamo, guardiamo usa energia e anche tanta, e questo significherà un aumento dei prezzi. Ma le bollette in sé non incidono molto sul mio bilancio, e per una buona fetta sono composte da spese fisse. Qui vorrei spiegare perché. 

Diciamo che mi sono preparato per tempo, sono alcuni decenni che so che dopo il 2020 avremmo avuto problemi, ed ho cercato di fare in modo da poterli affrontare. Per ora ci sono riuscito, non ho la minima idea se continuerò a poterlo fare, mi aspetto che i problemi peggioreranno, non hanno a che fare con Putin, o con Draghi, sono cose che dipendono semplicemente dal vivere in un pianeta che ha risorse finite. E che cominciano a finire. 

Partirò un po’ da lontano descrivendo 

  • Quanto pago attualmente nelle mie bollette, gas e luce. 
  • Quanto in teoria paga chi vive più o meno nella mia situazione

Quindi descrivo cosa ho fatto per arrivare ai miei consumi.In sintesi: 

  • Isolare la casa. Le nostre case sono dei colabrodi energetici. Isolare bene è difficile, ma puntando sugli elementi più critici possiamo dimezzarne il fabbisogno energetico. 
  • Efficientare: un elettrodomestico a basso consumo costa un po’ di più, ma si ripaga in molti casi in un tempo relativamente breve. Uno dei più critici è il frigorifero.
  • Risparmiare: possiamo rinunciare ad alcune cose, almeno in parte, senza grossi sforzi. Possiamo accorgerci che alcune non sono indispensabili. Un grado o due in meno in casa significa dover tenere un maglione in più. 
  • Elettrificare: l’elettricità è molto più efficiente per praticamente tutte le applicazioni in cui usiamo i combustibili fossili. Questo compensa il maggior “pregio” dell’elettricità rispetto ai fossili, e in alcuni casi (in particolare il riscaldamento) può portare a risparmi netti. L’elettricità può essere prodotta con rinnovabili, i combustibili sintetici anche se in teoria possibili sono estremamente inefficienti. Se sentite decantare i pregi dell’idrogeno, rizzate le orecchie, di solito non è vero (in alcuni casi sì, ma sono pochi). 
  • Prodursi l’energia. Individualmente è difficile. Ma in qualche caso conviene, se avete un tetto in cui mettere qualche pannello fotovoltaico, non vincolato da duemila balzelli, fatelo. 

Non pretendo di fare da modello a nessuno, ma ho sperimentato un po’ di cose, che a me han funzionato. Forse possono servire da stimolo ad altri. E forse altri possono darmi suggerimenti. Anche tutti i calcoli sono fatti molto a spanne, quel che basta per capire dove si va a parare, non certo quelli che servono per una certificazione energetica seria. Ma credo di averci preso abbastanza.Comunque per quanto i conti siano importanti, e ci sono per chi voglia approfondire, non sono essenziali per il succo del discorso: è possibile ridurre di molto i consumi. 

La cosa importante da portare a casa è che l’energia (e non solo quella ) costerà sempre di più. Non si tratta di salvare il pianeta, ma di salvare noi stessi dal tipo di problemi che incontriamo già adesso, con le bollette stratosferiche. Occorre prepararsi, una casa isolata vale più di qualsiasi altro bene che possiamo procurarci oggi. Citando Luca Mercalli "senza energia si torna al medioevo senza passare dal via". Se non ci prepariamo per tempo, non avremo le risorse per trovare una soluzione, e forse già ora è tardi. 

Siccome il tutto è venuto parecchio lungo, comincerò con le bollette e il primo punto. Il resto in un post successivo.

Bollette: il gas

Finisco per pagare molto più di spese fisse che di gas: avere uno scaldabagno a gas è comodo, e togliere del tutto i termosifoni non me la sento, ma consumo ogni anno circa 30 metricubi di gas, con una spesa che oggi fluttua mostruosamente: sono passato da 15€ l’anno a circa 50€, comunque qualche decina di euro l’anno, contro spese fisse di contratto di 180€. Insomma, la “componente materia prima” e costi correlati (tasse, trasporto) della bolletta del gas è un quarto del totale. Può raddoppiare o triplicare prima che me ne accorga. Per confronto se sul sito dell’ENI faccio una “analisi dei consumi” mi dice che casa mia ha bisogno di 1100 mc di gas l’anno, ma che con i loro consigli potrei ridurli a 600. Evidentemente il programmino non ha accesso ai miei dati di consumo. Con i loro consigli “ridurrei” la mia bolletta al triplo di quello che pago attualmente.

Per rapportare il tutto alle stesse unità di misura, un metrocubo di gas corrisponde a circa 10,5 kWh, di cui se ne usano circa 8,5. I miei 30 metricubi corrispondono quindi a 300 kWh. di cui 60 vanno via per il camino.

Bollette: l’elettricità

Per l’energia elettrica è molto più complicato. Ho un piccolo impianto fotovoltaico (4 pannelli di numero, 1,4 kW di picco) costato lacrime e sangue, che non mi sento di consigliare a nessuno, e che copre metà dei miei consumi. Ma per semplicità considererò solo i miei consumi totali, quindi sia quel che prelevo dalla rete che quello che mi autoconsumo dai pannelli. In un anno ho un consumo complessivo di 1570 kWh, con cui ci faccio andare:

  • frigorifero (bello grosso, con freezer): circa 180 kWh
  • modem, Wi-Fi, impianto domotica casalingo (con cui registro tutti i consumi), qualche stand-by che non riesco a levare: circa 350 kWh
  • PC, TV, stereo, lavatrice, lavapiatti, piastra ad induzione per cucinare, luci, aereatore, forno (normale e a microonde), ….: circa 500 kWh. Sono solo in casa, e quindi credo che questo numero vada moltiplicato per quello degli inquilini.
  • Scooter e bici elettrici: 220 kWh (li ricarico in casa, hanno le batterie estraibili)
  • pompa di calore (normale condizionatore invertibile con COP elevata) per scaldarmi di inverno: 320 kWh. Che corrispondono a circa 1300 kWh termici. Pur avendo un condizionatore, lo uso pochissimo d’estate. Preferisco usare un più efficiente ventilatore, ed abbassare la temperatura della casa tenendo aperte le finestre nelle ore notturne.
    Ripartizione dei miei consumi elettrici

Il costo marginale del kWh, oggi, è intorno a 43 centesimi. La mia bolletta, per la parte di consumo, sarebbe di 680 euro annui. In realtà ne pago meno per via dei pannelli fotovoltaici (che coprono circa metà dei consumi), e di un contratto particolare (di cui parlo più avanti).

Complessivamente quindi uso meno di 2000 kWh, tra luce e gas, per tutti i consumi domestici, per scaldare casa, acqua calda, e per muovermi in città (faccio circa 100 km ogni settimana). 550 euro di materia prima elettricità e 20€ di gas, ai prezzi correnti.

Quanto dovrei consumare

Come ci sono arrivato? Niente di eccezionale. Ho una casa di 75 metri quadri, in un condominio. La casa ha 2 pareti esterne per circa 40 mq di parete esposta, di cui 14 mq finestrati. Un po’ di dispersioni vanno nella colonna delle scale (24 mq) e, su una parte del soffitto, verso una terrazza al piano di sopra (30 mq). Ho provato a inserire questi dati in un programma per il calcolo della classe energetica dell’edificio, e i consumi che ci si aspetta sono circa 4500 kWh annui, circa 60 kW/mq/anno, che mi pone già in una situazione migliore rispetto alla maggior parte delle case. Sono valori molto a spanne, per una certificazione energetica seria dovrei chiedere una consulenza (che costa) ad un professionista, fare sondaggi del materiale presente nei muri e nel soffitto. Ma credo di non essere lontanissimo dalla situazione reale. 

Le dispersioni sono per un buon terzo (2200 kWh) dovute alle finestre (vedi le finestre "splendenti" dell'appartamento al primo piano nella prima immagine termica a fianco). Un’altra fetta non trascurabile (950 kWh) è dovuta al soffitto. Con una termocamera si vedono chiaramente i travi di cemento, che sono degli ottimi ponti termici. In pratica su metà del soffitto mi ritrovo una temperatura non distantissima da quella esterna, che soprattutto d’inverno contribuisce a raffreddarmi casa. È una situazione molto comune, non ci sono molti modi di fare un solaio, e il cemento compatto è un ottimo conduttore di calore. Poi ci sono gli spifferi, soprattutto i cassoni degli avvolgibili, che ho stimato in 200 kWh : nel totale non fanno molto, ma se voglio ridurre i consumi vanno eliminati.

Ripartizione delle dispersioni (kWh annui)

Per scaldare casa non si usano solo i caloriferi. Il Sole ci fornisce gratis un bel po’ di energia, che nelle mattine soleggiate d’inverno arriva ad una decina di kWh al giorno, a spanne 500 kWh nel corso della stagione. Chiaramente d’estate la cosa va evitata, serve una buona tenda da sole e tenere abbassati gli avvolgibili quanto basta. I consumi elettrici alla fine contribuiscono pure loro, per quanto i miei siano bassi altri 400 kWh ci sono. E poi c’è il calore delle persone, ognuno di noi produce circa 80W, per tre mesi invernali e le ore di permanenza in casa fanno circa 100 kWh, poco ma tutto aiuta. Quindi di base la mia necessità di riscaldamento si riduce (sempre molto a spanne) di un migliaio di kWh:

  • Richiesta complessiva per riscaldamento: 4500 kWh
  • Contributo del Sole: 500 kWh
  • Contributo consumi elettrici: 400 kWh 
  • Effetto stalla: 100 kWh
  • Richiesta netta per riscaldamento: 3500 kWh

3500 kWh corrispondono a circa 410 mc di metano annui, a cui va aggiunto il consumo per l'acqua calda sanitaria. Questo torna con i consumi dei miei vicini di casa (in realtà di solito più alte), ma non tanto con i miei, che sono sempre stati poco sopra i 300 mc. Stavo già applicando il consiglio del terzo punto, ma in ogni caso sono molto lontano dalle stime di 1000 mc del mio fornitore.

Primo punto: isolare

Immagine termica della sala,
con il controsoffitto, finestre
buone, e cassone isolato
.

Isolare una casa costa. Servirebbe un cappotto, che consente di abbattere moltissimo le dispersioni dei muri, ma va deciso dal condominio. Ad ogni riunione condominiale tiro fuori il problema, ma per vari motivi non si è mai riusciti a fare nulla. E quindi sono intervenuto in tutto il resto, essenzialmente infissi e soffitto. Comunque i muri non sono malaccio, forati e intercapedine per 40 cm di spessore complessivo, meglio di molte altre situazioni, anche se la parete nord è decisamente fredda, con problemi di condensa, e un bel cappotto servirebbe anche a quello.

Per prima cosa ho controsoffittato la parte di casa sotto la terrazza. Questo è costato relativamente poco, 1500 euro circa, con un risparmio di 600 kWh annui. Si tratta sostanzialmente di un cappotto interno, che non è un bel tipo di intervento: il rischio di condensa è molto elevato, e probabilmente tra un po’ dovrò smontare tutto e rifarlo. Ma dopo 8 anni sembra reggere bene.E come si vede dall'immagine qui sopra, ora il soffitto è alla stessa temperatura della casa. Resta un ponte termico per una trave in calcestruzzo sopra la finestra, lì ci vorrebbe il cappotto. Il cassone dell'avvolgibile è appena più freddo del resto, i vetri (buoni) sono a 16-17 gradi. 

Cambiare tutti gli infissi di casa mia è stata la spesa maggiore. In totale ci ho investito 11 mila euro, ma ho risparmiato circa 1400 kWh l’anno, e altri 150 kWh/anno per gli spifferi nei cassoni degli avvolgibili. Circa 180 mc di gas in meno. L’intervento era inoltre incentivato al 50%. La porta di ingresso (verso le scale) andava cambiata, già che c’ero l’ho presa con un buon isolamento, anche se non credo abbia fatto tantissimo. 

A questo punto i miei consumi (netti) sono calati da 3500 a 1400 kWh, meno di metà, e le richieste energetiche (bollette teoriche) ridotte da 410 a 160 mc l’anno. Quelle reali da 300 a 100 mc. L’effetto è evidente in una terrazza verandata: prima in inverno la temperatura con le finestre della veranda chiuse era di 10 gradi, ora è praticamente identica a quella esterna: non la sto più riscaldando con il calore disperso dalla casa. 

 Qualche commento sul ritorno economico dell’investimento. Ai prezzi del gas di qualche anno fa (senza contare gli incentivi), ci metterei 100 anni a ripagare i soldi spesi. A quelli attuali 30 anni (15 cosiderati gli incentivi). Ma le finestre andavano comunque cambiate, e il comfort di una casa isolata è decisamente maggiore: non ho punti freddi, o spifferi, che renderebbero difficile abbassare il termostato. Una casa ben isolata ti fa star bene anche a 18 gradi. Con i prezzi attuali, risparmio circa 500 euro l’anno rispetto ai miei vicini.

Degli altri punti parlerò nel prossimo post, è già lunghissimo così.