lunedì 22 agosto 2022

Le previsioni sono difficili, soprattutto se riguardano il futuro

In questa calda estate abbiamo avuto un piccolo assaggio di cosa sia il riscaldamento globale. Ma le voci contrarie, dei soliti "pensatori indipendenti", abbondano. Viene ripetuta alla nausea la bufala di Rubbia che nega il riscaldamento globale, citando un intervento in Senato in cui lui pasticcia un po' con Groenlandia ed Annibale, ma afferma senza fare sconti che «ci troviamo di fronte a una situazione assolutamente drammatica: le emissioni di CO2 stanno aumentando in maniera esponenziale», collegando le stesse emissioni al cambiamento climatico. Il riscaldamento globale sarebbe un complotto dei poteri forti per farci comperare un'auto elettrica. In noto sito di meteo-bufale riporta la tesi di un "eminente climatologo", in realtà un industriale petrolifero. E poi le solite cose: Eric il Rosso che viveva in una Groenlandia libera dai ghiacci (no, viveva nel pezzettino di Groenlandia dove ora allevano 20 mila ovini), Annibale che attraversò le Alpi in inverno in passi ora ghiacciati (no, le attraversò a fine estate, in passi che anche oggi sono libere da neve e ghiacci a settembre), il riscaldamento globale si è fermato dal 2000 (vedi il grafico sotto), per finire con le scie chimiche, i motori ad acqua che i poteri forti ci nascondono e cose ancora più pazze.

Tra tutta la fuffa una tesi che che almeno merita un po' di considerazione è quella di Nicola Scafetta, professore di Fisica dell’atmosfera e climatologia dell’Università Federico II di Napoli. Scafetta da oltre 10 anni propone un suo modello secondo cui il clima sarebbe dovuto in buona parte a effetti legati al Sole, a sua volta influenzato dai moti dei pianeti. Analizzando la serie storica del clima terrestre Scafetta ha trovato alcune periodicità, che sarebbero simili a quelle di alcuni moti planetari. La componente antropica sarebbe solo la metà di quanto calcolato dalla quasi totalità dei suoi colleghi. La tesi è sostenuta in articoli pubblicati su riviste internazionali, e di per sé è degna di attenzione. Ma come sempre succede nel mondo scientifico, anche di critica. Ne avevo già parlato in precedenza, osservando come il suo modello sia fisicamente implausibile, prevede fenomeni che vanno contro la relatività generale e, anche correggendolo in modo da renderlo compatibile con la fisica di base, è molto debole: manca un meccanismo fisico plausibile, e il trattamento statistico dei dati è tale da rendere facile prendere abbagli. E con 8 pianeti abbiamo un numero altissimo di possibili periodi: oltre al periodo di rivoluzione di ciascuno abbiamo infatti tutte le possibili combinazioni di 2, o anche 3, pianeti differenti. Inoltre Scafetta considera anche le "quasi coincidenze", periodi simili ma non uguali. Insomma, un bagaglio enorme di periodicità a cui attingere e tra cui scegliere.

In una conferenza tenutasi a Padova nel 2014 lui lo ripropone, sostanzialmente invariato. In seguito il modello è stato riaggiustato per correggere appunto il fatto che sia incompatibile con la relatività, ma ho provato a fare un banale controllo: cosa è successo dal 2014 ad oggi? 

Scafetta nel suo modello prevede una diminuzione dell'attività solare, che durerà fino a circa il 2070. Be', in effetti i due cicli solari precedenti erano stati molto fiacchi, erano in molti a prevedere un periodo di Sole quieto, ma a questo giro il Sole ha sorpreso tutto mostrandosi molto più vispo del previsto. E i miei colleghi fisici solari non si stupiscono più di tanto, non abbiamo un modo affidabile per prevedere l'andamento dell'attività solare, era più sorprendente una teoria che potesse farlo con pochi conti sui moti dei pianeti.

Una immagine del Sole ripreso con il radiotelescopio di Medicina. Le chiazze chiare sono regioni attive, particolarmente numerose nell'ultimo anno.

Ma soprattutto, nel suo modello, Scafetta ha trovato un ottimo accordo con il clima tra il 1850 e il 2014. Molto migliore di qualsiasi modello climatico. Appunto, fino al 2014. E poi? Il risultato è qui sotto. 

La curva blu è quanto prevede Scafetta nel 2014. Ci sono componenti con periodo di 9.1 anni, 10.4 anni, 20, 60, 115 e 983 anni. E sommato un contributo antropico che è la metà di quanto previsto dai modelli climatici. La curva rossa è quanto abbiamo effettivamente misurato. Le due curve si assomigliano molto fino al 2014, ma da lì quella di Scafetta resta circa costante, le temperature vere invece sono aumentate di circa 0,3 gradi. Scafetta questo lo sa, e ha provveduto ad aggiungere armoniche, in modo da prevedere correttamente i dati odierni.

Insomma, se ci metti dentro abbastanza ingredienti riuscirai sempre a riprodurre QUALSIASI curva. In fondo è alla base della compressione dei file audio: scegliendo le componenti periodiche giuste, e registrando solo quelle, possiamo ottenere una decente riproduzione di qualsiasi brano musicale o voce umana. Ma la cosa funziona solo per il passato: il futuro tende a fare quello che vuole. Se non si ha un modello fisico (succede questo perché c'è questa cosa che lo causa) difficilmente ci si prende. Ma basta aggiungere ulteriori armoniche...