domenica 13 febbraio 2011

Dignità

Qualche giorno fa in una seconda elementare han parlato del lavoro. A cosa serve che la gente lavori, che lavoro ti piacerebbe fare, se i lavori hanno la stessa dignità....

Tutti gli innocenti pargoli avevano la stessa idea di fondo: lavorare serve a guadagnar soldi, e più se ne guadagna meglio è. Da grande vogliono fare lavori in cui si guadagni tanto, il calciatore, l'attrice, così han tanti soldi e possono comperarsi la villa, la macchina, l'aeroplano, bei vestiti. L'idea di un lavoro che serva per far andare avanti la società, che fornisca servizi e beni agli altri era qualcosa di molto secondario. L'idea che esistano persone che lavorano gratis (e ne vedono, le iniziative di volontariato in quartiere ci sono, pure un doposcuola di cui alcuni di loro usufruiscono, alcuni hanno la mamma casalinga) gli era totalmente nuova. Ovviamente l'idea di un senso della vita che non sia avere beni di lusso non gira, almeno non a quell'età.

Non è una filippica contro le nuove generazioni. Come dicevo, iniziative di volontariato di tutti i tipi ce ne sono, e ci lavorano (perché, sottolineo, è un lavoro) un sacco di giovani. C'è pure un'associazione di studenti che tiene aperta la biblioteca di quartiere oltre l'orario dei dipendenti pagati.

Ma l'impressione è che ci sia una grossa fetta della società, ben rappresentata in TV, in cui gli unici valori sono quelli che han recepito molto bene quei bimbi. Soldi, carriera, successo. Se non li ottieni sei un perdente.

Un'impressione del genere l'ho avuta leggendo tempo fa un blog, in cui si parlava degli scandali che continuano a colpire il nostro governo. La tesi era grossomodo: di cosa ci si scandalizza? Tutte le signore benpensanti che oggi parlano di dignità femminile, dove erano a 18 anni, quando entravano in discoteca gratis perché si sa che il materiale femminile "tira"? Non è prostituirsi anche quello? E quelle più avvenenti, a cui offrivano di ballare sul palco, o di sedere ai tavoli con i clienti per indurli a "offrire" la consumazione, forse si rifiutavano? Mentre noi maschi dovevamo sborsare 50, 100 mila lire di ingresso e consumazione. Proseguiva descrivendo il tipo di locali e di presenze femminili che li frequentavano, ma questo è un blog per famiglie.

Ci sono rimasto. Sarò andato qualche volta in una discoteca, ma pagava anche la mia compagna. E il biglietto non costava sicuramente quelle cifre, non le avrei mai scucite, con 100 mila lire campavo una settimana con la borsa per astronomo della Regione Toscana, affitto incluso. Anche ora, ogni tanto, vado a ballare, in una casa del popolo con biglietto di 10 euro (consumazione inclusa) indifferenziato per sesso., e da come è frequentato mi sembra che una bella fetta di popolazione ami quel tipo di locali. Nessuno dei miei amici è stato in un locale del primo tipo. Nessuna delle mie amiche, che io sappia, faceva l'"entreneuse" ai tavoli di un locale, e forse qualcuna poteva farlo per sbarcare il lunario, non certo per entrare gratis in un locale da 100 mila lire a serata.

Ma evidentemente quello fuori dal mondo sono io e la mia cerchia di amici. A quanto pare, dal successo del nostro governo, i "buga bunga" sono la segreta aspirazione non solo de maschi (che amerebbero farsi dicottenni e minorenni), ma pure di giovani fanciulle e dei loro genitori, che "magari mia figlia fosse la fidanzata di Berlusconi", e di attempate signore che ammirano le prestazioni viagrose del premier.

Del resto lo sanno tutti che prendo 6000 euro al mese (recentemente aumentate a 6800) per scrivere questo blog, mica crederete che ci rimetta dei soldi per la lunga serie di attività extralavorative che faccio, conferenze, valutazioni delle realtà finanziate da bancaetica, articoli sugli argomenti più disparati... Chi me lo farebbe fare altrimenti? Si sa che neppure i cani muovono la coda gratis. O no?

Alla fine mi resta un solo dubbio. È il risultato di 30 anni di TV, a cui io per fortuna sono immune non guardandola mai, o i nostri politici ha saputo cogliere i desideri repressi della gente, dargli voce e "dignità" (si fa per dire), e han successo per questo? In altre parole, devo augurarmi la sparizione del genere umano (obiettivo su cui ci stiamo impegnando attivamente) o c'è ancora speranza? Dalle notizie di oggi (mi ha colpito soprattutto la partecipazione di donne di destra alle manifestazioni, hanno tutto il mio plauso) sembrerebbe che sì, una speranza ci sia.

20 commenti:

Paolo Marani ha detto...

Si, una speranza c'è, purtroppo non è per noi ...

kurdt ha detto...

Gianni io so di che Blog stai parlando, l'autore inizia per A e finisce per L.

In ogni caso, per quanto in maniera piuttosto forte in quel post sta dicendo che una discreta percentuale della popolazione femminile sfrutta il genere per avere dei vantaggi.

Cosa non falsa.

Anche se magari a volte lui esagera.

kurdt ha detto...

Volevo dire l'autore inizia per U e finisce per L scusami .

Marco ha detto...

Bah! Io rimango dell'opinione che la gente stufa di B. sia una minoranza. I cinque milioni di Severgnini, per intenderci. Che son tanti, ma rimangono minoranza in un paese che si soddisfa la propria sete di informazione abbeverandosi al TG1. E s'accontenta, non sapendo che esiste altro né volendo saperlo.
B. non è la malattia. B. è il sintomo. La malattia è molto più grave ed è antropologica.
I miei due cent.
M.

Gianni Comoretto ha detto...

@kurdt
Quel blog non riuscirei a rintracciarlo, mi ha fatto cascare le braccia e ho lasciato perdere.
Non sosteneva solo che le donne "siedono sulla loro fortuna", come dice qualcuno, ma che lo fanno tutte, e lo fanno per entrare in locali da 50-100 svanziche a serata.
Sosteneva che i maschietti che fanno i moralisti poi li ritrovi tutti in detti locali, ad ammirare le grazie messe in mostra delle moraliste suddette.

Ne salta fuori una descrizione del genere umano che non mi torna. Io locali del genere non li ho mai bazzicati, per vari ordini di motivi, e il mio genere di divertimento e di rapporti interpersonali (sessuali o meno) è un po' diverso.

Ma se è così, se davvero B. è il sintomo e non la malattia, credo che chiederò asilo politico ai bonobi. Che fan sesso dalla mattina alla sera, ma senza assegni (o biglietti) da 100-1000-10 mila svanziche e schifi del genere. E smetto di preoccuparmi di peak oil e global warming, è quel che ci meritiamo.

T. Fulvio ha detto...

Io credo che in fondo la maggior parte delle persone non siano come B e i suoi discepoli.
Vedo un sacco di persone che si alzano al mattino alle 4 per andare a lavorare e quando tornano portano le figlie al corso di danza invece che a fare la fila davanti ad uno dei villoni.
Conosco molte studentesse che la domenica vanno a far la cameriera all'agriturismo, anziché fare la fila davanti alla disco esibendo le proprie grazie per uno sconto.

Io credo che una speranza ci sia... speriamo che si realizzino le condizioni per coglierla.

kurdt ha detto...

Io non credo che tutto il genere umano sia di tal fatta, ma devo duramente ammettere, dopo lungo peregrinare e cercare, che la maggior parte darebbe via anche la madre per un briciolo di fama soldi e sesso.

Non ci si può fare niente, proprio niente.

E anche io preferisco i bonobi, da questo punto di vista, hanno costruito una società realmente democratica.

:)

La descrizione che fa Uriel in quel blog è frammentaria e assolutamente non generalizzabile, ma mostra una parte del genere umano, una parte che è abbondante in questo momento storico.

:)

Riccardo (D.O.C.) ha detto...

Torno adesso dalla manifestazione. Non avrei mai creduto, a 58 anni, che sarei andato a manifestare con mia moglie, mia madre e mio padre, e che li avrei sentiti gridare tutti insieme "vergogna" e "dimettiti".

Può darsi che le 50.000 donne radical-chic (come ha detto il ministro più ignorante che la nostra pubblica istruzione abbia mai avuto*) che c'erano oggi a Milano (gli altri 50.000 erano uomini, almeno mi è sembrato che ci fosse una certa parità) fossero il five millions club di Severgnini, e che tutti gli altri italiani siano indifferenti. Però, finché c'è qualcuno che ha conservato la sua dignità e che non si prostituisce nel mare di schifezza che questo governo tenta di inculcare nelle nostre teste, la speranza, io credo, non è ancora perduta.

*Perfino più ignorante della Moratti, il che è tutto dire...

talligalli blog ha detto...

Neanche io ho frequentato mai le discoteche, anche da giovane perche' dopo quello che avevo visto mi sembrava uno zoo non un posto di divertimento.
Ma daltronde se questa e' la societa' che vogliono... bene forse e giunta l'epoca della nostra estinzione al pari dei dinosauri, con la sola giustificazione dei dinosauri dato che loro le cubiste e le discoteche non le avevano di certo

gian ha detto...

Quei prezzi per una discoteca (50-100.000 lire???) mi sembrano veramente alti, ma non sono, né sono stato, un esperto del settore. Tuttavia mi ricordo che la terza (e ultima!) volta che entrai in una discoteca - stiamo parlando di 15 anni fa - effettivamente c'era la condizione per cui le donne effettivamente non pagavano l'ingresso. La cosa mi è rimasta molto impressa, ricordo che mi sembrò profondamente ingiusta. Ero con una mia amica, e anche lei rimase stupita della cosa; si decise semplicemente (e poco cavallerescamente) di fare metà e metà... eravamo studenti squattrinati e ancora adesso ridiamo di quell'episodio. Ma col senno di poi dubito che fosse un'iniziativa deliberatamente sessista, ma piuttosto una trovata pubblicitaria per invogliare la gente ad entrare; perché poi quello che costava era la consumazione. Negli anni successivi, mi raccontano i miei conoscenti più discotecari di me (non ci vuole tanto), almeno dalle mie parti, i locali di quel genere sono andati verso offerte più "politically correct" del tipo "sconto 50% per la coppia" che per il gestore è praticamente uguale ma si presenta un po' meglio.

gian ha detto...

Ah dimenticavo la cosa più importante, a parte le amenità discotecare. Gianni, apprezzo e condivido in toto il tuo scritto, che secondo me sintetizza in maniera chiara il sentire purtroppo molto diffuso sulla dignità del lavoro e sul significato del denaro

Claudio Casonato ha detto...

Le discoteche con ingresso a pagamento solo per i maschietti me le ricordo bene. Io non sono mai stato un discotecaro, ma a memoria erano la maggioranza, almeno qui in zona.
Se le fanciulle pagavano, comunque, il loro biglietto era ridotto. Non ricordo locali (ne sagre o altro se è per questo) con i biglietti 'unisex'...

E non parlo di locali da 100 mila, non ne conosco, parlo di posti da 5, forse 10 mila (fine anni 70).

Ma siccome (ripeto) non ero il tipo da ballo (sarò andato in discoteca 20 volte in vita mia), posso ricordare male.

Claudio Casonato ha detto...

E concordo sul tema del post.... VIVA I SOLDI! Intendo, i 6800 euri dello smom... :-)))

Riccardo (D.O.C.) ha detto...

Guarda che dai 6800 euri devi defalcare la tangente da pagare a Rosy perché se non ci fosse lui il tuo lavoro diventerebbe immediatamente superfluo. In realtà, lui ti ha aumentato lo stipendio per prendere più tangente (di 30°)...

A proposito di donne che entrano gratis, qualcuno sa dirmi se alle corse dei cavalli è ancora così? Saranno trent'anni che non ci vado... Ma lì il sessismo direi che c'entrava poco...

tripponzio ha detto...

la questione delle discoteche con ingresso (senza consumazione) omaggio per le donne è vera. che le 50 carte da mille siano un'esagerazione, dipende da che discoteca si parla. le discoteche più "popolari" avevano cifre che prima del passaggio all'euro si aggiravano intorno ai 20-25 mila con prima consumazione inclusa, guardaroba 5000, consumazione semplice 5000 e cocktail 8000 o 10000. i prezzi, quindi, non sono particolarmente esagerati, si parla forse di discoteche dove la gente se la tirava un pochino di più.
le donne entravano gratis, perchè così erano spinte ad entrare in quel locale, senza che il portafogli ne risentisse. il motivo? mi sembra ovvio: i ragazzi andavano in disco a caccia di "fighe". avete presente quella canzone degli 883 che dice "quelli che vanno in discoteca solo per ballare e poi passano le ore appoggiati al muro, come dei vecchi lupi di mare, bicchiere sempre in mano e sguardo da duro"? nulla di più vero. magari voi anzianotti (ghghgh) non avete vissuto questa realtà, ma è notissima a chi come me l'ha vissuta, anche se solamente di striscio. la donna entrava a gratis perchè così il locale era "pieno di figa", ottima attrattiva per clienti maschi paganti. poi, spesso la donna che mirava ad entrare gratuitamente nella discoteca, mirava anche a spendere meno possibile una volta dentro e quindi dava corda a chi la abbordava per scroccare una consumazione e poi sparire una volta avuto il bicchiere in mano. il famoso "se la tira".
lo "sbatterla sotto al naso e poi non calarla" è stato in effetti un atteggiamento di molte che poi hanno fatto e fanno ancora le moraliste, donne alle quali non sembrava possibile far capire che veniva offerto a loro da bere nella speranza di avere un "controvalore"...
tutto sto ambaradam per dire che la scena dipinta non è tanto distante dall'essere quello che è stato il ventennio appena terminato, anzi, direi che è preoccupantemente veritiera. non è una questione di destra o di sinistra o di influenza televisiva, ma di "costume". c'è anche da dire che anche in certi ambienti di pseudosinistra (ovvero dove sinistra significa non lavarsi, non lavorare e farsi le canne) le stesse donne che oggi reclamano dignità, la calavano (e la calano tuttora) in totale tranquillità, come contorno ad una canna in compagnia, per esempio.
non ha tutti i torti, quindi, questo se dice che c'è una certa ipocrisia da certe donne e che sono state proprio certe donne a contribuire a questa situazione. questo non giustifica alcuno dei comportamenti inqualificabili di certi esponenti del governo, ma tutte quelle donne che hanno aprofittato nella vita dell'interesse di un uomo nei loro confronti per ottenere una consumazione, di essere scarrozzate, una spinta nel lavoro o nello studio, dovrebbero farsi un esamino di coscienza e chiedersi se non sono state le prime a passare il messaggio che quello su cui siedono sia solo un mezzo per arrivare ai loro scopi.
per quanto riguarda i bambini, colpevolizzo relativamente la televisione. colpevolizzo di più l'ambiente da cui assorbono la maggior parte degli stimoli. ricordiamo che i non più giovani di oggi sono quelli che sarebbero dovuti crescere male perchè guardavano i cartoni animati giapponesi e giocavano con i videogiochi troppo violenti e invece non sono tanto male. forse ai bambini di oggi non si deve impedire di vedere qualcosa che non potrebbero capire, ma si dovrebbe fargli capire quello che vedono.

kurdt ha detto...

@ Tripponzio:

Il fatto che siano esistite donne (e che ne esistano ancora) che la "calano" con semplicità e senza esborso di denaro, diciamo "per simpatia" dovrebbe essere una conquista, una delle poche, degli anni sessanta.

Tornare ad un sistema stupidamente sessista su questo, dove se la dai sei una "troia" , ebbene, è una fesseria colossale.

Con tutto il rispetto.

tripponzio ha detto...

kurdt, non è che se la dai sei troia, dipende solo dal fine ultimo di calarla. se la calano per piacere personale, lungi da me etichettare la donna. ma se la donna sfrutta il suo essere donna per ottenere qualcosa in cambio, non mi venga a dire che si sente offesa se qualcuno la considera merce di scambio. sono loro che hanno abbassato la loro persona a questo livello, a discapito di quelle che hanno considerto non dignitoso comportarsi così.

Gianni Comoretto ha detto...

Quel che a me dava fastidio di quel blog, o di considerazioni analoghe, era il "contromoralismo" generalizzante. Chi critica i bunga-bunga che critica a fare, se erano in discoteca a scroccare ingressi e drink sfruttando le loro grazie, o sbavavano per le suddette grazie?

Non mi interessa qui giustificare le varie casistiche su chi la cala (o fa in modo che glie la calino). E sull'ingresso gratis per le donne, probabile sia molto piu' diffuso di come veda io (le mie esperienze sono limitatissime), ma credo sia ingiusto colpevolizzare le donne per questo.

Ma i casi sono due:
- il mondo è fatto per il 99% (o anche solo per il 90%) di gente che almeno una volta la settimana va in discoteca da 30, 50, 100 € con il solo scopo di averla facile, o di darla per congrua ricompensa, e io sono evidentemente un marziano senza permesso di soggiorno
- esiste una percentuale non trascurabile di gente che non ragiona così (e che poi magari fa sesso allegramente ma sono cavoli suoi) e quindi se si indigna ha tutti i titoli per farlo.

tripponzio ha detto...

l'ingresso gratis per le donne, in particolar modo nelle discoteche ggggiovani dei luoghi di villeggiatura per ggggiovani, è una realtà consolidata. in posti come jesolo (il famoso ottavo nano, quello di mare) era diffusa soprattutto per attirare le turiste ciauske (provenienti dai paesi dell'est) che avevano pochi soldini ma erano l'attrazione principale per i giovani italiani lì in vacanza. le discoteche piene di belle ciauske, si riempivano di aitanti giovani paganti.
ma si parla di ggggiovani...
concordo che il fatto che determinate donne (non la maggior parte, non la minor parte, ma sicuramente una parte) abbiano sempre fatto leva sul loro "tesoretto" quando faceva loro comodo non è una scusante per tutti i bunga bunga.

Anonimo ha detto...

Bel post Gianni, condivido completamente quello che scrivi; forse sarà la comune passione per l'astronomia o forse per l'aver buttato la TV anni fa.
Amaramente constato che siamo in Italia quello che sono gli USA 20 anni prima. Lì - come oramai sempre più qui - si vale solo per i soldi che si posseggono! Le doti umane e sociali non contano, tutto il mondo è solo mercimonio.