Oggi sono andato a portare tutta la documentazione delle spese per il viaggio di lavoro in Sardegna (330 euro complessivi per 4 giorni, viaggio, vitto e alloggio). Oltre a una selva di moduli in cui dichiaro perché ho preso l'aereo invece del traghetto, tutte le carte di imbarco dei voli, il foglio con la prenotazione dell'albergo che deve coincidere con la ricevuta (quest'ultima da sola non basta), lo scontrino del panino+mela che non vale perché è fatto in un negozio di alimentari e non da un ristoratore, ecc. la segretaria mi ha chiesto una lettera formale di invito dell'Osservatorio di Cagliari.
La cosa ha del grottesco. Il direttore di Cagliari mi ha mandato una mail e in sostanza mi ha detto: "Senti, qui han problemi con quello strumento. Visto che tu ci hai lavorato parecchio, verresti qualche giorno a darci una mano, e a far vedere ai nostri giovani come si fa?" Mi ha spedito un ordine di missione (il direttore di Cagliari ti ORDINA di andare a Cagliari dal giorno x per "collaborazione scientifica"), il mio direttore ha controfirmato una secondo ordine di missione, quindi io avevo in teoria il dovere di obbedire a ben due ordini. No, non basta, serve che qualcuno scriva una lettera in cui sia dettagliato cosa vado a fare, perché serve stia proprio 4 giorni, con chi lavorerò, eccetera, il tutto su carta intestata. Ho stampato la mail e ho detto alla segretaria di farsela bastare, ma lei ha storto parecchio il naso.
Ma il massimo della demenzialità arriva oggi. Devono nominare un nuovo direttore dell'Osservatorio. La procedura prevede che chi era disponibile/interessato mandasse la sua candidatura alla direzione centrale a Roma, dove una commissione le sta valutando. La commissione deva anche sentire il parere del personale, e oggi un commissario è venuto a parlarcene. Ebbene, la lista dei candidati è protetta dalla privacy, noi non possiamo sapere chi sono i candidati su cui dobbiamo esprimerci. Fortunatamente la cosa è così demenziale che il commissario, pur non essendo autorizzato a dire i nomi, ha incaricato il vecchio direttore di comunicarceli. Ma fino a ieri non li sapevamo., con un certo imbarazzo del sottoscritto che, come rappresentante del personale, ho dovuto raccoglierne le opinioni basandomi solo su voci di corridoio.
Il tutto mi ricorda una barzelletta di Moni Ovadia.
Nella vecchia URSS ci sono le elezioni. Un elettore arriva al seggio e gli viene consegnata una scheda con sopra solo un grosso quadratone da barrare. "E i nomi dei candidati?" "Ma compagno, non sai che il voto è segreto?"
Il tutto mi ricorda una barzelletta di Moni Ovadia.
Nella vecchia URSS ci sono le elezioni. Un elettore arriva al seggio e gli viene consegnata una scheda con sopra solo un grosso quadratone da barrare. "E i nomi dei candidati?" "Ma compagno, non sai che il voto è segreto?"