Il mio articolo sul banchiere nell'isola ha suscitato una reazione direi livida da parte del blog "sporchi banchieri". la mia sarebbe ignoranza, stupidità, o forse qualcos'altro. Probabilmente il solito assegno mensile di 6000 euro signoraggiati in aggiunta a quello per le scie chimiche, quello per l'elettrosmog e quello dei petrolieri. Se tutti quelli di cui sarei al soldo mi pagassero davvero non starei qui ma alle Bahamas.
Non ha molto senso andare a rintuzzare punto per punto il post. Vale una nota teoria per cui è molto più facile scrivere cavolate che confutarle, per cui se ti metti su quel terreno perdi in partenza. Provo a commentare solo alcune delle critiche, essenzialmente perché sono un buono spunto sia per approfondire un po' che per mostrare il modo di ragionare di alcune persone.
Colpisce innanzitutto il tono. Non si attaccano le idee ma la persona. Io sarei ipocrita, paternalista, paraculista, mi pongo ad un livello superiore, e ovviamente sono legato al CICAP. Non ho capito se i miei rapporti con Banca Etica siano visti come paraculismo o legami a poteri forti. Tra l'altro mai che becchino correttamente il mio cognome, che comunque verrà storpiato a spregio nell'articolo.
Mi si accusa di vedere grosse responsabilità delle banche anche nella crisi attuale, ma non dire quali. Ma c'è chi lo fa molto meglio di me. Rimando al sito "Non con i miei soldi" per una introduzione divertente. Consiglio, per chi ha l'occasione, lo spettacolo "Pop economy". Se volete una trattazione fatta bene, documentata, con riferimenti, ma senza svolazzi signoraggisti, consiglio il libro di Andrea Banranes "Finanza per indignati". Come affrontare questi problemi? Se lo sapessi avrei in mano il Nobel per l'economia, ma qualcosa si può fare da subito. Scegliete una banca di cui sapete come usi i vostri soldi, nell'economia reale e non nella finanza speculativa. Lavorate in una delle iniziative di finanza dal basso, nei Git di Banca Etica, nelle MAG.
Secondo il blog, se gli Stati stampassero direttamente la propria moneta non ci sarebbe debito pubblico. Onestamente non ne capisco il motivo. Se si usa la stampa di moneta per coprire il debito (l'eccesso di spesa pubblica rispetto alle entrate dello Stato), siamo esattamente nella situazione che indicavo io come soluzione "signoraggista": coprire il debito con emissione di moneta. Se invece si afferma che è l'emissione di moneta a creare il debito pubblico, questo è falso, uno Stato può benissimo avere i conti in pari, non avere debito pubblico, e la moneta bancaria venir emessa comunque. Generando pure un reddito per lo Stato (come lo genera oggi).
E passiamo alla sostanza del mio post. I signoraggisti (coloro che pensano che le banche centrali si intaschino il valore dei soldi stampati, come fa un falsario) ritengono che emettere moneta a debito non solo crei il debito pubblico, ma produca un debito impossibile da esigere. Se infatti emetto 1000 euro e ne pretendo 1000 più gli interessi, da dove saltano fuori i soldi per gli interessi? E fanno l'esempio di un'isola, con 100 abitanti, in cui un banchiere emette moneta prestando 1000 euro a ciascun abitante. A fine anno occorre rendere 101 mila euro ma sull'isola ce ne sono solo 100 mila. E quindi il banchiere piano piano si accaparra l'isola intera. Io mostro che quei soldi in più vengono dallo stipendio del banchiere, che per mangiare, alloggiare ecc. li reimmette nell'economia.
Per non far tornare i conti, i nostri si chiedono come sia possibile che un banchiere si presti dei soldi. Qui i casi sono due: o il banchiere è un isolano come gli altri, e quindi ha diritto anche lui, come tutti, ai 1000 euro, ma deve pagare gli interessi, oppure semplicemente si stampa i 1000 euro senza interessi e se li versa a sè stesso come stipendio, ma per far tornare la sua contabilità deve comunque distruggerli a fine anno, come per gli altri soldi emessi. Le banche centrali distruggono TUTTI i soldi emessi e poi ritirati, e li contabilizzano TUTTI, anche gli stipendi ai dipendenti. Comunque certo, conosco banchieri che si prestano i soldi. E alla fine dell'anno pagano gli interessi, come tutti.
Il banchiere con 1000 euro nel mio esempio comunque non ci campa, nessuno campa un anno con 1000 euro. Sull'isola della storia ci sono troppo poche persone, e un banchiere non ha abbastanza lavoro solo curando l'emissione di moneta, per cui, al contrario dei banchieri veri, deve mettersi a zappare l'orto e vender pomodori. Ma l'esempio serve per capire la differenza tra circolante e denaro utilizzato nell'anno. Se prendessi tutto il denaro in circolazione e lo facessi spendere alle persone distruggendolo subito dopo, durerebbe circa un mese. Nessuno degli abitanti dell'isola campa con quei soldi, tutti devono anche lavorare per guadagnarne altri, quindi deve farlo anche il banchiere. Ma da dove derivano tutti questi soldi, se nell'isola ci sono solo 1000 euro a testa? È il solito problema, i soldi girano, quindi gli scambi effettuati in un anno, o i soldi che ciascuno guadagna e spende in un anno, sono ben più dei 1000 euro a testa che esistono nell'isola. Stiamo confrontando un capitale con un flusso di cassa.
Io "insinuerei implicitamente" che il banchiere spende i suoi 1000 euro per vivere. No, lo affermo esplicitamente più volte. Il motivo per cui i soldi in più ci solo è che gli interessi guadagnati dalla banca finiscono da qualche parte: ad esempio negli stipendi dei dipendenti, che a loro volta li reimmettono in circolo nell'economia. Non spariscono misteriosamente, e quindi i poveri debitori devono crearli dal nulla, cosa impossibile, e reindebitarsi in una spirale senza fine. Le spirali debitorie esistono, vedi l'attuale problema dei debiti sovrani, ma dipendono dal fatto che si continua a spendere più di quanto si guadagni, posticipando il pagamento ad un futuro indefinito.
Cosa succede sull'isola alla fine dell'anno? I 1000 euro a testa ci sono. I 1000 euro in più per pagare gli interessi ci sono. Ciascun isolano ha speso e guadagnato probabilmente in media 12 mila euro, e si ritrova in tasca 1010 euro. Nella versione 1 della soluzione il banchiere se ne trova in tasca solo 10, lui sa che a fine anno riceve lo stipendio di 1000 euro e ha potuto spendere un po' di più. Nella versione 2 lui non se ne ritrova in tasca nessuno, ha speso tutto il suo stipendio. È un privilegiato, perché a differenza degli altri ha avuto lo stipendio a inizio anno e non ha avuto bisogno del prestito. Ma la sostanza della storia non cambia, ciascun isolano rende 1010 euro. Con i 10 euro in più si paga lo stipendio al banchiere. Fine della storia, e del paradosso.
Infine siamo alle solite. Se quella dei slgnoraggio è una bufala, perché perder tempo a sbufalarla? Non serve perder tempo a criticarla, anzi, si va a romper le scatole a chi esercita il suo sacrosanto diritto di opinione. Ma proviamo a rigirare, se le mie sono bufale, perché il signoraggista perde tempo ad insultarmi? Esiste una strana teoria della libertà di espressione: ciascuno è libero di sostenere quel che gli pare,ma gli altri non sono liberi di criticarlo, se lo fanno è perché hanno un'agenda segreta, o semplicemente perché sono stronzi. Non perché ha torto. Anzi, se lo criticano evidentemente non ha torto, mica si critica chi dice fesserie, si critica solo chi dice cose sensate, e naturalmente sempre con malizia e secondi fini.
La tesi richiama in effetti la teoria della montagna di guano. Ma siccome la partita doppia è una sconosciuta per la maggior parte delle persone l'idea dei banchieri che si intascano i nostri soldi (nel senso di quelli che abbiamo attualmente nel portafoglio) nel momento stesso in cui li producono ha un certo appeal. Confesso che la prima volta che, da ignorante di economia l'ho sentita non l'ho identificata subito come cavolata, e ho dovuto studiare un po' per capire dove fosse il baco. Quando la vedi riemergere nei programmi di alcuni partiti "innovativi" poi ti preoccupi, e questi dovrebbero decidere le politiche economiche italiane? Un po' come le scie chimiche, se a parlarne sono quattro pazzi lasci perdere, se ti arrivano le petizioni alla Camera e le lettere minatorie a casa, senti un brivido per la schiena. Perché il futuro potrebbe essere quello descritto qui. Quindi mi sembra utile condividere i miei ragionamenti sul perché sono "bullshit".
E a proposito di scie chimiche, il simpatico signoraggista si svela alla fine, citando una vecchia discussione. Io sostengo che un aereo a 10 km di quota si vede benissimo, ed in un vecchio post ho messo come prova una foto di un aereo contro la Luna. Se l'aereo è grande metà della Luna piena, e metà Luna ad occhio nudo si vede bene, anche l'aereo si vedrà. Ma, ribatte il nostro, la foto è stata scattata con un teleobiettivo. Evidentemente occorre rivedere un po' un vecchio detto: quando il saggio indica la Luna, lo sciocco vede il teleobiettivo.
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domenica 1 settembre 2013
martedì 11 ottobre 2011
Il teorema del tacchino

E sicuramente il fatto che oggi, 24 dicembre, ritardi un po', è un'anomalia trascurabile.
Una premessa: non sono un economista, e quindi so benissimo che sto parlando di cose che conosco poco. Non mi metto quindi ad azzardare soluzioni, o a fare analisi troppo accurate. Ho solo alcune domande, che derivano dal mio vedere le cose da fisico, l'impressione si stia trascurando qualcosa di essenziale, come il tacchino della storia, e non so quando arriverà il 24 dicembre.
In questi giorni si parla moltissimo di economia e finanza. L'Italia è stata declassata come debitrice, essenzialmente perché non è in vista una ripresa dell'economia. Se proviamo a chiedere ad un economista cosa ci vorrebbe, ci risponde (per quel che ho sentito) che la crescita del PIL dovrebbe arrivare ad un 3% annuo. Per quanto tempo? Per sempre, dovrebbe essere SEMPRE a questi livelli. Mi sembra molto ottimistico, il PIL italiano negli ultimi 15 anni è cresciuto in media dell0 0,9% l'anno. C'è stata una disastrosa recessione (-5% nel 2009), ma anche tagliando quell'anno siamo comunque intorno all'1,4% l'anno, che qualunque economista ti considera decisamente insufficiente.
Ma possibile che una crescita dell'1,4% l'anno sia un disastro? Intuitivamente uno potrebbe pensare che in un mondo ideale, in cui tutti hanno quel che gli serve per vivere (e divertirsi), la produzione dovrebbe rimanere costante. Se la produzione non cresce, ciascuno dovrebbe continuare a stare come sta, non stare peggio. Invece vediamo che con una crescita dell'1% si taglia tutto, i disoccupati aumentano, i giovani non hanno prospettive, eccetera. Evidentemente non ho capito qualcosa di sostanziale.
Il problema è che una crescita del 3% non può durare "per sempre". Con quella crescita i consumi raddoppiano ogni 20 anni circa. Il consumo di risorse pure. Significa che nei prossimi 20 anni consumeremmo tante risorse quante ne abbiamo consumate in tutta la storia passata dell'umanità (almeno, da quando il PIL è cominciato a salire del 3% l'anno). Ma abbiamo GIÀ consumato metà di molte delle risorse disponibili, ad esempio del petrolio, non siamo distanti per il neodimio (quello che permette di costruire hard disk da 1 terabyte invece che da 10 megabyte del mio primo PC), la produzione d'oro e di piombo sono in calo da anni. Non ne abbiamo per altri 20 anni, punto.
Si può migliorare l'efficienza? Certo, raddoppiamola, si va avanti altri 20 anni. Si possono cercare altre risorse? Certo, troviamo (se ci riusciamo) un'alternativa al petrolio che valga per ALTRETTANTO petrolio rispetto a quello mai trovato, sono altri 20 anni. Insomma, si arriva a metà secolo e stiamo comunque facendo fantascienza. È il problema delle crescite esponenziali, puoi aumentare a piacere le risorse, ma se cresci ad un tasso costante le finisci in un tempo che è alcune volte il tempo di raddoppio, 20 anni nel nostro caso. Ed anche con risorse infinite, esiste il problema dell'inquinamento (soprattutto l'effetto serra, oggi). O dove metti tutti quei beni prodotti. Persino guardando solo ai bisogni energetici, in soli 400 anni arriveremmo a consumare tutta l'energia che la Terra riceve dal Sole. L'unico modo per far durare la civiltà più a lungo di qualche decennio è NON crescere esponenzialmente. Rinunciare al bisogno di un incremento annuo del PIL del 3% (ma anche del 2% o dell'1%). Sono le cose che ho imparato nel lontano 1976, leggendomi "I limiti dello sviluppo", e giocando con modelli di sistemi sulla mia vecchia SR52.
Un primo motivo è che esiste una serie di feedback, di circoli virtuosi (o viziosi) per cui se l'economia cresce tende a crescere di più, ma se una parte ristagna tende a far decrescere le altre. In questo interessante blog si nota che il consumo di vestiti in Spagna è di 20 kg a testa l'anno. Uno sproposito, significa che devi buttar via vestiti praticamente nuovi tutti gli anni. Ma se il consumo calasse a un ragionevole 2 kg l'anno il 90% dell'industria tessile, dei negozi di abiti, dell'indotto andrebbe chiuso. Disoccupati che non potrebbero più comprare altri beni, e via a catena. In Italia la Fiat piange miseria (e usa pesantemente soldi pubblici) perché le nuove immatricolazioni stan calando del 15%. Ma ormai le strade sono piene di auto, dove le mettiamo? E la gente non ha voglia di cambiarle ogni 3-4 anni.
Poi ci sono alcune parti dell'economia che fisiologicamente non riescono a decrescere: la burocrazia, l'organizzazione della complessità. Ci sono sempre nuove regole, nuovi obblighi, e questo comporta persone che ci lavorano, uffici, strumenti. Un mio amico notava che una piccola ditta, 20 anni fa, teneva i libri contabili in mezzo scaffale, oggi serve un intero armadio. E se una parte cresce e il totale resta uguale le altre devono decrescere.
Poi la popolazione aumenta (qui o altrove), quindi la fetta per ciascuno diminuisce. Viviamo in un mondo più globalizzato, e le diseguaglianze tendono a equiparare le situazioni in vari stati, se in Cina producono a basso costo e crescono a bestia dobbiamo farlo anche noi. (1)
Ma il motivo che mi sembra più grave non è strettamente economico ma finanziario. Se l'economia cresce puoi investire i tuoi risparmi in qualcuno che probabilmente crescerà, guadagnerà e te li restituirà con gli interessi. C'è anche un grosso bisogno di soldi, per via della cosiddetta "leva finanziaria": i miei guadagni sono proporzionali a quante risorse uso per costruire la mia attività, quindi mi conviene farmi prestare più soldi possibile, anche 10-20 volte il mio capitale, perché poi con un maggiore volume d'affari riuscirò a guadagnarci di più nonostante i debiti. E i soldi vengono prestati e riprestati, ogni euro fisicamente stampato viene in media prestato 4 o 5 volte(2). Ma se l'economia non tira, quei soldi diventano una bomba.
L'aspetto più drammatico è quello del debito sovrano (quello degli Stati). Se il PIL cresce lo Stato può continuare ad indebitarsi, in fondo il debito resta sempre la stessa frazione del PIL. Ma se il PIL smette di crescere il debito esplode. Le spese di uno Stato non sono facilmente contenibili, e gli interessi van pagati. In generale un debito è sempre una scommessa, che il futuro sarà meglio del presente, se la scommessa è sbagliata son guai.
E siccome prestare soldi è più semplice che metter su un'attività, la finanza è diventata un mostro in continua crescita, con mille modi molto creativi per far fruttare i soldi facendoli girare velocemente. Oggi la stragrande maggioranza dei movimenti di denaro è legato ad attività speculative, con solo qualche percento effettivamente usati per comperare beni. Ma è un mondo che è molto reale, che influenza l'economia e la condiziona. Che può polverizzare i risparmi, o le pensioni, di milioni di persone se gli assunti su cui si basa vengono meno. E che può strangolare gli Stati, dettare loro condizioni.
Il fatto (vedi nota 2) che la maggior parte dei soldi che circolano sono di fatto usati più volte per via del moltiplicatore monetario implica che in una fase di recessione, in cui inevitabilmente le banche prestano meno, ci sono meno soldi in giro. FISICAMENTE meno soldi, per cui arriviamo all'assurdo di avere dei beni prodotti ma non acquistabili, perché la gente non ha i soldi per farlo.
Come uscire da tutti questi problemi? Ripeto che non lo so. Mi piacerebbe sentire degli economisti che ci riflettano sopra. Ma finora tutti quelli che ho sentito parlano solo di un "rilancio dell'economia", tornare ad alti tassi di crescita. Nessuno nota che i prezzi delle materie prime, fedeli alla legge della domanda e dell'offerta, schizzano in alto appena i consumi ripartono. E il 24 dicembre si avvicina. Forse è già arrivato, e non ce ne siamo ancora accorti.
--
Note
- Tutta la nostra società si basa sull'assunto che la popolazione cresca. Le pensioni sono calcolate così, e questo apre un nuovo problema. Oltretutto oggi la prima cosa che è stata tagliata sono proprio le pensioni, quelle di chi oggi lavora con contratti atipici e contributi ridicoli, e che tra 30 anni non avrà MAI una pensione. Tanto oggi loro non protestano, e tra 30 anni si vedrà. I discorsi sull'elevare l'età pensionabile a 65 anni, o togliere gli anni di università o di servizio militare dal computo sono bazzecole a confronto.
- È il meccanismo del moltiplicatore monetario, che ho tentato di spiegare qui. Essenziale all'economia, ma pericoloso perché se un debitore non paga crea problemi a catena ai 4 creditori che aspettano in successione quei soldi.
venerdì 18 febbraio 2011
Come funzionano i soldi - 2
Spesso in rete si trovano curiose affermazioni su come funzioni la Banca d'Italia, e sul fatto che in realtà questa lucri stampando banconote che non valgono nulla e spacciandole agli ignari cittadini. Qualche volta val la pena di guardare i siti che ne parlano (sottolineo guardare, con l'audio disinserito), soprattutto se la testimonial è una persona abituata a usare le proprie grazie per benefici personali. Ma meglio leggere direttamente i commenti di a little skeptic. E rileggere il mio post precedente.
In breve la tesi è: stampare una banconota costa pochissimo, sicuramente meno del numero scritto sopra. Quindi la banca che stampa ha costi irrisori, e nel cedere le banconote può comperare beni veri, ed arricchire. Come fa tipicamente un falsario, per intendersi.

Inoltre la Banca d'Italia è una SpA privata, di proprietà (se guardiamo chi sono gli azionisti) di altre banche private. Quindi a guadagnarci sarebbero alla fine queste banche, che comunque finiscono per controllare un aspetto molto delicato dell'economia, la politica monetaria.
Per una rapida confutazione di queste tesi si può ad esempio provare a leggere qui.
Ne avevo già parlato qui, limitandomi a tentare di spiegare il signoraggio secondario, ma ho citato un po' di altri interessanti link (imperdibile la voce della nonciclopedia) sul tema.
Sono comunque andato a leggermi lo statuto e un bilancio della Banca d'Italia per capire meglio.
Come funziona la Banca d'Italia?
Gli organi decisionali della Banca sono
- l'assemblea dei partecipanti
- il Consiglio Superiore
- il Governatore
- il Direttore e i Vicedirettori. Insieme al Governatore formano il Direttorio
- il Collegio Sindacale (che controlla formalmente gli altri)
L'assemblea dei partecipanti è formata dai partecipanti con almeno 100 quote (su 300.000). Le quote formano un capitale sociale di 156 mila euro. I partecipanti non possono acquistare e vendere quote, può farlo solo il Direttorio, che decide quindi chi entra e chi esce. Attualmente i partecipanti sono soprattutto banche private (questo è vero).
I compiti dell'assemblea sono quelli di approvare il bilancio, nominare il consiglio superiore e decidere la ripartizione degli utili. Non ha ruoli di indirizzo DIRETTI.
L'assemblea dei partecipanti nomina, come appena detto, il Consiglio Superiore.
Il Governatore viene nominato dal Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore.
Su proposta del Governatore il Consiglio Superiore nomina il Direttore Generale e i Vicedirettori Generali, nomine che devono essere approvate con decreto del Presidente della Repubblica promosso dal Presidente del Consiglio dei ministri di concerto col Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentito il Consiglio dei ministri.
Il Consiglio Superiore gestisce la normale amministrazione: assunzione del personale, redazione del bilancio, compera e vende immobili, tratta con i sindacati, e fissa le condizioni per le operazioni della banca.
Il Governatore e i Direttori decidono le cose importanti: fissa i tassi di interesse di riferimento, nomina il personale dirigente, e tratta con il Sistema Europeo di Banche Centrali.
Il bilancio della Banca d'Italia
Mi riferisco al bilancio 2006 che è il primo che ho trovato.
Il circolante (banconote in circolazione emesse da BdI) era pari a 119.7 miliardi. Sono state emesse banconote per 85,8 miliardi e ritirate banconote per 69,1 miliardi (una banconota quindi in media resta in circolazione per un paio d'anni, poi viene sostituita). Per confronto, il PIL italiano nel 2006 era intorno a 1280 miliardi di euro.
A copertura di questo, BdI ha riserve auree pari a 38 miliardi (in aumento, per via dell'aumento del prezzo dell'oro), riserve monetarie (monete di altri stati) per altri 24,6 miliardi, un patrimonio immobiliare di 3,6 miliardi, e 86,7 miliardi di titoli (certificati di deposito, BOT e cose simili).
Quindi, in pratica, le monete sono emesse a fronte della copertura in oro (che essendo cresciuta di valore nel tempo copre 5 miliardi in più del previsto) e in titoli. Il patrimonio immobiliare serve per funzionare, e le monete di altri stati per le manovre di rivalutazione/svalutazione dell'euro (assieme ai 5 miliardi di euro in oro).
I titoli detenuti corrispondono al 6% circa del debito pubblico italiano. E producono un reddito (interessi). Nel 2006 fan circa 3,24 miliardi che, tolti alcuni interessi passivi danno un attivo di 3,13 miliardi.
Ma gestire l'ambaradan costa, circa 1,77 miliardi, circa metà dell'utile. Una parte non trascurabile (634 milioni) sono stipendi, più circa 500 milioni di pensioni, TFR, ecc. per gli 8000 dipendenti. Se qualcuno vuole andare in dettaglio a sindacare su questo, 79 mila euro annui medi a dipendente non sono pochissimi, faccia pure. Per confronto il mio istituto ha spese stipendiali medie di 60 mila euro a dipendente.
Che se ne fa la banca dell'altra metà? 565 milioni se ne vanno in riserve statutarie. 668 milioni in tasse (tornano allo Stato). Resta un utile di 134 milioni, che viene ripartito dall'assemblea dei partecipanti. Un 20% può essere accantonata in riserve speciali. I dividendi (soldi che vanno ai partecipanti) non possono superare il 10% del capitale, cioè l'astronomica cifra di 15600 euro. Tutto il resto torna allo Stato, che quindi reincassa il 21% degli interessi pagati.
Riassumendo
È vero che il capitale sociale di Banca d'Italia è posseduto da soggetti privati (i partecipanti). Non è vero che Banca d'Italia è una SpA, le quote non sono azioni e i partecipanti non hanno i diritti che di solito hanno gli azionisti (controllo, possibilità di acquistare/vendere le azioni, incasso di dividendi).
I partecipanti della Banca d'Italia hanno un potere, nominano il Consiglio Superiore, che gestisce bene o male il grosso del potere di gestione amministrativa della Banca. Non hanno nessun ritorno economico (15600 euro sono una torta da spartire davvero ridicola), e il potere di controllo politico c'è, ma è molto limitato.
Il grosso del potere politico è nelle mani del direttorio, nominato direttamente o indirettamente dallo Stato e comunque su cui lo Stato deve dare un assenso.
I "frutti del signoraggio" sono essenzialmente gli interessi sui titoli detenuti come controvalore del circolante. Metà di questi interessi va in stipendi (mediamente alti) degli 8000 dipendenti, e in altre spese organizzative. Il resto viene accantonato, o torna allo Stato.
L'emissione di moneta non crea debito, i titoli detenuti da Banca d'Italia sono una piccola frazione del debito pubblico italiano. E gli interessi su quei titoli, almeno in parte, tornano allo Stato, che quindi paga interessi minori (del 20%) rispetto a una situazione in cui Banca d'Italia emettesse moneta senza acquisire titoli in cambio.
Aggiornamento
In breve la tesi è: stampare una banconota costa pochissimo, sicuramente meno del numero scritto sopra. Quindi la banca che stampa ha costi irrisori, e nel cedere le banconote può comperare beni veri, ed arricchire. Come fa tipicamente un falsario, per intendersi.

Inoltre la Banca d'Italia è una SpA privata, di proprietà (se guardiamo chi sono gli azionisti) di altre banche private. Quindi a guadagnarci sarebbero alla fine queste banche, che comunque finiscono per controllare un aspetto molto delicato dell'economia, la politica monetaria.
Per una rapida confutazione di queste tesi si può ad esempio provare a leggere qui.
Ne avevo già parlato qui, limitandomi a tentare di spiegare il signoraggio secondario, ma ho citato un po' di altri interessanti link (imperdibile la voce della nonciclopedia) sul tema.
Sono comunque andato a leggermi lo statuto e un bilancio della Banca d'Italia per capire meglio.
Come funziona la Banca d'Italia?
Gli organi decisionali della Banca sono
- l'assemblea dei partecipanti
- il Consiglio Superiore
- il Governatore
- il Direttore e i Vicedirettori. Insieme al Governatore formano il Direttorio
- il Collegio Sindacale (che controlla formalmente gli altri)
L'assemblea dei partecipanti è formata dai partecipanti con almeno 100 quote (su 300.000). Le quote formano un capitale sociale di 156 mila euro. I partecipanti non possono acquistare e vendere quote, può farlo solo il Direttorio, che decide quindi chi entra e chi esce. Attualmente i partecipanti sono soprattutto banche private (questo è vero).
I compiti dell'assemblea sono quelli di approvare il bilancio, nominare il consiglio superiore e decidere la ripartizione degli utili. Non ha ruoli di indirizzo DIRETTI.
L'assemblea dei partecipanti nomina, come appena detto, il Consiglio Superiore.
Il Governatore viene nominato dal Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore.
Su proposta del Governatore il Consiglio Superiore nomina il Direttore Generale e i Vicedirettori Generali, nomine che devono essere approvate con decreto del Presidente della Repubblica promosso dal Presidente del Consiglio dei ministri di concerto col Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentito il Consiglio dei ministri.
Il Consiglio Superiore gestisce la normale amministrazione: assunzione del personale, redazione del bilancio, compera e vende immobili, tratta con i sindacati, e fissa le condizioni per le operazioni della banca.
Il Governatore e i Direttori decidono le cose importanti: fissa i tassi di interesse di riferimento, nomina il personale dirigente, e tratta con il Sistema Europeo di Banche Centrali.
Il bilancio della Banca d'Italia
Mi riferisco al bilancio 2006 che è il primo che ho trovato.
Il circolante (banconote in circolazione emesse da BdI) era pari a 119.7 miliardi. Sono state emesse banconote per 85,8 miliardi e ritirate banconote per 69,1 miliardi (una banconota quindi in media resta in circolazione per un paio d'anni, poi viene sostituita). Per confronto, il PIL italiano nel 2006 era intorno a 1280 miliardi di euro.
A copertura di questo, BdI ha riserve auree pari a 38 miliardi (in aumento, per via dell'aumento del prezzo dell'oro), riserve monetarie (monete di altri stati) per altri 24,6 miliardi, un patrimonio immobiliare di 3,6 miliardi, e 86,7 miliardi di titoli (certificati di deposito, BOT e cose simili).
Quindi, in pratica, le monete sono emesse a fronte della copertura in oro (che essendo cresciuta di valore nel tempo copre 5 miliardi in più del previsto) e in titoli. Il patrimonio immobiliare serve per funzionare, e le monete di altri stati per le manovre di rivalutazione/svalutazione dell'euro (assieme ai 5 miliardi di euro in oro).
I titoli detenuti corrispondono al 6% circa del debito pubblico italiano. E producono un reddito (interessi). Nel 2006 fan circa 3,24 miliardi che, tolti alcuni interessi passivi danno un attivo di 3,13 miliardi.
Ma gestire l'ambaradan costa, circa 1,77 miliardi, circa metà dell'utile. Una parte non trascurabile (634 milioni) sono stipendi, più circa 500 milioni di pensioni, TFR, ecc. per gli 8000 dipendenti. Se qualcuno vuole andare in dettaglio a sindacare su questo, 79 mila euro annui medi a dipendente non sono pochissimi, faccia pure. Per confronto il mio istituto ha spese stipendiali medie di 60 mila euro a dipendente.
Che se ne fa la banca dell'altra metà? 565 milioni se ne vanno in riserve statutarie. 668 milioni in tasse (tornano allo Stato). Resta un utile di 134 milioni, che viene ripartito dall'assemblea dei partecipanti. Un 20% può essere accantonata in riserve speciali. I dividendi (soldi che vanno ai partecipanti) non possono superare il 10% del capitale, cioè l'astronomica cifra di 15600 euro. Tutto il resto torna allo Stato, che quindi reincassa il 21% degli interessi pagati.
Riassumendo
È vero che il capitale sociale di Banca d'Italia è posseduto da soggetti privati (i partecipanti). Non è vero che Banca d'Italia è una SpA, le quote non sono azioni e i partecipanti non hanno i diritti che di solito hanno gli azionisti (controllo, possibilità di acquistare/vendere le azioni, incasso di dividendi).
I partecipanti della Banca d'Italia hanno un potere, nominano il Consiglio Superiore, che gestisce bene o male il grosso del potere di gestione amministrativa della Banca. Non hanno nessun ritorno economico (15600 euro sono una torta da spartire davvero ridicola), e il potere di controllo politico c'è, ma è molto limitato.
Il grosso del potere politico è nelle mani del direttorio, nominato direttamente o indirettamente dallo Stato e comunque su cui lo Stato deve dare un assenso.
I "frutti del signoraggio" sono essenzialmente gli interessi sui titoli detenuti come controvalore del circolante. Metà di questi interessi va in stipendi (mediamente alti) degli 8000 dipendenti, e in altre spese organizzative. Il resto viene accantonato, o torna allo Stato.
L'emissione di moneta non crea debito, i titoli detenuti da Banca d'Italia sono una piccola frazione del debito pubblico italiano. E gli interessi su quei titoli, almeno in parte, tornano allo Stato, che quindi paga interessi minori (del 20%) rispetto a una situazione in cui Banca d'Italia emettesse moneta senza acquisire titoli in cambio.
Aggiornamento
Recentemente il Presidente del Consiglio ha promesso all'on. Scilipoti, che sostiene le tesi farlocche sul signoraggio, di aprire un dipartimento al Ministero delle Finanze, per permettergli di portare avanti le sue idee. Scilipoti è anche autore di una delle 15 interrogazioni parlamentari sulle scie chimiche. E ci si chiede perché uno debba perdere tempo dietro a questi pazzi?
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