venerdì 9 aprile 2010

I nemici della scienza

Tempo fa ho parlato di un libro con questo titolo, scritto dal mio amico Silvano Fuso. Ho già commentato i capitoli sull'antiscentismo filosofico e religioso. Silvano poi parla dell'antiscientismo ambientalista, introducendo il capitolo con una mia lunga citazione (tratta da qui). Quindi è abbastanza chiaro che almeno sull'impostazione siamo d'accordo: un serio ambientalismo non può fare a meno della scienza, perché la natura non puoi fregarla, e per conoscere la natura non abbiamo altri strumenti che la scienza. (1)

Ma una parte dell'ambientalismo (2) considera la scienza il "nemico" da combattere. Gli scienziati sono asserviti al potere, i libri scientifici un manuale di stupro (maschilista), e la vera conoscenza può avvenire solo in modo "olistico", immergendosi nella Natura senza cercare di capirla, ma solo intuendola. Quindi tra gli ambientalisti si ritrovano alla grande l'astrologia, le medicine "alternative" (basate appunto su conoscenze "intuitive", so che questo fa bene e quest'altro fa male senza bisogno di sperimentare se sia vero) e in generale un'avversione per tutto ciò che sia "tecnico" (3).

Silvano fa un sacco di esempi su cui non mi dilungo perché sono perfettamente d'accordo. Ricevo periodicamente un "notiziario scientifico" del movimento anti-OGM, e trovarci dentro una notizia che sia una di tipo scientifico è dura, racconta semplicemente come la gente protesti contro questa tecnologia. Pochi sanno che non c'e' finora stato un solo caso di danno alla salute riconducibile agli OGM, e che molte delle notizie che circolano sull'argomento (es. le famose fragola-pesce) sono bufale belle e buone.

Ma tanto per restare sugli OGM, non tutti quelli che li avversano sono antiscientisti. Esistono dei buoni motivi (politici, economici, e anche ambientali) per essere cauti sul loro uso, o almeno sull'uso che viene fatto nelle condizioni odierne.

Comunque per me su due argomenti il libro esce dal seminato(4), e vorrei parlare di quello. Probabilmente per reazione al particolare tipo di ambientalismo di cui sopra, quello che vorrebbe un ritorno ad un'ipotetica idilliaca civiltà preindustriale, alcuni scienziati si sono messi a criticare qualsiasi cosa provenga da quel mondo. Incluso il ricorso alle energie rinnovabili e il rischio di cambiamenti climatici.

Silvano attinge a piene mani da un libro di Franco Battaglia, "L'illusione dell'energia dal Sole", che è pieno di dati stiracchiati, ragionamenti tendenziosi, per dimostrare che solo con un pesante ricorso al nucleare si può soddisfare le esigenze di energia della nostra civiltà. Be', che piaccia o meno stiamo avvicinandoci ad un rapido declino della disponibilità di energia fossile (come riconosce anche Battaglia), ma il nucleare attuale non è un gran sostituto. Oggi copre il 10% della produzione di energia elettrica e l'uranio estraibile ci basterà per altri 40 anni. Tutto fa brodo, ma se si costruisse, con un colpo di bacchetta magica, abbastanza centrali da produrre tutta l'energia elettrica basterebbe per QUATTRO anni. Occorre pensare a nuovi tipi di reattori, autofertilizzanti, al torio, ecc. ma per ora quelli che si costruiscono consumano prezioso e raro U235. Qualche conto più serio si può trovare in questo interessante libro, che almeno ha i numeri giusti (anche per il nucleare). Purtroppo non c'è scampo, a meno di rivoluzionarie scoperte scientifiche occorre ricorrere al tanto deprecato (da Battaglia) risparmio energetico.

Ma se sulle fonti di energia il dibattito è aperto, sui cambiamenti climatici si va veramente fuori da ogni ragionevolezza. Ancora probabilmente il colpevole è Battaglia, che pur essendo un chimico e non un climatologo è tra i garanti scientifici del NIPCC (il panel nongovernativo sui cambiamenti climatici, una sorta di IPCC al contrario). Qui la scienza, quella che secondo la mia citazione occorre interrogare per sapere dove andare, la sua risposta l'ha data: i cambiamenti climatici ci sono, e sono con tutta probabilità dovuti a noi.

Non possiamo sostenere che la scienza ci fornisce una visione della realtà indipendentemente dai nostri pregiudizi, e poi rifiutarla alla grande quando ci dice qualcosa che non ci piace (anche se piace a quelli di cui sopra che detestano ideologicamente la civiltà industriale e che ci stanno sui cosddetti).
Michael Mann, climatologo americano, è noto per i suoi studi sulle temperature del passato che hanno portato al grafico noto come "la mazza da hockey": un contributo importante per la scienza del clima, pienamente confermato in studi successivi.

Il NIPCC, e di riflesso il libro di Silvano, per negare i cambiamenti climatici raccoglie a piene mani quel tipo di argomenti che vengono usati in genere contro la scienza, e li rivolgono contro la stragrande maggioranza di scienziati che li studiano. Chi conosce il "dibattito scientifico" ad es. sul creazionismo non fa fatica a riconoscerli:
  • la scienza non dà certezze, nessuno ha la verità in tasca, quindi non possiamo dire nulla
  • gli scienziati sono mossi da interessi privati, se va bene la carriera e i fondi di ricerca, se va male interessi economici personali
  • argomenti da ignoranti fuori contesto: Eric il Rosso che colonizzava la Groenlandia, i pianeti che si scaldano, non produciamo che una minima parte del CO2, eccetera. Purtroppo la maggior parte degli argomenti citati da Silvano nel libro sono di questo tipo
  • petizioni con migliaia di firme raccolte diffondendo documenti tendenziosi a un numero imprecisato di persone incompetenti (non è un insulto, siamo tutti incompetenti di quasi tutto)
  • studi di scienziati in assoluta minoranza, che sostengono tesi molto ardite con pochissimi dati a supportarle
  • addirittura studi fattualmente smentiti, ignorando le smentite (es. le critiche all'Hockey Stick)
E ultimamente (dopo il libro di Fuso, quindi senza riferirmi in nessun modo a lui) si ricorre agli argomenti "ad personam": la questione delle mail rubate, da cui si sono estratte frasi fuori contesto per sostenere che gli scienziati sono una manica di bugliardi, imbroglioni, truffatori. Gli stessi argomenti si possono applicare a qualsiasi cosa, con effetti divertenti. Dopo un'accurata indagine del governo inglese non è emerso assolutamente nulla contro i climatologi. Ma Michael Mann e Phil Jones (questo oggetto anche di un vergognoso attacco dal Guardian) sono stati distrutti, professionalmente ed umanamente, e vanno avanti ad antidepressivi.

Se non sono questi, i nemici della scienza, veramente non saprei chi altro indicare.


Note

1) Per godere la natura, o per viverci armoniosamente, la scienza non è che uno strumento. Niente sostituisce una bella passeggiata, un'arrampicata, la sensazione del vedere un germoglio spuntare dal terreno o davanti a un tramonto. In questo gli "olistici" han ragione al 100%. Ma va anche detto che uno scienziato riesce a godersi meglio queste sperienze, nota cose che spesso sfuggono. Me ne accorgo camminando in montagna con mio figlio, un semplice studente di geologia ma che è molto più "immerso" nella montagna di me.

2) sottolineo che solo una parte degli ambientalisti è così, io mi ritengo ambientalista

3) vedi le assurdità sul cosiddetto elettrosmog

4) Ri-sottolineo. e ri-conferno tutta la mia stima per Silvano. Il fatto che non si vada d'accordo su questo argomento non significa che non legga sempre con attenzione le sue considerazioni. E soprattutto non lo includo assolutamente tra i "nemici della scienza" del titolo e delle conclusioni.

14 commenti:

Nico ha detto...

Il modo "olistico" mi fa venire in mente il film Into the Wild.
Quando si rende conto di essersi avvelenato tira fuori un bel libro (scientifico) che gli fa scoprire che sarebbe sopravvissuto se solo lo avesse tenuto da conto.

brain_use ha detto...

Tutto ciò dimostra fondalmentalmente che ogni qual volta si esce dall'approccio scientifico per abbracciare una posizione ideologica, qialunque essa sia, si rischia di scivolare rumorosamente. Purtroppo.

markogts ha detto...

Hmmm... Come dici giustamente riportando l'esperienza di tuo figlio, conoscere certe cose aiuta a godersele di più. Io ho mia mamma che è una specie di erbario vivente (sai che palle a camminare per i monti con lei :-P), e io penso di godermi il cielo notturno molto meglio di qualsiasi newager. Insomma, vabene l'effetto "wow", ma poi serve un minimo di approfondimento. Altrimenti, di fronte a un parelio, ci mettiamo a urlare impanicati ;-)

Purtroppo questo estremismo newager che stigmatizzi offre il fianco ad attacchi come quelli di Battaglia. È il motivo di fondo per cui mi sono impegnato contro le scie chimiche: se quelle s*****ate finiscono in bocca a qualche esponente ambientalista, è la fine dell'ambientalismo.

Hanmar ha detto...

Alcuni typo trovati:

"energi fossili"
"racoglie"
"privatiargomenti"
"supportarleaddirittura"
"dibattio"

Per il resto non posso che quotare. E detto da un sostenitore del nucleare "razionale"...

Saluti
Michele

markogts ha detto...

E detto da un sostenitore del nucleare "razionale"

Ah, quello divisibile per 235 :-P

Il problema è che il nucleare di "quarta generazione" non esiste che sulla carta. I vari esperimenti di reattori autofertilizzanti sono stati dei flop tecnologici al cui confronto il Concorde appare un saggio investimento (ed era pure più bello :-P) Reattori subcritici, a prova di rischio proliferazione e con assenza di rifiuti altamente radioattivi, al momento, non esistono. Come dire, sono meno realistici, praticabili, prototipabili dell'energia dalle onde, che pure a me sembra un'invenzione che neanche Archimede Pitagorico... Non intendo parlar male dell'energia dalle onde, dico solo che chi parla di nucleare di quarta generazione dovrebbe essere guardato molto più storto di chi propone appunto energia dalle onde, dagli aquiloni, dalle palestre ecc ecc.

AcarSterminator ha detto...

Ho letto anche io il libro di Fuso.
Tutto interessante e utile. Ma quando mi sono imbattuto nella prima citazione di Battaglia sono rimasto piuttosto amareggiato, e ancor più vedendolo citato numerose volte in più di un paragrafo.
Conosco Battaglia per aver letto alcuni suoi articoli su Il Giornale (non è che lo compro eh... solo che è un quotidiano che mi incuriosisce, diciamo così) e per avere seguito un paio di dibattiti su clima ed energia con lui ospite. Non mi ha mai convinto nel merito e oltretutto ha modi arroganti da persona, come dire, poco serena.
Ma Fuso lo conosce certamente meglio di me, vabbè.

Ne approfitto per una domanda, Gianni scrive
l'uranio estraibile ci basterà per altri 40 anni

Nel libro leggo (pag.211)
"Per quanto riguarda infine l'affermazione secondo la quale le scorte di uranio durerebbero poche decine di anni, in realtà le stime più pessimistiche prevedono scorte di uranio 235 che durerebbero, con gli attuali consumi, per 250 anni. Tuttavia le attuali tecnologie consentono la realizzazione dei cosiddetti reattori autofertilizzanti [...] , anche aumentando l'attuale produzione di energia nucleare, la disponibilità di combustibile aumenta a qualche decina di migliaia di anni."
Non so da dove vengano questi dati, a differenza della consuetudine di Fuso per la citazione delle fonti, qui non c'è alcun riferimento. Starà mica citando ancora Battaglia...

Di chi mi fido se non ho voglia di approfondire per conto mio? :-P

Michele.

markogts ha detto...

@ acar: il punto chiave è "con gli attuali consumi". Cioé con un 10% di energia mondiale prodotto da energia nucleare. Togli carbone e petrolio e prova a sostituirlo col nucleare e vedi l'uranio dura molto di meno, anche se la stima di soli quattro anni (teorici) che fa Gianni mi sembra molto ridotta.

Per quanto riguarda i reattori autofertilizzanti, la prossima volta che senti un nuclearista parlarne, chiedigli di indicartene uno FUNZIONANTE... (idem per i reattori "di quarta generazione")

non è che lo compro eh...

Guarda che ti ho visto che lo nascondevi tra due riviste porno ;-)

AcarSterminator ha detto...

@ markogts
D'accordo, ma allora devo pensare che l'autore dia scontato che le scorte di combustibili fossili durino tranquillamente per almeno altri due secoli, altrimenti mi parrebbe scorretto usare quei numeri. Magari c'ha anche ragione, però...

Guarda che ti ho visto che lo nascondevi tra due riviste porno ;-)
Beccato! Ma precisiamo: avendo io subito il lavaggio del cervello da zret, la rivista era Xtimes (che si può definire giustamente porno e ha pure la X...). Sssssupereccccitante! :D

PS: avevi consigliato da qualche parte il libro "La luna di Einstein"; l'ho ordinato. Spero non sia troppo complicato per un umile perito elettronico che ha dimenticato tutto...

markogts ha detto...

Assolutamente no. Lo leggerai tutto d'un fiato.

Turz ha detto...

D'accordo, ma allora devo pensare che l'autore dia scontato che le scorte di combustibili fossili durino tranquillamente per almeno altri due secoli, altrimenti mi parrebbe scorretto usare quei numeri. Magari c'ha anche ragione, però...

Magari c'ha anche ragione. Ma non scriviamolo sul blog di un piccopetrolista ;-)

@Gianni Comoretto:
Se "scientismo" si scrive con la i, "antiscientismo" forse pure?

E poi chi l'ha detto che il pesce-fragola non esiste?
Anzi c'è anche l'ippocampeperoncino e il toporavanello :-D

Seriamente: ottimo articolo. Anche se alcune tesi scientifiche possono non avere un risultato univoco e definitivo, non bisogna cadere nell'antiscienza per contrastarle. Una tesi scientifica può essere confutata solo con una tesi ancora più scientifica, non con la fuffa.

Gianni Comoretto ha detto...

I dati sulla disponibilità di uranio li ho trovati sul sito della IEA, che non mi sembra proprio un covo di ambientalisti antinuclearisti. Qualche informazione non a pagamento c'è anche nel sito uxc.

Stimare le disponibilità di uranio è complicato, perché la quantità totale cresce con il calare della concentrazione, e tutto dipende da qual'è la concentrazione minima "utilizzabile".
Si è estratto uranio anche dall'acqua di mare, ma si spende circa l'energia che poi ne ricavi.
La produzione attuale di U3O8 e' di circa 50 mila t/anno, con un consumo di 66 mila e spicci t/anno (il resto viene dallo smantellamento di testate). Secondo UXC la produzione di U dovrebbe piccare intorno al 2020, a circa 90 mila t/anno. Con le stime più ottimistiche, avremmo scorte per altri 100 anni, ma come sanno i piccopetroliti il problema non è quando finisco no le scorte ma quando non si riesce piu' ad estrarre abbastanza velocemente da coprire la domanda.

Sugli autofertilizzanti. Se si riuscisse a fare un autofertilizzante "pulito" (ci sono alcuni disegni promettenti), l'ultima cosa che vorrei sarebbe di avere già finito l'U235. Gli autofertilizzanti producono più combustibile di quel che consumano, ma non molto, e ci mettono tempo a produrlo. Quindi se hai poco uranio rimasto, fai inizialmente pochi reattori, e poi PIANO PIANO riesci a farne altri. Bruciare OGGI l'U235 in reattori normali è criminale.

markogts ha detto...

Bruciare OGGI l'U235 in reattori normali è criminale.

Non l'avevo mai considerata in questi termini. Ma scusa, non si parlava di usare il torio?

Gianni Comoretto ha detto...

Conosci una centrale funzionante a torio? Quelle che si pianifica di installare in Italia saranno a torio?

Il torio ha parecchi vantaggi sull'uranio. Quando sarà disponibile, si valuterà. Sottolineo che non sono contrario al nucleare, ma mi sembra un po' come l'idrogeno, una parola per riempirsi la bocca, e che per ora mostra più svantaggi che vantaggi.

AcarSterminator ha detto...

A proposito di F. Battaglia, sarò io a pensare male ma mi fa un po' riflettere la scelta di pagare una pagina intera di un quotidiano per pubblicizzare una lettera sua e di qualche amico indirizzata al presidente del consiglio e della repubblica con l'intenzione di insinuare dubbi sul fotovoltaico e chiedere di togliere i finanziamenti per gli impianti.
Credo stiamo parlando di alcune decine di migliaia di euro come costo della pagina.
Hanno i soldi da buttare?

Pagina 13, Il Giornale del 9 maggio 2010:
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Michele.