domenica 7 giugno 2009

Treni

Sono in Friuli, per una festa familiare. Come al solito, viaggio in treno, anche se i 40 euro del viaggio odierno (80 per l'A/R) mi fan rimpiangere i bei vecchi tempi dell'università, quando tornavo a casa con 4700 lire. Lo stipendio di un ricercatore è passato nel frattempo da 800 mila lire a 1700 euro.

Appena arrivato in stazione noto un certo fermento. Sembra ci siano grossi ritardi da e verso Bologna. Salgo sul treno di un'ora prima, ancora sui binari. Se mi chiedono di "regolarizzare" la prenotazione in treno mordo, non ne posso più di treni presi al volo, in ritardo, e devi pure pagare 8 euro perché secondo le macchinette automatiche quel treno è già partito e quindi non puoi prenotarlo.

Ovviamente nessuno sa niente. Come si vede dall'orario, i ritardi registrano solo la situazione attuale. L'ultimo treno della lista, quello che dovrei prendere io, non riesce ad entrare in stazione perché tutti i binari sono occupati.

Grazie al computer riesco a collegarmi con il sito di un quotidiano e scopro che il cavo di una linea aerea si è staccato, colpendo un treno in transito e ferendo leggermente il macchinista. Un altro treno è rimasto bloccato in galleria, senza corrente, e solo dopo due ore è stato tirato fuori di lì. A Santa Maria Novella si aspetta e si spera, le poche notizie arrivano tramite telefonini di passeggeri, connessioni internet, non certo dagli altoparlanti o dai poveri ferrovieri che ne sanno meno degli altri.

Dopo un'ora finalmente si parte. Il treno va comprensibilmente piano, ma finalmente si arriva a Bologna. Un'ora e mezza di ritardo, poteva andar peggio.

A Padova avvisano che ci sarà un ulteriore ritardo. Un treno si e' bloccato in uno scambio, a Venezia Mestre. Dove arrivo con 2 ore di ritardo. Prendo il locale per Pordenone (i treni diretti Roma-Udine sono stati abiliti, rendevano troppo poco), che rispetto a 20 anni fa ha tempi di percorrenza aumentati strategicamente (85 minuti invece di 62, per 76 km) , in modo da ridurre statisticamente i ritardi.

E mentre telefono che sto arrivando, il treno si ferma alla stazione prima. Il macchinista scende, non sa perché l'han fermato, e il solito tabellone dei ritardi annuncia 10 minuti (ma sono già 15). C'è un guasto dopo Pordenone, sembra sia caduto un albero sulla linea (poi scoprirò che c'è stata una tromba d'aria, capannoni divelti, pure un'auto trascinata via dal vento). Ma non potevano fermarci direttamente a Pordenone? Boh, comunque il punto è che non si sa quando si ripartirà. Forse 10 minuti, forse un'ora. Alla fine saranno 20 minuti.

Sarei dovuto partire alle 12.37. Sono arrivato alle 18.55. 6 ore e 22 minuti per fare 320 km. Trenitalia dovrebbe rimborsarmi metà del prezzo dell'eurostar, 17 euro. Evidentemente la manutenzione delle linee costa meno dei rimborsi ai passeggeri.

7 commenti:

Nico ha detto...

La prossima volta ti consiglio un cessna da Peretola a Campoformido.
;-)

Nessuno ti rompe le balle e il panorama è spettacolare. Spenderai il doppio solo in carburante (ovviamente se usi quello al bario te lo da gratis l'NWO) ma secondo me ne vale la pena.

Anonimo ha detto...

è gia tanto che qua intorno a Udine non siano usciti i cadaveri dai cimiteri... acqua ovunque, e in zona PN appunto peggio del peggio...

Gianni Comoretto ha detto...

Infatti non mi lamento che le ferrovie subiscano ritardi per una tromba d'aria. Ma era la terza disavventura della giornata. E la costante era che per sapere qualcosa dovevi andare sui siti dei giornali. Fino all'ultimo non si sapeva cosa sarebbe successo, e a che stazione i miei parenti dovevano venirmi a prendere. A due ore dall'incidente.

markogts ha detto...

Diciamo che sei stato particolarmente sfigato. Pensa che qua a TS manco un goccio di pioggia o quasi in tre giorni, mentre cento km più a ovest erano sfracelli. Detto questo, fossi direttore delle FS (o come si chiamano adesso), baratterei volentieri un Freccia Rossa con dieci Minuetto.

brain_use ha detto...

L'ultimo inghippo è accidentale e imprevedibile, quindi scusabile.

Gli altri due paiono più che altro problemi di manutenzione.
Finché trenitalia continuerà a considerare il passeggero come un utOnto, invece che come un cliente, sarà sempre così.

In compenso, in nome di una malintesa sicurezza, il sottoscritto si becca dieci minuti di passaggio alivello abbassato una o due volte al giorno.

Mi piace però cogliere l'occasione anche per sottolineare la leggerissima divergenza fra l'aumento effettivo del prezzo del biglietto e il presumibile aumento da tasso d'inflazione ufficiale: questa è una delle poche tematiche su cui mi allineo al pensiero "complottista" e considero la parola "ufficiale" una sinonimo di "presa in giro".

Unknown ha detto...

Forse c'e' un refuso.
"Evidentemente la manutenzione delle linee costa piu' dei rimborsi ai passeggeri."

Brain, dei passaggi a livello olandesi sincronizzati abbiamo gia' parlato...

Gianni, dicono che le Ferrovie abbiano puntato tutto sull'alta velocita', e solo sulla tratta Milano-Roma. Se il tuo racconto e' figlio di questa scelta, non oso pensare cosa succeda sulle altre linee!

vale56 ha detto...

Dovendo prendere spesso il treno per motivi di lavoro, non posso che dire peste e corna delle ferrovie dello stato.
Treni che cambiano di categoria, avendo lo stesso parco carrozze e lo stesso tempo di percorrenza, solo per aumentare i biglietti, puntualità saltuaria, pulizia... lasciamo perdere.

Poi per non fare risultare troppi ritardi sopprimono il treno, perché così non viene contato come ritardo.

Per non parlare dell'incazzatura quotidiana dei pendolari che spesso arrivano in ritardo PER COLPA DELLE FERROVIE

In nessun paese CIVILE devi considerare almeno mezzora tra un treno e l'altro per essere sicuro di pendere la coincidenza


Speriamo ce con l'arrivo di concorrenti migliorino il servizio, ma per ora lo slogan de
i ternitalia è:

TRENITALIA: OGGI PEGGIO DI IERI E MEGLIO DI DOMANI