lunedì 28 dicembre 2009

E questo è il vicepresidente del CNR?

Viviamo in un paese libero, ciascuno può credere a quel che gli pare: che la Terra sia piatta, che la Luna sia fatta di formaggio, e persino che sul nostro pianeta ci sia vita intelligente. Ma si spera che chi lavora in un ente in cui il metodo di lavoro utilizzato è quello della razionalità scientifica applichi questo metodo almeno al suo lavoro. O cambi mestiere.

Quindi vedere un convegno, organizzato nientepocodimeno che dal vicepresidente del CNR Roberto De Mattei, in cui si sostengono le tesi più balzane mi fa letteralmente cascare le braccia (quelle rotonde). E a peggiorare le cose il contributo di fondi pubblici (9400 euro), sottratti alle ricerche vere.

Cominciamo con l'evoluzionismo. Lo so, non è facile da digerire, ma che gli organismi viventi derivino da antenati comuni, in una catena evolutiva, è un dato di fatto. Se si toglie questo niente in biologia funziona più. La genetica, la paleontologia, la distribuzione geografica delle specie, i meccanismi biochimici, la struttura anatomica degli organismi viventi han senso soltanto se esiste l'evoluzione. Abbiamo assistito ormai a diversi episodi di speciazione, nuove specie di animali che in tempi storici non esistevano e che si sono evolute da specie note. Possiamo mappare il DNA di entrambe e vedere quali modifiche sono avvenute.

Possiamo discutere sui meccanismi, ma il dato di fatto, evidente come è evidente che la Terra gira attorno al Sole (altra cosa non facile da digerire), è che le specie evolvono. E che la selezione naturale è l'unica teoria che possiamo ragionevolmente ipotizzare per spiegare questo fatto(1).

Ma l'evoluzione non è l'unico fatto che è stato negato in quel convegno. C'era chi sosteneva che la Terra ha solo 6000 anni (alcuni arrivano ad ammettere ne abbia qualche milione) che c'è stato davvero un grande diluvio che ha formato il Gran Canyon e spazzato via i dinosauri, e che questi avrebbero convissuto con i nostri antenati(2). Insomma vanno a farsi friggere non solo la biologia (con tutti i vari rami: zoologia, botanica, paleontologia, genetica, ecc.) ma anche la geologia, l'astronomia (le "prove" di una Terra giovane sono anche astronomiche), la fisica (per i processi di decadimento radioattivo che si usano per datare le rocce). Dovremmo chiudere il CNR, covo di pericolosi miscredenti che minano la vera scienza, sostenendo cose tipo che i dinosauri si siano estinti 65 milioni di anni fa.

In ogni comunità ci sono persone che sostengono cose, diciamo, singolari. In alcuni casi è semplicemente ignoranza (solo uno dei partecipanti al convegno era un biologo, e non si occupa di evoluzione). E quindi uno storico come De Mattei può dire che la formazione di una nuova specie è impossibile (perché ignora come funzioni). Nelle interviste rilasciate in seguito si capisce anche bene le motivazioni di queste convinzioni, per il tipo di fede di De Mattei è essenziale credere che le dottrine tradizionali (di 100 anni fa) sulla creazione dell'uomo siano corrette. Vede ogni ammissione riguardo la scienza come relativismo. Non riesce a capire come uno scienziato del calibro di Cabibbo, presidente della Pontifica Accademia delle Scienze, possa credere all'evoluzione. E, come succede spesso, se i fatti non si adattano alle tue convinzioni filosofiche basta fingere che i fatti siano altri(3).

Per carità, uno può essere una bravissima persona (non ho dubbi a riguardo), e credere con tutto il proprio cuore che il racconto della Genesi sia sostanzialmente reale, che Adamo ed Eva siano persone realmente esistite e realmente create dal Padreterno. Senza porsi il problema del perché condividiamo quasi tutto il patrimonio genetico con gli scimpanzé, inclusi alcuni fastidiosi difetti e una disposizione dei geni nei cromosomi che indica chiaramente una derivazione comune. Può pure essere un bravissimo storico(4).

Ma se vuol proprio dimostrare di anteporre le sue convinzioni personali alla scienza, che ci fa alla vicedirigenza di un intero ramo della ricerca italiana?(5)

Aggiunta Per qualche altra considerazione rimando al blog della divagatrice.

Le solite note a pie' di pagina
(1) Nel linguaggio scientifico la parola "teoria" indica un insieme di ragionamenti che spiega nel migliore dei modi, con ottima probabilità di essere in buona parte corretta, alcuni fatti. È qualcosa che è stata esaminata a lungo, e che ha superato tutte le obiezioni mossegli. Non ha senso dire "è solo una teoria, una supposizione che non è ancora stata provata". Quella, nel linguaggio scientifico, è un'ipotesi, non una teoria. Definireste "una supposizione" la teoria della gravità, o la teoria dell'elettromagnetismo (su cui si basa il computer che state usando)?

(2) Un po' degli argomenti dei sostenitori della Terra giovane, e relative obiezioni, si possono trovare qui.

(3) Sui rapporti tra cristianesimo e darwinismo ho scritto qui. Un sunto si trova anche su: G. Comoretto: I rapporti tra cattolicesimo ed evoluzione, Scienza e paranormale, n. 74 (2007). Qui qualche mia considerazione generale su scienza e religione.

(4) Però io non faccio convegni per dimostrare che Napoleone è un'ipotesi filosofica e non storica, e che in realtà non è mai esistito.

(5) Anche per non fare l'ennesima figura di palta davanti al resto del mondo.

domenica 27 dicembre 2009

Sacra Famiglia


Oggi è la festa cattolica della Sacra Famiglia. Mi ha sempre fatto sorridere la preghiera finale, "donaci di seguire gli esempi della Sacra Famiglia".

Un uomo giusto si ritrova con la fidanzata incinta. Decide di prenderla lo stesso come moglie, insieme al bambino, per evitarle una sorte di emarginazione o addirittura una lapidazione. Secondo la tradizione degli apocrifi si tratta di un "vecchio", una persona di mezza età che rinuncia ad una famiglia normale per salvare quella ragazzina. In ogni caso, in modo apertamente illegale, rifiuta la delazione e dà il suo nome ad un bimbo non suo.

Nel Vangelo di oggi (con tante cose piuttosto improbabili, ma il succo del messaggio resta) Gesù dodicenne scappa di casa, approfittando della confusione di un pellegrinaggio, e i poveri genitori in angoscia ci mettono tre giorni a ritrovarlo. Anziché dargliele di santa ragione gli fanno un benevolo predicozzo ("Quanto ci hai fatto preoccupare"), e lui risponde che quella era la sua strada, e lui doveva seguirla. Un classico "dropout", sembra di sentire "Father and son" di Cat Stevens.

In seguito Gesù si rifiuterà di interrompere una predica per andare a salutare i familiari, perché la sua famiglia è il mondo.

Insomma, tutto si può dire tranne che gli esempi della Sacra Famiglia indichino una famiglia tipo quella del Family Day, la famiglia tradizionale della cui difesa parlava oggi il Papa ai fedeli, chiamati ad osteggiare le leggi sule coppie di fatto.

Quegli esempi chiedono di considerare con apertura e accoglienza tutte le situazioni più anomale, quelle che la legge vorrebbe condannare a morte, e la società ostracizzare. Se non è una "coppia di fatto" quella famiglia lì... Ci spingono a comprendere comportamenti anche molto strani. A lasciare libertà a ciascuno di trovare la sua strada nella vita. E l'amore che vi circola, che deve continuare a circolarvi al di là di tutti i problemi e le "irregolarità", non deve chiudersi lì dentro perché la vera famiglia di ciascuno è il mondo, tutta la gente che abbiamo intorno.

Chissà perché mi torni in mente il caso di Alessandro Santoro....

sabato 26 dicembre 2009

Autobus

(post aggiornato)

Oggi, di ritorno dalla visita natalizia ai miei parenti, ho passato l'usuale incubo dell'autobus a Firenze.

Abito a un po' meno di 5 km dalla stazione, troppi da fare sotto la pioggia con le valigie, ma se ho solo uno zaino a piedi ci arrivo in meno di un'ora. La zona è ben servita, un paio di linee dirette ed abbastanza frequenti che mi portano da sotto casa alla pensilina della stazione di Santa Maria Novella. Ma non riesco mai a metterci meno di 40 minuti, spesso ben più di un'ora(1).

Oggi per fortuna il traffico era molto tranquillo, e ci siamo messi alla fermata dove era prevista una corsa ogni 15 minuti. Dopo 20 minuti di attesa (e 5 di ritardo) è arrivata finalmente il primo bus, immediatamente riempito. Timbro il biglietto ed aspetto, dovrebbe ripartire subito. Dopo altri 15 minuti di attesa arriva l'autobus successivo, e la gente vi si riversa. Io aspetto sul primo, quantomeno starò più comodo. Restiamo in tre, non abbiamo sentito che l'autista ha comunicato che quella vettura è guasta. Dopo altri 5 minuti chiedo all'autista, che mi ripete che adesso la porta in deposito, devo aspettare la successiva.

Perdo la pazienza, e gli dico tutto quello che penso dell'ATAF, degli autobus a Firenze, del fatto che a quell'ora, a piedi, sarei già quasi a casa... E nella foga dimentico lì lo zaino, prendo la valigia e vado ad attendere l'autobus dopo.

Quando siamo ormai (finalmente) in viaggio, in quella specie di curva di Peano(2) che sono i tragitti dei bus fiorentini, la mia signora mi chiede "E lo zaino?". Non osiamo pensare che cosa ne farà il povero conducente vittima delle mie esternazioni, lei ipotizza che lo abbia scaricato nel primo fosso, e non saprei neppure dargli torto. Chiedo aiuto al conducente, e con un paio di telefonate, in cui persone gentilissime si dan da fare per risolvere il problema, parlo con la persona giusta che mi dice di star tranquillo, lo avrebbe rintracciato lui, e di telefonare dopo mezz'ora. Cioè appena arrivato a casa (un'ora e mezza dopo essere sceso dal treno).

Bene, il mio zaino si trova in stazione. Con il motorino elettrico son lì in 12 minuti, e nel gabbiotto dell'ATAF trovo, oltre allo zaino, alcuni autisti che hanno assistito alla mia sfuriata. Devo dire che mi vergogno come un cane, ho trovato solo persone gentilissime, incluse queste che solamente mi raccomandano di non perdere la pazienza verso chi lavora per far funzionare al meno peggio la baracca.

Morale della storia
  • Non arrabbiarsi con chi non c'entra. Autisti e dipendenti ATAF si sono dimostrati persone di una gentilezza, disponibilità e competenza invidiabili, risolvendo in poco tempo un casino creato da un utente rompipalle.
  • Sono solo io a incappare in tragitti assurdi, autobus affollati, deviazioni, corse soppresse (anche due di fila), e tempi di percorrenza comparabili con quelli di un pedone (se va bene)? Direi di no, parlando con i miei compagni di sventura.
  • Ma è possibile che una città come Firenze abbia trasporti pubblici di questo livello? È possibile che gli amministratori non riescano a tirar fuori un piano del traffico e dei trasporti decente?
  • Il tutto è peggiorato drasticamente dalla chiusura del centro storico ai bus. Per carità, idea ottima. Ma richiede un ripensamento serio del piano suddetto. Quel che si è fatto è stato di mettere delle toppe, che evidentemente non reggono. Tanto gli utenti b rontolano, si incazzano con gli autisti, ma le sedie e gli stipendi degli amministratori nessuno li tocca.
31 Dicembre: Aggiornamento

Leggo oggi che il sindaco Renzi ha deciso di incolpare gli autisti dei ritardi mostruosi.

Gli autisti ribattono facendo notare che i ritardi sono dovuti al traffico caotico, alla mancanza di corsie preferenziali, e ad "una pedonalizzazione del Duomo fatta in fretta e furia che ha finito per costringere tutto il trasporto su un'unica direttrice diventata un imbuto".

Il rappresentante sindacale dice: «Ci dovrebbero mostrare il piano di impresa. Ma se raccontano queste balle evidentemente non ce l'hanno. Chiederemo all'amministrazione come davvero si vuole privilegiare il trasporto pubblico».

Note:
(1) Interessante domanda: come fare con il biglietto? Il biglietto elettronico una volta scaduto dovresti ritimbrarlo. Come spieghi al controllore che lo hai timbrato, ma sei sul bus da più di 90 minuti?

(2) La curva di Peano è una curva così tortuosa da coprire, in infiniti ghirigori, l'intero piano. È un esempio di frattale, qualcosa di mezzo tra una linea e una superficie piana. I tragitti degli autobus di Firenze, che continuano a tornare indetro per coprire tutto un quartiere con una sola linea, ne sono una discreta approssimazione.

domenica 22 novembre 2009

Caccia alle streghe

Qualche giorno fa un hacker ha forzato il server di posta dell'University of East Anglia Climate Research Unit, un centro di ricerca che studia l'andamento storico del clima sulla Terra, copiando e poi disseminando per il mondo qualche centinaio di megabyte tra posta e documenti di uno degli studiosi, il dott. Phil Jones.

Una buona descrizione della cosa viene riportata su Realclimate, mentre i vari blog che negano i cambiamenti climatici si sono scatenati a citare mail fuori dal contesto, sostenendo che non esiste consenso sul clima, che i dati sono stati falsificati od omessi arbitrariamente, che gli scienziati dell'IPCC sono una banda di astiosi violenti. Non casualmente, alla vigilia degli incontri di Copenhagen sul clima.

Cosa sia il contesto in un archivio di mail di oltre 10 anni non è banale. Poniamo qualcuno forzasse il mio, tanto per fare esempi di cui so qualcosa. Tempo fa mi han chiesto di fare da referee (quello che fa le pulci agli articoli prima che vengano pubblicati) ad un articolo di un mio collega che mi sta fondamentalmente antipatico. La cosa non mi piaceva, e ho scritto qualche mail ad amici chiedendo consiglio. Non ho sottomano le mail, ma vi assicuro che erano colorite. Poi ho letto l'articolo, ho trovato alcuni punti criticabili, le critiche sono state accettate dall'autore, l'articolo rivisto leggermente e poi approvato a pieni voti. E ho condiviso l'apprezzamento con i colleghi a cui avevo chiesto consiglio. Le mie antipatie non sono entrate che, forse, in un'attenzione maggiore al mio lavoro di revisore. Ma se uno prende una di quelle mail colorite può tranquillamente accusarmi di essere prevenuto, di bocciare gli articoli prima ancora di leggerli. Se li legge l'autore dell'articolo, credo non sarebbe piacevole(1), non per niente l'identità dei referee è segreta.

E chi non ha mai detto in vita sua di un collega, o di un parente antipatico, che lo batterebbe nel muro se lo vede? Questa frase, ovviamente pesante se messa in un blog pubblico (2), in una conversazione privata ha tutto un altro peso. Ma basta a definire l'intera comunità dei ricercatori sul clima una banda di rissosi astiosi.

Il fatto che durante lo studio di un fenomeno, e nella preparazione di articoli scientifici, ci sia discussione tra gli scienziati coinvolti viene presa come prova di un "mancato consenso". Il consenso si costruisce con la discussione, con critiche, osservazioni, non nasce autoevidente. Che ci sia traccia di questo in un carteggio di 10 anni è assolutamente scontato.

Nel corso della discussione si parla di dati che le persone coinvolte sanno essere sbagliati, per qualche motivo. Capitato anche a me, in una ricerca fatta 16 anni fa, cercando onde gravitazionali misurando la distanza di una sonda spaziale. Trovammo uno strano segnale, assolutamente incompatibile con un segnale astronomico, ma che rovinava i dati. Nelle mail di allora parlavo di come "eliminare quei dati". Alla fine scoprimmo cos'era, un diodo rotto nel radiotelescopio di Camberra. Usando quelle mail ci potrebbero accusare di voler cancellare i dati che ci davano torto.

Da quel che ho visto, quelle mail descrivono solo normale corrispondenza di un normale ricercatore, con dubbi, scelte, ripensamenti. Corrispondenza intesa per qualcuno che sapeva bene di che si parla e non per un lettore esterno, anche esperto dell'argomento. Soprattutto non mostrano qualcuno che sta mentendo, o che è convinto che quel che sta scrivendo sono bufale. Non mostrano qualcuno che riceve ordini politici dall'esterno. Che ha potere di censurare o che comunque censura.

Tanti altri esempi sono nei commenti e nel testo dell'articolo di realclimate. Giudicate voi. Ma prima di giudicare, provate a dare una scorsa ai vostri vecchi messaggi di posta. Siete proprio sicuri che sareste contenti se finissero letti da mezzo mondo? Che non vi farebbero fare una immeritata figuraccia?

Note:
1) Difatti le ho appena cancellate.
2) Ogni riferimento ad alcuni particolari blog non è ne casuale nè intenzionale ma inevitabile

domenica 15 novembre 2009

Neanche gli dei

In un romanzo di Asimov alcuni scienziati trovano un metodo (il "Pompaggio") per produrre una quantità illimitata di energia mettendo in comunicazione il nostro universo con un universo parallelo. In realtà gli abitanti dell'altro universo hanno organizzato il tutto in modo da avere energia illimitata pure loro, a spese della distruzione della nostra Terra per gli effetti collaterali del Pompaggio.

Un nostro scienziato scopre la cosa, ma il politico di turno gli risponde che
"E' un errore supporre che il pubblico voglia proteggere l'ambiente o salvarsi la vita, e che sarà grato ad ogni idealista che combatta per tali propositi. Quello che il pubblico vuole è solo la propria comodità personale. Noi l'abbiamo imparato bene dalla crisi ambientale del ventesimo secolo.
Quindi, ragazzo, non chiedermi di fermare il Pompaggio. L'economia e il comfort del pianeta vi dipendono troppo".

Il lieto fine è la scoperta di un sistema per continuare il Pompaggio senza gli effetti collaterali. Purtroppo non sempre è possibile, o quantomeno non è possibile subito. Molto meglio far finta che gli effetti collaterali non ci riguardino; ci si penserà in seguito, la scienza inventerà qualcosa, non è vero nulla... Chi continua a fumare pur sapendo che farlo gli distrugge la salute conosce benissimo tutti i metodi per nascondersi una verità scomoda.

Il tutto mi è tornato in mente leggendo sul giornale di oggi che USA e Cina si sono accordati per non accordarsi sulla riduzione delle emissioni nel prossimo meeting a Copenhagen. La Cina deve mantenere un ritmo di crescita economica dell'8-10% annuo, gli USA devono tenersi buona la Cina, e hanno pure i loro problemini di crisi. No, non si può proprio smettere di fumare oggi, domani è sicuramente un giorno migliore per farlo. E non c'è neppure bisogno di alieni perfidi, facciamo tutto da noi.

Nel frattempo un brillante scienziato ha scoperto che forse abbiamo sovrastimato del 10% gli effetti antropici sul clima (quanto sia colpa nostra). Un po' della discussione si può trovare qui, personalmente non riesco a seguire il tutto in quanto va pesantemente in campi di cui so poco, e le teorie rivoluzionarie non sono ancora state pubblicate su riviste del settore (e quindi sottoposte alle critiche del dibattito scientifico), ma quel che non riesco a capire è l'enfasi sulla questione. Forse non stiamo fumando un pacchetto al giorno, ma solo 18 sigarette. Quindi chi ci dice che stiamo fumando un pacchetto al giorno è inaffidabile, esagera, e possiamo star tranquilli. O non far nulla, le incertezze giustificano l'inazione.

Infine gli scienziati davvero pazzi di cui parlo qui temo siano più agguerriti di quel che pensavo. C'è davvero chi pensa che basti una spruzzata di anidride solforosa e tutto è risolto. E c'è chi è disposto a dargli retta.

Insomma, come dice il titolo del romanzo di Asimov, che cita una frase di Friedrich Schiller, "Contro la stupidità, neanche gli dei possono lottare."

P.S. Una doverosa segnalazione. Ovviamente non sono il primo a citare Asimov (o Schiller) su questa questione. In particolare lo ha fatto l'amica Debora, già 3 anni fa.

venerdì 13 novembre 2009

Comitato Nazionale del Risparmio e scie chimiche

Come se non bastassero le ormai 11 (avevo contato male) interrogazioni sull'argomento, l'on. Oskar Peterlini, ex membro della commissione Territorio, Ambiente e Beni Ambientali, ha trovato il tempo per scriverne una dodicesima interrogazione sul problema delle scie chimiche. Evidentemente senza guardare le risposte date in passato (riassumibili in "le scie chimiche sono una bufala pubblicizzata in siti che di scientifico non hanno nulla"), e senza neppure prendersi la briga di capire cosa significhi la sigla CNR. Provo a rispondergli io.

Premesso che in molte parti d'Italia (Umbria, Abruzzo, Campania, Toscana, Veneto, Sicilia, Sardegna e Marche), da alcuni anni sono state rilevate scie chimiche (chemtrails), rilasciate da aerei non meglio identificati;

Perché gli aerei (sono quasi tutti aerei di linea riconoscibili, basta un buon binocolo), quando fa freddo rilasciano scie di condensa, e alle quota e cui volano fa praticamente sempre freddo. Le scie sono viste dappertutto, spessissimo, da decenni, senza nessuna indicazione siano "chimiche".

diversamente dagli aerei civili, i quali su rotte predeterminate rilasciano scie di condensazione a dispersione quasi immediata, le scie chimiche riscontrate sono di natura gelatinosa e vengono nebulizzate da aerei che volano a bassa quota

Le scie di condensa possono persistere in cielo per ore, allargandosi, se le condizioni sono opportune. Studi fatti misurando le condizioni dell'aria all'esterno di voli di linea, mostrano che circa il 5-10% delle volte ci sono le condizioni per la formazione di scie persistenti.
La bassa quota dichiarata nei siti sulle scie chimiche è misurata ad occhio, se si fan misure serie (o si analizzano le foto presentate) si ricavano quote alte. E cosa significherebbe che una scia è "gelatinosa"?

e [le scie] sono irrorate nell'aria attraverso sistemi di supporto ben visibili ad occhio nudo

Si chiamano volgarmente "motori". Nella quasi totalità delle foto di scie, queste compaiono ad una certa distanza dietro ai motori, come ci si aspetta se si tratta di condensa, e come non ci si aspetta se si tratta di sostanze spruzzate. Le pochissime foto in cui le scie non si originano dai motori mostrano scie aerodinamiche (provocate dalla turbolenza dell'ala in aria molto umida) o "fuel dumping".
In rete sono presenti foto di alcuni elementi di aerei a terra (che quindi non rilasciano scie) sostenendo senza nessuna giustificazione che si tratti di "irroratori di scie chimiche".

il Comitato nazionale del risparmio (Cnr), nel 2005, ha rilevato, nelle analisi effettuate su campioni di pioggia coincidente con il rilascio di scie chimiche, una concentrazione al di sopra della norma di sostanze chimiche come quarzo, ossido di titanio, alluminio, idrossido di bario, ritenute pericolose per la salute in quanto cancerogene

Credo si riferisca a queste qui sotto. Si tratta di analisi fatte in un campione di neve, che contiene tracce di polvere (ma guarda, della neve all'aperto contiene polvere). L'analisi della polvere mostra che è composta di sabbia ed altri minerali comunissimi nel terreno, cioè che si tratta di polvere di terra alzata dal vento.
Ma da una persona che non sa cosa sia il Consiglio Nazionale delle Ricerche, credo sia inutile pretendere capisca che un'analisi chimica ha trovato che la neve all'aperto contiene tracce di polvere.

Altre analisi, fatte su campioni di terreno o acqua raccolta a terra, mostrano sabbia (quarzo) ed argilla (alluminio), e pure presenza di bario in concentrazioni tipiche del terreno (il bario è tra i 20 elementi più comuni nella crosta terrestre). Sorprendente che in una palata di terra si trovi sabbia ed argilla, non è vero?

si chiede di sapere:

quali ricerche scientifiche siano state effettuate, quali indagini siano state svolte e quali elementi siano stati raccolti sull'insieme dei voli, militari e non, effettuati nello spazio aereo nazionale da qualunque soggetto, che abbiano avuto come effetto il rilascio di scie chimiche;

Una marea. Le scie di condensa sono studiatissime, c'è persino un progetto nel Programma Quadro della Comunità Europea sull'argomento. Si sa quanto sono frequenti, in che condizioni si formano, e si studia come ridurle e quanto influenzino il riscaldamento globale (circa l'1% di quanto faccia la CO2). Nessuno studio ha trovato anomalie, scie che non dovrebbero esserci, scie che non siano scie di condensa.

se il Governo non ritenga opportuno monitorare e registrare i tempi, i luoghi e le modalità entro cui nello spazio aereo nazionale si formano scie chimiche in modo di realizzare una banca dati utile a definirne la natura e le eventuali conseguenze sulla salute, il clima e l'ambiente;

Monitoriamo le scie di condensa? Certo, basta monitorare i 5000 aerei il giorno che sorvolano l'Italia. Esiste un ente apposito, l'ENAV, basta chiedere a loro. Monitoriamo quando sono persistenti? Sono in media 3-400 aerei il giorno. Ma oggi gli "studiosi indipendenti" sostengono che qualsiasi scia sia chimica, e quindi sono quasi tutti gli aerei in quota.

se l'Aeronautica militare o altri soggetti pubblici siano coinvolti e con quali compiti nel progetto di cooperazione Italia/Stati Uniti su scienza e tecnologia dei cambiamenti climatici.

Immagino si tratti dell'accordo n. 4-02154 di collaborazione scientifico sullo studio delle modificazioni climatiche, di cui ho parlato già qui. Innanzitutto in quegli accordi l'aeronautica militare (o i militari) non c'entra nulla, si tratta di un accordo tra enti di ricerca civili.
Forse l'onorevole ha sentito nominare la storia del riscaldamento globale, dell'effetto serra, di quelle cose lì insomma. Ecco, l'accordo riguarda il capire che succede ad animali e piante di conseguenza. L'IBIMET è un istituto del Comitato del Risparmio (ah, già, è il Consiglio delle Ricerche) che studia queste cose, ad es. provando a mettere un po' di pioppi in un recinto fatto di teli di plastica e pompando dentro dell'anidride carbonica per vedere come reagiscano, nei quadrati "FACE" del campo qui sotto. Sono queste le modifiche all'ecosistema di quel documento. Basta darsi la briga di leggere il loro sito, in cui si trova tra l'altro un'accorata presa di posizione contro i casini socio-ambientali che stiamo facendo con la nostra cosiddetta civiltà.

A quando un'interrogazione parlamentare sui provvedimenti che il Governo intende adottare in vista del 21 dicembre 2012? E a quando dei politici che colleghino il cervello prima di presentare una interrogazione?

mercoledì 28 ottobre 2009

Disobbedienza civile

Conosco don Alessandro dal 1990, quando lui era un giovane parroco al Galluzzo e io coordinavo la campagna di obiezione fiscale alle spese militari. Poi organizzò la delegazione fiorentina dei "costruttori di pace" che entrò nella Sarajevo assediata, e quindi finì in quella specie di Bronx che è il quartiere delle Piagge a Firenze.

L'esperienza dell'obiezione alle spese militari ha lasciato un segno in entrambi. Io sono finito a coordinare i soci di Banca Etica, lui, più radicalmente, a inventarsi un modo nuovo di fare microcredito e ora, con il progetto di MAG Firenze, proprio un modo nuovo di fare finanza. E non voglio certo paragonarmi, per lui inventare cose nuove, rapporti nuovi con gli ultimi è la sua vita (qualche settimane fa, con un rimprovero non troppo velato, mi osservava che a lui interessano gli ultimi, non i penultimi), per me è un'attività che faccio a lato della mia vita "normale", quando riesco ad avere un po' di tempo.

Quando ho letto della sua scelta coraggiosa di celebrare quel matrimonio che non s'aveva da farsi, sono stato proprio contento. Immagino cosa voglia dire vedersi negata una normale vita sentimentale, vedersi additati come "peccatori" per le stesse cose, le stesse gioie che vive qualsiasi coppia. E ce ne fossero di coppie che resistono fino a quell'età, che continuano a volersi bene, ad amarsi, rispettarsi dopo trent'anni di vita comune. Peccatori perché Sandra è nata uomo, anche se oggi, per lo Stato e per tutti quelli che la conoscono è una donna, sposata civilmente con l'uomo che ama. Per la Chiesa no, è sempre un uomo, e quindi (anche su questo ci sarebbe da ragionare) non ha diritto ad amare un uomo.

Alessandro ha fatto quel che ha sempre fatto. Ha ragionato, discusso, cercato di capire, e poi fatto quello che, insieme chi ha attorno, riteneva giusto, anche se non corrisponde al cosiddetto diritto. Prendendosi le conseguenze di questo, con coraggio e coerenza, nella speranza che questo faccia riflettere, e cambiare quelle norme ingiuste. Alessandro è stato sospeso, allontanato dalla comunità di gente che ha messo in piedi, in un posto dove la sola idea di una comunità era un'utopia. Io non so come posso aiutarlo, questo blog per intanto è un inizio....

domenica 6 settembre 2009

Il cielo su firenze e gli asini volanti

Oggi a Firenze c'era un cielo azzurro limpido da far paura. E nel cielo neppure una scia. A dire il vero anche ieri era azzurro mica male, ma qualche breve scia persistente ogni tanto si vedeva.

Ma gli aerei dove erano finiti? Be', tutti lì, bastava cercarli. Ne ho contati una decina, in poco più di 20 minuti, prima di stufarmi. Quello qui accanto era un puntino ad occhio nudo (quindi difficilissimo da mettere a fuoco), circa 42 km ad est di Firenze. Le ali sono invisibili per la distanza, e come si vede è bianco, senza contrassegni né finestrini.

Mentre lo fotografavo l'occhio mi è caduto su un altro oggetto che si muoveva velocemente nel cielo. Non poteva essere un aereo, gli aerei non sono fatti a "U", rovesciata e non si muovono in quel modo. Con lo zoom al massimo ho risolto l'arcano, era un asino volante. O più probabilente un cane volante.

martedì 1 settembre 2009

Metodo scentifico

Post aggiornato dopo un paio di "uscite" di Tankerenemy

Per evitare di ripetere sempre le stesse cose, rimando ai siti che spiegano un po' la storia-tormentone delle scie chimiche. Quindi per favore, portatemi prove, od obiezioni nuove, non cose a cui ho già risposto.
  • Innanzitutto la nonciclopedia, che nonostante i migliori sforzi dei nonciclopedisti non riesce ad essere altrettanto demenziale della teoria originale, e quindi è un'ottimo e serio sito di debunking.
  • La pagina di MD80, sito di piloti ed esperti di aeronautica dovrebbe essere sufficientemente autorevole. Ma si sa che sono tutti pagati per rilasciare queste scie.
  • La FAQ del CICAP. Elenco di risposte alle domande tipiche sulle scie
  • Intervento del meteorologo Per Luigi Randi, ad una congresso di meteorologia. Ma già, i meteorologi son tutti parte del complotto (pure loro).

Dopo un paio d'anni che mi occupo della bufala delle scie chimiche, provo a fare un po' il punto.

Innanzitutto il panorama di chi crede a questo complotto è estremamente variegato. Si va da chi pensa ci sia qualcosa di strano nelle scie, magari legandolo alle preoccupanti affermazioni di affermati scienziati (uno tra tutti Lomborg, l'ambientalista scettico) sui metodi per contrastare l'effetto serra, a chi afferma si tratti di un metodo escogitato dai governi, in combutta con gli astronomi, per evitare di far scorgere alla gente il pianeta Nibiru in avvicinamento. E a chi sparge pezzi di plastica per i campi per dissolverle. Fattore non trascurabile, c'è chi ci fa i soldi, vendendo riviste, libri, DVD.

Quindi è difficile fare di tutta l'erba un fascio. È un culto con sottoculti, guerre interne di religione, accuse di eresia, ecc. E siccome so benissimo che non posso escludere che qualche scia sia chimica, se qualcuno vuol seriamente cercare delle anomalie, senza bersi il cervello, faccia pure.

Il punto di partenza, ovviamente, è stabilire se le scie bianche che si vedono in cielo abbiano qualcosa di anomalo. Se la risposta è NO, in teoria si dovrebbe chiudere la questione. Ma non è così semplice, il discorso si sposta subito sul "puoi dimostrare che non ci mettono dentro niente di tossico?" (puoi dimostrare che non mettono niente di tossico nel 90% delle scie che non si vedono? O nell'acqua dell'acquedotto?)"Ma comunque gli aerei inquinano" (bella forza, e le auto no?). Quello che sembra emergere è che ad almeno alcune di queste persone le scie fanno comunque paura perché si vedono. Vorrebbero non vederle, punto.

Ma torniamo al dunque. Cosa fa pensare che queste scie siano anomale?
1) Non si dovrebbero proprio formare, o se si formano dovrebbero essere corte, evanescenti, non rimanere in cielo per ore
2) Sono tante, troppe, si intersecano nel cielo. Non è possibile ci siano tanti aerei, o tante rotte, nel fazzoletto di cielo sopra la nostra testa
3) Una volta non si vedevano
4) Gli aerei sono troppo bassi (con varie prove del cumulo, del telemetro, del filmato o del fatto che l'aereo si sente o si vede)
5) Gli aerei sono strani: bianche, senza insegne, senza finestrini... Sicuramente militari.

Non sto a ribattere a queste affermazioni, cosa già fatta altrove. Ma è interessante vedere come contro-ribattono i sostenitori del complotto. Per concisione userò i termini sciachimisti e sciacondensisti per indicare rispettivamente chi ritiene che le scie siano composte da sostanze chimiche imprecisate o dalla condensa di vapor d'acqua.

1) Gli sciachimisti sostengono che le condizioni per la formazione di scie di condensa non persistenti siano temperature sotto i 40 gradi sottozero, e umidità sopra il 70%. Le scie di condensa persistenti per loro non esistono. Le condizioni per la formazione di scie sono però ben note, e non sono quelle. I conti, inizialmente fatti da Appleman nel 1953, dicono che le scie si formano anche a umidità relativa nulla. Non sono conti semplici, ma ormai esistono programmi di computer che ti dicono, date le condizioni atmosferiche, se si possono formare e se saranno persistenti.

Gli sciachimisti prima ignorano. Affermano che i conti (quelli sbagliati) sono semplici, e le scie non si formano quasi mai Poi affermano che i conti di Appleman non valgono per i nuovi motori turbofan. Le considerazioni, pur fatte da un fisico, sono qualitative, ad occhio. I conti di Appleman non vengono rifatti, ma se ne citano le premesse come se fossero motivi sufficienti ad invalidarne le conclusioni (lo so, è contorto). Gli sciacondensisti dicono che gli aggiustamenti sono stati fatti, e, conti alla mano, con i turbofan le scie si formano di più. Ma no, non è possibile, come succede che un motore più efficiente produca scarichi più freddi? Qualcuno spiega ad un fisico che vale ancora il principio di conservazione dell'energia, se sfrutti il calore per spingere l'aereo alla fine te ne resta di meno?

Non esiste nessuna confutazione degli studi che mostrano come per il 15% del tempo l'aereo viaggia in condizioni atmosferiche in cui la scia non può dissolversi. Per loro le scie persistenti non possono esistere, punto.

Comunque oramai non serve neppure invocare caratteristiche strane. Tutte le scie, corte o lunghe, sono chimiche, e se non c'è la scia vuol dire che han sviluppato metodi di irrorazione che non le fan vedere.

2) Se guardiamo i documenti degli stessi sciachimisti, troviamo i dati di traffico aereo. In Italia viaggiano circa 4720 aerei il giorno (nel 2007). Il traffico sul mondo e sull'europa è ben documentato da questi video. Con pochi semplici conti si vede che in media sopra le nostre teste viaggia qualche centinaio di aereo al giorno, uno ogni pochi minuti. Dovremmo vedere un aereo in cielo praticamente sempre. Ma distinguere un puntino azzurrato contro il cielo azzurro è difficilissimo, spesso anche con le scie ad indicarceli l'aereo è così poco visibile che qualche sciachimista ha ipotizzato l'uso di aerei invisibili per spargerle. Qualcuno si accorge che i voli ci sono anche di notte (ma chi l'avrebbe mai sospettato).

Un aereo si vede abbastanza alto sull'orizzonte fino ad almeno 50 km di distanza, e in quest'area si trovano praticamente sempre diversi incroci. Per convincerne basta guardare il panorama da un aereo, non è difficile, sorvolando il Tirreno, vedere chiaramente sia la costa sarda che quella del continente. Fa quindi semplicemente sorridere l'affermazione che non esistano aerovie sopra Oristano, accanto ad una mappa che ne mostra due (UM731 e UM732) a 20 km. Poco dopo una foto in cui si vedono numerose scie dirette proprio lungo quelle aerovie. Qualche scia vecchia, probabilmente trasportata dal vento, è anche sopra la città, ma quelle fresche sono, guarda caso, esattamente sopra le due aerovie indicate.

3) In effetti una volta era più difficile vederne. Ma c'erano, eccome, persistenti e no. Dopo i primi tentativi di negare la cosa (si chiede di fornire foto, foto satellitari, filmati, e ne arriva una valanga) si passa a sostenere si tratti di falsi. Passi per le singole foto, dichiarate di volta in volta fotomontaggi, disegni, o semplicemente foto retrodatate. Ma gli sciacondensisti avrebbero sostituito nottetempo interi capitoli su tutte le copie esistenti di vecchi libri. Una riscrittura orwelliana della storia, insomma. Quando la cosa è diventata semplicemente grottesca, arriva la nuova versione. Le scie chimiche venivano sparse già dagli anni '50, forse anche prima.

4) Il tormentone della quota. Non è difficile misurare la quota di un aereo, e diverse persone si sono messe a farlo sistematicamente. Il risultato, puro e semplice, è che tutti gli aerei con scia sono a quote comprese tra 8 e 13 km.
Per smentire questo, si arriva a produrre dei deliberato falsi, sovrapponendo a vecchi filmati di aerei in quota con scia delle scritte fotoshoppate del display di un telemetro. Ci si ostina ad usare filmati in cui si vede una scia dietro a cumuli o ad altre nuvole, sostenendo siano davanti. O si mostra foto di aerei "a quota ridicola, max. 2000 metri", quando dai dati EXIF dell'immagine si ricava una distanza di 14 km.

Se poi si fa notare che un aereo a 12 km si vede benissimo la cosa viene semplicemente ridicolizzata. Non è possibile, chi lo afferma è in malafede.

5) Aerei civili o militari? È stato il primo punto a saltare. Basta un buon teleobiettivo e si identificano facilmente gli aerei con scie. Che guarda caso sono quasi sempre civili, di normalissime compagnie di bandiera, con poca fatica si recupera pure il numero del volo. Be', significa solo che tutte le compagnie aeree sono coinvolte, no?

In conclusione. Diversi punti sono stati smontati, e la cosa è stata in parte accettata dagli sciachimisti (che comunque continuano a ripeterli e a farli inserire nelle interrogazioni parlamentari o nelle delibere comunali). Poco male, vuol solo dire che il complotto è più grosso. In breve:
sciachimista: le prove che sono chimiche è che una volta non c'erano
sciacondensita: una volta c'erano, guarda qui
sciachimista: allora anche quelle erano scie chimiche

Gli altri punti vengono o ignorati, o se affrontati la cosa viene fatta in modo molto qualitativo. Le scie non si possono formare perché lo dice la fisica, è impossibile, gli scarichi sono troppo caldi. Ci sono troppo poche aerovie. Gli aerei sono troppo piccoli per essere visti.

È la mancanza di cultura scientifica che fa le sue vittime, e quel che sconcerta è che lo fa pure tra laureati in fisica con 110/110. Gli sciacondesisti si nasconderebbero dietro ai loro conti, ma gli sciachimisti, con il buon senso, non hanno bisogno di farne, tanto la gente comune i conti non li sa fare, e quindi non sa neppure confrontare le dimensioni apparenti di un jumbo jet a 12 km e di un semaforo a 100 metri. Figurarsi decidere se una scia possa essere o meno persistente.

Vorrei sapere se queste persone ragionino così anche con i loro conti in banca.
"Guardi, lei ha il conto in rosso"
"Impossibile, ho 1600 euro di stipendio al mese è ovvio che non posso spendere tutto"
"Questo è l'estratto conto, faccia lei le somme"
"Lei si vuol nascondere dietro ai suoi calcoli, è chiaro che mi vuole imbrogliare. E poi fino al 2002 non ero in rosso. Evidentemente da allora avete cominciato a fregarmi i soldi"
"Vuol per caso contestare qualche spesa? Cosa esattamente non torna secondo lei?"
"In questo documento dell'ISTAT si dice chiaramente che uno con 1600 euro che vive da solo arriva facilmente a fine mese"
"Sì ma guardiamo il suo conto"
"Basta, lei afferma che quelli dell'ISTAT dicono il falso, è chiaramente in malafede! Mi appello al buon senso del signor Rossi qui presente! Vero, signor Rossi, che non è possibile che io sia in rosso?"
(signor Rossi) "Be' se lo dice lei che ha studiato da geometra..."
"Il signor Rossi è una bravissima persona, ma ha la terza elementare. Non è capace di fare i conti necessari"
"Proprio per quello, il suo buon senso avrà la meglio sui vostri astrusi calcoli volti solo a confondere le idee della gente perbene! Vi smaschererò tutti sul mio blog, con nomi, cognomi, indirizzi e indirizzi dei familiari!"
"Le faccio presente che facendo così incorrerebbe nel reato di diffamazione. Se ci mette anche dati sensibili, pure in quello di violazione della privacy"
"Ogni azione legale intentata contro me o il mio blog sarà considerata come un evidente tentativo di censura della verità"

sabato 29 agosto 2009

Tempeste solari

Da qualche tempo circola in rete, anche su siti "ufficiali", la previsione di tremende tempeste solari per il 2012. A riguardo una ricerca su Google ritorna circa 14.400 siti solo in italiano. Il tutto si sposa bene con i miti apocalittici sulla fine del calendario Maya, sul pianetone Nibiru, per cui la cosa viene amplificata anche in siti meno seri.

In effetti una tempesta solare è una cosa seria. Semplificando all'osso, sulla superficie del Sole, in certe condizioni, si verificano enormi esplosioni che scagliano nello spazio materia ionizzata ad altissima velocità. Dopo un paio di giorni queste particelle cariche arrivano sulla Terra, e provocano aurore boreali, disturbi alle comunicazioni, fan saltare linee elettriche (soprattutto alle alte latitudini) e in particolare possono danneggiare seriamente le apparecchiature elettroniche dei satelliti artificiali, non protetti dall'atmosfera. Pertanto l'attività del Sole viene costantemente seguita, e i satelliti artificiali vengono messi in configurazioni più sicure, o spenti, quando è prevista una tempesta. L'intensità e la frequenza delle tempeste segue il ciclo di attività del Sole, che ha un periodo di 11 anni. L'ultimo massimo è avvenuto nel 2001, per cui il prossimo è previsto, appunto, per il 2012.

Finora i danni dovuti a queste tempeste non sono stati particolarmente gravi. Ma uno studio della NASA ha esaminato cosa succederebbe se si ripetessero eventi come quello successo nel 1859, e ha visto che soprattutto la rete elettrica è vulnerabile. Un grosso elettrodotto forma una gigantesca spira con il terreno, e può raccogliere le deboli variazioni di campo magnetico prodotte dalla tempesta. La corrente elettrica così prodotta è in grado di fondere un trasformatore di potenza, provocando un black-out difficile da ripristinare. Se gli effetti della tempesta si estendessero a latitudini temperate, in centro-sud Europa o negli USA, i potenziali danni sarebbero immaginabili. Quindi, concludendo, sarebbe il caso di prendere precauzioni, che esistono, in Norvegia mica gli salta tutto ad ogni aurora boreale.

Bene, e che c'entra il 2012? Nessuno ha detto, da nessuna parte, che il prossimo massimo sarà diverso dal precedente, e nel 2001 non è finito il mondo. Ad onor del vero, due astronomi avevano previsto, nel 2006, un ciclo solare particolarmente intenso. Ma già nel 2008 era chiaro che non sarebbe stato così.

Probabilmente tutto è nato dal comunicato stampa con cui la Nasa ha diffuso la notizia, in cui si dice che:
- gli effetti di una tempesta magnetica sarebbero potenzialmente disastrosi
- la frequenza delle tempeste segue il ciclo solare
- il prossimo massimo è previsto per il 2012

Errore di comunicazione, per uno scienziato è ovvio che le tre affermazioni sono indipendenti, al più gli autori vogliono far capire che non sarebbe una cattiva idea quella di installare, in questi tre anni, qualche sistema di protezione sui grossi elettrodotti. Ma per una persona comune il fatto che le mettano insieme significa che gli eventi descritti al primo punto avverranno sicuramente nel 2012. A poco valgono le smentite, ad es. qui, in rete con Google non si trova nulla.

La cosa mi è tornata in mente leggendo, sulla pagina scientifica del sito di Repubblica, la notizia riguardo il ritardo del ciclo solare. Sì, perché questo ciclo appare particolarmente fiacco, il Sole è spesso senza macchie, niente tempeste. E subito si passa al catastrofismo opposto. Il Sole, quando l'attività è ridotta, emette un pochino meno luce, e gli effetti del periodo più famoso senza macchie solari, il cosiddetto minimo di Maunder, tra il 1645 e il 1715, furono probabilmente la piccola era glaciale (non medioevale, fatto confusione con l'optimum climatico), con temperature globali di 0,6 gradi sotto la media. Sufficienti a far ghiacciare l'Arno in inverno. Ma non tutti i giornalisti sono uguali, un articolo di Bianucci, pur paventando questa possibilità. è già mooolto più realistico.

Sono cose come queste che fan pensare alla gente un po' più attenta che gli scienziati siano una manica di contapalle, o quantomeno superficiali. Solo 6 mesi fa ci prospettavano la fine del mondo per un'attività solare esagerata, oggi si lamentano di assenza di attività solare. Ieri ci rompevano con il riscaldamento globale, oggi prospettano un'era glaciale. Del resto l'era glaciale la prospettavano anche negli anni '50, no?

Vagli a spiegare che (quasi) nessuno ha previsto attività solare esagerata. Che negli anni '50 la maggior parte degli scienziati era convinta che le emissioni in atmosfera provocassero aumenti di temperatura, e che ci si meravigliava che questi si fossero arrestati (si scoprì dopo che questo era dovuto all'effetto dei particolati da inquinamento), solo una piccola minoranza attribuiva la cosa ad una imminente era glaciale. E che anche la variazione di attività solare in atto è stata discussa dagli studiosi del clima, e l'idea corrente è che questa possa, se continua, arrestare per qualche anno il riscaldamento, non rovesciarlo.

Insomma, queste notizie, prese da sole, sono solo rumore, tasselli isolati che vengono ingranditi fino a coprire tutto il puzzle, ogni volta di una tinta diversa. Comunque preferibilmente una tinta fosca.

(Ringrazio Maria Heibel e Claudio Della Volpe per il prezioso lavoro di ricerca in rete)

mercoledì 19 agosto 2009

Comma 22, prosit

Rosario Marcianò, in arte Straker, ha sfidato i "disinformatori" a bere acqua piovana contaminata dalle terribili scie chimiche, dicendosi disposto persino a pagarli se lo fanno. Hanmar ha subito accettato, specificando un protocollo di raccolta (non vuol bere acqua di fogna spacciata per acqua piovana) e di controllo.

Ovviamente il ricercatore indipendente si è prontamente smarcato, aggiungendo alle condizioni che il "bevitore" non sia un disinformatore. E creando un'interessante situazione da Comma 22. Per accettare la sfida devi non essere un disinformatore (leggi: devi credere alla realtà delle scie chimiche). Ma se sei disposto a bere acqua piovana, devi per forza pensare che non sia pericolosa, col cavolo che berrei dell'acqua in cui so sono state messe pericolosissime sostanze chimiche, o addirittura nanomacchine autoreplicanti Borg. Quindi se accetti la sfida, automaticamente non sei qualificato per accettarla.

Ah, come pagamento accetto un telemetro LRM2500 usato, anche senza software di comunicazione, tanto Straker ha più volte dichiarato che gli è arrivato anche il molto più sofisticato modello LRB4000.

Prosit

domenica 16 agosto 2009

scienziati pazzi (2)

Nel precedente post ho introdotto, con alcune considerazioni molto generali, il libro di Silvano Fuso "I nemici della scienza". Oggi vorrei parlarne un po' più in dettaglio, tralasciando il capitolo sull'antiscientismo filosofico, di cui non mi sento per niente competente.

Il libro affronta gli atteggiamenti antiscientifici della religione (o meglio di un certo modo di vivere la religione) e di un certo ambientalismo. Siccome mi definisco sia ambientalista che religioso, sono abbastanza suscettibile su questi temi. Ma, a parte alcuni scivoloni nel campo ambientalista, ho trovato l'atteggiamento di Silvano molto rispettoso e serio.

Nel capitolo sull'antiscientismo religioso (quello sull'ambientalismo lo rimando al prossimo post) il libro racconta una lunga serie di orrori di cui mi sono già occupato anche in queste pagine. In definitiva il problema è che per molti religiosi il proprio credo non è semplicemente quello che, con umiltà e consapevolezza dei propri limiti, si è valutato il migliore, ma quello che ogni persona dotata di raziocinio ed onestà deve evidentemente riconoscere tale, come l'unico ovvio e sensato. Neppure gli scienziati più innamorati delle loro teorie possono essere così intransigenti, così chiusi ad ogni dubbio come chi ritiene di avere in tasca la VERITÀ (tutta maiuscola, ovviamente).

Le conseguenze di questo sono chiaramente che in qualsiasi contrasto tra scienza e fede debba per forza essere la prima a sbagliare. Per fortuna la Chiesa Cattolica ha smesso di fare troppe affermazioni con valenze scientifiche, ma il terreno di scontro rimane, su tanti temi. Quattro pagine del libro riportano un mio articolo, tratto da queste pagine, sul rapporto ancora teso tra una parte della Chiesa Cattolica e l'evoluzionismo. Si parla di miracoli, che nel caso della vera fede sono prove inconfutabili, e naturalmente biechi imbrogli nel caso di tutte le altre.

Per la gerarchia cattolica, la scienza è vista comunque come una forma di conoscenza secondaria. Non è un vero sapere, tanto che viene considerata di striscio nell'enciclica sul pensiero razionale, "Fides et ratio". Certo, è utile, ci fornisce tante comodità, ma non sembra essere vista come una vera minaccia, semmai è la filosofia materialista che può usare la scienza per dire che non c'è altro. L'idea che possa comparire una verità scientifica che dimostri la falsità di qualche dogma, o interpretazione, o dettame morale, non passa neppure per la testa. Eppure succede, per esempio il dogma del peccato originale, nella formulazione attuale, presuppone l'esistenza di una prima coppia umana, cosa che in biologia evoluzionista semplicemente non ha senso. La creazione biblica viene considerata compatibile con il Big Bang, secondo me in modo non del tutto fondato, ma il concetto di "fine dei tempi" non ha nessun senso, nella cosmologia che conosciamo.

Ho sentito diversi teologi parlare di queste cose, e bastano veramente ritocchi per evitare problemi. Sono convintissimo che rivedere i concetti di creazione, peccato originale, escatologia, alla luce di quel che ci dice la scienza non possa che arricchire la fede, ma occorre rivedere il dogma fondamentale della dogmatica, quello che afferma che i dogmi sono certi ed immutabili, in ogni dettaglio. Un teologo una volta in una conferenza sull'evoluzionismo disse proprio questo, che voleva per la Chiesa il diritto di poter sbagliare, di poter dire "questo che abbiamo sostenuto finora è una cavolata, ora ci siamo resi conto che occorre cambiare idea".

Per ora quel che viene fatto è semplicemente ignorare il problema: pochi hanno le conoscenze, da un lato o dall'altro, per accorgersene. La maggior parte dei teologi non sa di scienza, e come dicevo la considera un insieme di teorie, conoscenze incerte. Gli scienziati, anche cattolici, adattano le proprie credenze senza troppi problemi e non si occupano di dogmatica. Insomma, di certe cose è saggio non parlare.

Da quel po' che ho visto il problema è molto peggiore nell'Islam. La scienza islamica è stata il faro della civiltà fino almeno al 1300 ed anche oggi scienziati illustri sono musulmani. Per il pensiero islamico ogni atto è frutto diretto della volontà di Allah, e le leggi scientifiche non sono che il riflesso della regolarità del suo agire. Lo scienziato quindi studia come Allah vuol governare il mondo, un compito senz'altro nobilissimo, e siccome qualsiasi cosa scopra non è che la Sua libera volontà non ci sono vincoli, o conflitti, tra scienza ed Islam. Almeno fino a quando qualcuno stabilisce, ad es. leggendo il Qran, come Allah vuol comportarsi. Il problema è che lo han già fatto in molti.... Lascio al libro il compito di illustrare i risultati di questa tendenza nell'Islam odierno, mi limito ad uno degli esempi più eclatanti.

Mi ha colpito per contrasto un dialogo riportato da Sagan tra lui ed il Dalai Lama. Lo scienziato chiedeva cosa sarebbe successo se la scienza avesse scoperto qualcosa in contraddizione con le credenze del Buddhismo. Il Lama rispose che, semplicemente, il Buddhismo avrebbe dovuto adeguarsi e cambiare. Anche se si trattasse di una credenza fondamentale, come ad esempio la reincarnazione. Ma, aggiunse, non credeva che ci fosse un grosso rischio che la scienza falsificasse la reincarnazione.

Il libro tocca poco questi problemi, Silvano si è occupato più di scontri a sfondo morale, e mi sembra abbia fatto a riguardo un po' di confusione. Certamente, una visione dogmatica della morale porta a casini mica male, ma questi influenzano la scienza in modo indiretto, non si tratta di veri "nemici della scienza". Ad esempio il libro parla molto della questione delle cellule staminali, o della fecondazione in vitro. Certamente, sono questioni che si traducono in limiti per la ricerca, o per la terapia, ma il problema sta nel modo assoluto con cui si concepisce la morale. Il confine tra ciò che è uomo e ciò che è un ammasso di cellule non è netto, e il torto della Chiesa è considerarlo tale, in modo estremamente rigido. È un classico modo per sciogliere un nodo con un colpo di spada, anziché cercare di districare i fili con pazienza, ed umiltà. Ma con la scienza mi sembra c'entri poco.

C'entrano invece, eccome, le argomentazioni pseudoscientifiche adottate, e riportate nel libro. Come in molti altri casi simili, quando si ha in tasca la Verità si selezionano le notizie, gli studi, interpretandoli in modo molto libero. Così ogni ricerca sulle staminali non embrionali, anche preliminare e lontanissimo da qualsiasi conclusione, diventa la "prova" che chi vuol far ricerca usando quelle embrionali in realtà è mosso solo da biechi istinti omicidi. E c'entra quando qualche scienziato nota che una lezione magistrale di teologia in un'università laica può non essere opportuna, e di conseguenza riceve diffamazioni in parlamento. E una soubrette si arroga il diritto di giudicarne i meriti scientifici, insultando il fisico premio Nobel con cui il nostro ha lavorato.

C'entra quando si adottano argomentazioni pseudoscientifiche per decretare che l'omosessualità è una malattia (questo da parte di pochi, per fortuna), che l'uomo è ontologicamente differente dagli animali, che i metodi anticoncezionali approvati dalla Chiesa siano strutturalmente differenti da quelli vietati, che la terapia del dolore possa comunque rendere superflua ogni discussione sull'eutanasia, che il profilattico non funziona contro l'AIDS, e tante altre cose del genere. Tutte cose per cui c'è all'interno della comunità dei credenti una discussione, una riflessione, purtroppo quasi sempre sotterranea, che fatica ad emergere perché qualcuno ha già in tasca la Verità. Peccato, perché si tratta di argomenti con tante sfaccettature, in cui anche i cristiani "tradizionalisti" hanno cose non banali da dire. Ci vorrebbe un libro simile scritto da un credente, Silvano si è limitato ad un interessante confronto tra quello che le varie denominazioni cristiane dicono su questi temi.

Aggiungo alla galleria degli orrori l'esperienza del mio amico giornalista Saverio, che ha provato a sottoporsi ad una "terapia" per "guarire dall'omosessualità".

Il libro sottolinea per me una cosa molto importante. La scienza viene vista come qualcosa di utile, ma poco significativo culturalmente. Il valore della scienza è quello di darci medicine (soprattutto), cellulari, auto, non quello di averci fatto capire dove viviamo nell'Universo, come questo funzioni (almeno in parte), averci dato strumenti per una conoscenza parziale, limitata, ma aderente alla realtà al posto di una certa, assoluta, ma del tutto senza basi fattuali.

Anche ci difende la scienza spesso cade in questo tipo di ragionamento. Incidentalmente non sono neppure del tutto convinto che sia un bene che una specie così aggressiva e pasticciona come la nostra abbia in mano uno strumento di conoscenza così potente. Ma se abbiamo un minimo di fiducia nell'uomo, e vogliamo vedere in modo positivo, mi sembra che la ricchezza della scienza non sia il saper costruire i microprocessori. È quella che provo di fronte ad un cielo stellato, una foglia, una formica, e posso vedere le galassie, un cosmo così smisurato che ogni distanza conosciuta sparisce di colpo, le cellule, l'evoluzione che ha prodotto quegli istinti semplicissimi ma perfetti. Ogni visione mitica, ogni tradizione esoterica appare sciocca, banale a confronto della ricchezza del mondo come è. E in cui la scienza ci permette di sbirciare.

Scienziati (davvero) pazzi

(post modificato per correggere alcuni sfrondoni)
Mentre continuo a scrivere i miei commenti al libro di Silvano Fuso, con tempi dilatati dagli impegni relativi all'ultima foto del blog precedente, ho letto un po' di articoli (alcuni segnalati da Maria Heibel, che ringrazio) sul tema della mitigazione dell'effetto serra.

Si tratta di un argomento di per sé importante. Alcuni scienziati sostengono che l'effetto serra sia così grave che dobbiamo tenerci pronti, se tutto il resto fallisce, a contromisure di emergenza.

Tempo fa ho letto un articolo(1) (che non essendo geologo non riesco a giudicare) in cui si sostiene che la grande estinzione alla fine del Permiano (non Triassico, oops), che portò alla scomparsa di oltre il 90% delle specie allora esistenti, fosse dovuta ad un rilascio catastrofico in atmosfera di metano, liberato dai depositi sottomarini di idrati in conseguenza di un riscaldamento globale. Un articolo di Le Scienze(2) ipotizza che la stessa estinzione sia dovuta ad un'immissione in atmosfera di grosse quantità di acido solfidrico, sempre a causa di un riscaldamento globale. Entrambi gli scenari si basano su dati che indicano che durante queste estinzioni i livelli di ossigeno nei mari erano molto più bassi di ora, e la chimica profondamente differente.

Al di là dei dettagli, quindi, lo scenario che viene suggerito è che un riscaldamento globale, anche non molto maggiore dell'attuale, può innescare rilasci catastrofici di gas nell'atmosfera, con conseguente ulteriore riscaldamento, e alla fine un ambiente poco compatibile con la vita. La maggior parte delle specie si estingue, e il sistema ritorna alla normalità in tempi non brevi. Scenario davvero inquietante, e non proprio del tutto improbabile. Capisco quindi che qualche scienziato pensi seriamente a misure di emergenza per evitarlo.

I problemi sono però tanti. Il primo è come il tutto viene rappresentato dai giornali. Se leggiamo la prima parte dell'articolo su Repubblica, il messaggio che arriva è che non dobbiamo preoccuparci dell'effetto serra, continuiamo pure ad immettere CO2 tanto gli scienziati stanno pensando alle contromisure, e costa meno fabbricare nuvole artificiali che ridurre e emissioni. A me suona come se la hostess, nel mostrarci prima del volo come ci si allaccia il salvagente, dicesse che possiamo tranquillamente precipitare tanto ci sono le moderne misure di sicurezza di cui è dotato l'aereo. E purtroppo conta poco che i proponenti sottolineino come la riduzione delle emissioni sia comunque la prima cosa da fare.

Ho il forte sospetto che non sia solo un problema di comunicazione, di giornalisti che han capito male, temo ci siano davvero scienziati che pensano che con qualche spruzzatina di azoto liquido o qualche milione di palloni rivestiti di domopak si possa far finta di niente e continuare ad inquinare. Non mi stupisce di vedere tra questi il buon vecchio Teller, lo scienzaito che ha ispirato Dr. Strangelove.

Fortunatamente si tratta di una minoranza, subito c'è (anche nell'articolo citato) chi fa notare che gli effetti collaterali sarebbero tanti, e non proprio piacevoli. Ad esempio qui si osserva che se riduco di un tot la radiazione solare, con questi sistemi, riduco di ben cinque volte tanto la produzione di energia elettrica negli impianti solari, che si spera possano aiutarci a superare la fine delle fonti energetiche fossili. Tutte queste tecniche sono da dimostrare, non abbiamo la minima idea se funzionino davvero, ad esempio le prove di fertilizzazione del fitoplancton non han dato grandi risultati. Aumentare la CO2 significa anche alterare l'acidità dei mari, con conseguenze sulla fauna marina, sulle barriere coralline ecc. Fertilizzare i mari altera l'ecosistema, con risultati che non sappiamo prevedere, e per questo motivo gli esperimenti sono formalmente vietati. Spargere anidride solforica ad alta quota aumenta le piogge acide. Fabbricare nuvole riflette la radiazione solare, ma contribuisce pure all'effetto serra.

In ogni caso modificare il clima non è semplice. Chi nega che il riscaldamento in atto sia colpa nostra non ha proprio tutti i torti, ci vuole l'attività di un paio di miliardi di persone e la combustione di chilometri cubi di combustibili fossili ogni anno per avere un effetto significativo, che riusciamo a quantificare in modo approssimato. Se vogliamo applicare contromisure, dobbiamo lavorare su queste scale, e con incertezze ancora maggiori. Ma il rischio maggiore, come dicevo prima, è che questi progetti vengano utilizzati come scusa per allentare la guardia sulla sola cosa sicura da fare, limitare le emissioni.

Non fosse che in rete si trovano a decine siti che affermano cose strane, mi sembrerebbe superfluo ricordare come queste tecniche non hanno nulla a che vedere con le tecniche per stimolare la pioggia, quelle in cui si sparge qualche litro di azoto liquido o di ioduro d'argento per "convincere" le nubi. Né tantomeno con le "scie chimiche", che sono e restano solo ghiaccio di condensa.


1) Heydari E.1; Hassanzadeh J.: Deev Jahi Model of the Permian-Triassic boundary mass extinction: a case for gas hydrates as the main cause of biological crisis on Earth; Sedimentary Geology, Volume 163, Number 1, 15 December 2003 , pp. 147-163(17)

2) Peter D. Ward: Impatto dal profondo; Le Scienze, Gennaio 2007

sabato 8 agosto 2009

Scienziati pazzi

Qualche mese fa l'amico Silvano Fuso mi ha spedito la sua ultima fatica, il libro "I nemici della scienza". Gli avevo dato una scorsa, ma purtroppo solo ora sono riuscito a leggerlo con l'attenzione che merita.

Devo dire che non mi ha deluso, Silvano ha fatto un bellissimo lavoro di ricerca, e anche se i temi generali di cui parla mi sono familiari, il libro li organizza e li passa in rassegna in modo organico e ben documentato.

Il libro racconta di come venga maltrattata la scienza, in tutti i modi possibili. L'ho vissuta sulla mia pelle da quando, ragazzino, ero bollato come "scienziato pazzo" perché ero affascinato dalla scienza. Cosa volevo fare da grande? Non mi sarei mai sognato di dire "lo scienziato", gli unici che possono fregiarsi del titolo sono i premi Nobel, gli altri sono, appunto, scienziati pazzi che vogliono conquistare il mondo. Il poeta, il pittore, lo scrittore, il musicista, quelli sì che invece sono "fighi".

Lo scienziato è freddo, arrogante, si butta sui libri perché non ha successo con le ragazze, sfoga la sua frustrazione con i numeri, perché quelli, ubbidienti come soldatini, si allineano nelle formule sui libri. Tranne poi tradirti per il tuo eccesso di ὕβρις, come nel primo episodio del Decalogo di Kieślowski, in cui lo scienziato calcola male la resistenza del ghiaccio, prova lo spessore del ghiaccio, usando un sano approccio galileiano, ma il ghiaccio cede lo stesso ed il figlio annega. Quell'episodio mi ha sempre colpito per l'assurdità della tesi implicita. Ogni nostra decisione si basa su ragionamenti, esperienza, calcoli impliciti, e possibili errori. Ma che doveva fare quel padre? Negare sempre e comunque al figlio di giocare sul ghiaccio per "principio di precauzione"? Usare l'intuito, che notoriamente è molto più affidabile che non la fisica? E la conclusione sarebbe che siccome non riesci ad avere previsioni accurate al 100%, allora esiste il trascendente? Scienza da macchietta, ma anche trascendenza da macchietta.

Quel film, ma anche molta dell'avversione che la gente comune ha per la scienza, sembra nascere proprio da questo. La scienza è tutto sommato il metodo migliore che abbiamo per capire cosa succederà, per avere un'idea di come funzioni il mondo. Ma richiede applicazione, non è intuitiva, e non lascia molto spazio per un trascendente. E allora ci si mette di impegno per mostrare che anche lei sbaglia, quindi ha lo stesso valore di tutto il resto. Ho diritto al pari di qualunque scienziato di dire la mia sul mondo. Ad esempio posso tranquillamente sparare le peggiori cavolate sul comportamento delle nubi, evidentemente "modificate artificialmente", e la mia opinione vale quanto (o più, perché io non sono un bieco scienziato asservito al sistema) di quella di qualsiasi meteorologo.

Nessuno scienziato ha la pretesa di essere infallibile, Quello che ci insegna la scienza è proprio che possiamo aspirare solo a verità parziali, non a risposte ultime definitive. Ma ci sono risposte migliori delle altre, è possibile avere uno sguardo, di lontano e sotto punti di vista evidentemente limitati, a come funziona il mondo meraviglioso in cui viviamo. Le verità esistono solo fuori della scienza, e se anni di addestramento al pensiero scientifico mi han insegnato qualcosa, è proprio che queste verità (di fede, di credo politico, di riflessioni filosofiche) sono ancora più provvisorie di quelle scientifiche. Che chi crede in verità diverse merita rispetto. E che i fatti, in ultima istanza, sono il metro su cui ci si deve misurare, e che dicono (quando ci riescono) chi ha ragione e chi no.

Questo libro mi sembra renda un buon servizio a queste idee. Dal lato filosofico, (di una certa filosofia) si valorizza il rispetto per le credenze, o le metodologie differenti, ma si banalizza o ridicolizza il rapporto che le credenze, le idee del mondo devono avere con i fatti. Con buona pace di Feyerabend astrologia ed astronomia non sono descrizioni equivalenti, per il semplice ed empirico fatto che l'astrologia non descrive neppure la personalità della gente in modo migliore di una scelta a caso di tratti psicologici. Figuriamoci il prevederne il destino. Ma (vedi regola n. 1 del fuffaro) prova a raccontarlo alla topina tutte curve che vorresti abbordare...

Personalmente sono interessato alle curve di una sola topina (che non crede all'oroscopo) per cui mi preoccupa poco la descrizione dello scienziato freddo, o del non abbordare dicottenni (mica son Berlusconi), ma non mi è mai andata giù di ritrovarmi addosso lo stereotipo di quel che vuol spiegar tutto. Soprattutto da parte di chi pensa di aver capito tutto lui.

Avrei parecchio da aggiungere, su come il libro affronta i temi dell'antiscientismo religioso e di quello ambientalista, ma direi che per oggi basta. Alla prossima.

martedì 14 luglio 2009

Diffamazioni e rettifiche

Oggi non sciopero. Ma parlo del motivo per cui molti blog scioperano (o non scioperano, ma ne parlano).

Il DDL sulla sicurezza prevede, tra le altre cose, che verrà estesa ai blog la serie di garanzie previste dalla legge per chi si senta diffamato da un articolo di giornale. Chi si senta diffamato può chiedere rettifiche, e se questa non arriva entro 48 ore (ad es. perché sono in vacanza o non controllo il blog) sono passibile di multe salatissime.

Come mai sono contrario al diritto di rettifica, si chiederà. Il punto è che non sono assolutamente contrario. Innanzitutto per i casi gravi, la legge attuale tutela già (dovrebbe almeno) chi venga diffamato anche in rete.

E chiunque può, in questo blog, rettificare alle affermazioni che faccio, se introdurrò una censura ai commenti sarà solo per bloccare lo spam o per comportamenti veramente eccessivi. Ma proprio per questo divento più esposto alla legge. Divento responsabile anche di quello che scriveranno i miei lettori.

La legge di fatto non tutela chi viene diffamato. Questo blog è nato per difendere una persona che era stata pesantemente diffamata a mezzo stampa. Lei non ha mai avuto nessuna rettifica, io invece sarei stato passibile di denuncia, a termini della nuova legge, perché la mia versione dei fatti avrebbe potuto essere ritenuta diffamatoria da parte ad es. del politico che ha definito una maestra "inadatta a insegnare persino a delle galline". Io vengo continuamente diffamato da chi mi ritiene al soldo di poteri oscuri (specificando pure lo stipendio: 6000 euro il mese!) ma non potrei imbarcarmi in cause legali, né francamente mi importa farlo.

Fino ad oggi chi dissentiva dalle mie opinioni ha semplicemente pubblicato altrove la sua versione dei fatti. Il bello della rete è che lo consente. Con la nuova legge chi ne abbia voglia, e mezzi, può zittire chiunque semplicemente facendogli scrivere da un avvocato. Non è che oggi non succeda, ho dovuto spostare dal mio sito di lavoro la mia "Vanoli FAQ", ottima introduzione al personaggio di Gian Paolo Vanoli, per una lettera scritta dal suo avvocato al mio datore di lavoro. Non ho ancora capito cosa ci sia di diffamatorio in una raccolta di frasi autentiche, riportate fedelmente senza commenti, ma non voglio (e soprattutto non vuole il mio direttore) doverlo spiegare ad un giudice.

Quindi i blog, in molti casi, restano la sola arma che uno ha contro tante cose, inclusa la diffamazione. Mentre la nuova legge di fatto ottiene l'effetto opposto a quello dichiarato: chi viene diffamato non potrà reagire, se non ha i mezzi per inseguire affermazioni che dilagano in centinaia di blog (come è successo con la storia della maestra e Gesù bambino). Chi invece ha grossi interessi da difendere, sia pure solamente un grosso giro di affari di "medicine alternative", può facilmente tappare la bocca a chiunque "leda i suoi interessi".