mercoledì 21 settembre 2011

Energie


Nel 2010 il 2% dell'energia elettrica consumata nel mondo è stata prodotta da eolico e fotovoltaico. Non è molto, ma sta crescendo rapidamente, l'eolico decuplica ogni 9 anni e il fotovoltaico ogni 6. A questo ritmo (che non credo potremo mantenere così a lungo) ci vorrebbero 14 anni per coprire tutta la produzione mondiale di elettricità con queste due rinnovabili.

Niente di più incoraggiante per tentare di far qualcosa anche a casa mia. In condizioni davvero disperate, ci avevo provato qualche anno fa, pensando ad una installazione fotovoltaica in conto energia sul tetto del mio condominio. Ma giustamente i condomini si sono fatti due conti, e se installavo i pannelli io loro non avrebbero più potuto farlo. Usando solo il mio ventesimo di tetto, 9 mq piani, si fa veramente poco. Ma non ho desistito, e ho approfittato di un'occasione per comperarmi un piccolo pannello (1 metroquadro). Di conto energia non se ne parla, ma qualcosa si fa. E questo post vi arriva grazie al mio primo kilowattora fotovoltaico, con cui alimento il mio portatile, il modem/router e una lampada a LED che illumina il tutto. L'impianto è necessariamente standalone, le batterie del portatile e un accumulatore al piombo servono per accumulare l'energia la mattina (quando il sole batte sul pannello), per poterla poi usare la sera.
La batteria, il regolatore e un misuratore della potenza raccolta (mutuato dal motorino elettrico). Oggi ho prodotto 0,31 kWh. Un kWh in 4 giorni, di cui 2 di maltempo, non male per un metroquadro di pannello orientato malissimo.

È poca cosa, un quarto di kWh al giorno, circa il 5% dei miei consumi elettrici. A livello della percentuale sulla produzione mondiale, ma è un inizio. Il prossimo passo sarà mettere il pannello sul mio ventesimo di tetto in modo da usare più ore di luce, e cercare di ottimizzare il tutto. Dovrei riuscire a raddoppiare la produzione. È chiaramente qualcosa più simbolica che altro, anche da un punto di vista economico se mi va bene rientro dall'investimento in 20 anni, ma si vive anche di simboli. E non ho desistito né dal cercare di convincere i condomini né a cercare un tetto in cui piazzare un po' di pannelli.

19 commenti:

Nico ha detto...

La differenza tra chi parla e basta e chi parla e fa.

Complimenti.

Skeptic - M.Agnoletto ha detto...

bravo!

markogts ha detto...

Scusa ma con 9 mq di tetto un kW di picco dovresti riuscire a farlo. 1 kW di picco fanno 1000 kWh/anno (conti con la mannaia). Una bella fetta dei consumi elettrici, direi.

Gianni Comoretto ha detto...

Con 9 mq ce la faccio se li uso tutti. Ma se tutti si usa 9mq il tetto diventa impraticabile, e i pannelli si fan ombra a vicenda. Posso pensare di arrivare a 5-6 mq, che sono un paio, forse 3 pannelli standard, circa 600 W di picco.

Non arrivo ancora al minimo del conto energia, e quindi devo prevedere un sistema di accumulo.

Io consumo circa 1800 kWh/anno, che fanno circa 1,3 kW di picco. Certo, se riesco a coprirne la meta' e' qualcosa, ma sto valutando tutte le alternative, standalone, conto energia consorziato, o tetto terzo (grosso) gestito da una cooperativa solare. Per intanto vedo cosa succede con uno standalone.

Anonimo ha detto...

Complimenti Gianni per la forza d'animo che richiedono queste iniziative. Il FV standalone costa di più di quello in rete, ma ti consente un minimo di elettricità se la rete stessa salta (e salterà più spesso in futuro), cosa che non può fare per motivi di sicurezza quello in rete. L'ideale sarebbe utilizzare elettrodomestici e lampadine tutte a 12v. c.continua, si trova qualcosa sul mercato, in modo da bypassare l'inverter. Hai valutato la possibilità di mettere dei pannelli in piano sul parapetto perimetrale del terrazzo? Magari a film sottile in Tecd, messi in piano rendono il 90% rispetto a di quelli perfettamente orientati, dovresti arrivare ad 1 kw di picco.

MrOrange ha detto...

Ok, ma se ho capito bene occorrono più o meno 20 anni per ripagare l'investimento (simbolico). Ma tutto ciò ha senso?

Gianni Comoretto ha detto...

Ha senso investire in qualcosa che AI PREZZI ATTUALI DELL'ENERGIA si ripaga in 20 anni? Secondo me sì, per vari motivi.

Ha un valore simbolico. Mostra che è possibile fare qualcosa. Che nel caso specifico è poco (e quindi inefficiente, non hai economie di scala) ma se lo fai su scale maggiori diventa sensato anche in termini economici.

I costi attuali dell'energia dipendono in modo sostanziale dal fatto che stiamo consumando in un secolo circa quel che si è accumulato in decine di milioni di anni. Stiamo facendo fuori un "tesoretto" energetico che tra un poco non ci sarà più. Non durerà a lungo, il costo dell'energia sta raddoppiando circa ogni 10 anni (al netto dell'inflazione) e credo nei prossimi anni la tendenza accelererà.

Spingere il fotovoltaico (e cose simboliche servono a questo) serve anche ad abbassarne i costi. Serve ad avere maggiore resilenza, rispetto a situazioni di crisi energetica.

Giuseppe Leto ha detto...

Ciao, Gianni concordo sulle ragioni per spingere sul fotovoltaico anche se economicamente non e' ancora semplice ... spero che la tecnologia ci metta presto a disposizione materiale di qualita' per fare "tende da sole" in grado di produrre ... ci sono gia' delle cose in giro ma ancora costi alti ed efficienza scarsa .. quando si arrivera' a migliorare il rendimento di questo materiale si potra' andare oltre il limite fisico delle "dimensioni del tetto". Sara' un gran salto!

brain_use ha detto...

Faccio il solito somaro.

Inutile dire che mi unisco ai complimenti per il gesto simbolico e concordo in pieno sulla necessità di ristrutturare ex-novo le logiche di produzione dell'energia della specie che considero simpaticamente le "piattole del pianeta".

Però... c'è un motivo anche energetico legato ai tempi lunghi di rientro dell'investimeno ed è proprio l'energia consumata nella fase di produzione dei pannelli medesimi, che è (correggetemi se sbaglio) notevole.

Allora mi chiedo: non è meglio investire a livello internazionale sulla ricerca e sull'ottimizzazione della tecnologia del fotovoltaico per far sì che l'investimento per la produzione/installazione di un pannello rientri più rapidamente?

Perché sennò conumiamo petrolio per produrre pannelli che "andranno in pari" tra vent'anni. Sbaglio?

markogts ha detto...

Sì Brain, l'EROEI di ogni fonte va valutato attentamente, ma siamo già a buoni livelli con i pannelli solari. Il costo dei pannelli penso sia legato eagi enormi investimenti iniziali necessari per le macchine che fanno i pannelli. Al momento penso che il miglior EROEI sia quello dell'eolico e dell'idroelettrico.

Ovviamente la varianza dei dati è ampia, due fonti trovate al volo:

http://tinyurl.com/3sdtz7p
http://tinyurl.com/3br7szt

Se però una fonte è rinnovabile, basta che l'EROEI sia anche solo marginalmente maggiore di uno e siamo in un ciclo virtuoso, mentre con le fonti fossili siamo certi che l'EROEI non potrà che calare nel tempo.

Gianni Comoretto ha detto...

@brain use:
quella che l'energia prodotta da un pannello sia meno o confrontabile con quella necessaria per costruirlo è una leggenda metropolitana.

Non ho sottomano dati precisi, anche perchè variano parecchio da fonte a fonte, ma più o meno i tempi di payback energetico sono sui 4-5 anni per i pannelli in monocristallino, qualcosa di meno per il policristallino (quello che sto usando), 3 per l'amorfo ed un paio per il Cd-Te (che pero' ha problemi di scarsità globale del tellurio).

Con una vita stimata di 25 anni siamo a livelli di EROEI maggiori di quella del petrolio attuale (che è intorno a 5-6). Tradotto, ci vuole l'energia di un pannello per farne da 5 a 10, a seconda della tecnologia, mentre con l'energia di un barile di petrolio ne estrai, trasporti e raffini altri 5. E mentre questo numero è destinato ad aumentare per i pannelli, è destinato a calare per il petrolio.

brain_use ha detto...

Perfetto: grazie a Marko e Gianni.
Precisi come al solito.

Gianni Comoretto ha detto...

Aggiungo questo riferimento. I pannelli a film sottile al CdTe hanno un EROEI di 30-40. Cioè, supponendo durino 30 anni, si ripagano energeticamente in meno di un anno.
http://cassandralegacy.blogspot.com/2011/10/renewable-revolution-ii.html

Anonimo ha detto...

Non è facile convincere condomini a fare un investimento di questi tempi, ma fino a qualche mese fa il fotovoltaico (grazie agli incentivi) rendeva finanziariamente intorno al 6% annuo (difficile fare di meglio con obbligazioni o simili) a rischio quasi zero (a parte un default dello stato), credo che in molti casi un impianto condominiale potrebbe essere una strada percorribile anche se nel caso ci sia un intermediario bancario che finanzia il tutto non si cominci a guadagnare un cent prima dei 10 anni ...ma si è comunque fatto qualcosa per l'ambiente nel frattempo.

Gianni Comoretto ha detto...

Il problema è che se faccio qualcosa di condominiale devo mettere in piedi una società che venda l'energia al Gestore. Di autoconsumo c'è solo la luce delle scale, quasi zero. E devi pagarci tasse, spese, ecc. su dell'energia che poi il Gestore ti paga quasi niente (non certo quel che ti paga in bolletta in conto energia).

Deve essere una società in cui ciascuno incassa (ad es. in sconti sulle spese condominiali) in proporzione a quanto ha investito, ma in cui possano entrare in un secondo tempo quelli che non ci entrano subito (che altrimenti si oppongono), a condizioni ragionevoli sia per chi entra subito che per chi entra dopo. Con investimenti grossi (siamo circa a 20 kWp) che gli investitori iniziali devono sborsare subito (le banche le eviterei), diciamo 10 mila euro sull'unghia a testa.

E poniamo che tra 5 anni i pannelli costino un terzo rispetto ad adesso: chi vuol entrare deve sborsare, per un impianto vecchio, quasi tre volte quel che pagherebbe a farlo nuovo. Puoi star sicuro che ci sarebbero liti di condominio epocali. La vedo difficile, molto.

Nico ha detto...

Dimmi che ne pensi, Gianni
http://www.imdb.com/video/imdb/vi3012795929

Gianni Comoretto ha detto...

Auto elettriche? Ottimo. Ma non credo troppo nei complotti, credo più ai meccanismi nella testa della gente.

Le auto elettriche esistono anche oggi, funzionano bene ma costano care. La cosa che costa TANTO sono le batterie, e per quanto stiano calando di prezzo c'è bisogno di una economia di scala per arrivare a soluzioni ragionevoli.
Un'auto elettrica inoltre ti costringe a ripensare all'uso dell'auto. Devi fare percorsi "brevi" (fino a 50+50 km, con possibili estensioni a 70-80 km, o il doppio se poi ti fermi) ed usare altri strumenti per percorsi più lunghi. Non esiste uno standard per prese di potenza, devi usare la trifase o la 220 e quindi sei limitato a qualche kW, con tempi di ricarica lunghi. Tutto questo ne fa ancora qualcosa di nicchia, in cui le industrie non investono volentieri.

Poi ci sono altri fattori. Non so come funzioni per le auto, ma i motorini elettrici per uso cittadino sarebbero ottimi; ciò nonostante, e nonostante un sacco di incentivi e colonnine gratuite, a Firenze non sono decollati. Non so i motivi, cerco di immaginarli.
Un po' è che la benzina la paghi poco per volta, le batterie quando finiscono le paghi tutte insieme. Anche se alla fine ci hai guadagnato, quando devi sborsare di botto 400 euro molli il motorino e lasci perdere.
Un po' sono meno "fighi" di uno scooter endotermico, sono troppo silenziosi, non fanno più dei 45 km/h di legge, non li ha nessun altro....
Un po' le difficoltà di manutenzione, di meccanici per scooter ce n'è ogni 100 metri, per elettrici ce n'è 4 o 5 in tutta Firenze. Si guastano di rado, ma quando accade sono dolori (se non hai una buona preparazione in elettronica).

Nico ha detto...

Non ci vedevo un complotto dietro. Ho visto il primo documentario, e ora sicuramente mi vedrò questo.

La problematica secondo me è proprio la mentalità della gente.

Volevo capire come la pensavi sull'argomento.

Gianni Comoretto ha detto...

Il complotto riguarda le storie delle compagnie petrolifere che boicottano le auto elettriche. Oggi diverse ditte ci investono, ma una smart elettrica ti costa credo circa 20 mila euro, tra tutto. Una utilitaria elettrica circa 25-30 mila. Ancora fuori portata se non per ecologisti duri. E poi hai i problemi di gestirla bene, anche se praticamente non paghi la benzina (fan 40-50 km con un litro di petrolio in centrale, e i costi sono di quell'ordine, cioè diciamo 1,4 euro ogni 100 km, senza accise) e l'assicurazione costa la metà, e quasi non hai manutenzione.

Io non ho proprio l'auto,ma se oggi dovessi prenderne una la prenderei sicuramente elettrica. Una volta che ti abitui alla guida di un mezzo elettrico, quello endotermico è una palla, rumoroso, puzzolente, complicato. L'auto elettrica non ha bisogno del cambio, ha un freno motore eccezionale (che recupera l'energia), ha pochissime parti in movimento, niente impianto di raffreddamento (ti serve la resistenza per riscaldarti d'inverno), e le batterie attuali durano più della carrozzeria.

Lo svantaggio maggiore è ce se vai in vacanza o vai più lontano di 100 km devi affittarti un'auto (come faccio io ora). Ma non credo che con la benzina a 10 euro al litro saranno in molti a viaggiare 100 km per divertimento.