Verso un sistema energetico italiano basato sulle fonti rinnovabili
Prima parte: analisi introduttiva, problematiche e scenari propedeutici
Sommario
Flusso dei consumi energetici in Italia nel 2017 secondo il LLNL su dati dell’IEA. |
Nel corso del lavoro abbiamo visto però che non è realisticamente possibile realizzare sistemi di accumulo, soprattutto stagionale, in grado di coprire questi consumi in modo continuativo. Sarà anche necessario ridurli in modo importante, attraverso misure di sobrietà, efficienza e risparmio. L’unica simulazione in cui abbiamo verificato una copertura totale dei consumi prevede un fabbisogno annuo di 350 TWh, cioè la metà del fabbisogno attuale. Il solo incremento dell’efficienza energetica non basta, occorre dimezzare la domanda finale di energia. Per coprire questi fabbisogni servirà una massiccia installazione di impianti fotovoltaici ed eolici, come dettagliato più avanti.
L’intermittenza giorno-notte, soprattutto del fotovoltaico, può essere coperta disponendo di sistemi di accumulo per circa 4 kWh ad abitante. Per quanto si possano utilizzare gli attuali sistemi idroelettrici a doppio bacino, la maggior parte dell’accumulo deve essere realizzata con batterie. Questo richiede, con la tecnologia attuale (batterie agli ioni di litio), circa 650 grammi di litio ad italiano che, distribuiti sulla durata attesa delle batterie, è molte volte superiore all’attuale produzione mondiale per abitante della Terra. Occorrerà quindi prevedere un aumento della produzione, e un efficiente riciclo delle batterie a fine vita. Il problema potrà essere in buona parte risolto dall’avvento delle batterie a ioni di sodio, attualmente in fase avanzata di studio e sperimentazione.
Anche con un efficiente sistema di accumulo giorno-notte, le variazioni stagionali comportano un esubero di produzione estivo e un ammanco invernale. Periodi estivi con assenza di vento provocano ammanchi notturni anche nei mesi estivi. È quindi necessario un sistema di accumulo stagionale. L’accumulo idroelettrico non è assolutamente adatto, e comunque è più efficacemente utilizzato per l’accumulo nel breve periodo.
Abbiamo ipotizzato a questo scopo l’utilizzo di gas metano di sintesi, accumulato negli attuali stoccaggi per il gas naturale e utilizzato per produrre energia elettrica nelle attuali centrali turbogas. Il metano verrebbe prodotto dall’esubero estivo di energia (processo Sabatier) a partire da idrogeno “verde” e anidride carbonica catturata dai camini delle centrali. Il processo è differente da quello attualmente suggerito (stoccaggio diretto dell’idrogeno), ma le rese finali, includendo tutte le perdite, e le capacità di accumulo sono confrontabili.
Anche utilizzando tutti i depositi geologici disponibili sul nostro territorio, nella situazione in cui si mantenga il fabbisogno di energia finale attuale si verificherebbero ammanchi di energia per il 20% del tempo totale, concentrati in particolare nelle ore notturne dei mesi invernali. Come indicato sopra, sono pertanto necessarie misure importanti di riduzione dei consumi energetici.
In conclusione, se un sistema basato su rinnovabili è fattibile, per garantire la copertura dei fabbisogni in ognuna delle 8760 ore che compongono un anno serve uno sforzo notevole su molti fronti.
Sul lato della produzione si dovrà comunque fare affidamento sulla realizzazione, gestione, manutenzione e periodica sostituzione di una grande infrastruttura energetica, la cui sostenibilità in termini energetici (EROI complessivo) e finanziari deve essere approfondita. Nell’ipotesi più favorevole considerata (riduzione al 50% della domanda) saranno necessari:
- 250 GW di fotovoltaico: l'equivalente della superficie della cittàmetropolitana di Milano (circa 1600 km 2 ) coperta con pannelli fotovoltaici. Questo corrisponde ad una potenza installata di 4 kW pro capite o circa 27 m 2 pro capite di pannelli fotovoltaici.
- Questi possono essere realizzati in principio sia sulle coperture degli edifici (civili, industriali e commerciali) sia su aree non costruite. In quest'ultimo caso forzatamente su aree marginali non utilizzate per l'agricoltura e senza pregio ambientale. Il tutto su un'area che rappresenta lo 0,5% della superficie nazionale, per un’infrastruttura realizzabile senza devastazioni ambientali, seguendo le buone pratiche attuali.
- 80 GW di eolico: alcune migliaia di km di pale eoliche (più potenti saranno, meno ne saranno necessarie), poste sia sui crinali che in campi eolici off-shore, dove hanno maggiori potenzialità. Queste corrisponderebbero a un totale di una torre eolica da 5 MW ogni 4000 abitanti.
- Sistemi di accumulo energetico giorno-notte molto estesi, costituiti prevalentemente da batterie, coadiuvati dagli impianti idroelettrici a pompaggio esistenti. Serviranno circa 4 kWh ad abitante.
- Impianti di cattura dell’anidride carbonica.
- Impianti di produzione di idrogeno, per una potenza installata di idrolizzatori pari a 100 GW. Considerato che i più grossi idrolizzatori industriali hanno una taglia da 5 MW, dovremmo installarne circa 20 mila. Si tratta di migliaia di impianti industriali. A questi, nell’ipotesi considerata di usare metano come gas di accumulo, vanno aggiunti metanizzatori per 75 GW, dove effettuare la sintesi tra anidride carbonica e idrogeno.
- La realizzazione dell’infrastruttura necessaria al trasporto e stoccaggio di metano, idrogeno, e anidride carbonica, basata sull’attuale sistema di trasporto e stoccaggio del metano naturale.
- L’adeguamento della rete elettrica al trasporto dell’energia generata in modo intermittente su lunghe distanze. Questa deve integrarsi con la rete europea, per compensare la maggior produttività invernale dell’eolico nel Nord Europa con quella estiva del fotovoltaico nel Sud.
Ma è anche necessario un deciso intervento sul lato dei consumi. Il forte sbilancio tra produzione estiva e consumi invernali non può essere risolto neppure con il ricorso molto importante e cumulato di tre diverse scelte tecnologiche: il sovradimensionamento al 150% dell’installato, l’accumulo di breve periodo e, con tecnologie power-to-gas, l’accumulo stagionale. Risulta necessario:
- elettrificare tutti gli attuali consumi energetici nel modo più efficiente possibile: ad esempio utilizzo di pompe di calore, illuminazione a LED;
- ridurre i consumi con interventi anche drastici. Dalla riqualificazione energetica degli edifici, all’introduzione di limiti alle temperature massime del riscaldamento invernale e del raffrescamento estivo, passando per l’incentivazione alla riduzione della mobilità automobilistica verso forme di mobilità “leggere” e alternative;
- modulare i consumi in funzione della disponibilità di energia. Si deve partire necessariamente dallo studio della modifica della domanda in modo che possa meglio adeguarsi al profilo orario di produzione da rinnovabili, minimizzando gli ammanchi osservati negli scenari di questo lavoro.
Tutto questo avrà un impatto che noi riteniamo inferiore (e diverso) sulla biosfera, di cui (ne siamo pienamente coscienti) siamo parte. In natura non sono dati pasti gratis. Per realizzare questo passaggio sarà necessaria una lunga transizione, si parla infatti di tre decenni, ma si deve iniziare subito e su tutti i fronti elencati. La pena non è il ritorno ad una società sostenibile basata sull'agricoltura e sull'artigianato, perché una società del genere è socialmente non sostenibile per 60 milioni di persone. Ma il suo collasso avrebbe un impatto ecologico molto maggiore e porterebbe forse alla guerra, all'instaurazione di regimi autoritari e probabilmente ad ambedue le cose.