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martedì 22 marzo 2011

De Mattei 2.0


Ho ascoltato stamane le incredibili dichiarazioni del vicedirettore del CNR, Roberto De Mattei, già famoso per le sue uscite sull'evoluzione. Stavolta parla del terremoto in Giappone, "dono di Dio". Le potete leggere ed ascoltare qui, ma in sintesi sono:
  • Se non ci fossero le catastrofi, questo mondo ci potrebbe piacere troppo. Potremmo dimenticarci che è, e deve essere, una valle di lacrime.
  • Dio punisce e premia le colpe personali nell'aldilà, ma non essendoci un aldilà per i popoli, "è sulla terra che premia o castiga le nazioni.” Con le catastrofi.
  • Non sappiamo che colpe hanno i giapponesi per quel che è successo, ma se Dio ha voluto così un buon motivo ci deve essere. Tremo per quel che succederà prossimamente in Italia, se Dio ha un minimo di senso della giustizia.
  • I disastri naturali sono da stimolo per la scienza, così scopriamo il modo di evitarle e di proteggerci
  • Alla fine dei tempi scopriremo che le tante vittime che oggi compiangiamo hanno avuto, grazie a quella morte catastrofica, occasione per redimersi all'ultimo momento.
  • O magari Dio ha scampato loro dolori che avrebbero vissuto se non fossero morti ora.
Mi è tornato in mente il terremoto del Friuli, e la reazione di mia nonna, che lo attribuì alla facilità dei friulani alla bestemmia. Lei comunque cambiò rapidamente idea quando i miei genitori le fecero osservare che credere in un Dio così stronzo non Gli faceva onore. Il mio insegnante di religione (oggi parroco) commentò che in certi casi una bestemmia "ci vuole", è anche quella una forma di preghiera, un chiedere a Dio conto. Il bellissimo libro di Giobbe vede proprio o scontro tra Giobbe, che chiede conto a Dio delle ingiustizie che patisce, e i De Mattei del tempo, che vogliono convincerlo che le sue sofferenze hanno un senso. Dio dà ragione a Giobbe.

Qualche settimana fa discutevo con mia sorella di alcune disgrazie capitate a persone care. Sofferenze assurde, inutili, in cui non è in nessun modo possibile trovare una "giustizia divina". Lei preferisce credere che siano dovuta ad una natura, che è quella che è e spesso non funziona. Io preferisco credere, nonostante tutto, ad un Dio, che non è così onnipotente come vorremmo. Un Dio che fa quel che può, che, come racconta Moni Ovadia, dopo la creazione guarda l'Universo con aria perplessa e borbotta "Speriamo che tenga". Un Dio che quando decide di venire a farci visita non pretende sconti, si becca come tutti sofferenze e morte.


In ogni caso il Dio di De Mattei non è il mio. Un Dio che ci manda un terremoto per insegnarci a difenderci dai terremoti, che ci ammazza per proteggerci da ipotetiche disgrazie future (e chi resta che fa? Si becca queste e quelle?), che manda un'onda di 20 metri a sommergere un'umanità colpevole (di cosa? Di leggere troppi manga?) o fa nascere bimbi con malattie dolorose ed incurabili può anche teoricamente esistere. Ma se esiste io sto dalla parte di Giobbe.

E soprattutto è questo individuo che rappresenta la nostra comunità scientifica di fronte al mondo? Cosa racconto ai miei colleghi giapponesi se per caso leggono queste cose?

Aggiornamenti (23/03).

Mi fan notare che le sue posizioni non sono troppo originale, Già l'ajatollah iraniano Kazem Sediqi ha detto che i terremoti sono la punizione divina per l'abbigliamento succinto delle donne, che inciterebbe all'adulterio.

De Mattei dirige una rivista, "Radici Cristiane", in cui scrive, in un editoriale:

La competenza della Chiesa, maestra di fede e di morale, si estende, secondo il mandato di Gesù Cristo, al campo della Verità rivelata e a quello della legge naturale, iscritta da Dio direttamente nel cuore di ogni uomo. Lo Stato, pur distinto e autonomo dalla Chiesa, non ha diritto di legiferare contro la fede, perché ciò significherebbe interferire nella vita della Chiesa; ma non ha diritto di legiferare neppure contro l’espressione pubblica della morale naturale, perché la legge morale viene prima delle legge dello Stato e dallo Stato non può essere contraddetta.

In altre parole, questo vorrebbe poter stabilire quali sono le leggi "ammissibili" e quelle che lo Stato non può neppure pensare di promulgare. In base ad una "morale naturale" di cui ci ha appena dato un esempio.

Ulteriori aggiornamenti (24/03)

De Mattei cita il vescovo di
Rossano, mons. Mazzella, che commentò un secolo fa il terremoto di Messina. L'attuale vescovi di Rossano, mons. Santo Marcianò (l'omonimia è casuale) ha pubblicato una nota in cui fa presente che citare fuori contesto culturale affermazioni di un secolo fa è privo di senso, e conclude che "sentirsi attribuire affermazioni così gravi è una mortificazione e un motivo di sofferenza."

mercoledì 2 marzo 2011

Scorpioni

Riassunto: un rimedio omeopatico contro il cancro, di cui si sa poco o nulla. Una strana rete di distribuzione delle fialette, a soli 300 euro l'una. E un istituto del CNR in cui studiano tutt'altro che si trova coinvolto a insaputa di chi ci lavora in una sperimentazione medica senza medici.
Aggiornamento (27/04/2011): Un buon punto della situazione viene fatto nel blog Medbunker. Il rimedio, nella formulazione omeopatica 30CH (in media una molecola in un cubo di solvente con il lato pari alla distanza Terra-Sole) è ora venduta da una ditta albanese. Le sperimentazioni promesse dalla ditta produttrice sono concluse, ma senza pubblicare i risultati. Direi che è probabile che abbiano dato risultato negativo, e che quindi la ditta abbia pensato bene di lanciarsi sull'omeopatia, che non richiede prove di efficacia.

Tra i tanti rimedi alternativi contro il cancro che si trovano in rete, ne esiste uno derivato dal veleno di uno scorpione blu, prodotto dalla Labiofarm, una azienda statale cubana.

La sanità cubana ha dovuto affrontare i problemi legati all'embargo statunitense, e lo ha fatto cercando, in modo intelligente, di sviluppare la ricerca sui composti chimici di origine naturale. Ha anche sviluppato una eccellente ricerca sulle tecniche OGM, sfortunatamente oggi piuttosto inviste, per cui è stata costretta ad una marcia indietro. E sfortunatamente oggi ha fiutato l'affare dell'omeopatia, per cui sta specializzandosi in questo campo. In entrambi i casi buttando a mare qualche decennio di buona ricerca scientifica.

Tornando al veleno di scorpione, sull'argomento ha fatto un'ottima ricerca Rosa Contino. Riassumendo, si tratta di un rimedio omeopatico(1), prodotto diluendo in rapporto da 1 a 300.000 una goccia del veleno prodotto da scorpioni allevati appositamente.

Di per sé l'idea di provare a vedere se una tossina abbia un effetto antitumorale non è balzana. I più potenti antitumorali usato oggi sono stati scoperti così, e c'è anche chi studia veleni di scorpione. Ma serve fare studi mirati, prima in vitro e poi su volontari umani. Le perplessità sono comunque molte. Innanzitutto sulle concentrazioni, a meno che non si tratti di un veleno fulminante a quelle diluizioni mi sembra strano abbia grossi effetti(2). Non è neppure specificato per quali tumori dovrebbe agire, ogni antitumorale è efficace su alcuni tumori ed inefficace in altri. E nonostante il prodotto sia distribuito da decenni dalla Labiofarm(3), non esistono studi clinici a riguardo, solo una presentazione ad un congresso (cubano) in cui il prodotto sembrerebbe avere una qualche efficacia in alcuni tipi di tumori(4).

Il prodotto quindi non è commercializzabile, e viene distribuito gratuitamente, a fini di ricerca, a chi si presenti lì con una cartella medica. Di fatto in Italia è difficile trovarne una boccetta a meno di 300 euro (sempre secondo qualche prova fatta da Rosa). Ma come succede sempre in questi casi l'assenza di studi viene compensata da un sacco di casi personali, i soliti "a me funziona". O dai "non vorrete toglierci anche la speranza". Tutto il già visto dei casi Di Bella, siero Bonifazio, bicarbonato e vitamine. E in rete fioriscono le generose persone disposte a fare un viaggio a Cuba per portare in Italia qualche fialetta del farmaco prodigioso, dietro rimborso spese.

Uno di questi benefattori, Piero Fierro, ha fondato una Associazione Medicina Omeopatica e Naturale, che gestisce un sito in cui commercializza il farmaco, assieme ad altri prodotti (integratori alimentari, a libera vendita) della Labiofarm. Il sito ha un aspetto accattivante, con dottoresse in camice bianco, immagini di fialette, e informazioni scientifiche che ne decantano le proprietà. Ma quando vai a leggere gli "studi scientifici" scopri che le informazioni sono il foglietto illustrativo dei vari integratori alimentari venduti dalla AMON, e che di studi scientifici non c'è traccia. Il che non stupisce, il benefattore in questione non è né medico né farmacista, ma un dipendente di una agenzia di viaggi.

Fierro ha un accordo con la Labiofarm, in cui si impegna a cercare credenziali scientifiche e a pubblicizzare i prodotti della ditta cubana in cambio del diritto di commercializzazione di questi prodotti in Italia. Assieme ad un costruttore edile panamense, titolare di una ditta di coperture, che dovrebbe diffondere i prodotti in Paraguay. Non commento su una ditta farmaceutica che si affida per la commercializzazione a costruttori edili e simili. E da qualche tempo Fierro sta cercando di ottenere queste credenziali, ha contattato diversi istituti di ricerca e ospedali pubblici.

Dove ha avuto successo è stato con l'IFAC, un istituto fiorentino del CNR che si occupa di onde elettromagnetiche(5). Si occupa anche di applicazioni delle onde elettromagnetiche nella cura dei tumori, in particolare su come ridurre gli effetti collaterali e la sicurezza della marconiterapia e laserterapia. Non si occupa in nessun modo di sperimentazione di farmaci. Ma questo non ha impedito al suo direttore(6) di stipulare un curioso accordo con l'A.M.O.N., in cui l'istituto si impegna a cercare partner e fondi per sperimentare i farmaci della Labiofarm, e ad organizzare convegni invitando esperti cubani.

Curioso anche per le modalità, di solito gli accordi di questo tipo prevedono impegni dettagliati e qui tutto è risolto in una paginetta. Per la segretezza, nell'istituto nessuno ne sapeva niente, neppure il Consiglio Scientifico che si è riunito a cose fatte dopo che l'accordo era stato pubblicato sul sito della A.M.O.N. La convenzione ha anche saltato due passi fondamentali: la richiesta di autorizzazione al dipartimento e l'iscrizione al protocollo amministrativo del CNR, che rende rintracciabile e non più cancellabile un atto amministrativo. Insomma l'impressione è che il direttore sapeva benissimo che una cosa del genere avrebbe fatto storcere parecchi nasi, e ha voluto creare il fatto compiuto.

Sembra ci sia riuscito benissimo. Recentemente della cosa ha discusso il Consiglio Scientifico dell'istituto, e l'accordo di collaborazione è sempre lì, non c'è stata nessuna smentita ufficiale, e i colleghi dell'IFAC mi chiedono (loro a me!) stupiti che cosa stia succedendo, se ne so qualcosa di più. Rosa ha provato a telefonare al direttore dell'IFAC, pensando ingenuamente che l'accordo fosse un falso, senza ottenere chiarimenti. Forse il documento verrà ritirato dal sito dell'AMON, ma rimane valido.

Naturalmente sono favorevole a sperimentazioni su farmaci promettenti, se condotte bene. La Labiofarm sostiene di stare eseguendo una sperimentazione di fase 3, ma non si riesce neppure a trovare i risultati di quelle di fase 1 e 2. E una sperimentazione condotta con due intermediari, un agente di viaggi che spera di ottenere una concessione commerciale e un fisico che si occupa di onde elettromagnetiche, ma ancora nessun istituto medico, su un farmaco di cui si sa poco o nulla, suona quantomeno strana.

Vedremo come andrà a finire. Per ora una sola cosa è certa, il CNR non ci fa una gran figura. E un istituto come l'IFAC questo certo non lo merita.

Note:

(1) Non capisco come mai sia omeopatico. Fa venire il tumore al cervello nei sani? Probabilmente è solo una questione di marketing, ma suona decisamente male. Qui si afferma che il preparato deve star lontano dalle onde elettromagnetiche, affermazione bizzarra, ma che punta moltissimo alle teorie omeopatiche.

(2) Difatti studi in vitro (non pubblicati) indicherebbero un efficacia a dosi di circa 1 mg/kg di tessuto. Una persona di 70 kg dovrebbe assumere, meglio in flebo, 2 litri di veleno diluito 1 a 300 mila. La dose consigliata e' 10 gocce al giorno (1,5 nanogrammi), un cinquantamillesimo della dose necessaria ad avere effetti. Diluizioni omeopatiche, appunto.

(3) La Labiofarm produce anche diversi integratori alimentari (vitamine, estratti vegetali, antiossidanti). Si tratta quindi di parafarmaci, come gli antiossidanti ed integratori che troviamo nelle nostre farmacie. Ci sono (eufemisticamente) molti dubbi nella comunità scientifica sugli effetti benefici di questi preparati.

(4) Su questo sito (che pure è molto possibilista) si trovano informazioni più dettagliate, inclusa la posizione dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica. Riporto: “Non è dato da sapere se la sostanza contenuta nell’escozul sia questa tossina, e comunque non vi è nessuna documentata attività antitumorale. Per portare farmaci in commercio sono necessari passaggi chiari e definiti che sono di garanzia per chi i farmaci dovrà poi utilizzare. Questi passaggi richiedono studi in vitro e sull’animale prima del passaggio nell’uomo. Sono poi necessari centinaia di pazienti per poter avere dei risultati tali da permetterne un uso allargato. Sul sito dell’Escozul viene scritto che sono state trattate oltre 60.000 persone, se solo una minoranza di queste fosse stata trattata con una metodologia corretta, oggi non saremo a discutere di questa ennesima falsa speranza. E si definisce senza mezzi termini una truffa la vendita del preparato (visto che viene distribuito gratuitamente).

(5) Ho diversi contatti professionali e non con l'IFAC, che è e resta un serissimo istituto. Quel che so sugli effetti dei campi sulla salute lo devo a loro, un mio collega prima lavorava lì, e comunque la radioastronomia e le onde elettromagnetiche sono parenti strettissimi

(6) L'unica cosa che appare certa è che si tratti di un'iniziativa personalissima del direttore. Nessuno dei miei colleghi che lavora lì ne sapeva nulla, alcuni lo hanno saputo leggendo questo blog.

lunedì 28 dicembre 2009

E questo è il vicepresidente del CNR?

Viviamo in un paese libero, ciascuno può credere a quel che gli pare: che la Terra sia piatta, che la Luna sia fatta di formaggio, e persino che sul nostro pianeta ci sia vita intelligente. Ma si spera che chi lavora in un ente in cui il metodo di lavoro utilizzato è quello della razionalità scientifica applichi questo metodo almeno al suo lavoro. O cambi mestiere.

Quindi vedere un convegno, organizzato nientepocodimeno che dal vicepresidente del CNR Roberto De Mattei, in cui si sostengono le tesi più balzane mi fa letteralmente cascare le braccia (quelle rotonde). E a peggiorare le cose il contributo di fondi pubblici (9400 euro), sottratti alle ricerche vere.

Cominciamo con l'evoluzionismo. Lo so, non è facile da digerire, ma che gli organismi viventi derivino da antenati comuni, in una catena evolutiva, è un dato di fatto. Se si toglie questo niente in biologia funziona più. La genetica, la paleontologia, la distribuzione geografica delle specie, i meccanismi biochimici, la struttura anatomica degli organismi viventi han senso soltanto se esiste l'evoluzione. Abbiamo assistito ormai a diversi episodi di speciazione, nuove specie di animali che in tempi storici non esistevano e che si sono evolute da specie note. Possiamo mappare il DNA di entrambe e vedere quali modifiche sono avvenute.

Possiamo discutere sui meccanismi, ma il dato di fatto, evidente come è evidente che la Terra gira attorno al Sole (altra cosa non facile da digerire), è che le specie evolvono. E che la selezione naturale è l'unica teoria che possiamo ragionevolmente ipotizzare per spiegare questo fatto(1).

Ma l'evoluzione non è l'unico fatto che è stato negato in quel convegno. C'era chi sosteneva che la Terra ha solo 6000 anni (alcuni arrivano ad ammettere ne abbia qualche milione) che c'è stato davvero un grande diluvio che ha formato il Gran Canyon e spazzato via i dinosauri, e che questi avrebbero convissuto con i nostri antenati(2). Insomma vanno a farsi friggere non solo la biologia (con tutti i vari rami: zoologia, botanica, paleontologia, genetica, ecc.) ma anche la geologia, l'astronomia (le "prove" di una Terra giovane sono anche astronomiche), la fisica (per i processi di decadimento radioattivo che si usano per datare le rocce). Dovremmo chiudere il CNR, covo di pericolosi miscredenti che minano la vera scienza, sostenendo cose tipo che i dinosauri si siano estinti 65 milioni di anni fa.

In ogni comunità ci sono persone che sostengono cose, diciamo, singolari. In alcuni casi è semplicemente ignoranza (solo uno dei partecipanti al convegno era un biologo, e non si occupa di evoluzione). E quindi uno storico come De Mattei può dire che la formazione di una nuova specie è impossibile (perché ignora come funzioni). Nelle interviste rilasciate in seguito si capisce anche bene le motivazioni di queste convinzioni, per il tipo di fede di De Mattei è essenziale credere che le dottrine tradizionali (di 100 anni fa) sulla creazione dell'uomo siano corrette. Vede ogni ammissione riguardo la scienza come relativismo. Non riesce a capire come uno scienziato del calibro di Cabibbo, presidente della Pontifica Accademia delle Scienze, possa credere all'evoluzione. E, come succede spesso, se i fatti non si adattano alle tue convinzioni filosofiche basta fingere che i fatti siano altri(3).

Per carità, uno può essere una bravissima persona (non ho dubbi a riguardo), e credere con tutto il proprio cuore che il racconto della Genesi sia sostanzialmente reale, che Adamo ed Eva siano persone realmente esistite e realmente create dal Padreterno. Senza porsi il problema del perché condividiamo quasi tutto il patrimonio genetico con gli scimpanzé, inclusi alcuni fastidiosi difetti e una disposizione dei geni nei cromosomi che indica chiaramente una derivazione comune. Può pure essere un bravissimo storico(4).

Ma se vuol proprio dimostrare di anteporre le sue convinzioni personali alla scienza, che ci fa alla vicedirigenza di un intero ramo della ricerca italiana?(5)

Aggiunta Per qualche altra considerazione rimando al blog della divagatrice.

Le solite note a pie' di pagina
(1) Nel linguaggio scientifico la parola "teoria" indica un insieme di ragionamenti che spiega nel migliore dei modi, con ottima probabilità di essere in buona parte corretta, alcuni fatti. È qualcosa che è stata esaminata a lungo, e che ha superato tutte le obiezioni mossegli. Non ha senso dire "è solo una teoria, una supposizione che non è ancora stata provata". Quella, nel linguaggio scientifico, è un'ipotesi, non una teoria. Definireste "una supposizione" la teoria della gravità, o la teoria dell'elettromagnetismo (su cui si basa il computer che state usando)?

(2) Un po' degli argomenti dei sostenitori della Terra giovane, e relative obiezioni, si possono trovare qui.

(3) Sui rapporti tra cristianesimo e darwinismo ho scritto qui. Un sunto si trova anche su: G. Comoretto: I rapporti tra cattolicesimo ed evoluzione, Scienza e paranormale, n. 74 (2007). Qui qualche mia considerazione generale su scienza e religione.

(4) Però io non faccio convegni per dimostrare che Napoleone è un'ipotesi filosofica e non storica, e che in realtà non è mai esistito.

(5) Anche per non fare l'ennesima figura di palta davanti al resto del mondo.

venerdì 13 novembre 2009

Comitato Nazionale del Risparmio e scie chimiche

Come se non bastassero le ormai 11 (avevo contato male) interrogazioni sull'argomento, l'on. Oskar Peterlini, ex membro della commissione Territorio, Ambiente e Beni Ambientali, ha trovato il tempo per scriverne una dodicesima interrogazione sul problema delle scie chimiche. Evidentemente senza guardare le risposte date in passato (riassumibili in "le scie chimiche sono una bufala pubblicizzata in siti che di scientifico non hanno nulla"), e senza neppure prendersi la briga di capire cosa significhi la sigla CNR. Provo a rispondergli io.

Premesso che in molte parti d'Italia (Umbria, Abruzzo, Campania, Toscana, Veneto, Sicilia, Sardegna e Marche), da alcuni anni sono state rilevate scie chimiche (chemtrails), rilasciate da aerei non meglio identificati;

Perché gli aerei (sono quasi tutti aerei di linea riconoscibili, basta un buon binocolo), quando fa freddo rilasciano scie di condensa, e alle quota e cui volano fa praticamente sempre freddo. Le scie sono viste dappertutto, spessissimo, da decenni, senza nessuna indicazione siano "chimiche".

diversamente dagli aerei civili, i quali su rotte predeterminate rilasciano scie di condensazione a dispersione quasi immediata, le scie chimiche riscontrate sono di natura gelatinosa e vengono nebulizzate da aerei che volano a bassa quota

Le scie di condensa possono persistere in cielo per ore, allargandosi, se le condizioni sono opportune. Studi fatti misurando le condizioni dell'aria all'esterno di voli di linea, mostrano che circa il 5-10% delle volte ci sono le condizioni per la formazione di scie persistenti.
La bassa quota dichiarata nei siti sulle scie chimiche è misurata ad occhio, se si fan misure serie (o si analizzano le foto presentate) si ricavano quote alte. E cosa significherebbe che una scia è "gelatinosa"?

e [le scie] sono irrorate nell'aria attraverso sistemi di supporto ben visibili ad occhio nudo

Si chiamano volgarmente "motori". Nella quasi totalità delle foto di scie, queste compaiono ad una certa distanza dietro ai motori, come ci si aspetta se si tratta di condensa, e come non ci si aspetta se si tratta di sostanze spruzzate. Le pochissime foto in cui le scie non si originano dai motori mostrano scie aerodinamiche (provocate dalla turbolenza dell'ala in aria molto umida) o "fuel dumping".
In rete sono presenti foto di alcuni elementi di aerei a terra (che quindi non rilasciano scie) sostenendo senza nessuna giustificazione che si tratti di "irroratori di scie chimiche".

il Comitato nazionale del risparmio (Cnr), nel 2005, ha rilevato, nelle analisi effettuate su campioni di pioggia coincidente con il rilascio di scie chimiche, una concentrazione al di sopra della norma di sostanze chimiche come quarzo, ossido di titanio, alluminio, idrossido di bario, ritenute pericolose per la salute in quanto cancerogene

Credo si riferisca a queste qui sotto. Si tratta di analisi fatte in un campione di neve, che contiene tracce di polvere (ma guarda, della neve all'aperto contiene polvere). L'analisi della polvere mostra che è composta di sabbia ed altri minerali comunissimi nel terreno, cioè che si tratta di polvere di terra alzata dal vento.
Ma da una persona che non sa cosa sia il Consiglio Nazionale delle Ricerche, credo sia inutile pretendere capisca che un'analisi chimica ha trovato che la neve all'aperto contiene tracce di polvere.

Altre analisi, fatte su campioni di terreno o acqua raccolta a terra, mostrano sabbia (quarzo) ed argilla (alluminio), e pure presenza di bario in concentrazioni tipiche del terreno (il bario è tra i 20 elementi più comuni nella crosta terrestre). Sorprendente che in una palata di terra si trovi sabbia ed argilla, non è vero?

si chiede di sapere:

quali ricerche scientifiche siano state effettuate, quali indagini siano state svolte e quali elementi siano stati raccolti sull'insieme dei voli, militari e non, effettuati nello spazio aereo nazionale da qualunque soggetto, che abbiano avuto come effetto il rilascio di scie chimiche;

Una marea. Le scie di condensa sono studiatissime, c'è persino un progetto nel Programma Quadro della Comunità Europea sull'argomento. Si sa quanto sono frequenti, in che condizioni si formano, e si studia come ridurle e quanto influenzino il riscaldamento globale (circa l'1% di quanto faccia la CO2). Nessuno studio ha trovato anomalie, scie che non dovrebbero esserci, scie che non siano scie di condensa.

se il Governo non ritenga opportuno monitorare e registrare i tempi, i luoghi e le modalità entro cui nello spazio aereo nazionale si formano scie chimiche in modo di realizzare una banca dati utile a definirne la natura e le eventuali conseguenze sulla salute, il clima e l'ambiente;

Monitoriamo le scie di condensa? Certo, basta monitorare i 5000 aerei il giorno che sorvolano l'Italia. Esiste un ente apposito, l'ENAV, basta chiedere a loro. Monitoriamo quando sono persistenti? Sono in media 3-400 aerei il giorno. Ma oggi gli "studiosi indipendenti" sostengono che qualsiasi scia sia chimica, e quindi sono quasi tutti gli aerei in quota.

se l'Aeronautica militare o altri soggetti pubblici siano coinvolti e con quali compiti nel progetto di cooperazione Italia/Stati Uniti su scienza e tecnologia dei cambiamenti climatici.

Immagino si tratti dell'accordo n. 4-02154 di collaborazione scientifico sullo studio delle modificazioni climatiche, di cui ho parlato già qui. Innanzitutto in quegli accordi l'aeronautica militare (o i militari) non c'entra nulla, si tratta di un accordo tra enti di ricerca civili.
Forse l'onorevole ha sentito nominare la storia del riscaldamento globale, dell'effetto serra, di quelle cose lì insomma. Ecco, l'accordo riguarda il capire che succede ad animali e piante di conseguenza. L'IBIMET è un istituto del Comitato del Risparmio (ah, già, è il Consiglio delle Ricerche) che studia queste cose, ad es. provando a mettere un po' di pioppi in un recinto fatto di teli di plastica e pompando dentro dell'anidride carbonica per vedere come reagiscano, nei quadrati "FACE" del campo qui sotto. Sono queste le modifiche all'ecosistema di quel documento. Basta darsi la briga di leggere il loro sito, in cui si trova tra l'altro un'accorata presa di posizione contro i casini socio-ambientali che stiamo facendo con la nostra cosiddetta civiltà.

A quando un'interrogazione parlamentare sui provvedimenti che il Governo intende adottare in vista del 21 dicembre 2012? E a quando dei politici che colleghino il cervello prima di presentare una interrogazione?

martedì 24 marzo 2009

Io disinformatore

Prometto che ricomincerò presto a parlare di altro. Ma vorrei spiegare come mai mi sono occupato di scie chimiche.

Un motivo è presto detto: perché so che è una bufala, si tratta di un problema che se fosse vero sarebbe gravissimo (si parla dell'omicidio deliberato di 4 miliardi di persone, di controllo mentale sulla popolazione, e amenità simili), e quindi è necessario ci sia anche chi cerca di fornire gli elementi alla gente per ragionare e valutare. Elementi che non ci sono, praticamente nessuno sa valutare l'altezza di un aereo o perché le scie di condensa si formano. Se si racconta che queste si formano solo a 40 sottozero e con umidità altissima, o che se vedi o senti un aereo questo è bassissimo, è naturale che poi le si veda come "strane".


Poi perché veramente in quei siti si trova di tutto e di più. Nanomacchine che ci entrano nel corpo, controllo mentale con onde elettromagnetiche, laser, creature cibernetiche, ologrammi proiettati nel cielo.... A me sembrerebbe ovvio che sono ottimi argomenti per una puntata di Star Trek, manca solo il teletrasporto, ma apparentemente qualcuno crede queste cose siano possibili. E si diffonde un'idea della scienza e della tecnologia che mi fa paura, noi scienziati saremmo una setta che complotta nel segreto, quel che possiamo fare è quasi tutto (salvo poi sbagliare e creare disastri), ma non ve lo diciamo, quel che DICIAMO di poter fare è solo una facciata. L'icona dello scienziato pazzo che vuol dominare il mondo, o al servizio dei pazzi che vogliono dominare il mondo. Siamo alla Spectre. O a Dr. Magneto di X-Men.

Ovviamente la scienza non è neutrale, o innocente. La ricerca militare esiste. Ma la maggior parte degli scienziati non complotta in segreto, e quel che la tecnologia può, e non può fare, lo sappiamo ragionevolmente bene. Le leggi della fisica valgono per tutti, e le tecnologie di un aereo drone dell'USAF non sono molto diverse da quelle di un GPS da automobile. Non sono 100 anni avanti.

Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso sono alcune accuse mosse a seri istituti di ricerca, che studiano su argomenti che ci toccano da vicino e che devono essere studiati se vogliamo cavare le gambe dai guai in cui ci siamo ficcati. In diversi documenti si cita a sproposito precisi enti, persone, gruppi, sostenendo che sono coinvolti nel complotto delle scie chimiche. Perché studiano aspetti del clima.

Il primo esempio, citato in diverse interrogazioni parlamentari, riguarda il "Protocollo di collaborazione sullo studio del clima". A pag. 38 si parla di
studi di modificazione di ecosistemi. Li conduce l'IBIMET (Istituto di Biometeorologia), e ci si riferisce a progetti come POPFACE. Certo, a leggere così si può pensare a un gigantesco progetto per cambiare il clima in Val Padana.

Ma proviamo ad andare sul sito dell'IBIMET e troviamo un sacco di lavori pubblicati, tutti che cercano di capire l'effetto del clima sulle piante, come queste reagiscono ai cambiamenti climatici che stanno avvenendo. Nella pagina introduttiva si riflette sugli effetti, positivi e negativi, della tecnologia sull'ambiente, di come sia importante analizzare anche gli aspetti economici e sciali del "progresso". Forse un po' troppo "no global" per i gusti di alcuni, non mi sembra certo un covo di gente che complotta per il Nuovo Ordine Mondiale.

Il progetto POPFACE riguarda, in soldoni, provare a recintare con dei teli un'area di 20 metri di pioppeto (da cui il nome...), e pomparci dentro aria arricchita di anidride carbonica. Una sorta di serra a cielo aperto per vedere come le piante e tutto l'ecosistema (di 20 metri, ripeto) si comporterebbe se continuiamo a pompare anidride carbonica nell'atmosfera.

Nel dossier sulle Scie Chimiche di Scienzamarcia si parla di ricerche sugli aerosol condotti dall'Istituto di Scienza dell'Atmosfera e del Clima (CNR-ISAC). Nel capitolo 13, Le ammissioni del CNR. I corsivi virgolettati son tratti da lì, in rosso i commenti dell'autore.
Cosa vuol dire? Gli aerosol sono tutto quanto sta sospeso in atmosfera. Polvere di vulcano, fumi industriali, particolato di camion ed auto... Hanno una grossa influenza sul clima, in quanto bloccano la luce del Sole. E' quindi importantissimo sapere quanti ce n'è e cosa esattamente facciano. Strano che un istituto che studia il clima se ne occupi, no? Ma solo il fatto che uno li studi significa che li studia per spargerli deliberatamente, ovviamente con le scie chimiche. Sì, perché studia anche "modelli chimici di trasporto a scala regionale. [aerosol e clima, come avere dubbi a questo punto? sembra tutto fin troppo esplicito]". A nessuno viene in mente che i milioni di tonnellate che escono da ciminiere e tubi di scappamento nessun aereo riuscirà mai a spargerli. E comunque che tutti i lavori dell'ISAC sono pubblicati, e non ci si trova niente sullo spargimento deliberato di aerosol.

Nello stesso capitolo del dossier si nota che il CNR studia anche "interazione fra onde e.m. ed idrometeore [ecco qua, l'uso delle onde elettromagnetiche per manipolare il clima!]" Certo. Se cerco di vedere la pioggia con un radar, per capire dove sta piovendo, sto usando le onde elettromagnetiche per far piovere. Perché le onde elettromagnetiche possono far piovere, o cambiare la forma alle nubi, no? Lo san tutti. Tranne chi lavora da una vita con queste cose.

Insomma, siamo alla caccia alle streghe. Una volta se una donna si azzardava a curare qualcuno, magari con un decotto di erbe che secoli di tentativi avevano trovato efficace per una certa malattia, significava che aveva commerci sessuali con il demonio. Le prove erano il fatto che andasse nei boschi (a prendere le erbe) e magari proprio il fatto che guarisse la gente. Oggi se uno solo si azzarda a nominare la parola "clima" diventa colpevole di crimini contro l'umanità. Con interrogazioni parlamentari, e mozioni alla Comunità Europea.

E non dovrei occuparmi di queste cose?

Aggiunte: Mi fan notare che nella lista dei "cattivi" compare anche una ditta di monitoraggio ambientale. Che si occupa di "tecnologia per le rilevazioni e le misurazioni dei fenomeni atmosferici" ed "ha acquisito negli anni un ruolo di riferimento per gli enti responsabili della gestione delle emergenze e per la salvaguardia di popolazione, infrastrutture, ambiente." Quindi di modificare il clima, è ovvio. Con le onde radio, difatti usano ponti radio per trasmettere i dati.