martedì 22 giugno 2010

Lettera aperta dell'INGV al Presidente della Repubblica

Non so se questo post aumenti la visibilita' dell'iniziativa dell'amico Fioba, dal cui blog a' copiato integralmente, ma ci provo. Perche' mi sembra proprio che si tratti di un episodio non isolato di un attacco alla scienza. Gli scienziati sono dei fannulloni (l'INGV era finito tra gli "enti inutili" da abolire nell'ultima finanziaria), incompetenti e/o criminali, che non avvisano la gente quando sanno che sta per avvenire un terremoto. E ovviamente c'e' pure l'eroe solitario, che con pochi mezzi aveva previsto tutto. La realta' purtroppo e' un'altra: uno dei migliori centri di ricerca del mondo costretto per mancanza di fondi a ritirarsi da progetti che ha messo in piedi, ottimi ricercatori umiliati, ingiuriati e ora pure incriminati penalmente con accusa fantasiose. Buona lettura.

Rilancio un'iniziativa di alcuni ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) che, a seguito degli avvisi di garanzia per omicidio colposo inviati dalla Procura della Repubblica dell'Aquila ai componenti della Commissione Grandi Rischi e a dirigenti del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, hanno scritto una lettera (che consiglio di sottoscrivere) al Presidente della Repubblica.
In questa assurda storia il Procuratore della Repubblica Alfredo Rossini ha inoltre affermato:
"I responsabili sono persone molto qualificate che avrebbero dovuto dare risposte diverse ai cittadini. Non si tratta di un mancato allarme, l'allarme era già venuto dalle scosse di terremoto. Si tratta del mancato avviso che bisognava andarsene dalle case".

Vorrei ricordare al Procuratore della Repubblica Alfredo Rossini che, allo stato attuale delle conoscenze, non esiste un precursore sismico attendibile per mettere in atto l'evacuazione di una città, per cui non si può avere la certezza che un evento sismico accada e non si può neppure sapere dove e quando accadrà. Chi poteva prendersi la responsabilità di una decisione del genere, ovvero di evacuare mezza regione Abruzzo interessata dallo sciame sismico?..... Per quanto tempo?.....E sulla base di cosa? Su previsioni di questo genere (vedi quarta risposta, l'articolo era stato anche riportato sul quotidiano "Il Capoluogo d'Abruzzo", ma attualmente non è disponibile in quanto l'archivio del giornale è in ristrutturazione). Si immagina se veniva evacuata Sulmona e gli abitanti venivano trasferiti a L'Aquila......?????

Vede Sig. Procuratore, le condizioni necessarie e sufficienti per determinare scientificamente un precursore sismico sono:
  • l'osservabilità dell'evento
  • la determinazione quantitativa dell'evento
  • la determinazione delle correlazioni causali con il terremoto
  • la costruzione di un modello fisico-matematico che spieghi l'evento, che ne permetta la discriminazione, la localizzazione spazio-temporale e che permetta a chi segue la stessa procedura il raggiungimento degli stessi risultati.
I fenomeni indotti da rocce sotto stress tettonico come emissioni di gas radon, perturbazioni del campo elettromagnetico, sciami sismici ecc sono solo indizi che non permettono una predizione esatta del fenomeno.
Senza un precursore sismico non è possibile quindi discriminare ne il luogo preciso ne l'ora in cui avverrà un terremoto.
L'unica cosa da fare è sfruttare al massimo le conoscenze che abbiamo a disposizione. Siamo infatti a conoscenza:
  1. di quali sono i paesi e le citta a rischio sismico,
  2. della massima intensità sismica attesa su una certa area,
Basterebbe quindi fare prevenzione per limitare i danni di un sisma mediante la messa in sicurezza degli edifici o la costruzione secondo severi criteri antisismici. In Giappone e in California, un terremoto di intensità pari a quello Aquilano, non avrebbe fatto vittime e avrebbe creato danni decisamente minori.

A L'Aquila, in un'area ad elevato rischio sismico, "il palazzo del Governo" ovvero la Prefettura e l'ospedale, due edifici che in gergo vengono definiti "strategici" ovvero che in caso di calamità devono funzionare per coordinamento e soccorso, sono stati resi inagibili dal sisma.



In una città con un tale Rischio Sismico è inammissibile che
  • edifici relativamente nuovi siano crollati,
  • la prefettura sia crollata,
  • l'ospedale (inaugurato nel 2000) sia stato reso inagibile.
  • non esistesse un Ufficio di Protezione Civile,
  • non esistesse un piano di emergenza provinciale (obbligatorio per legge dal 1989, personalmente ho partecipato alla redazione di quello per la Provincia di Udine),
Mi chiedo poi, perchè gli edifici strategici non sono stati messi in sicurezza con azioni di consolidamento?
E la magistratura che fa.......?? C'è un evidente problema di mancata prevenzione ed invece di indagare sugli amministratori, che non hanno ottemperato alle leggi vigenti, si indaga sulla mancata previsione!!

Previsione.........dare l'allarme.... che belle parole..... Per trovare un precursore sismico, ci vuole la ricerca...... ma senza finanziamenti alla ricerca, senza ricercatori (o con ricercatori con contratto co.co.pro a tempo determinato, pagati due lire, senza certezze per il futuro che magari devono andare sui tetti per farsi sentire) che ricerca si può fare........ Dovrebbero essere indagati anche tutti i governi che tagliano indiscriminatamente risorse alla ricerca..... o no?

martedì 15 giugno 2010

A noi Hubble ci fa un baffo

Torno a parlare del mio lavoro, anche se con quel che racconto qui io c'entro relativamente poco.

Una settimana fa è entrato ufficialmente in funzione il primo grosso sistema di ottica adattiva sviluppato nel mio osservatorio. Cos'è, in parole povere?

I telescopi da terra guardano le stelle attraverso l'atmosfera. Che è sì trasparente, ma tremula da matti, difatti le stelle, come san tutti, scintillano. In termini pratici, questo limita la massima risoluzione che si può ottenere (in parole povere l'ingrandimento) a mezzo secondo d'arco, cioè 2,5 mm a 1 km di distanza. Questo piazzando i telescopi nei siti dove l'aria è meno turbolenta, in alta montagna, in totale 4 o 5 posti al mondo(1). Anche con i migliori telescopi, quindi, non possiamo distinguere dettagli più fini.

Si può far di meglio andando nello spazio, e difatti Hubble arriva a distinguere dettagli di circa 1/10-1/20 di secondo d'arco, regalandoci quelle immagini dettagliatissime che conosciamo.

Ma da una quindicina d'anni si tenta una strada diversa. Se misuro la turbolenza atmosferica, e deformo uno specchio in modo opportuno, posso correggere le distorsioni mentre avvengono, e riottenere immagini nitide come se l'atmosfera non esistesse. Facile a dirsi, difficile a farsi, occorre costruire uno specchio di 90 cm di diametro, spesso poco più di un millimetro, montarlo (2) su centinaia di piccoli altoparlanti che 2000 volte a secondo lo piegano per seguire anche le più minuscole e veloci fluttuazioni dell'aria davanti al telescopio . E naturalmente misurare queste variazioni, in modo da calcolare, in meno di un millesimo di secondo, la corretta posizione di ciascun altoparlantino.


Lo specchio flessibile viene calato sopra i 672 attuatori che lo deformeranno per correggere la turbolenza atmosferica


Dietro il tutto c'è il lavoro di decine di persone, di tecnici che hanno avuto idee geniali, e abilità anche manuali praticamente uniche. Il cuore del sensore, al esempio, è una piramide di vetro in cui le facce convergono nel vertice con una precisione assoluta. La Zeiss ha tentato alcune volte di produrre questo oggetto, e alla fine ci ha rinunciato, e l'unica persona al mondo che oggi sa costruirle è un tecnico in pensione. Fortunatamente con ancora voglia di lavorare.

I risultati sono visibili in un comunicato stampa dell'INAF, assieme ad un po' di immagini. Una particolarmente bella riprede il centro di un ammasso globulare, una micro-galassia satellite della Via Lattea.
Il centro dell'ammasso globulare M92 nel vicino infrarosso. A sinistra ripreso da Hubble, a destra dal telescopio LBT con il sistema di ottica adattiva.

Hubble ha una risoluzione nel vicino infrarosso di circa 0,12 secondi d'arco, mentre il dettaglio ottenuto dal nuovo sistema è di 0,04 secondi d'arco, vale a dire circa 2 decimi di millimetro a un chilometro di distanza. E la differenza si vede(3). E questo ad un costo che è una frazione minuscola di quanto costi un telescopio spaziale.

A proposito di costi, quanto tutto questo costa allo Stato italiano? Sembra strano, ma ci guadagnerà pure un bel po'. Infatti sono già prenotati altri 5 sistemi simili per altri telescopi, che verranno finanziati dai rispettivi stati o enti. Si tratta di commesse industriali per circa 10 volte il costo sostenuto dal ministero della ricerca scientifica per finanziare il progetto. Solo con l'IVA quindi si incasserà il doppio della spesa. Commesse industriali significano stipendi, lavoro, in un momento di recessione è una manna dal cielo, e probabilmente altre tasse che finiranno nelle casse dello Stato. Sempreché il tecnico non si stufi di costruire piramidi precise ad una frazione di micron, visto che una persona che impari da lui non la si può assumere.

Note:
1) Di solito va peggio, a Firenze difficilmente si scende sotto i CINQUE secondi d'arco.
2) Naturalmente senza romperlo, e non è banale. Abbiamo una lunga scorta di anni di guai, ad Arcetri
3) Ocorre dire che Hubble funziona meglio con la luce visibile, dove l'ottica adattiva è ancora da perfezionare, per cui non andrà ancora in pensione.

giovedì 10 giugno 2010

Arcobaleni

(Ho corretto qualcosa grazie ai commenti. Le correzioni sono in verde)
Sullo stesso tema, vedi il blog di Paolo Attivissimo

Poche cose sono più belle di un arcobaleno, o anche della rifrazione colorata in una goccia di rugiada. E da quando ho avuto in mano una canna per innaffiare ho scoperto che si possono creare bellissimi arcobaleni spruzzando l'acqua in direzione opposta al Sole. Come quello qui sotto, prodotto da un grosso irrigatore. Un ottimo sito in cui si spiegano in dettaglio tutti i tipi di aloni, arcobaleni, ecc., che sono davvero tanti, è Atmospheric Optics (grazie, Markogts).


Ma non tutti sono d'accordo. Una tizia americana ha scoperto di recente che il suo irrigatore da giardino creava arcobaleni, ed ha messo il tutto su youtube, con commenti tipo "cosa diavolo mettono nell'acqua dell'acquedotto, da creare arcobaleni all'altezza del suolo, 20 anni fa non succedeva, non è naturale".

Anche qui in Italia evidentemente c'è qualcuno con le idee confuse. In un articolo sul suo blog Pepe Ramone, un redattore di Controradio parla dell'avvistamento di UFO su Firenze nel 1954, contestando l'idea che si trattasse di chaff (lanugine radar-riflettente usata in esercitazioni militari). Non voglio parlare di quello, c'è chi ne sa molto più di me, ma delle foto che corredano l'articolo, e che ritraggono alcuni arcobaleni avvistati dalla sede della radio (Scandicci non c'entra). Come quello qui sotto (Ramone mi fa notare che sono due, uno esterno più debole che non avevo notato).


Secondo Ramone si tratta di "riflessi anomali". Che sia anche questo chaff? In fondo in alcune foto si vedono delle brevi scie di condensa (non persistenti, che si formano sempre se fa abbastanza freddo in quota), per i sostenitori della teoria delle scie chimiche segno evidente di irrorazioni clandestine. Boh, innanzitutto nel 1954 nessuno ha visto arcobaleni ma oggetti biancastri grossomodo sferici, e poi il chaff non crea arcobaleni.

Il meglio arriva in un commento di Rosario Marcianò. in arte Straker, che sostiene che l'acqua non può creare iridescenze. Solo particelle di alluminio possono farlo, per interferenza. Insomma, la tesi della signora dell'irrigatore.

Sfido chiunque a creare un arcobaleno spruzzando polvere di alluminio. L'alluminio è opaco, e quindi la luce non la può diffrangere come un prisma. È possibile creare un arcobaleno con particelle opache sfruttando il fenomeno dell'interferenza, ma devi mettere le particelle a distanza regolare, con una spaziatura di circa un millesimo di millimetro. Quel che succede con la metallizzazione di un CD, per intendersi. Se le particelle le spargi in aria, e di sicuro non una ogni micron su decine di metri di distanza, l'interferenza va a farsi benedire.

Una goccia d'acqua od un cristallo di ghiaccio sono invece trasparenti, e possono fare da prisma, basta alzare gli occhi al cielo dopo un temporale per verificarlo. Quindi se quelle iridescenze dimostrano qualcosa è proprio che lì c'è acqua e non alluminio, bario, chaff o chissà cosa. Ed è pure possibile fare misure quantitative, come dice in un commento Markogts, fare spettroscopia per poveri. Ma occorre studiare bene, prima.

Aggiunta. Mi piacerebbe avere il parere di un meteorologo, ma ho la netta impressione che l'arcobaleno dell'ultima foto non si formi all'altezza delle velature, ma più in basso, dove in quel momento era presente pioggia. La pioggia, se non è tanta, non si vede, ma può formare un arcobaleno se è a 42 gradi dal punto opposto al Sole. Le gocce d'acqua o i cristalli di ghiaccio delle nubi, o gli ipotetici aerosol delle scie chimiche, sono troppo piccoli per farlo.

Mi fan notare che l'arcobaleno è rovesciato e il centro è alto in cielo. Non si tratta quindi di acqua, ma di grossi cristalli di ghiaccio, che producono un alone colorato di rosso al centro, a 22 gradi dal Sole. Quello più debole, basso e parallelo all'orizzonte direi che è un arco come questo, a 44 gradi,
che si vede solo d'estate.

martedì 8 giugno 2010

I wanna live forever

Ieri, al bar, ho sfogliato La Nazione, il giornale locale di Firenze. In prima pagina un titolo a dir poco strepitoso: Berlusconi promette che vivremo fino a 120 anni. Francamente mi era sfuggita, ero rimasto al cancro sconfitto entro 5 anni, ma la dichiarazione e' ormai vecchia, il premier aveva gia' annunciato la cosa nel 2008. Con le polemiche sull'eta' pensionabile l'ha ritirata fuori, che volete che sia andare in pensione a 65 anni (o a 70, per le nuove leve) se si vivra' fino a 120. Poco importa che don Virzi', l'autore materiale del miracolo annunciato, avesse smentito categoricamente.

La Nazione ha dedicato alla faccenda un'intera pagina, con grafici, tabelle di come l'aspettativa di vita alla nascita sia aumentata nell'ultimo secolo (soprattutto perche' 100 anni fa moriva un bambino su 2, e questo dimezza la media), ed un'altra pagina sull'imminente sconfitta del cancro, grazie agli studi della ditta farmaceutica di cui il premier e' azionista. Sarebbe da ridere se non fosse che contemporaneamente la ricerca, quella vera, e l'assistenza, pure vera, ai malati di cancro vengono drasticamente tagliate.

Sono anche dichiarazioni come queste che uccidono la scienza. Passa il concetto che gli scienziati sono come gli idraulici: se paghi e hai un buon idraulico il problema te lo risolve, se il problema non viene risolto quindi o l'idraulico non e' bravo, o forse non hai pagato abastanza. Si cambia idraulico e il gioco e' fatto.
Insomma, il meccanismo del bel gioco "Civilization": il Grande Leader sceglie l'obiettivo della ricerca, e sa gia' in anticipo quando arrivera' la scoperta e cosa potra' farne. No, le cose non stanno cosi'. La scienza e' un'impresa collettiva, in cui tante persone affrontano il problema da tanti punti di vista., senza sapere se, come e quando si trovera' qualcosa. Spessissimo non sanno neppure esattamente quale sia, il problema, e i due in questione sono dei classici esempi.

Perche' invecchiamo? Cosa succede alle cellule quando superiamo i 60-70 anni? In fondo un salmo recita "gli anni della vita sono 70, 80 per i piu' robusti", oggi abbiamo aggiunto 10-15 anni a quei numeri. E ci si rende conto che allungare troppo la vita non e' poi quel grande affare, rischiamo di passarli seduti su una poltrona, con il cervello disfatto dalla demenza senile. Eh si' purtroppo l'aspettativa di vita in salute e' aumentata molto meno dell'aspettativa di vita in se', tra i miei coetanei una persona su tre finira' i propri giorni completamente rimbambita.

Cosa e' esattamente il cancro, come si sviluppa, con che meccanismi? Abbiamo alcune risposte, ma tante, tante domande ancora aperte, e piu' risposte troviamo, piu' ci rendiamo conto che il problema era mal posto, non esiste "il cancro" ma un'infinita' di processi differenti, che vanno affrontati in modo differente.

Pensare che arrivi uno, a cui dai un po' di soldi, e ti risolva questi problemi e' avere una visione magica della scienza, e degli scienziati, la stessa visione per cui si rinvia a giudizio i geologi rei di non aver previsto data ed ora del terremoto dell'Aquila. Se vogliamo sperare di arrivare da qualche parte l'unica strada e' finanziare la ricerca pubblica, allargare il numero di teste che ci ragionano su, dei fronti su cui si lavora. In un paese dove la ricerca e' sotto l'1% del PIL (e il PIL non considera quel 40% di sommerso che secondo il premier e' un'autodifesa dalle imposizioni fiscali) questo e' forse piu' fantascientifico che sperare di vivere (bene) fino a 120 anni.