giovedì 5 gennaio 2012

Carbon neutral

Mio fratello da qualche anno abita nella vecchia villetta in cui sono cresciuto io, finché a 18 anni sono emigrato in Toscana. Ricordo molto bene le fredde sere invernali, la testa sotto le coperte a riscaldarmi con il fiato, i calzetti addosso. I vetri perennemente appannati dalla condensa, con noi ragazzi che li usavamo a mo' di lavagna, disegnando col dito. I geloni di mia sorella. Il mio "laboratorio" era in una stanza al primo piano, e non di rado mi vedevo il fiato. Quella volta l'isolamento termico nessuno sapeva cosa fosse, tanto il gasolio da riscaldamento costava poco; ma la notte si abbassavano i termosifoni, in fondo ci sono le coperte, no?

E nessuno di noi fratelli ha mai avuto il fegato di "ereditare" quella casa, anche perché quando i miei han deciso di andare ad abitare in un appartamento più piccolo eravamo già tutti sistemati, ma anche per il dilemma tra le bollette stratosferiche e il gelo.

Be', lui ha preso il toro per le corna e questo Natale mi ha mostrato i risultati. Innanzitutto ha insufflato le pareti con isolante espanso, messo i doppi vetri (con camera come si deve, filtro IR) ai vecchi infissi di legno, fatto un cappotto al tetto. Cambiare gli infissi sarebbe costato troppo, ma già così le dispersioni si sono ridotte di un terzo. Ha considerato diverse soluzioni per una pompa di calore, ha scartato, sempre per i costi, la sonda geotermica e installato una pompa di calore da 6 KW. Per una casa che aveva prima un bruciatore da 40 kW non è male. Aveva in precedenza fatto mettere una caldaia a condensazione, che tiene per l'acqua sanitaria e per dare una spinta quando la temperatura esterna scende troppo, ma con le temperature non rigidissime (minima a zero C, massima sui 10) di quei giorni la casa era confortevole con 3 kW di potenza. L'acqua nei tubi circola a 35-38 gradi, con una pompa modulata per far circolare solo l'acqua che serve. Con quel basso salto termico, riesce ad avere un COP di 4-6, a seconda della temperatura esterna. Se il COP scende sotto il 3, parte la caldaia a condensazione. I termoconvettori hanno pure la ventola pilotata da inverter, e in condizioni normali assorbono solo 6-7W l'uno. E richiedono pure solo l'acqua calda necessaria, con valvola modulante, e sistema integratore/derivatore per il controllo. Un po' di intelligenza distribuita permette di tener conto di finestre aperte, punti freddi, ecc.

E si è installato 9,6 kWp di policristallino sul tetto. Energia da vendere, non riesce a consumarla tutta neppure mandando a manetta il riscaldamento. Pensa di prendere un'auto elettrica, anche se per ora aspetta di aver pagato i mutui più grossi. Finendo il giro in cui mi ha mostrato tutte queste meraviglie, mi ha commentato, orgoglioso: "Ora sono ad emissioni di carbonio zero".

8 commenti:

markogts ha detto...

Bellissima storia. Io sto facendo le stesse cose nell'appartamento ereditato. Purtroppo la misura più efficace - il cappotto esterno - mi è impedita dall'ottusità dei condomini. Intanto ho fatto il cappotto interno, messo la caldaia a condensazione. Inoltre ho messo il forno a gas e l'acqua calda sanitaria la fa la cadaia. Adesso ho giusto finito di mettere le finestre nuove, PVC con triplo vetro a nord e doppio a sud, telaio in PVC a cinque camere e gas argon (monoatomico, ha minor cp). Adesso consumo circa 500 mc di metano (350€) e 1200 kWh di energia elettrica (150 €) all'anno per due persone e 70 mq. Vediamo le finestre quanto miglioreranno la prestazione. Se la crisi non mi tarpa le ali, il prossimo passo è un impiantino fotovoltaico e una pompa di calore aria aria per la mezza stagione. Da notare comunque la sproporzione fra bollette e costi degli interventi, dell'ordine delle decine di migliaia di euro. L'energia costa ancora troppo poco rispetto ai danni che causa.


PS Attenzione al "filtro IR". Un conto è il trattamento basso emissivo, che è una deposizione di metalli sul lato interno del vetro per ridurre le emissioni nel lontano infrarosso (300K), un conto è la pellicola IR per tagliare l'ingresso di calore solare nel vicino infrarosso.

Juleps ha detto...

Proprio una bella storia.
La utilizzerò per fare qualcosa di simile a casa mia.
Per ora ho messo sul tetto un impiantino FV da 5,2 Kwp.

Gli infissi in legno sono già stati sostituiti con quelli in alluminio con vetro a 3 stati con camera 12 anni fa.

Ho in mente poi di far fare un po' di interventi migliorativi:

- un bel insufflaggio con fibre di cellulosa a tutte le pareti perimetrali e nei sottotetti.
- Isolare il soffitto dei box, praticamente il pavimento del primo piano con lana di roccia e cartongesso (questo è un lavoro che farò io)
- installare un impianto solare termico per l'h20
- Installare un camino a legna per scaldare parte dell'abitazione

Resta la caldaia a metano. Non ho ancora pensato cosa fare quando sarà il momento di sostituirla (ha 10 anni).

Nico ha detto...

Il grande problema da noi è che la stragrande maggioranza è in affitto e certi lavori non verranno mai fatti. Però è bello sentire che ci sono persone disposte a investire per risparmiare e fare qualcosa per il pianeta.

Che auto elettrica aveva in mente?

Juleps ha detto...

Ciao Nico.
Non mi risulta che la maggioranza sia in affitto.

Mi pare che la %di italiani che ha casa di proprietà sia oltre il 70 e che l'Italia sia la nazione Europea in cui con maggiore % di abitanti in case proprie.

Riccardo (D.O.C.) ha detto...

"Ora sono ad emissioni di carbonio zero"

Però si è dimenticato di contare quelle che sono servite per fabbricare, e che serviranno per smaltire tutti gli aggeggi che ha in casa. Che, è facile pensare, sarebbero minori nel caso di grandi impianti perché c'è di mezzo il fattore di scala. Cin questo non voglio dire che sia sbagliato procedere in questo modo: solo mi piacerebbe sapere dove sta il punto di break even fra i risparmi ottenibili e i maggiori consumi dovuti appunto alla piccolezza degli impianti.

Fozzillo ha detto...

@ Riccardo (D.O.C.)
Ma quanto lo vorrei saper anch'io!
Il costo energetico della produzione e dello smaltimento di tutti gli apparati "ecologici" viene spesso trascurato nei calcoli di "emissioni zero".
A grandi linee si può immaginare che il costo di un materiale o di una apparecchiatura è costituito principalmente dal costo dell'energia impiegata per produrlo, quindi se c'è risparmio economico dovrebbe esserci anche quello energetico.

Nel mio piccolo, nel mio condominio a riscaldamento centralizzato ho insistito per l'adozione dei ripartitori di calore, il risparmio di gas è stato netto, quasi il 35%.
L'inverno scorso è stato mite ma non c'è niente da fare, se il singolo condomino non paga direttamente per quello che consuma non è incentivato ad abbassare il riscaldamento.

Anonimo ha detto...

Ho fatto l'insufflaggio di fibra di cellulosa nelle intercapedini: è abbastanza efficace, ma non aspettatevi grandi risparmi, perchè non si eliminano i ponti termici della struttura portante.
Anche i cassonetti degli avvolgibili vanno coibentati.
Sarebbe utile anche avere in casa un impianto di ventilazione meccanica controlata con recupero del calore, ma hanno prezzi esorbitanti rispetto alle tecnologie proposte veramente semplici

markogts ha detto...

Concordo con Arturo, la soluzione principe resta il cappotto esterno. La VMC ha senso DOPO tanti altri interventi, inutile installarla finché non si scende sotto la classe C.