giovedì 10 giugno 2010

Arcobaleni

(Ho corretto qualcosa grazie ai commenti. Le correzioni sono in verde)
Sullo stesso tema, vedi il blog di Paolo Attivissimo

Poche cose sono più belle di un arcobaleno, o anche della rifrazione colorata in una goccia di rugiada. E da quando ho avuto in mano una canna per innaffiare ho scoperto che si possono creare bellissimi arcobaleni spruzzando l'acqua in direzione opposta al Sole. Come quello qui sotto, prodotto da un grosso irrigatore. Un ottimo sito in cui si spiegano in dettaglio tutti i tipi di aloni, arcobaleni, ecc., che sono davvero tanti, è Atmospheric Optics (grazie, Markogts).


Ma non tutti sono d'accordo. Una tizia americana ha scoperto di recente che il suo irrigatore da giardino creava arcobaleni, ed ha messo il tutto su youtube, con commenti tipo "cosa diavolo mettono nell'acqua dell'acquedotto, da creare arcobaleni all'altezza del suolo, 20 anni fa non succedeva, non è naturale".

Anche qui in Italia evidentemente c'è qualcuno con le idee confuse. In un articolo sul suo blog Pepe Ramone, un redattore di Controradio parla dell'avvistamento di UFO su Firenze nel 1954, contestando l'idea che si trattasse di chaff (lanugine radar-riflettente usata in esercitazioni militari). Non voglio parlare di quello, c'è chi ne sa molto più di me, ma delle foto che corredano l'articolo, e che ritraggono alcuni arcobaleni avvistati dalla sede della radio (Scandicci non c'entra). Come quello qui sotto (Ramone mi fa notare che sono due, uno esterno più debole che non avevo notato).


Secondo Ramone si tratta di "riflessi anomali". Che sia anche questo chaff? In fondo in alcune foto si vedono delle brevi scie di condensa (non persistenti, che si formano sempre se fa abbastanza freddo in quota), per i sostenitori della teoria delle scie chimiche segno evidente di irrorazioni clandestine. Boh, innanzitutto nel 1954 nessuno ha visto arcobaleni ma oggetti biancastri grossomodo sferici, e poi il chaff non crea arcobaleni.

Il meglio arriva in un commento di Rosario Marcianò. in arte Straker, che sostiene che l'acqua non può creare iridescenze. Solo particelle di alluminio possono farlo, per interferenza. Insomma, la tesi della signora dell'irrigatore.

Sfido chiunque a creare un arcobaleno spruzzando polvere di alluminio. L'alluminio è opaco, e quindi la luce non la può diffrangere come un prisma. È possibile creare un arcobaleno con particelle opache sfruttando il fenomeno dell'interferenza, ma devi mettere le particelle a distanza regolare, con una spaziatura di circa un millesimo di millimetro. Quel che succede con la metallizzazione di un CD, per intendersi. Se le particelle le spargi in aria, e di sicuro non una ogni micron su decine di metri di distanza, l'interferenza va a farsi benedire.

Una goccia d'acqua od un cristallo di ghiaccio sono invece trasparenti, e possono fare da prisma, basta alzare gli occhi al cielo dopo un temporale per verificarlo. Quindi se quelle iridescenze dimostrano qualcosa è proprio che lì c'è acqua e non alluminio, bario, chaff o chissà cosa. Ed è pure possibile fare misure quantitative, come dice in un commento Markogts, fare spettroscopia per poveri. Ma occorre studiare bene, prima.

Aggiunta. Mi piacerebbe avere il parere di un meteorologo, ma ho la netta impressione che l'arcobaleno dell'ultima foto non si formi all'altezza delle velature, ma più in basso, dove in quel momento era presente pioggia. La pioggia, se non è tanta, non si vede, ma può formare un arcobaleno se è a 42 gradi dal punto opposto al Sole. Le gocce d'acqua o i cristalli di ghiaccio delle nubi, o gli ipotetici aerosol delle scie chimiche, sono troppo piccoli per farlo.

Mi fan notare che l'arcobaleno è rovesciato e il centro è alto in cielo. Non si tratta quindi di acqua, ma di grossi cristalli di ghiaccio, che producono un alone colorato di rosso al centro, a 22 gradi dal Sole. Quello più debole, basso e parallelo all'orizzonte direi che è un arco come questo, a 44 gradi,
che si vede solo d'estate.

martedì 8 giugno 2010

I wanna live forever

Ieri, al bar, ho sfogliato La Nazione, il giornale locale di Firenze. In prima pagina un titolo a dir poco strepitoso: Berlusconi promette che vivremo fino a 120 anni. Francamente mi era sfuggita, ero rimasto al cancro sconfitto entro 5 anni, ma la dichiarazione e' ormai vecchia, il premier aveva gia' annunciato la cosa nel 2008. Con le polemiche sull'eta' pensionabile l'ha ritirata fuori, che volete che sia andare in pensione a 65 anni (o a 70, per le nuove leve) se si vivra' fino a 120. Poco importa che don Virzi', l'autore materiale del miracolo annunciato, avesse smentito categoricamente.

La Nazione ha dedicato alla faccenda un'intera pagina, con grafici, tabelle di come l'aspettativa di vita alla nascita sia aumentata nell'ultimo secolo (soprattutto perche' 100 anni fa moriva un bambino su 2, e questo dimezza la media), ed un'altra pagina sull'imminente sconfitta del cancro, grazie agli studi della ditta farmaceutica di cui il premier e' azionista. Sarebbe da ridere se non fosse che contemporaneamente la ricerca, quella vera, e l'assistenza, pure vera, ai malati di cancro vengono drasticamente tagliate.

Sono anche dichiarazioni come queste che uccidono la scienza. Passa il concetto che gli scienziati sono come gli idraulici: se paghi e hai un buon idraulico il problema te lo risolve, se il problema non viene risolto quindi o l'idraulico non e' bravo, o forse non hai pagato abastanza. Si cambia idraulico e il gioco e' fatto.
Insomma, il meccanismo del bel gioco "Civilization": il Grande Leader sceglie l'obiettivo della ricerca, e sa gia' in anticipo quando arrivera' la scoperta e cosa potra' farne. No, le cose non stanno cosi'. La scienza e' un'impresa collettiva, in cui tante persone affrontano il problema da tanti punti di vista., senza sapere se, come e quando si trovera' qualcosa. Spessissimo non sanno neppure esattamente quale sia, il problema, e i due in questione sono dei classici esempi.

Perche' invecchiamo? Cosa succede alle cellule quando superiamo i 60-70 anni? In fondo un salmo recita "gli anni della vita sono 70, 80 per i piu' robusti", oggi abbiamo aggiunto 10-15 anni a quei numeri. E ci si rende conto che allungare troppo la vita non e' poi quel grande affare, rischiamo di passarli seduti su una poltrona, con il cervello disfatto dalla demenza senile. Eh si' purtroppo l'aspettativa di vita in salute e' aumentata molto meno dell'aspettativa di vita in se', tra i miei coetanei una persona su tre finira' i propri giorni completamente rimbambita.

Cosa e' esattamente il cancro, come si sviluppa, con che meccanismi? Abbiamo alcune risposte, ma tante, tante domande ancora aperte, e piu' risposte troviamo, piu' ci rendiamo conto che il problema era mal posto, non esiste "il cancro" ma un'infinita' di processi differenti, che vanno affrontati in modo differente.

Pensare che arrivi uno, a cui dai un po' di soldi, e ti risolva questi problemi e' avere una visione magica della scienza, e degli scienziati, la stessa visione per cui si rinvia a giudizio i geologi rei di non aver previsto data ed ora del terremoto dell'Aquila. Se vogliamo sperare di arrivare da qualche parte l'unica strada e' finanziare la ricerca pubblica, allargare il numero di teste che ci ragionano su, dei fronti su cui si lavora. In un paese dove la ricerca e' sotto l'1% del PIL (e il PIL non considera quel 40% di sommerso che secondo il premier e' un'autodifesa dalle imposizioni fiscali) questo e' forse piu' fantascientifico che sperare di vivere (bene) fino a 120 anni.

domenica 30 maggio 2010

Come lacrime nella pioggia

Vedete quel puntolino azzurro in basso a destra? Ecco, quello siamo noi. Il nostro pianeta, con quasi 7 miliardi di esseri umani con le loro aspettative, i loro sogni, i loro ricordi.

Nel lontano 1988, in un progetto con il JPL, osservai la sonda Voyager (che ha ripreso questa immagine) con il radiotelescopio di Medicina. Poi ho partecipato alla missione della sonda Ulysses e di Cassini, attualmente intorno a Saturno. Piccolissimi pezzi di me che girano lontani, nel sistema solare. E che mi fan sentire infinitamente piccolo, vedere quel puntolino azzurro mi dà una sensazione precisa, e fortissima, di quanto siamo minuscoli, indifesi, isolati nel vuoto.

Non credo ci sarà un futuro della ricerca spaziale. I segnali ci sono tutti, tagli, crisi finanziarie, mandare un'astronave nello spazio costa tanta energia, e ne abbiamo sempre meno. La soppressione del mio istituto è solo un ulteriore passo in questo senso, dettato più da ignoranza becera che da reali esigenze, ma non mi faccio illusioni.

E tutto questo, le cose che nessun poteva anche solo immaginare, e che l'ingegno e la dedizione di tante persone ci hanno fatto conoscere, i vortici di Giove, le crepe ghiacciate di Europa, i laghi di metano di Titano, cose che valgono molto più dei bastioni di Orione, andranno perdute.

P.S. Per chi fa queste cose esiste un gruppo su facebook contro lo scioglimento dell'INAF.

Aggiornamento (31/5): Da quel che si riesce a capire dalle indiscrezioni, il Presidente Napolitano ha firmato il decreto, ma stralciando la soppressione degli enti culturali e scientifici. Quindi per ora il pericolo appare scongiurato (non solo per l'astronomia, che rappresenta una delle molte facce della questione). Un sentito grazie a lui e a tutti quelli che hanno espresso la loro contestazione.

venerdì 28 maggio 2010

Finanziaria

Ieri ho fatto una scoperta che mi ha lasciato di sale. Con un colpo di penna la finanziaria ha cancellato l'ente per cui lavoro, assieme ad una decina di altri enti di ricerca.

Ha fatto altre cose, tipo condonare un paio di milioni di edifici abusivi, e bloccarmi lo stipendio per i prossimi tre anni. Dico subito che non ho nulla da obiettare sul mio stipendio, è vero che godo di una posizione privilegiata, e se ci sono da fare sacrifici non mi tiro indietro.

Mi sembra invece indegno di un paese civile che chi ha imbrogliato, infranto la legge, basta paghi una piccola cifra e si ritrova a posto. Far questo per raccattar due soldi è come, per un idraulico, vendere la cassetta degli attrezzi. Significa confermare che chi imbroglia e infrange la legge basta aspetti fino alla prossima manovra ed è salvo.

Leggevo anche, su quel quotidiano comunista che si intitola con un titolo astronomico ma che parla di soldi, che l'evasione fiscale in Italia ammonta a 120 miliardi, circa 2000 euro a italiano. Se tutti pagassero le tasse, potremmo non solo risparmiarci questa manovra, ma avere anche indietro 1600 euro, tutti, inclusi i lattanti e i novantenni.

Ma torniamo al mio ente. La ricerca italiana è un autentico miracolo. I miei colleghi riescono a fare ricerche astronomiche a livello di paesi con ben altri budget, e nessuno ha problemi a cercar lavoro all'estero. Un altro istituto in odore di chiusura è l'istituto nazionale di vulcanologia e geofisica, che è in assoluto tra i migliori del mondo. Ma occorre fare i salti mortali, non si hanno i soldi per la manutenzione dei laboratori, e un paio di mesi fa il radiotelescopio di Noto si è bloccato perché ha ceduto il cuscinetto di una ruota.

Nei mesi scorsi ci sono stati alcuni segnali preoccupanti. Il Corriere della Sera, in una serie di articoli sugli sprechi italiani, raccontava che non ci sono i soldi per far funzionare il nuovissimo "Sardinia Radio Telescope", costato 130 miliardi. Ma come, questi spendono 130 miliardi se poi non hanno neppure i soldi per pagare i dipendenti? Evidentemente è un carrozzone che ha assunto senza criterio, uno stipendificio. Ovviamente non raccontava che i soldi c'erano, ma sono stati tagliati, e che i posti in organico, gli stessi da molti anni, non sono neppure coperti tutti, non si riesce a rimpiazzare chi va in pensione. Per fortuna il tecnico elettronico del mio laboratorio, in pensione da martedì, continuerà a venire, gratis, perché questo lavoro gli piace, altrimenti non saprei come fare a montare i circuiti.

Ma il messaggio generale che emerge è più preoccupante. La ricerca è uno spreco, un carrozzone che serve solo ad assumere gli amici degli amici, o nella migliore delle ipotesi a far divertire dei fannulloni. Meglio sciogliere, accorpare (noi finiremo nel CNR, in realtà nessuno viene licenziato) anche se un'operaizone di questotipo significa qualche anno in cui non si capirà nulla, i soldi esistenti resteranno bloccati perché nessuno saprà dove esattamente sono, tanti contrattisti rischieranno di perdere il posto.

Ci saranno costi anche economici, l'astronomia italiana produce commesse industriali (con soldi non italiani, la maggior parte dei nostri fondi vengono da enti internazionali). Solo il progetto di ottiche adattive, un sistema sviluppato ad Arcetri per correggere la turbolenza atmosferica nei telescopi, ha ricevuto una decina di commesse, per altrettanti telescopi internazionali. Con i casini che tutto questo produrrà è estremamente probabile molte di queste commesse salteranno.

Vediamo come va a finire...

domenica 23 maggio 2010

Alieni un po' cialtroni


Ieri in un blog di appassionati di crop circles è stata pubblicata la foto qui sopra. È relativa ad una formazione scoperta appunto ieri a Wilton Windmill, a nord di Wilton, nel Wiltshire, paese che ha già visto in passato alcuni crop circles.

La formazione appare evidentemente come una sorta di codice. E non è molto difficile da decrittare. Si nota subito che su ogni raggio sono presenti 8 barre trasversali, che possono essere a destra o a sinistra del raggio. La barra più interna è sempre rivolta a sinistra (guardando dal centro). Bene, che codice è composto da 8 bit, di cui uno è fisso? Il vecchio ASCII, in cui l'ottavo bit (il primo che si legge) è sempre zero, il codice con cui sono scritte le lettere non accentati nei nostri computer. Quindi sappiamo che il bit più significativo è quello vicino al centro, e che lo zero è codificato con la barra a sinistra. Da qui a trovare le 12 lettere del messaggio il passo è brevissimo, e questi risulta essere:

e^(hi)pi)1=0

Chiaramente una formula, ma molto criptica. C'è una parentesi chiusa che non corrisponde a nessuna parentesi aperta, e manca qualche operazione. Ma qualcosa di familiare c'è, abbiamo i numeri e (la base dei logaritmi naturali), pi (pi greco in inglese), 1, 0. E pure i (la radice quadrata di -1). Il che richiama immediatamente la relazione di Eulero, una delle più eleganti,e famose, formule della matematica, che lega tra di loro questi numeri.

e^(i*pi)+1=0

Se guardiamo le codifiche ASCII di "*" e "+", vediamo che non sono troppo diverse da ")", sono rispettivamente 00101011, 00101010 e 00101001. Un po' di confusione, a cui magari si è cercato di rimediare di notte e senza una visione dall'alto di cosa si stava facendo.

A questo punto sorge spontanea una domanda. Come mai degli alieni si sciroppano decine di anni luce per lasciarci una formula matematica ben nota, per di più con diversi errori di ortografia?

Aggiornamento: Ovviamente non sono il solo a conoscere il codice ASCII. Qualche ulteriore considerazione si trova qui.

sabato 22 maggio 2010

Banche

Sono all'assemblea nazionale di Banca Etica. Una strana banca che non propone prodotti finanziari, derivati, swap, non ti cerca di rifilare investimenti che ti rendono il 5% garantito (ma non devi leggere le clausole in piccolo), e ti racconta tutti i finanziamenti fatti. Che lavora con volontari, i cui i promotori finanziari vengono pagati indipendentemente da quanto “producono”, i dipendenti lavorano più e guadagnano meno che in qualsiasi altra banca, ma c'è la coda di gente proveniente dalle altre banche per essere assunti. Una banca che non ha accettato un singolo euro proveniente dallo “scudo fiscale”. In cui, insomma, i soldi non sono che un mezzo, e il vero guadagno è un altro.

Una banca fatta da 28 mila piccoli azionisti, con una media di 500 euro di capitale sociale a testa, più 4800 associazioni e piccole imprese. Di cui ne sono presenti qui oggi in assemblea, di persona o per delega, circa 5000, cinquemila persone che devono decidere il prossimo consiglio di amministrazione e il nuovo presidente, dopo mesi di discussione capillare in tutta Italia. Anche i candidati sono “strani”, pochi (ma bravi) bancari professionisti, molte persone esperte di cose strane come microcredito, cooperazione internazionale, energie rinnovabili.

Devo dire che sentir parlare di picco del petrolio nella relazione di bilancio di una banca fa una certa impressione. Come trovare tra i libri in vendita, all'immancabile banchino dei testi utili, il libro di Mirko Rossi “Energia e futuro”. Ma è normale in una banca che ha finanziato l'installazione di fotovoltaico ed eolico per 1MWp ciascuno, e che ha diminuito ogni anno di una buona percentuale i propri consumi energetici (riportandoli nel bilancio) nonostante l'aumento dell'attività.

Resta il problema basilare della finanza etica: chi ha soldi difficilmente è sensibile ad interessi diversi dall'accumulare soldi, e chi è sensibile a queste cose difficilmente ha soldi. E quindi ci sono pochi soldi: poco capitale sociale, quindi pochi dipendenti, poche filiali, pochi fidi erogabili. Anche perché la finanza ci guarda con molto sospetto, ma chi andiamo a finanziare, cooperative sociali, fattorie biologiche, privati che isolano la casa, addirittura nullatenenti tramite microcredito. Non sono affidabili e quindi il capitale che la banca deve mettere a garanzia è alto, 2-3 volte quello che una banca normale deve accantonare quando finanzia una bella industria. Ma se si guardano i numeri, il tasso di sofferenza (quel che non ti restituiscono), Banca Etica ce l'ha allo 0,8%, meno di un quarto della media del sistema bancario.

E il numero di conti correnti l'anno scorso è aumentato del 15%, la gente si accorge che forse è meglio tenere i soldi in una banca che sai di sicuro non investirà mai in titoli tossici. La sicurezza, la solidità di una banca dipende anche dai valori che ha, da quel che non fa, dalla trasparenza.

Per le banche l'ultimo è stato un buon anno. La strizza per la crisi finanziaria non ha impedito di continuare a fare speculazioni, cercare di guadagnare dalla confusione, dalle oscillazioni tumultuose che in un momento di crisi sono un ottimo sistema per trasferire soldi dalle tasche della gente a quello di chi con gli strumenti finanziari riesce a giocarci. Lo vediamo in questi giorni con la crisi dell'euro, dei conti della Grecia. Banca Etica guadagna solo raccogliendo e prestando soldi, e con l'abbassamento dei tassi di interesse si è ritrovata penalizzata. Aumentando del 26% il giro di soldi prestati, l'anno scorso 539 milioni in oltre 4000 prestiti, siamo riusciti a rimanere in pareggio economico. Ma sono numeri piccoli, che fan ridere qualsiasi banca. Il paradosso della finanza etica che colpisce ancora.

Insomma, è una piccola realtà che mostra come sia possibile usare i soldi per creare solidarietà, relazioni, partecipazione, per dare alle idee nuove i piedi per camminare. Una realtà che cresce, anno dopo anno, su cui 12 anni fa nessuno avrebbe scommesso (al di fuori dei pazzi che ci hanno investito i loro risparmi). Una realtà che resta una pazzia, sconosciuta a quasi tutti. Quasi tutti considerano più saggio, e prudente, investire i propri soldi in fondi vari assortiti. Quelli che se leggi le scritte in piccolo vedi sono basati su “prodotti derivati”, gli stessi che leggiamo essere all'attacco delle finanze statali dei paesi più deboli. In altre parole, quasi tutti considerano saggio mettere in mano agli sciacalli che ci stanno strangolando le armi finanziarie per farlo.

mercoledì 19 maggio 2010

Che male fanno?

Periodicamente scrivo un post con questo titolo. Oggi ci ha pensato già MedBunker. Direi che non ho molto da aggiungere, oltre a quello che avevo già scritto qui.



E alle considerazioni di Paolo Attivissimo.

Ringrazio solo il cielo di non aver mai dato retta a chi mi consiglia l'omeopatia per curare la fibrosi cistica.