Uno dei lavori che mi è riuscito meglio è stato un piccolo pezzo di un grosso interferometro formato da una sessantina di radiotelescopi, ALMA, attualmente in costruzione nel deserto di Atacama (il primo lo vedete nella foto accanto). Spero di andare a vederlo di persona, prima o poi.
Il pezzo in questione consente di fare simultaneamente due cose che senza si dovevano fare in due tempi. L'interferometro infatti serve per osservare le onde radio emesse sia da corpi molto freddi, come la polvere che riempie queste nubi e che si addensa a formare i pianeti intorno ad una stella nascente, che dalle molecole che a me piacciono tanto. Con un trucco di elettronica, un paio d'anni di lavoro di un po' di persone, e sostanzialmente senza spese aggiunte, ho trovato il modo di sostituire una scheda del correlatore che combina i segnali delle 60 antenne, e avere simultaneamente i due modi osservativi.

Non è un lavoro da Nobel, ma è comunque un esempio dei tanti contributi che i ricercatori italiani portano al mondo della scienza. Senza fondi, stringendo la cinghia su tutto (il mio laboratorio è finanziato per circa 5000 euro l'anno, il costo di UNA di quelle schede lì, se si rompe qualcosa siamo a piedi), cercando di sopperire con idee brillanti alla mancanza di soldi.
Lo schema della scheda è stato scritto materialmente da un giovane ingegnere, che lavorava per il mio osservatorio con un contratto "atipico" (a progetto), ottenuto con una domanda di finanziamento in un bando nazionale. Il bando in questione era stato preso molto seriamente dal mio ente, e le valutazioni venivano effettuate da esperti stranieri del settore. Il "referee" che valutò la mia richiesta commentò a margine che i soldi che chiedevo per il contratto (fissati da norme nazionali) erano una vergogna, un inserviente in un fast food prendeva di più. Aveva perfettamente ragione, ora l'ingegnere, molto bravo, ha preso il largo, e ha messo in piedi una ditta.
Ora ho bisogno di un'altra persona, che scriva del software per pilotare un altro strumento. Altro bando, sempre su cifre da fast food, e pensavo di aver trovato una persona che potesse svolgere il lavoro. Mi ha telefonato una settimana fa, ha trovato un posto fisso in una azienda.
Un collega va in pensione a giorni. A parte che con le norme attuali il suo posto non verrà rimpiazzato, si porta con sé una esperienza enorme nella costruzione di strumenti raffreddati (la maggior parte degli strumenti astronomici van raffreddati a temperature bassissime, da 180 a 270 gradi sotto zero). Non ha avuto modo di passarle a qualche giovane. Uno di loro, dopo qualche anno di borsa a 1000 euro al mese all inclusive, ora lavora a Berkeley credo con uno stipendio doppio del mio.
Leggo quindi con occhi particolari le affermazioni di Brunetta sul precariato. Certo, in un mondo ideale ci vorrebbe un po' di gavetta, in modo da imparare e capire se si è adatti al lavoro di ricercatore, e poi concorsi regolari. Certo, in molti paesi funziona così, con varianti. Qui se lavori bene, e hai meno di 40 anni (ultimi concorsi più o meno regolari), se sei fortunato fai gavetta a stipendi da sussistenza, e poi trovi lavoro altrove (all'estero, in una ditta). Se ti va male, neppure quello. Nel frattempo la gente va in pensione, e nel giro di 5-10 anni nessuno saprà più come si fanno le cose.
E sono ancora più preoccupato vedendo a quello che succede in generale nel mondo della scuola. L'università ha gli stessi problemi che ho descritto, di fatto chi va in pensione non libera neppure nuovi posti, e in più si avvia ad una privatizzazione che la snaturerà completamente e la renderà fruibile solo a pochi ricchi. E via fino alle elementari, tanti grossi cambiamenti, tutti che porteranno ad un peggioramento della qualità dell'istruzione, un maestro in 24 ore non può fare quello che due fanno in 30 o 40.
Non riesco a capire il senso di tutto questo, stiamo veramente sparandoci sui piedi, sembra di capire solamente per raccattare qualche soldo. Ma una società senza istruzione e senza ricerca è destinata a morire, non ha futuro.
Aggiunte del 17 ottobre:
- il Governo sta approntando una legge, che costringerà i dipendenti pubblici ad andare in pensione a 40 anni di contributi. Questo, soprattutto per i tecnici (anche loro hanno competenze invidiabili che non riescono a trasmettere), accelererà ulteriormente la perdita di competenze di cui parlavo. Uno dei 2 tecnici elettronici del mio gruppo, che ha appunto più di 40 anni di contributi, mi ha chiesto se cerco di fargli avere una "collaborazione", in modo da continuare a lavorare qui, gratis.
- La prestigiosa rivista Nature ha pubblicato un articolo sulla situazione italiana, con circa queste considerazioni.