In un romanzo di Asimov alcuni scienziati trovano un metodo (il "Pompaggio") per produrre una quantità illimitata di energia mettendo in comunicazione il nostro universo con un universo parallelo. In realtà gli abitanti dell'altro universo hanno organizzato il tutto in modo da avere energia illimitata pure loro, a spese della distruzione della nostra Terra per gli effetti collaterali del Pompaggio.
Un nostro scienziato scopre la cosa, ma il politico di turno gli risponde che
"E' un errore supporre che il pubblico voglia proteggere l'ambiente o salvarsi la vita, e che sarà grato ad ogni idealista che combatta per tali propositi. Quello che il pubblico vuole è solo la propria comodità personale. Noi l'abbiamo imparato bene dalla crisi ambientale del ventesimo secolo.
Quindi, ragazzo, non chiedermi di fermare il Pompaggio. L'economia e il comfort del pianeta vi dipendono troppo".
Il lieto fine è la scoperta di un sistema per continuare il Pompaggio senza gli effetti collaterali. Purtroppo non sempre è possibile, o quantomeno non è possibile subito. Molto meglio far finta che gli effetti collaterali non ci riguardino; ci si penserà in seguito, la scienza inventerà qualcosa, non è vero nulla... Chi continua a fumare pur sapendo che farlo gli distrugge la salute conosce benissimo tutti i metodi per nascondersi una verità scomoda.
Il tutto mi è tornato in mente leggendo sul giornale di oggi che USA e Cina si sono accordati per non accordarsi sulla riduzione delle emissioni nel prossimo meeting a Copenhagen. La Cina deve mantenere un ritmo di crescita economica dell'8-10% annuo, gli USA devono tenersi buona la Cina, e hanno pure i loro problemini di crisi. No, non si può proprio smettere di fumare oggi, domani è sicuramente un giorno migliore per farlo. E non c'è neppure bisogno di alieni perfidi, facciamo tutto da noi.
Nel frattempo un brillante scienziato ha scoperto che forse abbiamo sovrastimato del 10% gli effetti antropici sul clima (quanto sia colpa nostra). Un po' della discussione si può trovare qui, personalmente non riesco a seguire il tutto in quanto va pesantemente in campi di cui so poco, e le teorie rivoluzionarie non sono ancora state pubblicate su riviste del settore (e quindi sottoposte alle critiche del dibattito scientifico), ma quel che non riesco a capire è l'enfasi sulla questione. Forse non stiamo fumando un pacchetto al giorno, ma solo 18 sigarette. Quindi chi ci dice che stiamo fumando un pacchetto al giorno è inaffidabile, esagera, e possiamo star tranquilli. O non far nulla, le incertezze giustificano l'inazione.
Infine gli scienziati davvero pazzi di cui parlo qui temo siano più agguerriti di quel che pensavo. C'è davvero chi pensa che basti una spruzzata di anidride solforosa e tutto è risolto. E c'è chi è disposto a dargli retta.
Insomma, come dice il titolo del romanzo di Asimov, che cita una frase di Friedrich Schiller, "Contro la stupidità, neanche gli dei possono lottare."
P.S. Una doverosa segnalazione. Ovviamente non sono il primo a citare Asimov (o Schiller) su questa questione. In particolare lo ha fatto l'amica Debora, già 3 anni fa.
Il tutto mi è tornato in mente leggendo sul giornale di oggi che USA e Cina si sono accordati per non accordarsi sulla riduzione delle emissioni nel prossimo meeting a Copenhagen. La Cina deve mantenere un ritmo di crescita economica dell'8-10% annuo, gli USA devono tenersi buona la Cina, e hanno pure i loro problemini di crisi. No, non si può proprio smettere di fumare oggi, domani è sicuramente un giorno migliore per farlo. E non c'è neppure bisogno di alieni perfidi, facciamo tutto da noi.
Nel frattempo un brillante scienziato ha scoperto che forse abbiamo sovrastimato del 10% gli effetti antropici sul clima (quanto sia colpa nostra). Un po' della discussione si può trovare qui, personalmente non riesco a seguire il tutto in quanto va pesantemente in campi di cui so poco, e le teorie rivoluzionarie non sono ancora state pubblicate su riviste del settore (e quindi sottoposte alle critiche del dibattito scientifico), ma quel che non riesco a capire è l'enfasi sulla questione. Forse non stiamo fumando un pacchetto al giorno, ma solo 18 sigarette. Quindi chi ci dice che stiamo fumando un pacchetto al giorno è inaffidabile, esagera, e possiamo star tranquilli. O non far nulla, le incertezze giustificano l'inazione.
Infine gli scienziati davvero pazzi di cui parlo qui temo siano più agguerriti di quel che pensavo. C'è davvero chi pensa che basti una spruzzata di anidride solforosa e tutto è risolto. E c'è chi è disposto a dargli retta.
Insomma, come dice il titolo del romanzo di Asimov, che cita una frase di Friedrich Schiller, "Contro la stupidità, neanche gli dei possono lottare."
P.S. Una doverosa segnalazione. Ovviamente non sono il primo a citare Asimov (o Schiller) su questa questione. In particolare lo ha fatto l'amica Debora, già 3 anni fa.
8 commenti:
Citare Asimov una volta di più non può che far bene. Un autore da cui si può imparare veramente tanto.
Non mi ricordo se era sua o di qualcun altro la frase: "I politici dovrebbero leggere più fantascienza e meno fumetti western." Ma mi viene il dubbio che fosse di Clarcke.
Io ho una vaga speranza, di natura prettamente psicologica e fideistica, che la natura disponga di meccanismi di autoregolazione superiori ai danni che noi pulci spocchiose facciamo al nostro piccolo granello di sabbia.
Se così non sarà, vorrà dire che la specie umana dimostrarà tutta la sua superiore intelligenza nell'anticipare di qualche migliaio di anni la data della sua estinzione naturale.
Trascinando con sé, purtroppo anche altre forme viventi.
Forse, per Gaia, ne varrà la pena.
Per essere brutali, brain_use, Gaia se ne fotte di noi.
Se riusciamo a fare abbastanza danno distruggiamo l'ecosistema che ci permette di vivere, ci estinguiamo e buona notte a ai suonatori: la Terra continua indisturbata ad esistere e la vita pure, così come è successo quando, quasi da un giorno all'altro, si sono estinti i dinosauri.
Quindi se dobbiamo stare attenti all'ambiente e salvare certe specie in estinzione (il che non significa tutte indiscriminatamente) deve essere perché così salviamo noi stessi, non il pianeta.
Sostanzialmente sono d'accordo con George Carlin, anche se lui per motivi scenici calca un po' troppo la mano (guarda te se al giorno d'oggi le cose più sensate le devono dire i comici anziché i politici o gli scienziati).
Gaia se ne fotte di noi.
Oh, ma è ben quello che intendevo.
Parassiti siamo e parassiti restiamo. Con tutta la nostra superiore intelligenza.
Homo sapiens sapiens. Sarà.
Ho capito che è quello che intendevi.
Ma volevo sottolineare il concetto come merita, ché secondo me quando si tratta di cose veramente importanti è meglio esprimere il concetto fondamentale nel modo più chiaro e brutale possibile, senza tanti giri di parole, altrimenti rischia di sfuggire.
Quindi ripeto e sottolineo: la Terra se ne stracatafotte di noi e se la cava benissimo con o senza la specie umana.
Se fossimo una specie davvero "sapiens", sarebbe ora di piantarla di parlare di stronzate come salvare il pianeta e salvare questa o quella specie, come se andasse fatto per loro, e invece dire chiaro e tondo che certe cose vanno fatte sì, ma per salvarci le chiappe, non per proteggere l'ambiente o i delfini o il panda o quello che è.
Salvaguardare l'ambiente o certe specie è un mezzo per proteggere noi, non un fine.
Axlman, alla fin fine noto lo stesso paradosso dell'altruista: anche gli altruisti, in fin dei conti, lo fanno perché così LORO si sentono meglio, e dunque sono egoisti. Ciò non toglie che essere altruisti, sia, secondo me, la cosa giusta da fare, in genere.
Secondo me il punto dell'osservazione di Brain è: ok, sistemi di autoregolazione ce ne sono a bizzeffe, ma... essi permetteranno ancora l'esistenza dell'homo sapiens sapiens su questo pianeta?
Nel dubbio, continuo a dire, vediamo di limitare seriamente le emissioni. Tanto comunque di petrolio ce n'è sempre meno.
Sulla storia del paradosso dell'altruista:
ma vogliamo proprio farce del male a tutti i costi? Se uno è contento di essere altruista, devo biasimarlo perché lo fa "per tornaconto"? O è solo un modo per chi non è altruista per sentirsi moralmente uguale?
La mia morale guarda agli effetti. Se migliora la situazione complessiva (il casino è stabilire cosa sia un miglioramento), allora è "buono". Chi fa solo il suo interesse di solito non la migliora. Chi ragiona in termini più ampi di solito sì. E se facendolo è pure contento, meglio per tutti.
Su Gaia che se ne frega di noi. Forse è vero, di sicuro se scompariamo non se ne preoccupa. Ma possiamo fare danni ben grossi e non è neppure detto che scompariamo.
Se riusciamo a produrre un effetto serra runaway con liberazione del metano nei clatrati (ce ne vuole, ma ci stiamo mettendo d'impegno), possiamo produrre una bella estinzione di massa.
Thanks greatt blog
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