
Ho ascoltato stamane le incredibili dichiarazioni del vicedirettore del CNR, Roberto De Mattei, già famoso per le sue uscite sull'evoluzione. Stavolta parla del terremoto in Giappone, "dono di Dio". Le potete leggere ed ascoltare qui, ma in sintesi sono:
- Se non ci fossero le catastrofi, questo mondo ci potrebbe piacere troppo. Potremmo dimenticarci che è, e deve essere, una valle di lacrime.
- Dio punisce e premia le colpe personali nell'aldilà, ma non essendoci un aldilà per i popoli, "è sulla terra che premia o castiga le nazioni.” Con le catastrofi.
- Non sappiamo che colpe hanno i giapponesi per quel che è successo, ma se Dio ha voluto così un buon motivo ci deve essere. Tremo per quel che succederà prossimamente in Italia, se Dio ha un minimo di senso della giustizia.
- I disastri naturali sono da stimolo per la scienza, così scopriamo il modo di evitarle e di proteggerci
- Alla fine dei tempi scopriremo che le tante vittime che oggi compiangiamo hanno avuto, grazie a quella morte catastrofica, occasione per redimersi all'ultimo momento.
- O magari Dio ha scampato loro dolori che avrebbero vissuto se non fossero morti ora.
Mi è tornato in mente il terremoto del Friuli, e la reazione di mia nonna, che lo attribuì alla facilità dei friulani alla bestemmia. Lei comunque cambiò rapidamente idea quando i miei genitori le fecero osservare che credere in un Dio così stronzo non Gli faceva onore. Il mio insegnante di religione (oggi parroco) commentò che in certi casi una bestemmia "ci vuole", è anche quella una forma di preghiera, un chiedere a Dio conto. Il bellissimo libro di Giobbe vede proprio o scontro tra Giobbe, che chiede conto a Dio delle ingiustizie che patisce, e i De Mattei del tempo, che vogliono convincerlo che le sue sofferenze hanno un senso. Dio dà ragione a Giobbe.
Qualche settimana fa discutevo con mia sorella di alcune disgrazie capitate a persone care. Sofferenze assurde, inutili, in cui non è in nessun modo possibile trovare una "giustizia divina". Lei preferisce credere che siano dovuta ad una natura, che è quella che è e spesso non funziona. Io preferisco credere, nonostante tutto, ad un Dio, che non è così onnipotente come vorremmo. Un Dio che fa quel che può, che, come racconta Moni Ovadia, dopo la creazione guarda l'Universo con aria perplessa e borbotta "Speriamo che tenga". Un Dio che quando decide di venire a farci visita non pretende sconti, si becca come tutti sofferenze e morte.

In ogni caso il Dio di De Mattei non è il mio. Un Dio che ci manda un terremoto per insegnarci a difenderci dai terremoti, che ci ammazza per proteggerci da ipotetiche disgrazie future (e chi resta che fa? Si becca queste e quelle?), che manda un'onda di 20 metri a sommergere un'umanità colpevole (di cosa? Di leggere troppi manga?) o fa nascere bimbi con malattie dolorose ed incurabili può anche teoricamente esistere. Ma se esiste io sto dalla parte di Giobbe.
E soprattutto è questo individuo che rappresenta la nostra comunità scientifica di fronte al mondo? Cosa racconto ai miei colleghi giapponesi se per caso leggono queste cose?
Aggiornamenti (23/03).
Mi fan notare che le sue posizioni non sono troppo originale, Già l'ajatollah iraniano Kazem Sediqi ha detto che i terremoti sono la punizione divina per l'abbigliamento succinto delle donne, che inciterebbe all'adulterio.
De Mattei dirige una rivista, "Radici Cristiane", in cui scrive, in un editoriale:
La competenza della Chiesa, maestra di fede e di morale, si estende, secondo il mandato di Gesù Cristo, al campo della Verità rivelata e a quello della legge naturale, iscritta da Dio direttamente nel cuore di ogni uomo. Lo Stato, pur distinto e autonomo dalla Chiesa, non ha diritto di legiferare contro la fede, perché ciò significherebbe interferire nella vita della Chiesa; ma non ha diritto di legiferare neppure contro l’espressione pubblica della morale naturale, perché la legge morale viene prima delle legge dello Stato e dallo Stato non può essere contraddetta.
In altre parole, questo vorrebbe poter stabilire quali sono le leggi "ammissibili" e quelle che lo Stato non può neppure pensare di promulgare. In base ad una "morale naturale" di cui ci ha appena dato un esempio.
Ulteriori aggiornamenti (24/03)
De Mattei cita il vescovo di Rossano, mons. Mazzella, che commentò un secolo fa il terremoto di Messina. L'attuale vescovi di Rossano, mons. Santo Marcianò (l'omonimia è casuale) ha pubblicato una nota in cui fa presente che citare fuori contesto culturale affermazioni di un secolo fa è privo di senso, e conclude che "sentirsi attribuire affermazioni così gravi è una mortificazione e un motivo di sofferenza."
Qualche settimana fa discutevo con mia sorella di alcune disgrazie capitate a persone care. Sofferenze assurde, inutili, in cui non è in nessun modo possibile trovare una "giustizia divina". Lei preferisce credere che siano dovuta ad una natura, che è quella che è e spesso non funziona. Io preferisco credere, nonostante tutto, ad un Dio, che non è così onnipotente come vorremmo. Un Dio che fa quel che può, che, come racconta Moni Ovadia, dopo la creazione guarda l'Universo con aria perplessa e borbotta "Speriamo che tenga". Un Dio che quando decide di venire a farci visita non pretende sconti, si becca come tutti sofferenze e morte.

In ogni caso il Dio di De Mattei non è il mio. Un Dio che ci manda un terremoto per insegnarci a difenderci dai terremoti, che ci ammazza per proteggerci da ipotetiche disgrazie future (e chi resta che fa? Si becca queste e quelle?), che manda un'onda di 20 metri a sommergere un'umanità colpevole (di cosa? Di leggere troppi manga?) o fa nascere bimbi con malattie dolorose ed incurabili può anche teoricamente esistere. Ma se esiste io sto dalla parte di Giobbe.
E soprattutto è questo individuo che rappresenta la nostra comunità scientifica di fronte al mondo? Cosa racconto ai miei colleghi giapponesi se per caso leggono queste cose?
Aggiornamenti (23/03).
Mi fan notare che le sue posizioni non sono troppo originale, Già l'ajatollah iraniano Kazem Sediqi ha detto che i terremoti sono la punizione divina per l'abbigliamento succinto delle donne, che inciterebbe all'adulterio.
De Mattei dirige una rivista, "Radici Cristiane", in cui scrive, in un editoriale:
La competenza della Chiesa, maestra di fede e di morale, si estende, secondo il mandato di Gesù Cristo, al campo della Verità rivelata e a quello della legge naturale, iscritta da Dio direttamente nel cuore di ogni uomo. Lo Stato, pur distinto e autonomo dalla Chiesa, non ha diritto di legiferare contro la fede, perché ciò significherebbe interferire nella vita della Chiesa; ma non ha diritto di legiferare neppure contro l’espressione pubblica della morale naturale, perché la legge morale viene prima delle legge dello Stato e dallo Stato non può essere contraddetta.
In altre parole, questo vorrebbe poter stabilire quali sono le leggi "ammissibili" e quelle che lo Stato non può neppure pensare di promulgare. In base ad una "morale naturale" di cui ci ha appena dato un esempio.
Ulteriori aggiornamenti (24/03)
De Mattei cita il vescovo di Rossano, mons. Mazzella, che commentò un secolo fa il terremoto di Messina. L'attuale vescovi di Rossano, mons. Santo Marcianò (l'omonimia è casuale) ha pubblicato una nota in cui fa presente che citare fuori contesto culturale affermazioni di un secolo fa è privo di senso, e conclude che "sentirsi attribuire affermazioni così gravi è una mortificazione e un motivo di sofferenza."